Archive for ‘fede’

Maggio 10, 2020

PERCHE’ LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE NASCE NELL’AMBITO DEL MONDO CATTOLICO?

Ovviamente di quello post-conciliare. Parliamo di grandi teologi come Rahner, Schillibeecks , Metz (ma anche luterani “ecumenici come Moltmann). Sono questi che, in un certo modo hanno fornito le basi culturali alle “teologia della Liberazione”. Il cui interprete più organico è stato Padre Gustavo Gutierrez, teologo e frate dominicano peruviano che intitolò la sua opera principale “teologia della Lib…

Continua a leggere

Maggio 9, 2020

La vita è una canzone

di Alfonso Bruno

Presso gli Himbas della Namibia in Africa australe, la data di nascita di un bambino è fissata non al momento della sua venuta al mondo, né in quello del suo concepimento, ma ben prima; dal giorno in cui il bambino è pensato nella mente della mamma.

Quando la donna decide di volere un bambino, si sistema e riposa sotto un albero e si mette in ascolto fino a quando non sente la canzone del bambino che vuole nascere.
Dopo aver ascoltato la canzone si reca presso il compagno che sarà il padre del bambino per insegnargli questo canto.
Quando i due si uniranno nell’amore per concepire fisicamente il bambino, canteranno la canzone del bambino come se volessero invitarlo.
Quando la mamma è incinta insegna quel canto alle ostetriche e alle anziane del villaggio.
E’ così che alla nascita del bambino le vecchiette e le persone intorno a lui gli canteranno la sua canzone per accoglierlo.
Mano a mano che il bambino cresce gli altri componenti del villaggio impareranno la canzone.
Se il bambino cade e si fa male sarà sempre rialzato da qualcuno che gli canterà la sua canzone.
Allo stesso modo, se il bambino fa qualcosa di meraviglioso, o supera i riti d’iniziazione alla vita sociale con successo, le persone del villaggio gli canteranno la sua canzone per onorarlo.
C’è ancora un’altra occasione nella quale le persone del villaggio cantano per il bambino. Se in qualunque momento della sua vita la persona commette un crimine o un atto sociale riprovevole, è chiamato al centro del villaggio e le persone della comunità formano un cerchio intorno a lui.
A quel punto gli cantano la canzone.
La tribù riconosce che la correzione di un comportamento antisociale non si risolve con la punizione ma attraverso l’amore e il ricordo della sua identità.
Quando si riconosce la propria canzone non si ha più voglia o bisogno di fare qualcosa di male all’altro.
Questo vale per tutto il corso della vita.
Nel matrimonio le canzoni sono cantate insieme.
Quando diventato vecchio il bambino è messo sul suo giaciglio pronto alla morte, tutte le persone del villaggio conoscono la sua canzone e gliela cantano per un’ultima volta.

 

L'immagine può contenere: una o più persone e spazio all'aperto
aprile 28, 2020

 Sul tema riapertura-chiusura dei luoghi di culto

di gaetano Colantuono

Visualizza immagine di origine

il tema non può essere derubricato a falso problema né a un vessillo delle destre (sia sociali, Renzi finanche quella canaglia di Giacchetti, ex radicale della Bonino, senza senso del ridicolo) (sia politiche, gli sciacalli lega-neofasci).

No, è una richiesta legittima (per quanto criticabile) – anche dal punto di vista di un socialista agnostico – di parte diffusa della popolazione italiana, soprattutto centro-meridionale (dove i tassi di mortalità sono inferiori), che la CEI ha raccolto. Riaprire i luoghi di culto, salvaguardando criteri di sicurezza e distanziamento. In un recente intervento anche un laico (attento al sacro) come Franco Arminio si era espresso così: poter andare al cimitero, al santuario, partecipare ad una messa, ovviamente rispettando le misure di sicurezza.
Tenete conto che qui al Sud, in area rurale e provinciale, la dimensione religiosa non ha valore solo di spiritualità individuale ma una marcata valenza sociale, comunitaria, forse l’unica rimasta.
Il successivo intervento del vescovo di Roma di rispetto delle norme pubbliche non va letto in chiave direttamente politica nazionale (benché l’antagonismo delle destre al timido percorso bergogliano di riforme ecclesiali sia arcinoto) ma in chiave internazionale: una figura religiosa e capo di stato che si prende cura dell’emergenza in atto e delle possibili conseguenze di una seconda ondata di contagi (e lutti e intasamento di sanità pubbliche destrutturate da decenni di tagli maledetti, ndr).

La CEI si è comportata da organo dei vescovi italiani che tiene conto delle richieste popolari (che non c’entrano nulla con lega e neofasci, soprattutto al sud, salvo qualche sacerdote fuori di senno).
Il vescovo di Roma si è comportato da leader responsabile internazionale.
Chi veda un conflitto patente fra i due organi ignora che la chiesa cattolica è un contenitore articolato e complesso che non coincide col Vaticano. L’abc della storia del cattolicesimo contemporaneo, che solo gli scriteriati del laicismo ateo o i devoti acritici ignorano.

PS: con ciò, critico personalmente la richiesta di riapertura generale dei luoghi di culto che temo sia foriera di nuovi focolai che non possiamo permetterci qui al Sud. Ma critico – da agnostico – chi non ritiene la libertà di culto (o di non culto, come per me) un diritto inalienabile.
Abbiamo luoghi di consumismo e di produzione (anche non essenziale, nb) aperti, mentre restano chiusi musei, chiese, moschee, parchi, biblioteche. I luoghi dello spirito e della socialità non commerciale sono chiusi. Possiamo fare la spesa, gli operai hanno quasi tutti continuato a lavorare in fabbriche del bergamasco o bresciano, ma non possiamo fare manifestazioni di piazza per protestare contro ciò e contro la gestione criminale delle regioni Lombardia e Piemonte o contro la Confindustria e i suoi referenti politici o contro questa UE.
Questo crea un precedente pericoloso.
Distopico.

Rispetto delle norme di sicurezza non vuol dire compressione dei diritti in modo indefinito.

aprile 27, 2020

Kronos ultimo dio!

Visualizza immagine di origine

di Beppe Sarno
Chi dobbiamo processare adesso che tutto sembra fermarsi in attesa di un evento salvifico che nessuna sa cosa sia e quando e se arriverà?
La moderna società capitalistica sì e sviluppata seguendo una regola costante e immodificabile perchè gli abbiamo conferito i contorni di un culto: quello della preziosità del tempo. “Il tempo è denaro!” si dice.
Una preziosità che si aggiunge ad altri simboli della venalità perchè trova il suo motore in uno degli istinti più bassi dell’uomo: la cupidigia.
Oh cieca cupidigia e ira folle/ che si ci sproni nella vita corta/ e ne l’etterna poi si mal c’immolle!
Così Dante scrive nel XII Canto dell’Inferno (vv. 49-51) della Divina Commedia. Con tali versi Dante intende spiegare che l’avidità di beni materiali e la rabbia (rivolta alle persone) guidano l’animo degli uomini ad azioni molto violente durante la loro breve vita terrena (nella vita ultraterrena Dante descrive i violenti in una pozza di sangue bollente immersi per gradi a seconda della gravita delle loro azioni).
Abbiamo assistito fino all’altro ieri ad una corsa a comprimere il maggior numero di eventi e di notizie nel più breve tempo possibile. una notizia su facebook dura qualche minuto e poi scompare divorata da altre notizie che si susseguono nell’arco di una giornata nella frenetica ingordigia di chi ha una insaziabile fame e mentre si ingozza di cibo, nasconde il cibo restante agli altri per portarselo via. “E’ la finanza” ci dicevano “è la globalizzazione” facevano eco gli stupidi.
Così il vivere civile si è strutturato in funzione di questa velocità. comprimere il tutto per riempire di più il sacco. Più eventi ma sempre più brevi. un articolo non deve superare le tremila parole altrimenti nessuno lo legge. Il bombardamento di informazioni che riceviamo in un giorno solo pochi anni fa avrebbero richiesto mesi, anni.
Malgrado ciò lavoravamo intenti al lavoro per produrre in maniera sempre più completa dal punto di vista qualitativo e quantitativo tanto che il prezzo che ci viene pagato o che viene pagato ai lavoratori in genere è ben poca cosa rispetto alle rinunce che vengono chieste in nome della produttività.
Una partita di pallone su sky, le vacanze al mare, la pizza al sabato sera. Per questo abbiamo svenduto la nostra dignità. Il merito però fino ad oggi veniva dato alla tecnologia, al progresso scientifico per cui chi avesse voluto accampare diritti, rivendicazioni sarebbe stato trattato come un ladro un traditore della classe dominate che ci consentiva tutto questo.
I lavoratori in questo ciclo infernale avevano ben poco da rallegrarsi.
La pandemia che stiamo vivendo ha però allargato il problema. Ci rendiamo conto che la folle corsa che stavamo facendo i nostri folli sforzi intesi ad accorciare i tempi e le distanze hanno coinvolto tutti non solo i lavoratori.
L’intera umanità si è dovuta fermare perchè quella folle corsa che stavamo facendo in nome dell’efficienza produttiva aveva bisogno di una energia che ricavavano dalla’avvelenamento costante dell’ambiente.
L’autogenocidio dell’umanità nasce da questo sforzo del sintema capitalistico di accorciare il tempi per renderli più funzionali al profitto e perciò più produttivi.
la tecnologia, il progresso hanno scaricato sulla natura il prezzo di questo prendere sempre senza rendesi conto che prima o poi sarebbe venuto il momenti do pagare il conto.
Il mito di Prometeo ci aveva accecati e non ci rendevamo conto di quanto il sistema fosse labile, pronto a collassare prima o poi.
Prima si è cominciato con le auto sempre più veloci ma impedite a muoversi per via del traffico, gli aerei uguale, tutto all’insegna della velocità, però poi ti rendevi conto che fra attese e ripartenze da Napoli a Milano impiegavi lo stesso tempo con il treno di quanto impiegavi con l’aereo.
Nelle fabbriche senza nessuna protezione sociale i tempi di produzione diventavano sempre più febbrili pena il trasferimento della produzione all’estero. Il lavoro come alienazione. Contemporaneamente le case farmaceutiche diffondevano farmaci elaborati con il preciso intento di curare quelle nevrosi causate dalla corsa contro il tempo.
Perchè è successo tutto questo?
Perchè non abbiamo capito che la vita ha cicli biologici legati al un unico concetto: ‘equilibrio” fra gli uomini, fra la natura e l’uomo, fra gli uomini e gli altri esseri viventi.
Tutti legati da rapporti di tempo lentamente variabili a cui anche il dio Kronos doveva sottomettersi.
Ci siamo illusi di poter corrompere Kronos.
la pandemia ci ha insegnato che tentare di spezzare i rapporti del tempo spezza a sua volta questo equilibrio fra uomo e la natura. Impadronirci dei delicati meccanismi del tempo ci ha dannati piegando la nostra presunzione che ci ha spinto ad illuderci che potevamo cambiare le regole incontrovertibili del gioco.
la natura ci ha fermato. Nel momento in cui ci apprestiamo ad uscire da questa bolla temporale dobbiamo riconsiderare i nostri progetti e provare a fermare la nostra folle ed inutile corsa.
Per fermare lo scempio dei patrimoni naturali e culturali per arrestare la dilapidazione della natura dobbiamo svestirci di questi due bassi istinti: la cupidigia e la presunzione.
Se no lo faremo la Natura come un flagello biblico non si fermerà e questa volta Kronos divorerà per sempre i suoi figli.
Beppe Sarno

aprile 21, 2020

Laicità, questione cattolica e religiosa in Italia

 Redazione RS Roma

Sul rapporto col mondo religioso vi sono delle pagine nelle tesi congressuali di RS che meriterebbero di essere lette e conosciute dai e dalle dirigenti del partito, perché esse si presentano anche anticipatorie di alcune dinamiche in atto.

Laicità, questione cattolica e religiosa in Italia, intercultura
L’approccio laico che la tradizione socialista ci affida deve essere riaffermato e al contempo aggiornato rispetto alle sfide del nostro complesso presente.
La fase ottocentesca, basata sull’opzione liberale di “libera Chiesa in libero Stato” e quella post-unitaria di contrapposizione fra masse cattoliche e istituzioni del nuovo stato, fu poi superata dagli eventi del Novecento (la nazionalizzazione passiva delle stesse masse popolari) e dal Concordato del 1929 fra due stati, la Città del Vaticano e lo stato fascista, salvaguardato – nonostante la contrarietà del mondo socialista – dall’articolo 7 della Costituzione e da una modificazione bilaterale avvenuta nel 1984. Tale situazione rende lo Stato italiano uno dei pochi stati concordatari al mondo rimasti nel nuovo secolo, un’evidente anomalia che va risolta mediante mediazione.
La fine del partito cattolico interclassista di centro (la Democrazia cristiana), principale detentore del potere politico nei primi 40 anni della Repubblica – uno dei motivi cha hanno consentito il formarsi della cosiddetta “seconda repubblica” –, anziché costituire un fattore per una definitiva laicizzazione delle istituzioni pubbliche italiane, si è rovesciata in una quasi totale resa delle stesse istituzioni ai dettami ideologici vaticani e alle relative richieste economiche (finanziamenti e sgravi fiscali), soprattutto nel periodo finale del pontificato di Giovanni Paolo II e lungo quello successivo di Benedetto XVI: un’autentica riclericalizzazione dello spazio pubblico e politico italiano perseguito in particolare durante la presidenza di Camillo Ruini nella CEI. I principali raggruppamenti politici, quello liberista di sinistra (Ulivo, DS, PD) e liberista di destra (Forza Italia e polo berlusconiano), hanno svelato anche sul piano dell’assenza di laicità e di subalternità verso alcune organizzazioni cattoliche – così come nei confronti del neoliberismo e dell’atlantismo – una reale contiguità, ben al di là delle presunte incompatibilità fra loro. La battaglia per una completa laicità dello Stato rappresenta per noi socialisti una delle facce del nostro impegno contro il neoliberismo e la sudditanza politico-militare agli Stati Uniti: un elemento dell’indipendenza e della sovranità reale dello Stato, secondo il dettato costituzionale.
Attualmente, al tempo del pontificato non più eurocentrico di Francesco I, del ruolo diplomatico positivo che il segretario di Stato vaticano, mons. Parolin, sta ricoprendo in molte questioni internazionali e della presidenza nella CEI di mons. Bassetti, non priva di critiche alle storture del sistema socio-economico vigente e alle derive neorazziste di forze politiche italiane, è possibile pensare alla ripresa di un dialogo necessario con i gruppi cattolici in Italia per obiettivi comuni: nella difesa e attuazione della Costituzione, nel ripensare un nuovo modello di sviluppo, nella salvaguardia del sistema ecologico, nella gestione dell’enorme disagio sociale (non solo accoglienza e integrazione di immigrati, ma anche critica della diffusa emigrazione giovanile meridionale e assistenza a gruppi sociali fragili). Pertanto, pur mantenendo gli argini del Tevere a debita distanza, si pone l’esigenza di canali di dialogo e di iniziativa comuni con quella parte del mondo cattolico critico verso gli effetti della globalizzazione neoliberista e verso la catastrofe ecologica. Alcuni temi comuni sono già adesso la resistenza ad ogni forma di mercificazione dell’umano (corpo e patrimonio genetico) e di privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, che riteniamo fasi estreme della grande trasformazione neocapitalistica.
D’altra parte, non siamo osservatori neutrali del conflitto interno al mondo vaticano e cattolico, come mostrano i reiterati tentativi di oppositori alle pur caute riforme e nomine volute dal nuovo corso bergogliano di ripristinare una religione come stampella di una caduca ideologia al servizio del potere euroatlantico, complice di politiche conservatrici se non apertamente reazionarie, sempre neocolonialiste. Consapevoli di questo, noi avversiamo l’opposizione di destra, anteconciliare e elitistica a papa Bergoglio e sosteniamo le critiche con cui gruppi riformatori stanno stimolando il percorso bergogliano. Né siamo disinteressati rispetto alle molteplici attestazioni di dialogo, a livello vaticano e di chiese locali, fra il mondo cattolico e i movimenti popolari, come testimoniano le esperienze dei social forum mondiali e delle annuali giornate di incontri mondiali dei movimenti popolari in Vaticano. Inoltre, riteniamo il confronto con la sinistra cristiana e col mondo delle comunità cristiane non cattoliche, a cominciare dalla chiesa valdese, un’esigenza che si rinnova, dal momento che da lì sono giunti compagni e compagne rilevanti nella secolare storia del movimento socialista.
Il dialogo presuppone da parte nostra una chiarezza rispetto ad alcune questioni. Ribadiamo l’esigenza inderogabile di riaffermare il principio di libertà delle confessioni religiose e di eguaglianza fra loro davanti allo Stato (articolo 8 Cost.). In tal senso, occorre ripensare all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali e alla sostanziale discriminazione verso gli studenti che non se ne avvalgono (in assenza o in presenza di attività alternative previste dai singoli istituti): sosteniamo la posizione della recente legge di iniziativa popolare “Per la scuola della Costituzione” che (art. 8 della proposta) aveva previsto che le attività di chi faccia richiesta dell’IRC siano svolte in orario extracurricolare e che «cerimonie religiose e atti di culto non hanno luogo nei locali scolastici, né in orario scolastico». Quanto alle scuole non statali ribadiamo l’assenza di oneri statali diretti per il loro funzionamento o per le loro iscrizioni (art. 33, c. 3 Cost.), in chiara contrapposizione ai cospicui finanziamenti per le scuole non statali, per lo più gestite da enti cattolici, erogati da tutti i governi precedenti, compreso quello attuale.
I fenomeni migratori che stanno interessando l’Italia, come luogo di approdo, transito o anche domicilio pongono a loro volta sfide inedite anche sul piano culturale e religioso per una sempre maggiore presenza di gruppi provenienti da altre culture e da altri continenti, in particolare da Africa, Asia e America latina. Nel rigettare e contrastare qualunque posizione razzista, neocolonialista, eurocentrica e discriminatoria e nel riaffermare i principi di pluralità e di libertà etico-religiose, riteniamo la risposta multiculturale debole, compatibile con il sistema neoliberista e capace di fomentare quelle discriminazioni che vorrebbe superare, compartimentando la società su base etnico-culturale; sosteniamo invece una posizione interculturale critica, basata sul riconoscimento e promozione delle diversità di qualsiasi tipo, che ha il vantaggio di garantire i principi di pluralità e di libertà di scelte senza però scendere in una sorta di relativismo etico-religioso.
La nostra concezione di laicità delle istituzioni pubbliche – coniugata a scelte di varia natura (confessionali, religiose, spirituali, agnostiche o atee) e/o alla affermazione di un coerente materialismo storico – si declina in chiave interculturale. Non possiamo trascurare la componente religiosa delle masse popolari, cattolica ancora per gran parte della popolazione italiana, cristiana non cattolica o islamica per molti lavoratori immigrati e le ricadute pubbliche che i loro culti assumono.
Non possiamo sostenere le posizioni di privilegio che su base giuridica e soprattutto di fatto ancora assume la chiesa cattolica. La nostra laicità non è pertanto ostilità al mondo religioso in quanto tale (nelle varianti del laicismo oltranzista borghese o ateismo di stato sovietico) né ad un positivismo scientista ma, fedele ai principi costituzionali, si oppone a tutte le ingerenze e rendite di posizione dominante. L’abolizione del Concordato è un obiettivo di medio periodo, da conseguire – secondo lo stesso dettato dell’art. 7 Cost. – in modo non unilaterale.
Non ci appartiene – come oltre un secolo fa Engels rispondeva chiaramente alla Kuliscioff – la Kulturkampf (la politica anticlericale e laicista imposta da Bismarck nella Germania di fine Ottocento) non riguardava le forze socialiste, essendo uno scontro interno alla cultura delle classi dominanti.

Risorgimento Socialista

aprile 14, 2020

PAPA FRANCESCO non smette di stupirci.

 di giuseppe giudice

PAPA FRANCESCO non smette di stupirci: nella sua benedizione pasquale condanna l’egoismo di quegli stati che di fatto mettono in discussione l’Europa , in un momento così grave e drammatico. Invita ad una cooperazione a livello continentale che preveda strumenti innovativi di intervento (è evidente il riferimento agli eurobond) sia per contrastare la pandemia che per far ripartire l’economia su basi nuove. Condanna apertamente i costruttori di armi che traggono profitto da guerre devastanti come in Siria e nello Yemen. Chiede il superamento o delle sanzioni economiche verso alcuni paesi. Propone un salario universale per combattere il lavoro precario. Certo il discorso è fatto con un linguaggio da autorità morale di fede, e non poteva essere altrimenti. Ma vi sono denunzie ed affermazioni precise. Il Papa non è assolutamente il capo di una nuova sinistra , sia ben chiaro. E’ però compito della politica recepire queste denunzie ed affermazioni per tradurle in progetti operativi. Naturalmente vi saranno i soliti “anti-papisti” che mi criticheranno: che dire , ben vengano le critiche e le polemiche, purchè restino in uno spazio di confronto civile.

L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e primo piano
aprile 12, 2020

LA PASQUA E’ UNA PROMESSA DA CONQUISTARE

https://digilander.libero.it/giardinodegliangeli2/Quaresima/i%20discepoli%20di%20emmaus.jpg
(segue un testo in latino da Giovanni, cap 17)

Abbiamo in sorte, credenti e non credenti, di passare una Pasqua come mai da millenni è accaduto. Non può quindi essere considerato un semplice episodio “amministrativo”, ma comporta – volenti o nolenti – un segno profondo interiore.
La Pasqua, come è noto; significa “passaggio”….

Continua a leggere

aprile 10, 2020

E poi verrà la resurrezione!

Oggi è il giorno della Passione. Gesù viene crocefisso.

Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius…..
Stava la madre piena di dolore presso la croce piangendo, su cui pendeva il Figlio..