Archive for aprile 19th, 2020

aprile 19, 2020

Il governo della Repubblica libera della Carnia.

Nell’estate del 1944, nell’Italia settentrionale, i partigiani passarono all’offensiva.
Il 10 settembre fu liberata la val d’Ossola, in Piemonte, dove fu costituita una repubblica partigiana che resistette per quaranta giorni agli attacchi dei nazifascisti.

Già a partire dal luglio 1944 un’ampia zona a cavallo tra il confine, l’Alto Friuli e il Veneto venne liberata dall’occupazione tedesca.
Si costituirono due Zone Libere: quella del Friuli Orientale e la Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli. Quest’area comprendeva una quarantina di comuni montani e si estendeva per circa 2580 kmq.
Il 26 settembre venne eletta la Giunta di Governo della Zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli, con sede ad Ampezzo. Il suo compito era quello di amministrare e organizzare le varie attività che si svolgevano sul territorio.

La Giunta di Governo si organizzò come un vero e proprio apparato di governo del territorio riorganizzando l’amministrazione della giustizia, la scuola, il sistema fiscale, la gestione del patrimonio boschivo, l’approvvigionamento, il controllo dei prezzi, l’ordine pubblico.
Alla fine del settembre 1944 i nazifascisti sferrarono una grande offensiva contro la zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli, impiegando fino a 40 mila uomini. L’obiettivo era rendere sicure e transitabili le vie stradali e ferroviarie verso la Germania e l’Austria.

A fianco dei nazifascisti vennero schierati migliaia di soldati cosacchi e caucasici che, a partire dall’agosto 1944, erano stati trasferiti in Friuli e in Carnia insieme alle loro famiglie. I cosacchi condussero una lotta feroce contro i partigiani, fatta di saccheggi e violenze di ogni genere contro la popolazione.
I morti, tra i partigiani, furono oltre trecento.

Il 10 ottobre 1944 l’offensiva nazifascista mise fine all’esperienza della Repubblica Partigiana della Carnia. Rimasero libere fino verso la metà di dicembre le valli Tramontina, d’Arzino, del Cosa e la val Colvera.

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto, il seguente testo "AMPEZZO COMUNITA' MONTANA DELLA CARNIA REPUBBLICA LIBERA DELLA CARNIA AMPEZZO CAPITALE Settembre 1944 1994"
aprile 19, 2020

Gli scioperi del 1943 e 1944 in Italia

26 Mars 2013 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana

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«Le agitazioni operaie si diffusero da Torino, vero epicentro della protesta operaia, a partire dal 5 marzo, nelle altre città del Piemonte (Asti, Cuneo, Alessandria, Vercelli) e alla fine di marzo le agitazioni coinvolsero anche Milano e il resto della Lombardia. Infatti, a partire dalla giornata del 24 e per tutta l’ultima settimana del mese, il centro della lotta si spostò a Milano, Varese e Como con un’appendice finale espressiva che si registrò nei primi giorni di aprile nuovamente in Piemonte, in particolare nei lanifici di Biella.

I reali protagonisti delle agitazioni operaie, al di là dell’ultima settimana guidata dalle maestranze tessili biellesi, furono quindi gli operai metalmeccanici delle grandi aziende torinesi e milanesi, dalla FIAT Mirafiori alla Falck di Sesto San Giovanni, ai Caproni, alla Ercole Marelli, alle Officine Fratelli Borletti, Bianchi, eccetera. Tuttavia, episodi significativi di lotta si registrarono sia in altre regioni italiane, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, passando per Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, che negli altri settori manifatturieri oltre che nei rami “chimici” a partire dalle miniere, alle aziende del vetro, nel settore della concia e in quello delle fibre tessili artificiali, ma soprattutto nel settore della gomma, con gli scioperi alla Pirelli di Milano.

Gli operai scesero in sciopero e diedero avvio alla contestazione aperta contro il Regime chiedendo “pane e pace”, quindi, dissociandosi dalla guerra fascista, considerata sbagliata e ingiusta, e segnando la sconfitta di Mussolini sul fronte interno attraverso la perdita definitiva del consenso già prima della sua destituzione.

aprile 19, 2020

GAP – Gruppi d’Azione Patriottica. (aspettando il 25 aprile)

Piccoli nuclei partigiani, formati da 4 o 5 persone, sia uomini sia donne.
I Gruppi d’Azione Patriottica sono dei piccoli nuclei partigiani, formati da quattro o cinque persone, sia uomini sia donne, bene addestrate, costituiti dal comando generale delle Brigate Garibaldi e impiegati nelle azioni di guerriglia urbana. I gappisti conducono spesso una doppia vita, svolgendo un impiego ordinario per camuffare l’attività clandestina.

I GAP agiscono in ognuna delle città principali del centro-nord Italia dove, dall’autunno del 1943, organizzano e realizzano «attentati a reparti e sedi nemiche, a installazioni, impianti e reti di comunicazione […] uccisioni – eseguite o tentate – di ufficiali tedeschi, della Rsi, di dirigenti periferici o nazionali del Pfr [Partito fascista repubblicano] e dell’apparato amministrativo pubblico, di spie e delatori riconosciuti» (R. Sandri, Gruppi d’Azione Patriottica, in E.Collotti, R.Sandri, F.Sessi, Dizionario della Resistenza, Einaudi, Torino, 2006, p. 438).

L'immagine può contenere: 4 persone, persone in piedi, scarpe e spazio all'aperto
aprile 19, 2020

La val d’Ossola esempio di antifascismo.

aprile 19, 2020

REPUBBLICA PARTIGIANA DELL’OSSOLA (aspettando il 25 aprile)

Partigiani | Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola

Quarantatré giorni per costruire una pagina luminosa e folgorante della storia della Resistenza Italiana, conosciuta con il nome di Repubblica Partigiana dell’Ossola.
La Repubblica Partigiana dell’Ossola, pur con la sua breve durata, fu infatti un esperimento democratico in grado di stupire il mondo intero, poiché venne realizzato all’interno di un paese in guerra.
La Resistenza in Val d’Ossola iniziò dopo l’8 settembre 1943, con la nascita dei primi gruppi di antifascisti e protagonisti di rilievo come Ettore Tibaldi e Silvestro Curotti. Da questi ed altri nuclei si svilupparono le prime formazioni partigiane, tra cui la “Valdossola“, la “Valtoce“, la “Piave“, la “Beltrami” e la “Garibaldi“.
Sono innumerevoli gli episodi della guerra di liberazione che si alternarono in queste valli: l’insurrezione di Villadossola, le drammatiche pagine della deportazione, la battaglia di Megolo, i terribili rastrellamenti in Val Grande, il miracoloso salvataggio del Tunnel Ferroviario del Sempione.

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Episodi che narrano senza dubbio pagine ancora poco conosciute di un recente passato che culminò nella costituzione, il 10 settembre 1944, della Repubblica dell’Ossola. A differenza di altre repubbliche partigiane, la Repubblica dell’Ossola fu in grado, in poco più di un mese, di affrontare non solo le contingenze imposte dallo stato di guerra, ma anche di formare un’organizzazione articolata, perfino con l’istituzione di una Giunta Provvisoria di Governo.
Durante i seppur brevi “quaranta giorni di libertà“, raccontati magistralmente nell’omonimo sceneggiato televisivo di Leandro Castellani, personaggi illustri come Umberto TerraciniPiero Malvestiti e Gianfranco Contini collaborarono alla redazione di riforme ad orientamento democratico che sarebbero poi state d’ispirazione per la stesura della Costituzione Italiana.

Oggi alcuni di questi fondamentali tasselli sono raccolti nella Sala Storica della Repubblica dell’Ossola, situata all’interno del Municipio di Domodossola, vero e proprio simbolo di una pagina importantissima delle vicende nazionali legate alla Liberazione.

aprile 19, 2020

La Locanda dei Girasoli: “150 pizze al giorno gratis a chi non ha i soldi per mangiare”

di   Simona Berterame

Locanda dei Girasoli: un pulmino per i ragazzi con la sindrome di ...

Da mercoledì la Locanda dei Girasoli consegnerà 150 pizze al giorno alla Croce Rossa Italiana per distribuirle a chi non ha da mangiare. L’iniziativa è nata per aiutare le persone che in questo periodo si trovano in gravi difficoltà economiche e non hanno denaro sufficiente per fare la spesa. “Nessuno deve restare senza cibo”.

“In questo periodo ci sono moltissime persone che non hanno da mangiare, hanno perso il lavoro e sono totalmente sole. Sempre più spesso sentiamo di anziani lasciati a se stessi con il frigo vuoto che non mangiano da tre giorni, e famiglie con bambini che non sanno come mettere insieme il pranzo e la cena. Per questo, nel nostro piccolo, abbiamo voluto fare qualcosa e aiutare, anche consegnando una semplice pizza. I nostri ragazzi ne sono felici e noi siamo felici di poter dare una mano a qualcuno in questo periodo così difficile”. A parlare a Fanpage.it è Enzo Remicci, presidente della Locanda dei Girasoli, la pizzeria in via Sulpici a Roma gestita da Consorzio Sintesi e dalla Cooperativa Sociale I Girasoli, che dà lavoro a quindici ragazzi con la sindrome di Down. Da mercoledì 22 aprile, la Locanda dei Girasoli inizierà a consegnare 150 pizze al giorno alla Croce Rossa. Sarà poi quest’ultima a distribuirle alle famiglie in difficoltà che ne faranno richiesta grazie alla collaborazione con Marzia Pierini, presidente della Croce Rossa del V Municipio.
Da quando è stato approvato il decreto del Governo per il contenimento del coronavirus, la Locanda dei Girasoli ha chiuso. I ragazzi che prima lavoravano lì, ora sono a casa. Ma sono ansiosi di fare qualcosa e aiutare chi è in difficoltà. Da qui è nata l’idea di preparare delle pizze e regalarne a chi ne ha bisogno: e grazie alla collaborazione con la Croce Rossa, arriveranno nelle case di chi ha difficoltà a fare la spesa. “Non importa se dovremo sostenere dei costi – continua Remicci – per noi l’importante è che nessuno si debba trovare nella condizione di non avere cibo da mettere in tavola”.

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aprile 19, 2020

“O sei cristiano o sei di Salvini”: a processo il prete 81enne denunciato dal leader della Lega

Neanche Peppone era arrivato a querelare don Camillo nel tempo che erano arrivati alla scomunica di comunisti e socialisti

È iniziato a Como il processo nei confronti di don Alberto Vigorelli, sacerdote di 81 anni querelato da Matteo Salvini per diffamazione per aver detto durante una predica: “O sei cristiano, o sei di Salvini”. Il parroco della parrocchia di Santo Stefano di Mariano Comense ha affermato: “Non l’ho offeso, non capisco perché voglia le mie scuse”. L’udienza è stata aggiornata al 14 maggio.

È iniziato a Como il processo nei confronti di don Alberto Vigorelli, sacerdote di 81 anni querelato da Matteo Salvini per diffamazione per aver detto…

MILANO.FANPAGE.IT
aprile 19, 2020

Non dimenticare Unitad popular.

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DavidMunozGutierrez de Quitratùe

IL giorno 19 di Aprile 1933 si costituiva il Partido Socialista cileno. Il Partito di Salvador Allende e di tutti/e noi che lo abbiamo seguito nel suo impegno per cambiare il Chile dipendente dal capitalismo. Il PS, insieme ad altri partiti di sinistra costituirono la UNIDAD POPULAR CHE PORTÒ ALLENDE ALLA VITTORIA IL 4 DI SETTEMBRE DE 1970.
ALLENDE E LA UNIDAD POPULAR FU ATTACCATA DELL’IMPERIALISMO NORDAMERICANO ARRIVANDO AD APOGGIARE IL SANGUINOSO COLPO DI STATO DEL 11 SETTEMBRE 1973.

aprile 19, 2020

Non ci sono più pazienti, chiude una terapia intensiva al Niguarda: la festa di medici e infermieri

di Francesco Loiacono

Buone notizie dall’ospedale Niguarda di Milano. Oggi uno dei cinque reparti di terapia intensiva che era stato allestito per fronteggiare l’emergenza Coronavirus è stato chiuso perché non ci sono più pazienti. I 27 posti “fino a pochi giorni fa avevano accolto pazienti in condizioni gravissime a causa del virus, ma adesso sono vuoti”, hanno scritto dall’ospedale, pubblicando un video con medici e infermieri in festa: “L’emergenza non è terminata e non possiamo assolutamente abbassare la guardia. Ma una prima buona notizia c’è”.

Uno dei cinque reparti di terapia intensiva che era stato allestito negli ultimi due mesi all’ospedale Niguarda di Milano per fronteggiare l’emergenza Coronavirus è stato chiuso, e presto verrà sanificato e riorganizzato per essere destinato a pazienti con altre malattie. È una piccola, ma ottima notizia quella che arriva direttamente dalla pagina Facebook dell’ospedale milanese, in prima linea nella lotta al Covid. Si inserisce in un trend che vede ormai da giorni in Lombardia (e in tutta Italia) in calo sia il numero di pazienti Covid ricoverati in ospedale con sintomi meno gravi, sia quello di pazienti ricoverati in terapia intensiva: nell’ultimo aggiornamento comunicato ieri dalla Regione Lombardia gli ospedalizzati sono 10.042 (in calo di 585 rispetto al giorno precedente), mentre i pazienti ricoverati in terapia intensiva in tutta la Regione sono scesi sotto quota mille, arrivando a 947 (in calo di 24 unità rispetto al giorno precedente).

 

 

aprile 19, 2020

19 aprile ’37. Promulgato il decreto 880: Vietato volere bene alle indigene delle colonie

Risorgimento socialista Puglia

Il 19 aprile 1937, in Italia e nelle colonie divenne attuativa la prima legge “di tutela della razza” promulgata dal regime fascista: il Regio Decreto Legislativo numero 880. La Legge non riguardava gli italiani di origine ebraica, ma i figli di uomini italiani e donne africane nelle colonie del cosiddetto Impero (Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia).
Con questo decreto lo stato italiano vietava definitivamente il matrimonio misto e la pratica del madamismo, un termine questo che suona antiquato eppure indica uno degli effetti più ingloriosi della storia coloniale italiana.
Nel gergo coloniale italiano, per “madama” si intendeva la donna africana che conviveva o aveva una relazione stabile con un uomo italiano. Il termine “madamato” aveva una connotazione dispregiativa; fu coniato all’indomani della guerra d’Etiopia, quando Mussolini lanciò una campagna contro le unioni miste e le procreazioni interrazziali.
Il decreto 880 non rappresentò nient’altro che l’apice della campagna razzista del regime nei confronti degli abitanti delle colonie.
Fu questo il decreto che aprì le porte alle leggi razziali prevalentemente contro gli ebrei, promulgate per la prima volta nel 1938.

In questo articolo in rete la collega Ilaria Romeo lo analizza

https://fortebraccionews.wordpress.com/…/19-aprile-37-prom…/

Come socialisti-e di sinistra non possiamo che ricordare la nostra opzione antifascista e contro ogni sfruttamento. Il ruolo delle compagne prima nei sindacati (Argentina Altobelli), nella Resistenza internazionale e italina, quindi nell’UDI (fra cui Giuliana Nenni), infine nella difficile abrogazione della prostituzione legalizzata (la sen. Merlin).

Si tratta ora di dare un nuovo, imprescindibile contributo femminile alla ricostruzione di un partito socialista di sinistra in Italia.

 

Il 19 aprile 1937, in Italia e nelle colonie entra in vigore il Regio decreto legislativo numero 880, la prima legge “di tutela della razza” promulgata dal regime fascista, riferita in particolar m…
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