A sinistra del PD sarà possibile costruire una area solida (e ci vorrà del tempo) solo se essa assume come proprio orizzonte strategico un socialismo democratico rigenerato e rifondato , superando quelle derive e subalternità al pensiero unico neoliberale in cui purtroppo è caduta una sua parte. Non in una impossibile sintesi tra socialismo democratico e comunismo, come qualche sprovveduto neofrontista propone. IL comunismo è fallito perchè nella sua matrice teorica ha deformato in senso autoritario e giacobino il pensiero di Marx ed Engels. Ed è stato uno strumento per realizzare nuove forme di oppressione e sfruttamento. Abbiamo come socialisi molo più da imparare (liberandolo dall’utopismo) dal pensiero del socialismo anarchico di Koprotkin e Malatesta che non certo da Lenin ed i suoi derivati. Non è un caso se n Cina si realizza da vent’anni il più brutale sfruttamento capitalistico. LO ha capito bene Tsipras che ha chiaramente assunto l’orizzonte di un socialismo democratico “forte” , l’unico possibile per una sinistra che non voglia essere minoritaria e impotente. Un nuovo socialismo democratico che superi gli stessi confini del PSE, ma che sia legato alla storia che hanno tracciato i Turati, Nenni, Bauer, Lombardi, Saragat
Votate Tsipras e non sbagliate.
…e i comunisti dov’erano?
20 Maggio 1970 lo Statuto dei Lavoratori dei Socialisti Brodolini/Giugni è LEGGE ! e adesso ci tocca avere un segretario al servizio di un buffone e un presidente che è stao nel partio del pregiudicato Berlusconi. Ma presto le cose cambieranno.
Di Grillo e altre storie.
Cercare di penetrare il pensiero di Grillo è come effettuare una rettoscopia a mani nude e pensare di riuscire a trarne qualcosa di buono. Perché solo un guittto di tal fatta, per giunta applaudito da un popolo bue che ha gia applaudito Berlusconi per venti anni, poteva parafrasare le parole di Primo Levi e ridurre una tragedia umana e personale a strumento propagandistico. Completamente incapace di percepirne il senso, ne stravolge il messaggio, senza cogliere minimamente l’abnormità della manipolazione, funzionale alle sue squallide mitologie distopiche da psicopatico gravemente dissociato dalla realtà e, soprattutto, da ogni forma di decenza.E itanto renzi stravolge la democrazia e smatella lo stato di diritto.
“Nessuno è più pericoloso di un uomo privo di idee, il giorno che ne troverà una gli darà alla testa come il vino ad un astemio.”
Gilbert Keith Chesterton
“Eretici” (1905)
Il nostro Job act.
«Esempio altissimo di tenace impegno politico, dedicava, con instancabile e appassionata opera, ogni sua energia al conseguimento di una più alta giustizia sociale, dando, prima come sindacalista, successivamente come parlamentare e, infine, come Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, notevolissimo apporto alla soluzione di gravi e complessi problemi interessanti il mondo del lavoro. Colpito da inesorabile male e pur conscio dell’imminenza della sua fine, offriva prova di somma virtù civica, continuando a svolgere, sino all’ultimo, con ferma determinazione e con immutato fervore, le funzioni del suo incarico ministeriale, in una suprema riaffermazione degli ideali che avevano costantemente ispirato la sua azione. Luglio 1969»
[Medaglia d’oro al valor civile per Giacomo Brodolini]
————————————————————————————————
E’ ricordato come il “padre” dello Statuto dei lavoratori. Nel 1969 Giacomo Brodolini istituì una Commissione nazionale con l’incarico di stendere una bozza dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Tale commissione era composta da personaggi di notevole spessore e a capo Brodolini vi mise Giugni, all’epoca solo un professore universitario, seppur già molto noto.
Lo Statuto permise di far entrare la Costituzione italiana nelle fabbriche, nel periodo dell’autunno caldo e della nascita della lotta armata. Su quel periodo Giugni sostenne:
« Fu un momento eccezionale, forse l’unico nella storia del diritto in Italia: era la prima volta che i giuristi non si limitavano a svolgere il loro ufficio di “segretari del Principe”, da tecnici al servizio dell’istituzione, ma riuscivano ad operare come autentici specialisti della razionalizzazione sociale, elaborando una proposta politica del diritto[2] »
Giugni è anche stato l’inventore del trattamento di fine rapporto (TFR), riformando il sistema delle liquidazioni dei lavoratori italiani, introducendo una sorta di sistema contributivo.
Sardegna, si cambia.
— con Pietro Reina
— con Pietro Reina