Candidato | Voti | % | Liste | % |
---|---|---|---|---|
![]() Rosario Crocetta
|
382069 | 31,1% | Partito Democratico Crocetta Presidente | 13,5% |
Unione Dei Democratici Cristiani E Dei Democratici Di Centro (U. D. C. Unione Di Centro) | 10,6% | |||
Movimento Politico Crocetta Presidente | 6,7% | |||
Unione Democratica Per I Consumatori | 0% | |||
![]() Sebastiano Musumeci
|
306038 | 24,9% | Il Popolo Della Liberta’ Musumeci Presidente | 12,2% |
Cantiere Popolare | 6,0% | |||
Nello Musumeci Presidente | 5,7% | |||
Alleanza Di Centro | 0,3% | |||
![]() Giovanni Carlo Cancelleri
|
227096 | 18,5% | Movimento Cinque Stelle | 15,1% |
![]() Giovanni Micciche’
|
185757 | 15,1% | Partito Dei Siciliani – Mpa | 9,3% |
Grande Sud Micciche’ | 6,2% | |||
Futuro E Liberta’ Per L’Italia Nuovo Polo Per La Sicilia | 4,1% | |||
P.P.A. – Partito Pensiero Azione – Piazza Pulita | 0,1% | |||
![]() Giovanna Marano
|
73696 | 6,0% | Italia Dei Valori Lista Di Pietro | 3,5% |
Claudio Fava Presidente Fds – Sel – Verdi | 3,0% | |||
![]() Mariano Ferro
|
22495 | 1,8% | Il Popolo De I Forconi Mariano Ferro Presidente | 1,5% |
![]() Cateno De Luca
|
13708 | 1,1% | Rivoluzione Siciliana | 1,0% |
![]() Gaspare Sturzo
|
12646 | 1,0% | Sturzo Presidente | 0,9% |
![]() Giacomo Di Leo
|
3124 | 0,3% | Partito Comunista Dei Lavoratori | 0,1% |
![]() Lucia Pinsone
|
2146 | 0,2% | Voi Volontari Per L’Italia |
Cinque stelle: e non è un albergo. Risulati parziali confermano la vittoria del centrosinistra.
Clamoroso in Sicilia, sta vincendo Grillo.

ORE 22. Il primo exit poll in Sicilia su Palermo: Cancelleri, M5S 27,46%; Musumeci 23,35; Crocetta 21,40%; Miccichè 14,24; Marano (Sel+IdV) 9,76%. La fonte è il sito Palermo Report. Secondo questa prima analisi che, ricordiamo, riguarda solo Palermo capoluogo, il voto disgiunto sarebbe dunque stato poco usato.
Elezioni Regionali in Sicilia, alle ore 19, alla seconda rilevazione sull’affluenza, nei 390 comuni siciliani nei quali si vota, oggi, per eleggere il presidente della Regione e rinnovare l’Assemblea regionale si è recato alle urne il 37,66% degli aventi diritto. Nel 2008 alla stessa ora la percentuale fu del 34,57% ma si votava anche di lunedì e in contemporanea per la Camera e il Senato. Sono in tutto 4.426.754 gli aventi diritto al voto, la maggioranza donne: 2.284.380. Curiosità: a Cefalù si è votato senza matite copiative, quelle dal segno indelebile o quantomeno difficilmente cancellabile che si usano nelle elezioni, ma con delle normali matite blu. Motivo: tagli nei bilanci comunali e pochi soldi per acquistare le speciali matite.
150.000 in piazza e nessuno ne parla.
C’è stato il No Monti Day, mentre Silvio Berlusconi sproloquiava nella sua conferenza stampa – quella in cui non ha detto nulla, per intenderci. C’è stato, ed è stato sostanzialmente oscurato dai media come una notizia minore, complice un sabato pomeriggio dominato dall’attesa per qualche parola del Cav. da cui trarre una notizia maggiore, o anche solo una notizia qualsiasi, e invece niente. Ma la sensazione è che sarebbe stato trattato ugualmente senza alcun interesse, questo giorno di protesta in cui sono scese in piazza, secondo gli organizzatori, 150mila persone. C’erano le sinistre non rappresentate in parlamento. I No Tav. Reduci del Fu-Popolo-Viola, c’era il Comitato No Debito, delegati del Carbosulcis, di Fincantieri, di Pomigliano, Mirafiori e Melfi, precari, giovani, tutti contro la Troika della BCE-Commissione Europea-FMI e dunque contro il Governo di Mario Monti.
Continua a leggere: No Monti Day – Protesta contro la politica del governo e la troika europea
Come si fa a non condividere’?
fotografia di Robyn Hooz.
dal blog di Beppe Grillo. Come si fa a non condividere questa analisi?
e quello che dice come si fa a definirlo populismo?
Sinceramente io condivido parola per parola quello che è scritto.
La piccola e media impresa è fuori da qualunque agenda, da quella del Governo che si interessa solo di tasse, di spread e di finanza e che ha come ministro dello sviluppo il banchiere ovetto kinder Passera. Da quella della BCE che vuole la sua libbra di carne e ci impone manovre recessive per salvare il valore del nostro debito pubblico, detenuto all’estero in prevalenza da Francia e Germania. Da quella della Confindustria dei grandi concessionari di Stato come Benetton per le autostrade, o la Marcegaglia che costruisce inceneritori con la tassa CIP6 sulla bolletta dell’ENEL. Dall’agenda della grande distribuzione che uccide le produzioni locali. E infine da quella dei sindacati che ormai rappresentano solo sé stessi.
La piccola e media impresa è fatta da eroi. Bisogna essere eroi per fare impresa in Italia, senza servizi, con tassazioni e balzelli medioevali e con uno Stato strozzino che non rimborsa 85 miliardi di euro scaduti alle imprese, ma chiede l’anticipo dell’IVA prima dell’incasso delle fatture emesse e interessi spaventosi per ogni ritardo nei pagamenti. Senza la piccola e media impresa l’Italia non solo fallirà, ma diventerà un deserto produttivo per decenni. Tutto ruota intorno alla piccola e media impresa: lavoro, gettito fiscale di impresa e dei dipendenti per lo Stato, indotto creato dalla rete dei fornitori, spesa sul territorio. Quando muore un’impresa è sempre una piccola catastrofe sociale. In Italia, ogni mese, lo Stato deve onorare circa 24 milioni di stipendi pubblici e pensioni. Questa cifra enorme è garantita in gran parte dalla tassazione diretta e indiretta generata dalle PMI. Senza imprese la tassazione crollerà. Le PMI devono diventare la priorità di ogni azione di Governo, è una questione di sopravvivenza del Paese. Va abolito l’IRAP, una tassa iniqua che le aziende devono pagare anche se in perdita, vanno introdotti sgravi fiscali a investimenti innovazione, richiesta l’IVA solo a pagamento della fattura, rivisto il rapporto con il Fisco che da esattore deve diventare consulente d’impresa, aboliti gli studi di settore che impongono spesso pagamenti irrealistici, aiutato l’imprenditore in difficoltà con prestiti temporanei a basso tasso d’interesse, e chiusa Equitalia, il rapporto tra impresa e Stato deve avvenire senza intermediari. Le PMI sono il cuore del Paese, non la finanza, non le banche. Se il cuore non batterà più, il Paese morirà.
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