Posts tagged ‘movimento cinque stelle’

gennaio 19, 2021

Capire il senso di un film negli ultimi cinque minuti.

di Beppe Sarno

“Una intervista che lascia il segno.” Così è stata definita l’intervista concessa da MassimoD’Alema al “Fatto”il 6 gennaio scorso.  Non so se questa intervista lascerà il segno ma certo è un’intervista che presenta spunti importanti di riflessione. Afferma D’Alema “ Siamo in una situazione in cui le persone hanno paura e quando le persone hanno paura le istituzioni devono offrire sicurezza.” D’Alema chiama le istituzioni a garantire la sicurezza ai cittadini.  C’è, quindi, da parte di D’Alema un richiamo forte allo Stato come garante delle istituzioni e del loro funzionamento per allontanare le paure, ogni tipo di paura delle persone.  Nuovo lo Stato, finalmente.

Continua D’Alema “ La democrazia deve continuare a funzionare. Il problema vero è che questa esperienza deve essere l’occasione di un cambiamento. Ne abbiamo vissute due grandissime del modello della globalizzazione senza regole: una è stata quella finanziaria del 2008 e poi questa. In realtà, alla crisi del 2008 che doveva imporre un cambiamento, la risposta non è stata adeguatamente coraggiosa. C’è stata una capacità di resistenza, una pervicacia del modello neoliberista che è riuscito a spingersi oltre la propria manifesta insostenibilità.

D’Alema parla affermando “la ricerca e l’industria, dovranno orientarsi a dare risposte a bisogni umani collettivi……  Tornano di stringente attualità valori, idee che sono appartenuti al periodo d’oro della sinistra europea, quello del welfare, dello Stato sociale…ed ancora come si riorganizza una presenza pubblica nell’economia e in che modo i grandi beni comuni tornano ad essere considerati non delle spese ma fattori trainanti dell’economia.

Finalmente qualcuno esce dal solito dibattito asfittico in cui si parla di cosa fare per accontentare l’Europa o uscirne  e ben vengano le parole di D’Alema. Di fronte al rassegnato consenso dato all’Europa ed alle sue stringenti regole  che hanno impoverito le popolazioni di mezz’Europa c’è la necessità di ribadire come irrinunciabile e corretta alternativa un richiamo alla politica delle cose, dei bisogni, dei contenuti, dei caratteri distintivi qualificanti sotto l’aspetto sia ideologico sia operativo per consentire un’inversione di tendenza per modificare il contesto socioeconomico garantendo il diritto di rappresentanza ai lavoratori che oggi sono a margine del dibattito politico complessivo. In questa crisi si parla dei diritti delle imprese, delle imprese che chiudono, viceversa la parola “lavoratore”, “operaio” non viene mai menzionata, al pari di una bestemmia.

M domando di fronte alle osservazioni di D’Alema, come socialisti  quale strategia, quale base concreta di confronto ideologico abbiamo da proporre per superare i limiti di una frammentazione della sinistra che impedisce la nascita di una forza numericamente sufficiente a difendere i diritti dei lavoratori, dei deboli, degli ultimi.

Di fronte agli appelli di volenterosi compagni a ricostruire l’unità socialista mi domando se siamo capaci di dare una risposta che sia una elaborazione aggiornata e moderna  e che spieghi in termini chiari e compiuti quale realtà nuova economica, sociale e politica vogliamo creare. Mi domando ancora se abbiamo un progetto politico condivisibile che ci serva non per l’oggi e per il domani  ma per costruirvi attorno una strategia basata su precise sequenze logiche  e scadenze definite.

D’Alema parla nella sua intervista di irreversibile necessità di una svolta verso la green economy…… che non  può essere affidata soltanto alla logica di mercato e si domanda se
 esiste oggi un pensiero, oltre che un’organizzazione, di sinistra in grado di affrontare sfide quali quelle che tu hai delineato?
D’Alema risponde che esiste tale pensiero che abbia come linee guida la  riforma di un capitalismo  compatibile con la democrazia e che ……… richiede un maggiore equilibrio tra il ruolo dello Stato e il mercato; un nuovo patto tra pubblico e privato. Secondo D’Alema nel momento in cui si decide di finanziare il Recovery fund attraverso la creazione di un debito europeo, si fa una scelta politica, una scelta di sovranismo europeo e più avanti afferma . “E’ il tema affrontato, non a caso secondo me, nell’ultima Enciclica di Papa Francesco che rappresenta un punto di vista illuminante. Enciclica che è stata accolta con molta freddezza nel mondo occidentale, ma che io credo accenda una luce nella direzione giusta.” Anche io credo che l’Enciclica di Papa Francesco indichi una via, che io condivido, ma io la voglio percorrere da socialista perché la risposta dei socialisti deve fondarsi sulla convinzione che l’unica risposta possibile  ai problemi dei lavoratori e ai problemi del progresso sociale e quella ispirata dai principi espressi nella nostra Carta Costituzionale e che parli nei termini democratici e rinnovatori del pensiero socialista. D’Alema parla di una scelta giusta compiuta dal PD nell’avviare una collaborazione con i 5 Stelle ma secondo d’Alema non basta, bisogna spingere lo sguardo oltre l’emergenza, è necessario ricostruire un grande partito della sinistra che oggi non c’è. Quella del PD appare oggi un’esperienza non riuscita, così come gli altri tentativi di costruire esperienza politiche esterne o contrapposte al PD.”e conclude “Con onestà bisogna dire che non ce l’abbiamo fatta, c’è bisogno di una nuova forza…..c’è bisogno di una risposta ideologica. “ D’Alema non è Veltroni, fortunatamente, e infatti conclude affermando “. Non riesco ad immaginare una nuova sinistra che non assuma come propria l’idea di solidarietà umana e di fraternità che viene proposta nell’ultima Enciclica di papa Francesco.”

Questa intervista che secondo l’intervistatore è destinata a lasciare il segno, è certamente un’intervista importante perché D’Alema propone una base di discussione che innanzitutto prenda atto del fallimento del PD come forza innovatrice, che prenda atto della necessità di dare allo Stato la centralità che aveva e che oggi non ha più.

Lo Stato deve avere il diritto di intervenire per garantire La riduzione delle disuguaglianzenella distribuzione del reddito e della ricchezza all’interno della società e per eliminare quegli ostacoli atti ad eliminare l’incertezza del futuroche caratterizza l’attuale sistema capitalistico, dove ogni individuo deve sempre misurarsi in competizione con gli altri. D’altro canto D’Alema sottolinea la necessità di cambiare i sistemi produttivi adeguandoli ad un  sistema basato sulla green economy e  sullo sfruttamento devastante delle  risorse naturali e per questo ritiene necessario misurarsi con l’Enciclica di Papa Francesco.

Bisogna dare credito a D’Alema, ma D’Alema deve capire che esiste una sinistra che si richiama ai principi del socialismo. Una sinistra  che non è mai morta ed anche se non  organizzata in un partito di massa respinge ogni suggestione di subordinazione, ogni tentativo di subordinare l’indipendenza ideologica, ogni tentativo di agire in funzione dei possibili giudizi altrui.  Nessuno e tanto meno D’Alema, a cui va data l’attenzione e il rispetto che merita, può credere di arruolarci se non dopo un confronto aperto leale e paritetico che fondi le sue basi sulla necessità indifferibile di creare una nuova società che parta dal riscatto morale e materiale dei lavoratori, dei disoccupati, dei migranti, delle donne. In questa misura potremo misurarci con D’Alema consapevoli  che il socialismo è l’unico strumento indispensabile per un’autentica rigenerazione della società. Se noi continueremo, viceversa  a vivere la nostre vite come reduci di antiche e nobili battaglie, succubi dell’ascendente ideologico altrui, continueremo a navigare a vista e questa navigazione continuerà all’infinito impedendo ogni disegno strategico ed ogni confronto paritetico. Se questo dovesse avvenire non si potrà parlare per molto tempo, per nostra esclusiva responsabilità,  di strategie socialiste e forse anche di socialismo tout court.  

gennaio 5, 2021

LA FRAGILITA’ DEL SISTEMA.

di Franco Astengo

La possibile crisi di governo sta mettendo in evidenza una complessiva fragilità del sistema politico, fenomeno del resto ben rilevato in un intervento di Carlo Galli pubblicato da “Repubblica” domenica 3 gennaio.

A completamento di quell’analisi è bene però cercare di riassumere lo stato di cose in atto attraverso una ricostruzione (sia pure sommaria) delle tappe più recenti nel corso delle quali si è evidenziata questa condizione di difficoltà.

Ricapitolando in pillole:

1) L’attuale governo nasce sulla base di una operazione esclusivamente trasformista, avvenuta con il passaggio da un’alleanza tra un partito di estrema destra seminante nel Paese odio razzistico stipulata e un partito o Movimento rappresentativo dell’antipolitica e ancora di maggioranza relativa in Parlamento, a un’alleanza da parte dello stesso partito o MoVimento con soggetti auto dichiaratisi di centro – sinistra, fra i quali una forza (Le U) parzialmente frutto di una scissione avvenuta formalmente “a sinistra” del PD. Scissione nella quale erano confluiti una parte dei maggiori dirigenti provenienti dalle varie sigle succedutesi alla liquidazione del PCI (PDS, DS). Obiettivo dell’operazione trasformistica attraverso la quale si è formato il governo attualmente in carica: fermare l’estrema destra revanscista il cui leader, al momento dei fatti (estate 2019), stava chiedendo i pieni poteri comiziando da varie spiagge. Pieni poteri che sarebbero serviti soprattutto a chiudere i porti a navi sulle quali erano imbarcati i protagonisti di una assolutamente ipotetica invasione di migranti. Invasione inventata esclusivamente a uso propaganda. L’operazione di fermare questa destra pericolosa è riuscita ma a quale prezzo? Tornando alla ferragostana formazione del governo deve essere ricordato come preliminare da parte del partner di governo direttamente proveniente dall’alleanza con la destra sia stata la richiesta al partner presuntivamente di centro – sinistra di ridurre la rappresentatività politica e il ruolo del Parlamento attraverso una riduzione “lineare” nel numero dei componenti le Assemblee legislative, come confermato poi dal referendum del settembre scorso. Un’operazione di limitazione dei diritti costituzionali sulla quale è ancora necessario porre l’attenzione di tutti;

2) Elemento centrale di questa operazione trasformistica è stata la perfetta continuità nella figura del Presidente del Consiglio. Lo stesso personaggio (mai eletto in alcuna assemblea legislativa) che aveva ricoperto lo stesso ruolo nell’alleanza imperniata sull’estrema destra ha svolto identico compito nell’alleanza tra l’antipolitica (nel frattempo trasformatasi in una perfetta macchina da politique d’abord) e il presunto centrosinistra. Su questo punto Galli nel suo articolo fa osservare che questa capacità “trasversale” ( fatta rilevare anche da Diamanti in un altro intervento pubblicato il 4 gennaio) rappresenta un dato di forza del Presidente del Consiglio e di debolezza da parte dei partiti di coalizione. Da aggiungere che lo stesso Presidente del Consiglio si sta accingendo, nel caso (in questo momento remoto) di elezioni anticipate a capeggiare una sua lista(che i bookmaker danno tra il 10 e il 15%) o a impadronirsi della leadership dell’ partito ex-vessillifero dell’antipolitica. Partito che, sulla carta, rischia di uscire fortemente ridimensionato da una eventuale competizione elettorale da svolgersi in tempi brevi e che cercherà comunque di aggrapparsi a questa leadership resa mediatica dall’emergenza sanitaria (quindi sicuramente transeunte perché collegata a un occasionale voto d’opinione);

3) Il governo, nel frattempo, si è trovato di fronte ad una emergenza straordinaria e inedita affrontata con una forte dose di contraddittorietà (oggettivamente non evitabile) nel corso delle quale è avvenuto quello spostamento di concentrazione di potere verso il presidente del consiglio ben segnalato proprio nell’articolo di Galli. Concentrazione di potere che si è cercato di trasferire ben oltre i confini dell’emergenza per investire settori molto delicati dell’attività di governo come quelli riguardanti i servizi e la sicurezza;

4) Nel frattempo si segnalano periodiche diaspore dai gruppi parlamentari del MoVimento ancora di maggioranza relativa : i protagonisti di queste diaspore si orientano indifferentemente di volta in volta a destra come a sinistra oppure indefinitamente verso il gruppo Misto. Si è così aperto un ampio terreno di caccia per i più vieti opportunismi. Un segnale di grande debolezza per quella che dovrebbe essere ( e non è) una nuova classe dirigente;

5) Nel frattempo si nuovamente verificata una scissione nel PD. Questa volta la scissione è stata orientata verso destra. Quella attuata, infatti, dall’ex-segretario ed ex-presidente del Consiglio ha portato via soltanto una parte dell’ex-”giglio magico” che ha retto partito e governo nel biennio 2014 – 2016, fino all’esito negativo di un disgraziato referendum causato dal tentativo di conferma di una legge che intendeva stravolgere la Costituzione Repubblicana;

6) Il nuovo gruppo ha votato la fiducia al governo ma subito dopo, per ragioni anche ma non soltanto di protagonismo soggettivo, ha assunto vesti di vero e proprio “guastatore” mettendo in discussione l’intero impianto su cui si dovrebbe reggere l’alleanza di governo e adesso sta assumendo la funzione di vero e proprio “giustiziere” almeno del governo, se non della legislatura;

7) Intanto una serie di elezioni regionali hanno segnato complessivamente un risultato negativo per la nuova alleanza di governo. L’unico esperimento di presentazione in una alleanza organica è stato occasione, in Liguria, di una sconfitta molto netta.

8) La tensione tra il gruppo dell’ex “Giglio Magico” e il governo è salita attorno a provvedimenti – simbolo proprio della fase di emergenza che stiamo attraversando, in particolare per quel che riguarda la progettualità di utilizzo dei fondi europei. Non va trascurata, ovviamente, la questione riguardante la delega ai servizi ( e il tema della cyber- sicurezza). In ogni caso l’oggetto del contendere riguarda temi di grandissima complessità (come quelli relativi all’utilizzo dei fondi e dei prestiti europei) sui quali l’ex “Giglio Magico” ha sicuramente trovato sponda in diversi settori parlamentari, politici , dei settori economici e dell’opinione pubblica.

9) Nel frattempo,a indebolire la credibilità del sistema, si sono succeduti quattro sistemi elettorali: Mattarellum, Porcellum, Italicum (mai utilizzato), Rosatellum, due dei quali dichiarati incostituzionali dall’Alta Corte e tutti caratterizzati (almeno parzialmente) dalla presenza di liste bloccate. Liste bloccate corte o lunghe a seconda dei casi sulle quali, così come stilate in partenza, elettrici ed elettori non hanno mai avuto la possibilità di intervenire. Si è sempre trattato di prendere o lasciare. E molte/i nel frattempo hanno “lasciato” constata l’impossibilità di scegliere i propri rappresentanti. Così come si è tentato di ridurre drasticamente il ruolo dei corpi intermedi cercando di annullare qualsiasi possibilità di mediazione sia sul piano politico, sia su quello sociale. Conta ormai soltanto la “governabilità” a qualsiasi prezzo con l’esercizio della politica ridotto all’apparizione del potere;

10) Si sorvola, per esigenze di economia del discorso, sui dati dell’economia del Paese resi ancor più drammatici dallo stato di emergenza;

11) Si evita anche di approfondire il dato della totale inesistenza di una politica estera. Elemento ben messo in evidenza dalla totale assenza di capacità di intervento nella gravissima crisi libica. Un’assenza di politica estera che rappresenta un elemento di continuità caratteristico ormai di molti governi succedutisi negli ultimi anni;

12) Sul piano istituzionale il ruolo del Parlamento è stato sempre più svilito, al di là del tema relativo alla composizione numerica. Scarsissima la produzione legislativa (non è detto che sia un male) riduzione a ruolo di semplice ratifica, livello quasi inesistente di confronto politico;

13) Si è aperta una forte discussione sul tema dell’autonomia delle Regioni, constatando il fallimento della modifica del titolo V della Costituzione e la nocività democratica dell’elezione diretta del Presidente. Poco o nulla si discute dell’aumento del divario tra il Nord e il Sud e quasi inesistente è l’analisi circa il mutamento di funzioni dell’Ente Regione. Un mutamento progressivamente verificatosi con il passaggio da funzione legislativa a una funzione quasi esclusiva di nomina e di spesa. Un elemento apparso in grande evidenza nel corso della già più volte citata emergenza e che rappresenta un vero e proprio punto di estrema debolezza del sistema.

14) A questo punto indagini di opinione compiute da istituti particolarmente autorevoli ci dicono che esiste nel Paese una massiccia maggioranza che pensa “all’uomo solo al comando”.

In conclusione:

Così un sistema fragile, segnato profondamente dal trasformismo, finisce con l’arroccarsi su logiche di distruttiva autoconservazione.

I rischi per la democrazia italiana, a questo punto, risultano molto alti: al di là dell’esito possibile dell’annunciata crisi di governo appare proprio il caso di lanciare un vero e proprio allarme per la credibilità di un sistema profondamente malato nel quale sembrano ormai possibili rischi di scorrerie autoritarie.

Maggio 19, 2020

Sondaggi politici: vola il PD, giù Salvini e la Meloni

di  Alessandro Cipolla

Sondaggi politici: vola il PD, giù Salvini e la Meloni

Questo è il responso del consueto sondaggio politico, diramato in data 18 maggio proprio il giorno in cui ha preso veramente il via la cosiddetta Fase 2, realizzato dall’istituto Swg per conto del Tg La7 di Enrico Mentana.

Oltre al PD, tra i partiti di governo sorridono anche La Sinistra e Italia Viva che se così stessero le cose sarebbero di un soffio oltre la soglia di sbarramento del 3%, mentre il Movimento 5 Stelle subirebbe stando al sondaggio un brusco stop arrestando così la crescita fatta registrare negli ultimi tempi.

Male tutto il centrodestra in blocco, compresa Giorgia Meloni che tanto sarebbe cresciuta da un anno a questa parte, ma la coalizione adesso grazie alla mozione di sfiducia ad Alfonso Bonafede ha l’occasione non solo di ricompattarsi, ma anche di fare uno sgambetto al governo nel caso in cui Matteo Renzi decidesse di votare a favore.

Sondaggi politici: male Salvini e i 5 Stelle

Quest’ultimo sondaggio di Swg ci consegna uno scenario inedito per quello che è stato l’andazzo della politica italiana negli ultimi tempi, con tutti i partiti di centrodestra dati in calo con la sola eccezione di Cambiamo del governatore ligure Giovanni Toti che sarebbe stabile.

Il primo dato che balza all’occhio è il marcato calo attribuito alla Lega, segno di come Matteo Salvini dovrà rivedere qualcosa in quella che è stata la sua strategia comunicativa da quando è iniziata l’emergenza coronavirus.

Se il Carroccio piange non ridono di certo neanche Fratelli d’Italia e Forza Italia, con Giorgia Meloni che dopo un periodo di grande crescita nei sondaggi adesso starebbe vivendo un momento di assestamento.

Chi invece sembrerebbe essersi scosso è il Partito Democratico, che grazie a questo balzo adesso viene dato più vicino alla Lega, mentre per il Movimento 5 Stelle ci sarebbe un brusco passo indietro nonostante il licenziamento da parte del governo del decreto Rilancio.

Tra i partiti di governo buone notizie per Matteo Renzi, visto che la sua Italia Viva stando a questi numeri raggiungerebbe di un soffio la soglia di sbarramento del 3%, con anche La Sinistra che si andrebbe a migliorare di molto rispetto la scorsa settimana.

Se però alle prossime elezioni si dovesse votare con il Germanicum, l’asticella per poter entrare in Parlamento verrebbe alzata almeno al 4%, rendendo le cose più difficili a questi partiti così come ad Azione e +Europa.

Mercoledì 20 maggio al Senato si voterà una mozione di sfiducia “garantista” nei confronti del ministro pentastellato Alfonso Bonafede, presentata da Emma Bonino e appoggiata da Carlo Calenda.

Se oltre a quella del centrodestra la mozione dovesse trovare la sponda anche di Italia Viva, allora la maggioranza di governo potrebbe andare sotto aprendo così una crisi di governo in piena emergenza sanitaria ed economica.

Guardando il sondaggio, a Matteo Renzi converrebbe poco andare al voto visto che rischierebbe seriamente di non superare la soglia di sbarramento, con l’ex premier che potrebbe decidere di andare fino in fondo soltanto se ci fosse già pronta una maggioranza alternativa, magari per realizzare quel governo di unità nazionale avallato anche da parte del centrodestra.

aprile 22, 2020

Se Conte ricorre al MES può cadere il governo

 Alessandro Cipolla

  L’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao non ha dubbi sulle conseguenze che ci sarebbero in caso di un ricorso al MES da parte dell’Italia: “Cade il governo, ma non credo che Conte lo attiverà”.
Se Conte ricorre al MES può cadere il governo

La storia è ben nota. Dall’Eurogruppo sono uscite fuori quattro soluzioni per aiutare economicamente i Paesi membri a sostenersi durante questa crisi dovuta dal coronavirus, tra cui anche un MES rivisitato vista l’emergenza in corso.

L’unica cosa che al momento appare certa è che per l’Italia ci sarebbero 36 miliardi a disposizione per le spese sanitarie. Sulla presenza o meno di condizionalità non è ancora dato sapere, così come sulle modalità di attivazione, con le linee guida che verranno decise (forse) nel Consiglio Europeo di giovedì.

Una parte del Partito Democratico e Italia Viva sarebbero favorevoli a un utilizzo del MES senza condizionalità, mentre il Movimento 5 Stelle non ne vuol sapere a prescindere. In mezzo c’è Giuseppe Conte che ha più volte ribadito come al momento l’Italia non è interessata ad attivare il fondo, puntando tutto invece sugli Eurobond.

Il premier durante il Consiglio Europeo potrebbe anche non porre il veto sul MES per non mettere in difficoltà quei paesi come la Spagna che vorrebbero utilizzarlo, senza che poi l’Italia poi ne faccia a sua volta richiesta.

Con il MES governo a rischio

Secondo le immancabili voci di corridoio, alla fine però Conte potrebbe anche decidere di non rinunciare ai 36 miliardi che sarebbero a disposizione per l’Italia. L’ultima parola comunque spetterebbe sempre al voto in Parlamento dove i giallorossi potrebbero andare in crisi.

Intervistato da La Repubblica l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, considerato vicino ad Alessandro Di Battista, non ha usato giri di parole nel far capire come il governo Conte bis potrebbe arrivare al capolinea in caso di una attivazione del MES.

La conseguenza immediata sarà la caduta del governo – ha spiegato Corrao – Tutti nel M5S, anche i più moderati, sono sempre stati contro il MES. Ma non credo che Conte vi ricorrerà, è sempre stato di parola. Se l’Italia attiverà il Mes, sarà un altro governo a farlo”.

 

aprile 1, 2020

Mussolini, il socialista.

Emilio Gentile scrive un altro libro su Mussolini socialista. Quello di qualche anno fa era un insieme di saggi di vari autori sòtto la regia dello stesso Gentile e di Spencer Di Scala. Il libro in uscita sembra una biografia più organica, più unitaria. A leggere la recensione di Marcello Flores, autore di una recente storia della Resistenza .
In questo libro, secondo il Flores, si dà particolare importanza ai passaggi dalla scelta di neutralità assoluta a quella di neutralità attiva fino all’interventismo. E poi alle scelte politiche maturate durante la guerra.
Perché segnalo questo libro? Non per sfoggio di erudizione. Nel corso degli anni sono andati affilandosi gli strumenti di ricerca sulle cause del fascismo. All’inizio la vulgata marxista ha visto nel fascismo una semplice scontro di classe. Con il colpo di Stato finale della borghesia. Insomma il trionfo militare del liberismo. Certo c’è stato il conflitto e lo scontro militare. Ma non solo questo. E gli storici allievi di De felice ci hanno aiutato a comprendere. E prima di loro Nenni con il suo diciannovismo. Nel linguaggio di una parte dei socialisti della diaspora trovo molti elementi di nazionalismo che mi richiamano quelle ragioni. Dalle stelle alle stalle trovo che questo nazionalismo, questa mancanza di coscienza critica, questo non voler vedere a 360 gradi la realta con le sue ragioni e i suoi torti, non è altro che la replica di maniera a fenomeni antichi.
Costoro leggono i torti della UE con le lenti di questi idola. Giuliano Vassalli nell’ultima sua apparizione televisiva ricordò con una punta di ironia che dal socialismo erano nati il fascismo e il comunismo. La costanza della ragione può aiutare a non far loro trovare automaticamente nello schieramento dei sovranisti.

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luglio 25, 2018

Non si può lasciarlo morire.

Molte cose sono cambiate dall’ultimo articolo scritto su questo blog.E’ rimasta in me l’amarezza per averlo abbandonato. Così oggi decido di rientrare. Non mi sono fermato, ho preso belle iniziative. Spero insieme all’amico Stefano di far rinascere l'”Avanti” il quotidiano socialista di cui abbiamo rilevato la proprietà della testata. Ma la cosa più importante che abbiamo fatto è stata quella di realizzare insieme all’Istituto Salvemini di Torino la scannerizzazione del giornale dalla fondazione alla chiusura ed ora grazie alla donazione che abbiamo fatto alla Biblioteca del Senato è consultabile online nel sito del Senato.
Ricominciare per aprire una discussione sulla politica, su quello che sta succedendo, su cosa fare. Dire una parola in umiltà per capire, per riflettere senza inutile demonizzazioni. La terza repubblica è effettivamente incominciata il PD è un partito liquido senza futuro, Berlusconi e Renzi sono solo un ricordo, sgradevole quanto volete ma fortunatamente appartengono al passato.
Gli argomenti su cui ragionare e discutere sono tanti e allora senza pregiudizi e con l’onestà morale che ci deve contraddistinguere ricominciamo da dove avevamo interrotto, scusandomi per averlo fatto.

febbraio 14, 2015

Lo schiaffo agli USA in un accordo firmato Putin.

Il “cessate il fuoco” è deciso e l’obiettivo minimo dell’incontro di Minsk viene così raggiunto, ma gli altri punti sprigionano incertezza e poco fondamento. Putin ne esce a testa alta, l’UE a pezzi ma l’Europa, per assurdo, scrive una pagina di storia affrancandosi dall’America.
La notizia del giorno non Altro…

gennaio 31, 2015

Socialismo o barbarie.


Jérôme Roos – 29 gennaio 2015
In anni recenti, i capi dell’Unione Europea (UE), i burocrati di Bruxelles e i commentatori politici hanno spesso parlato della comparsa di una “Europa a due velocità.” L’idea si riferisce al fatto che membri diversi dell’UE partecipano al progetto comune a diversi livelli di integrazione, in cui alcuni paesi si muovono più velocemente di altri Altro…

gennaio 31, 2015

Schulz, Tsipras mette Grecia in pericolo.

– Non rispettando le condizioni trattate con la troika Tsipras “mette il suo Paese in pericolo”.
Lo ha detto il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, al settimanale Der Spiegel. “Gli elettori greci devono essere realistici. Le promesse elettorali vengono mantenute raramente e non ci sono elefanti rosa che sanno suonare la tromba”.

 © EPA

gennaio 31, 2015

La Merkel ammonisce Atene: “No alla cancellazione del debito”


Tribuno del Popolo – Dopo che Alexis Tsipras ha trionfato con Syriza e ha realizzato il governo anche con l’appoggio della destra dei Greci Indipendenti, il nuovo ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis, ha fatto chiaramente capire all’Eurogruppo di voler rinegoziare il debito della Grecia. Angela Merkel è intervenuta Altro…