Vendola a proposito della strage di Lampedusa.
Vendola, il governo piange i morti di Lampedusa, ma cancellerà il reato di immigrazione clandestina?
«È in atto una manipolazione della realtà. Non è il demonio che ha appiccato il fuoco a quella nave. Bisogna capire di chi e di cosa ci si debba vergognare. Nello specifico la vergogna è costituita dalle leggi fasciste votate in Italia dalle destre in Italia e non abbastanza contrastate, perlomeno nei presupposti culturali. Quella strage parla della legge Bossi-Fini, di un paese in cui i migranti per avere un permesso di soggiorno debbono avere un contratto di lavoro, ma per avere un contratto di lavoro debbono avere un permesso di soggiorno; un paese in cui i richiedenti asilo, uomini e donne in fuga dalla povertà e dalla guerra, sono trattati come una pratica burocratica da sbrigare con efficienza e cattiveria; di una politica che uccide 5 o 6 persone al giorno. Rappresentiamo i flussi migratori come una minaccia e cancelliamo la verità dei migranti che producono il 10 per cento della ricchezza. Siamo il volto brutale di un’Europa pronta a fare le guerre nel nome dei diritti umani, e poi a trattare i diritti umani con regole che ne determinano l’inabissamento».
Nichi Vendola
Il suicidio perfetto.

“Il Pd sta in una maggioranza dove non dovrebbe e non potrebbe stare. Ha atteggiamenti autolesionistici, come il voto di mercoledì sullo stop ai lavori parlamentari”. Intervistato da Repubblica, il leader di Sel Nichi Vendola definisce quello del Pd un “suicidio perfetto”.
“Penso due cose: che Alfano dovrebbe dimettersi per il caso kazako; e che siamo allo stallo, all’inconcludenza del governo”, dice Vendola. “Voltiamo pagina e il Pd torni al programma di ‘Italia bene comune’. Lo porti in Parlamento per chiedere a tutte le forze che sono state elette nel nome del cambiamento se non ci sia la possibilita’ di uscire da questa palude. Altrimenti si va al voto”. Per Vendola una maggioranza alternativa “dal punto di vista dei numeri è possibile. Chi dovesse per calcolo politico impedirla ne risponderebbe al paese. Ma la situazione di incertezza – sottolinea – è tale che bisogna oggi aprire il fronte della riforma elettorale. Il Parlamento sia costretto subito a cancellare il Porcellum, questa specie di ricatto permanente, il frutto più maturo e velenoso del berlusconismo, ripristinando il Mattarellum”
“OTTUAGENARIO MIRACOLATO DALLA RETE”
Grillo con la sua folle isteria dimostra di essere quello che è un miserabile in cerca di gloria, che nulla ha a che vedere con la sinistra e con la democrazia. In pochi giorni ha scaricato la Gabbanelli ed ora anche Stefano Rodotà. Fra un pagliaccio e un comico scelgo la democrazia.
Io ieri c’ero.
La cosa giusta è stata non accettare l’andreottismo come virtù nazionale.
La cosa giusta è non assuefarci ad un governo che gode della benedizione di Marcello Dell’Utri.
La cosa giusta oggi è essere qui e dire che la sinistra non può morire di berlusconismo.
Libero va giù duro. Sciacalli alla carica.
SEL all’opposizione.
Un messaggio chiaro quello di Vendola per ribadire 2 concetti: il Governo di larghe intese è un clamoroso inciucio ed una sciagura per il Paese; Sel va all’opposizione. Lascia quindi la coalizione di centrosinistra e l’alleanza col PD.
“Un governo di larghe intese sarà il più clamoroso suicidio del centrosinistra. E anche una sciagura per il Paese. Io vado all’opposizione con l’Italia, con quel paese che vomita quando la politica non è capace di uscire dai propri rituali, dai meccanismi che la uccidono. Noi dobbiamo costruire per quell’Italia profondamente delusa un nuovo punto di riferimento.”
Si può far bene anche all’opposizione.
Contestati i deputati 5 stelle.

Deputati grillini contestati a due passi da Montecitorio, di fronte allo storico bar Giolitti, da un piccolo gruppetto di passanti che protesta per la linea e preme affinchè i 5 Stelle stringano un’alleanza con il Pd per formare il governo.
Il primo ad esser preso di mira è Massimo Artini, che viene subito circondato da una folla di curiosi. In realtà ad alzare la voce è soltanto un contestatore, che dà al deputato “stellato” del “populista” e del “bamboccione”.
”Sveglia – grida – che qui sta affondando il Paese”. Qualche passante si unisce e con tono conciliante suggerisce ai giovani parlamentari: “fate in modo che questo signore alla fine non abbia ragione, fate l’alleanza e salvate il Paese”. In soccorso di Artini arriva il collega Massimo De Rosa: “non ci sto – risponde a muso duro all’uomo che continua ad urlare – a farmi dare del bamboccione da lei, perché non se la prende con chi in questi anni ha affondato l’Italia?”, domanda polemico.
A sedare gli animi ci pensano i carabinieri, che arrivano poco dopo anche per consentire alla fila di macchine formatasi nel frattempo di procedere regolarmente lungo la via. I grillini rientrano a Montecitorio e poco dopo De Rosa spiega ai colleghi che domandano cosa sia successo fuori: “ci stavano demolendo, non potevo star zitto”. A far salire i toni, a detta del deputato ‘stellato’, “ci ha pensato un contestatore di professione, che gridava solo se a favore di telecamere”. “I soliti troll”, taglia corto il collega Vittorio Ferraresi allungandogli una pacca sulla spalla. (Ile/Col/Adnkronos)