Sindrome cinese.

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Qualche conto non torna nella Centrale nucleare di Fukushima Daiichi dove sembra sia ancora in atto l’incidente nucleare scatenatosi dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo 2011. Radiazioni elevate e assenza di acqua fanno presagire uno scenario sconosciuto: la sindrome cinese, ossia la temuta perdita di combustibile nucleare nell’ambiente.

I livelli di radiazione all’interno del reattore nr.2 sembrano essere divenuti incontrollabili. Neanche i robot della serie Quince progettati dall’ingegnere Eyiki Koyanagi sono in grado di lavorare per più di 3 ore in un ambiente estremamente radioattivo, pari a 73 Sieverts/h, come si legge su Japan Times. Spiega Tepco:

L’esposizione a 73 Sieverts/h per un minuto porta nausea e dopo 7 minuti la morte nel giro di 1 mese.

Ma all’interno del reattore si è verificata una condizione pericolosissima: praticamente l’assenza di acqua. Infatti, dopo il tentativo fallito del 19 gennaio 2012 per cercare di misurare il livello dell’acqua nel recinto del reattore n ° 2, Tepco ha fatto un secondo tentativo qualche giorno fa, che ha avuto successo. Ma le notizie sono pessime: l’acqua di raffreddamento giunge fino a 60 cm e non nei 3 mt. previsti.

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