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aprile 2, 2020

SOCIALISMO O BARBARIE .

d franco bartolomei, coordinatore nazionale di Risorgimento Socialista.
LA RICOSTRUZIONE DEL PARTITO SOCIALISTA NEL DOPOGUERRA -

Il Risorgimento Socialista riafferma tutte le ragioni della propria opposizione radicale al governo , fondate su una una concezione del modello sociale e dei rapporti economici del tutto alternativa allo stato di cose esistente , e sulla convinzione che il paese debba assolutamente recuperare la propria sovranita’ Costituzionale e rompere la sua sottoposizione ad un quadro normativo e ad un sistema finanziario e monetario ad esso esterno, costituito dal complessivo sistema Euro / Maastricht Lisbona /BCE ), che distrugge il suo equilibrio sociale , la sua coesione civile , il suo tessuto produttivo , e la sua vita democratica .

In questo momento drammatico le istituzioni europee hanno tentato di distruggere il nostro sistema economico per sottoporre il paese ad un nuovo commissariamento politico , che porterebbe il paese ad uno stato di gravissimo ulteriore impoverimento , ed alla distruzione della nostra democrazia .

Il Governo pur nella sua estrema diversita’ della sua visione sociale ed economica , fondata sulla condivisione del modello liberista , e su un progetto di sostanziale conservazione del sistema, mostra di voler resistere a questo attacco esterno , che approfitta della difficilissima situazione di emergenza che il nostro popolo sta affrontando con sacrificio , generosita’ e coraggio , cercando di contestare il patto di stabilità ed il pareggio obbligato di bilancio ,per poter utilizzare in deficit spending risorse consistenti per la ricostruzione del paese senza dover subire commissariamenti di sorta .

Se riuscira’ in questo tentativo , indubbiamente segnera’ una soluzione di continuita’ rispetto alla precedente prassi consolidata’ di vassallaggio e subalternita’ che finora hanno tenuto tutti i governi della II repubblica .

A maggior ragione questo accadra’ se sara’ in grado di riaffermare la centralità dello stato nella incentivazione delle attività economiche , nella riconversione del nostro sistema produttivo verso economia reale , attraverso il rafforzamento del settore manifatturiero e delle nostre filiere produttive strutturali, e ricostruendo una presenza pubblica nei settori strategici , puntando ad utilizzare utilizzando una rete di relazioni commerciali economiche e politiche che rispondono ad una nuova logica internazionale di natura multipolare ,

Se questo tentativo , ad oggi solo abbozzato , dovesse tradursi in realta’ il problema a quel punto sarà per noi del Risorgimento Socialista quello di costruire un nuovo tipo di contrapposizione con il governo , sulla qualità delle scelte e sul tipo di modello che si sceglierà , e sul ruolo e la centralità che il lavoro assumera’ nei processi decisionali collettivi che determinano le scelte sociali ed economiche nel nuovo sistema .

Se questo non avverrà continueremo il nostro ruolo di opposizione frontale , con ancora maggior determinazione , sapendo che se l’Italia perde la partita con l’Europa la situazione diverrà drammatica per i lavoratori e tutte le classi subalterne , perché il paese subirà una stretta micidiale in termini di impoverimento ulteriore e di repressione

Per noi la scelta sara’ drammaticamente molto lineare , e definiremo le nostre scelte di fase in base a ciò che si produrrà nei rapporti con l ‘Europa , li sapremo se la nostra dovrà essere una lotta per la libertà e la democrazia contro la barbarie ed il nuovo fascismo ,o potrà essere una grande lotta democratica per le riforme socialiste all’ ‘interno di un quadro costituzionale rinnovato .

Faremo in ogni caso sempre quello che sarà utile ai Lavoratori ,ed alla difesa estrema della nostra Democrazia Repubblicana.

Viva il Socialismo

  • Franco Bartolomei Se Il Governo resistera’ ai Dicktat di Bruxelles faremo la nostra parte .
aprile 2, 2020

Per non dimenticare1

L'immagine può contenere: 1 persona, il seguente testo "APRILE 1971: MONIKA ERTL VENDICA IL CHE"
Cheyenne Rebelde

Nel 1971, Monika, attraversa l’Atlantico e torna nella sua Germania, e ad Amburgo uccide affrontandolo a viso aperto il console boliviano, il colonnello Roberto Quintanilla Pereira, responsabile diretto dell’oltraggio finale a Guevara: l’amputazione delle sue mani, dopo la fucilazione avvenuta a La Higuera.
Con quella profanazione firma la sua sentenza di morte e, da allora, la fedele “Imilla” si propone una missione di alto rischio: giura di vendicare il Che.

Ma chi era questa donna coraggiosa?

Nella milizia guevarista c’è una giovane guerrigliera che si fa chiamare “Imilla”, il cui significato in lingua quechua ed aymara è Niña o giovane indigena.
Il suo nome di battesimo: Monica (Monika) Ertl.

Tedesca di nascita, compie un viaggio di undicimila chilometri dalla Bolivia, con l’unico proposito di giustiziare un uomo, il personaggio più odiato dalla sinistra mondiale: Roberto Quintanilla Pereira.
Lei, a partire da quel momento, si trasforma nella donna più ricercata del mondo. Appare sulle facciate dei giornali di tutta l’America.

Monika in realtà cresce in un circolo tanto chiuso quanto razzista, nel quale brillano tanto suo padre quanto un altro sinistro personaggio chiamato affettuosamente “Lo zio Klaus”. Un impresario tedesco (ed ex capo della Gestapo a Lione, in Francia) meglio conosciuto come il “Macellaio”. Tutti nazisti migrati in Sudamerica.

Monika quindi vive in un mondo estremo circondata da vecchi torturatori nazisti. Tuttavia, la morte del guerrigliero argentino Ernesto Che Guevara nella selva boliviana (ottobre del 1967) è per lei la spinta finale verso i suoi nuovi ideali.

Monica rompe con le sue radici e dà un drastico cambio alla sua vita entrando nella milizia con la Guerriglia di Ñancahuazú; come ha fatto il suo eroe in vita, per combattere la disuguaglianza sociale.

Smette di essere quella ragazza appassionata di fotografia per divenire “Imilla la rivoluzionaria” rifugiata in un accampamento nelle colline boliviane. Man mano che vengono uccisi la maggior parte dei suoi compagni, il suo dolore si tramuta in forza per reclamare giustizia, diventa una ‘chiave’ operativa per l’ELN.

Dopo l’uccisione di Quintanilla, incomincia una caccia alla donna che attraversa mezzo mondo e che trova la sua conclusione con la morte di Monica, avvenuta nel 1973, durante un’imboscata che secondo alcune fonti fedeli gli tende lo “zio Klaus” Barbie. Il traditore per eccellenza.

In un cimitero di La Paz, si dice che riposino “simbolicamente”, anche, i resti di Monica Ertl. In realtà non sono mai stati consegnati a suo padre. I suoi appelli furono sempre ignorati dalle autorità. Questi rimangono in qualche posto sconosciuto del paese boliviano. Giacciono in una fossa comune, senza una croce, senza un nome.
Ma se volevano cancellarne la memoria non ci sono riusciti.