Oscar Arnulfo Romero è stato un vescovo cattolico salvadoregno.Nato il 15 agosto 1917 e assassinato il 24 marzo 1980 da un cecchino dello squadrone della morte,mentre celebrava la Santa Messa.Pastore secondo la classica della Chiesa,pieno di compassione per il popolo affidatogli.Il suo senso di responsabilità era tale da essere disponibile a dare la vita per fedeltà alla sua missione.E in effetti andò incontro al martirio del tutto cosciente che presto sarebbe stato ucciso. Anche se avrebbe potuto farlo,non voleva abbandonare i suoi fedeli,i suoi poveri,allora preda di violenza e ingiustizia.Era un uomo umile,con un ideale di vita semplice.Ma anche un uomo fermo dinanzi al male e all’ingiustizia.Da grande predicatore divenne il riferimento del suo Paese nella scena pubblica.Papa Francesco ha approvato il 7 marzo di quest’anno il decreto del miracolo che lo farà diventare santo.

La giornata di oggi era sotto i riflettori dei mercati e della politica europea e non solo, vista l’urgenza di trovare gli strumenti più adatti per fronteggiare le conseguenze economiche del coronavirus, impattante per tutti i Paesi UE, soprattutto l’Italia.
Dopo essersi battuto a favore degli Eurobond come risposta alla crisi ora il Governo italiano ha portato avanti il sostegno deciso per il Recovery Fund, con finanziamenti a fondo perduto.
Conte, parlando in conferenza stampa pochi minuti fa, ha espresso soddisfazione per quanto deciso dai 27 Capi di Stato e di Governo. Queste le motivazioni di tanto entusiasmo da parte del presidente del Consiglio.
La decisione di ragionare, tutti e 27 i Paesi dell’UE, sullo strumento del Recovery Fund ha segnato addirittura una tappa importante nella storia europea secondo Conte.
Il presidente del Consiglio si è detto molto soddisfatto dell’esito della riunione odierna, perché:
“A questa emergenza sanitaria, economica e sociale [si è risposto con] uno strumento innovativo, un fondo della ripresa con titoli comuni europei che andrà finanziarie i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia. È passato anche il principio che è urgente e necessario, l’Italia in prima fila a chiederlo.”
Conte ha ribadito, inoltre, quanto sia stato fondamentale inviare, insieme ad altri 7 Paesi UE, una lettera specifica nella quale sono state date indicazioni sulle misure da intraprendere.
Un passo cruciale secondo il presidente del Consiglio, visto che fino a questo momento un accordo su uno strumento simile – il Recovery Fund – era impensabile.
La risposta europea, in questo modo, sarà molto più “solida, coordinata, efficace”. Al fondo si aggiungono gli strumenti già indicati dall’Eurogruppo.
I nodi da sciogliere sul fondo della ripresa
Nonostante l’entusiasmo del nostro primo ministro, che ha parlato di grandi progressi, la questione del Recovery Fund non è priva di intoppi. E di disaccordi.
Anche se la stessa Germania, infatti, ha dichiarato che lo strumento è nell’interesse nazionale tedesco, i Paesi si sono nuovamente divisi sulle modalità di erogazione dei finanziamenti.
Gli Stati del Sud, Italia compresa, vogliono la modalità fondo perduto, non accettata dal fronte dei Paesi del Nord. Ora toccherà alla Commissione trovare la quadra sul Recovery Fund.
Conte, naturalmente, spera di poter di nuovo esultare.