Archive for aprile 23rd, 2020

aprile 23, 2020

ESTOY AQUI PARA QUIBARME LA EUCARISTIA!Sto qui per prendere l’Eucarestia!

Oscar Arnulfo Romero y Galdámez (Ciudad Barrios, 15 agosto 1917 – San Salvador, 24 marzo 1980).

Oscar Arnulfo Romero è stato un vescovo cattolico salvadoregno.Nato il 15 agosto 1917 e assassinato il 24 marzo 1980 da un cecchino dello squadrone della morte,mentre celebrava la Santa Messa.Pastore secondo la classica della Chiesa,pieno di compassione per il popolo affidatogli.Il suo senso di responsabilità era tale da essere disponibile a dare la vita per fedeltà alla sua missione.E in effetti andò incontro al martirio del tutto cosciente che presto sarebbe stato ucciso. Anche se avrebbe potuto farlo,non voleva abbandonare i suoi fedeli,i suoi poveri,allora preda di violenza e ingiustizia.Era un uomo umile,con un ideale di vita semplice.Ma anche un uomo fermo dinanzi al male e all’ingiustizia.Da grande predicatore divenne il riferimento del suo Paese nella scena pubblica.Papa Francesco ha approvato il 7 marzo di quest’anno il decreto del miracolo che lo farà diventare santo.

aprile 23, 2020

Conte: “Recovery Fund tappa importante nella storia UE”

 Violetta Silvestri

Conte: “Recovery Fund tappa importante nella storia UE”

La giornata di oggi era sotto i riflettori dei mercati e della politica europea e non solo, vista l’urgenza di trovare gli strumenti più adatti per fronteggiare le conseguenze economiche del coronavirus, impattante per tutti i Paesi UE, soprattutto l’Italia.

Dopo essersi battuto a favore degli Eurobond come risposta alla crisi ora il Governo italiano ha portato avanti il sostegno deciso per il Recovery Fund, con finanziamenti a fondo perduto.

Conte, parlando in conferenza stampa pochi minuti fa, ha espresso soddisfazione per quanto deciso dai 27 Capi di Stato e di Governo. Queste le motivazioni di tanto entusiasmo da parte del presidente del Consiglio.

Conte soddisfatto sul Recovery Fund: ecco perché

La decisione di ragionare, tutti e 27 i Paesi dell’UE, sullo strumento del Recovery Fund ha segnato addirittura una tappa importante nella storia europea secondo Conte.

Il presidente del Consiglio si è detto molto soddisfatto dell’esito della riunione odierna, perché:

“A questa emergenza sanitaria, economica e sociale [si è risposto con] uno strumento innovativo, un fondo della ripresa con titoli comuni europei che andrà finanziarie i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia. È passato anche il principio che è urgente e necessario, l’Italia in prima fila a chiederlo.”

Conte ha ribadito, inoltre, quanto sia stato fondamentale inviare, insieme ad altri 7 Paesi UE, una lettera specifica nella quale sono state date indicazioni sulle misure da intraprendere.

Un passo cruciale secondo il presidente del Consiglio, visto che fino a questo momento un accordo su uno strumento simile – il Recovery Fund – era impensabile.

La risposta europea, in questo modo, sarà molto più “solida, coordinata, efficace”. Al fondo si aggiungono gli strumenti già indicati dall’Eurogruppo.

I nodi da sciogliere sul fondo della ripresa

Nonostante l’entusiasmo del nostro primo ministro, che ha parlato di grandi progressi, la questione del Recovery Fund non è priva di intoppi. E di disaccordi.

Anche se la stessa Germania, infatti, ha dichiarato che lo strumento è nell’interesse nazionale tedesco, i Paesi si sono nuovamente divisi sulle modalità di erogazione dei finanziamenti.

Gli Stati del Sud, Italia compresa, vogliono la modalità fondo perduto, non accettata dal fronte dei Paesi del Nord. Ora toccherà alla Commissione trovare la quadra sul Recovery Fund.

Conte, naturalmente, spera di poter di nuovo esultare.

aprile 23, 2020

Coronavirus Italia: la notizia che fa sperare per la prima volta

 Violetta Silvestri

Coronavirus Italia: la notizia che fa sperare per la prima volta

Coronavirus in Italia: quali novità dal bollettino di oggi, 23 aprile? I numeri appena annunciati dalla Protezione Civile sono rincuoranti rispetto agli altri giorni.

Il Paese aspetta con ansia l’allentamento delle misure restrittive che daranno il via alla tanto attesa Fase 2. Mentre non sono ancora chiare date e modalità della, seppure prudente, ripartenza, i dati aggiornati su contagidecessi e guarigioni cominciano a fornire segni di speranza.

Nello specifico, la Protezione Civile ha comunicato una notizia che desta ottimismo più del solito: riguarda il rapporto tra guariti e contagiati. Cosa è successo di nuovo in Italia sul fronte coronavirus?

Numeri sul coronavirus in Italia: perché c’è cauto ottimismo?

L’ottimismo è prudente, ma c’è e lo ha affermato proprio Borrelli nella conferenza stampa sugli aggiornamenti riguardanti il virus in Italia.

Oggi, 23 aprile, si segnalano 2.646 nuovi contagi (ieri erano 3.370), per un totale di 106.848 persone attualmente positive (851 in meno rispetto al 22 aprile). I decessi giornalieri sono 464 (+27 in 24 ore) e in totale sono morte 25.549 persone per COVID-19.

La notizia positiva è riferita ai guariti: sono 3.033 quelli registrati oggi, che sommati agli altri portano le persone non più affette da coronavirus e in buona salute a 57.576.

Il record della giornata sta in questi ultimi numeri: per la prima volta da quando è iniziata l’epidemia in Italia i guariti superano i contagiati.

Il commento di Borrelli è stato esplicitamente ottimista: “i numeri sono particolarmente confortanti: il numero di dimessi e guariti supera il numero di nuovi casi nel Paese”

Anche il presidente del Consiglio Superiore di SanitàFranco Locatelli ha voluto offrire uno scenario che fa ben sperare:

“Oggi è il quarto giorno consecutivo in cui il numero di soggetti positivi è in calo ed è rimarchevole. A far corso dal 5 di aprile, con la sola eccezione di una giornata, c’è stata una riduzione del numero di pazienti ricoverati e a far corso dal 3 di aprile costantemente ogni giorno c’è stata una riduzione del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva.”

La prudenza, però, resta la parola d’ordine. Per questo, Locatelli ha voluto sottolineare che in questo momento e nella Fase 2 l’apertura delle scuole sarebbe rischiosa. Così come ha appoggiato Conte sulla cautela a maggio: non potrà esserci il “libera tutti”.

aprile 23, 2020

Marx inattuale.

Perché Marx inattuale, citando il titolo di un tuo libro? Cosa è ancora vivo in Marx e cosa è invece ciò che bisogna rivedere, ripensare e ricostruire?

PREVE: Il titolo Marx inattuale non è un mio titolo, ma fu suggerito dalla casa editrice Bollati Boringhieri che voleva usare il termine nietzscheano “inattuale” per dire più che attuale. Secondo me questo è una sofisticazione intellettuale, e io avrei preferito un titolo più noioso, ma diverso. Fatto questo chiarimento, direi che Marx è un pensatore epocale. In quanto pensatore epocale lui è sempre attuale e sempre inattuale. Marx è entrato in quella sfera di pochissimi pensatori occidentali, tipo Platone, Aristotele, Spinoza etc. che non superano cinque-dieci. E perciò Marx sarà attuale anche fra 500 anni. Perché Marx è un pensatore dentro il quale si intrecciano due cose: si intreccia una filosofia idealistica della storia come luogo dell’emancipazione e del superamento dell’alienazione, ed una scienza sociale dei modi di produzione, la quale offre alla storia del passato e del presente uno schema interpretativo basato su alcuni concetti (modi di produzione, rapporti di produzione, forze produttive, ideologia etc.), paragonabile allo schema di Weber o di Durkheim, ma secondo me migliore. Marx è un pensatore che non ha mai smesso di essere attuale. Quando è crollato il socialismo reale sia in Russia che in Iugoslavia, e in Cina si è trasformato in modo confuciano in un capitalismo dirigistico di Stato, gli intellettuali hanno rotto con Marx dichiarando che Marx è morto. Ma gli intellettuali essendo una categoria parassitaria ogni vent’anni dichiarano i morti. E questo fa parte della riproduzione del gruppo intellettuale come tale. Io personalmente per quello che riguarda gli intellettuali sono d’accordo con Pierre Bourdieu che li considera un gruppo dominato della classe dominante, per cui fanno parte della classe dominante avendo un capitale intellettuale da vendere, ma all’interno di essa sono un gruppo dominato dal capitale finanziario e dai capitalisti. E pertanto sono un gruppo sociale. E che sia chiaro che quando parlo degli intellettuali non parlo della singola persona che utilizza il proprio intelletto. Gli intellettuali come gruppo sociale moderno nascono con l’Illuminismo. Prima del Settecento non esistevano. E come gruppo politico nascono alla fine Ottocento con il caso Dreyfus. Io non mi considero un intellettuale. Sono uno studioso che parla 6 lingue e ha scritto 30 libri, però personalmente non appartengo a questo gruppo sociale. In Italia questo gruppo si definisce prima di tutto dall’adesione alla dicotomia sinistra-destra, poi si definisce in base al codice d’accesso al politicamente corretto.
Dunque, Marx è un pensatore epocale e gli intellettuali europei in preda al complesso di colpa per avere sostenuto l’utopia comunista di fronte al suo crollo apparso negli anni Ottanta, hanno rifiutato Marx riscoprendo Nietzsche, Heidegger, Hume, Popper e così via. Pochi intellettuali si sono opposti. Ad esempio, Žižek. Che non è l’unico, ma comunque non fa ancora massa critica, cioè una massa sufficiente per poter spostare veramente le cose.
Poi, c’è un’esperienza importante degli anni Sessanta: io, negli anni Sessanta, come molti ragazzi francesi ed italiani avevo le fidanzatine nei paesi socialisti. E andavo in questi paesi. Per essere simpatico dicevo sempre “I am a communist” provocando le reazioni di sospetto e di disgusto. Perché nella mia intenzione comunismo voleva dire l’utopia hegeliano-marxiana, ma per loro voleva dire la spia della polizia e il burocrate. Poi dopo un po’ mi sono accorto che bisogna dire “I am Italian”, e improvvisamente si aprivano tutte le porte.

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aprile 23, 2020

Banksy, l’arte della ribellione – Elio Espana

Uscito il 23 marzo nelle sale, un documentario da non perdere “Banksy – L’arte della ribellione”, diretto da Elio Espana e prodotto in Gran Bretagna.

Bansky è uno degli artisti più influenti del momento che con la sua street art a sfondo satirico ha trattato temi politici, culturali ed etici contemporanei. Non conosciamola sua identità, si sa solo che è britannico, nato e cresciuto a Bristol. Si dice che abbia frequentato fino all’adolescenza una scuola privata e che non si sia mai iscritto all’Accademia delle Belle Arti. Ha iniziato a dipingere a Barton Hill, un centro giovanile che si trovava nella periferia di Bristol e dove si riunivano i writers, avvicinandosi così al mondo della street art. A quei tempi si firmava con pseudonimi diversi, come Tes e Kato, e lavorava con delle crew. Le sue opere oggi combinano un umorismo oscuro con graffiti eseguiti con la tecnica dello stencil.

I suoi murales di critica politica e sociale sono apparsi su strade, mura e ponti di città in tutto il mondo. La sua arte trova espressione nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, realizzando pezzi che documentano la povertà della condizione umana. L’anonimato dell’artista Banksy ha contribuito alla creazione del mito legato alla sua immagine. Ha contribuito inoltre a rendere eccezionali le sue opere. «Un muro è una grande arma. È una delle cose peggiori con cui colpire qualcuno», parola di Bansky.

aprile 23, 2020

Cassa integrazione, pagamenti INPS: a che punto sono?

 Teresa Maddonni

Cassa integrazione, pagamenti INPS: a che punto sono? I dati

Cassa integrazionei pagamenti INPS a che punto sono? I dati sono stati pubblicati sul sito dell’Istituto nella giornata di ieri 22 aprile e mostrano il ritardo di alcune regioni, di cui tra le altre cose avevamo già parlato, nei pagamenti della cassa integrazione in deroga.

INPS riporta i numeri dei beneficiari che hanno ottenuto il pagamento dell’integrazione salarialeguadagni o in deroga, prevista dal decreto Cura Italia.

Molti hanno lamentato il ritardo dei pagamenti, nonostante sia stato stipulato l’accordo con le banche, primi fra tutti i Consulenti del Lavoro.

Inizialmente previsti già per la metà di aprile, come aveva annunciato lo stesso Conte, pare che per la prima fase della cassa integrazione slitteranno alla fine del mese corrente.

Troppe lungaggini burocratiche, specie per la cassa in deroga, lamentano gli addetti ai lavori. Intanto vediamo a che punto sono i pagamenti della cassa integrazione, specie quella in deroga secondo i dati INPS.

Cassa integrazione: i pagamenti INPS a che punto sono?

Cassa integrazione: i pagamenti INPS a che punto sono? Nella giornata del 22 aprile l’Istituto ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale i dati circa i beneficiari che fino a ora, con pagamento anticipato dal datore di lavoro a conguaglio o anche con diretta liquidazione dell’istituto hanno ricevuto la cassa integrazione.

Vediamo nel dettaglio che secondo i dati INPS al 22 aprile i beneficiari tra cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario sono 6.755.579 di cui:

  • 4 .298.095 già anticipati dalle aziende con conguaglio INPS;
  • 2.457.484 con pagamento diretto INPS.

Per la cassa integrazione ordinaria le domande da aziende pervenute sono 309.485 di cui:

  • 122.803 con pagamenti a conguaglio;
  • 186.682 con pagamenti diretti.

Al 22 aprile sono state autorizzate 219.295 domande. Per quanto riguarda le richieste di pagamento diretto dall’INPS attraverso il Modello SR41 che è stato semplificato, le domande pervenute sono state:

  • 56.769 per 218.500 beneficiari;
  • i pagamenti effettuati sono stati 19.902 per 76.585 beneficiari.

Per quanto riguarda l’assegno ordinario, le domande inviate ai Fondi sono state 152.382 per 2.414.685 beneficiari, di cui:

  • 1.206.651 con pagamento a conguaglio;
  • 1.208.034 con pagamento diretto.

Al momento, vale a dire al 22 aprile, ci sono all’INPS:

  • in istruttoria 26.675 domande per 436.882 lavoratori in richiesta;
  • 1.850 domande autorizzate per 26.241 lavoratori in richiesta.

Quindi molti lavoratori sono in attesa del pagamento dell’indennità. Per questo speriamo che nel breve tempo tutti coloro che aspettano possano ottenere il pagamento della cassa integrazione come annunciato dal governo.