
Si è appena spenta l’eco per la travagliata approvazione a Milano del registro delle unioni civili, arrivata dopo spaccature nella maggioranza e polemiche con il mondo cattolico, ed ecco che la giunta guidata da Giuliano Pisapia mette in campo una Carta dei diritti del malato che prevede, tra le altre cose, anche l’introduzione di un registro per il fine vita, il cosiddetto testamento biologico.
Se ne discuterà nei prossimi giorni, ma la Carta dei diritti del malato è già nero su bianco e prevede 14 punti che riguardano tempi e attese, diritto ad essere informati e, al punto 13, il diritto “alla manifestazione anticipata delle direttive di fine vita”. Il Comune di Milano è intenzionato a proseguire sulla strada dei diritti civili e “indicare la direzione su questo terreno”, per dirla con le parole dell’Assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, lo stesso che un mese fa ha proposto di allargare il diritto di voto ai referendum anche agli immigrati. Ma il testamento biologico è un tema caldissimo che tocca inevitabilmente dividerà le coscienze.
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