Archive for aprile 6th, 2020

aprile 6, 2020

Il sonno della ragione genera i mostri.

COMMENTO ALL'APOCALISSE DI GIOVANNI

Ci siamo illusi che l’Europa ci rendesse più forti economicamente socialmente, politicamente, ci siamo illusi che l’Europa che i padri costituenti avevano sognato fosse il passaggio ulteriore verso una democrazia compiuta che ci avrebbe aiutato a fare dei popoli europei un’unica nazione.

Per anni in nostri governanti senza distinzione di parte politica da Prodi a Berlusconi a D’Alema contornati da stuoli di  famosi giornalisti, conduttori televisivi, economisti, governatori di banche centrali, premi Nobel ci hanno detto che ogni problema economico sarebbe stato risolto dall’Europa. Poi,  di fronte all’emergenza del Coronavirus, quando era  necessaria la solidarietà di tutti i governi europei  per affrontare e risolvere un’emergenza creata da un sistema economico in cui il profitto esasperato ha creato le condizioni per trovarci nella situazione in cui ci troviamo, ci siamo dovuti rendere conto che questa solidarietà non esisteva anzi  venduti alle élite economico finanziarie per sostenere le assurdità liberal/europeiste che fanno solo comodo alle grandi multinazionali dobbiamo pagare un conto salato e vendere la nostra libertà e la nostra democrazia per pagare  debiti di un prestito che ci spetta di diritto.

Abbiamo sopportato ogni tipo di ricatto perchè i vari Prodi  Berrlusconi ci ammannivano con la famosa frase ” ce lo chiede l’Europa.”

Nel frattempo veniva smontato pezzo per pezzo lo stato sociale che anni di lotte operaie avevano costruito. la sanità pubblica veniva immiserita dicendo che un ospedale doveva assomigliare ad un’azienda e fare profitto. venivano chiusi ospedali venivano ridotti i posti letto. Oggi ci accorgiamo quanto fosse folle ed illusoria quella scelta.

Dopo venti anni di Europa siamo tutti più poveri:  lavoratori (operai, impiegati, professionisti) e le piccole e medie imprese che dall’Europa non hanno avuto nessun beneficio. o miglioramento.

La tanto decantata austerità non ha migliorato i conti pubblici come ci raccontavano.
E mentre a tutti venivano chiesti sacrifici e in fabbrica gli operai erano costretti ad obbedire a qualsiasi ricatto, pena la chiusura dell’azienda e la delocalizzazione all’estero ed il ceto medio veniva impoverito  i grossi colossi  economico-finanziari e i grandi capitalisti, legalmente perchè l’Europa lo consentiva, hanno de localizzato le loro imprese  trasferendo le sedi legali nei paradisi fiscali europei: Olanda, Malta, Cipro, Irlanda e Lussemburgo. Tutto questo in nome del libero mercato e della  sana concorrenza.

In questi paradisi dove recentemente è approdata la Fiat e l’impero economico di Silvio Berlusconi si pagano tasse con aliquote vicino allo zero.

Lo spettacolo che l’Europa a trazione germanocentrica sta dando in questo momento è penoso. Stiamo chiedendo i nostri soldi, quelli che abbiamo versato perchè ci servono per salvare i medici gli infermieri e tutti gli eroi che si stanno impegnando contro il Coronavirus.

Ci servono per salvare quello che resta della nostra economia.

E la Merkel con l’Olanda, paradiso fiscale al centro dell’Europa libera e democratica ,ci dice che per avere quei soldi dobbiamo aderire al MES, il fondosalvastati che impone un’ulteriore riduzione della nostra sovranità, ulteriori privatizzazione la distruzione completa dello stato sociale.
Noi italiani  siamo contributori netti. Versiamo alla UE più di quanto riceviamo.
Ogni anno regaliamo alla UE tra i 5 e 10 MILIARDI di euro.

Spegnete le televisioni, se vedete Bruna Vespa per strada sputategli in faccia, non leggete più i giornali. Informatevi su quello che sta succedendo. Cercate su internet che cosa mostruosa sia il MES. Si cercate su google il MES che in passato la UE ha già imposto alla Grecia massacrandola e adesso vorrebbe imporla a noi.

Basta poco  per capire lo spaventoso e antidemocratico meccanismo del MES.
Il MES è la più grande catastrofe economica che si potrebbe abbattere in questi giorni sull’Italia per volontà della UE (manovrata ad arte dalla Germania dalla Francia e dall’Olanda).
I giornali a reti unificate ci raccontavano che: “l’euro e la UE sono irreversibili”.
Poi hanno rettificato e per tre anni, durante la Brexit, ci detto che uscire sarebbe una catastrofe.
Tutte balle.

Alcuni compagni hanno chiesto di ammainare, la dove possibile, la bandiera Europea. Io non ci riesco ancora perchè  credo ancora che un’Europa federale sia possibile fori dalle regole di Maastricht, fuori dal trattato di Lisbona. Ma se ciò non dovesse essere possibile allora bisogna guardare altrove. Per costruire un’Europa diversa dovremo inventare una cosa che senza farci rinchiudere nei nostri angusti confini ci faccia uscire dalla trappola dell’UE.
Beppe Sarno

 

aprile 6, 2020

Decreto liquidità imprese: tutte le misure previste. Conte: 400 miliardi all’economia

 Isabella PolicarpioFlavia Provenzani

Decreto liquidità imprese: tutte le misure previste. Conte: 400 miliardi all'economia

Il totale, che ammonta a 400 miliardi di euro, verrà concesso tramite prestiti, lo Stato farà da garante.

Si sono rese necessarie misure urgenti per le imprese italiane: nel decreto liquidità il Premier Conte insieme al ministro Gualtieri ha valutato le misure più idonee contro la crisi della produzione causata dal coronavirus.

Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato che tali prestiti saranno “fino al 90% garantiti dallo Stato senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese. Il sistema di erogazione è molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi”.

Tra le novità più rilevanti la proroga di tasse e contributi con lo stop di quelli previsti ad aprile e maggio e la sospensione dei processi fino all’11 maggio; quasi certo il rafforzamento del cosiddetto “Golden Power”, per garantire il potere del Governo contro possibili acquisizioni straniere di Pmi e imprese.

Il decreto liquidità imprese serve come anticipazione del più corposo decreto ad aprile con misure assistenziali e ammortizzatori sociali. Quest’ultimo è atteso a metà mese.

Decreto liquidità imprese: le misure previste

Tante le novità per piccole e medie imprese italiane danneggiate dall’emergenza coronavirus: le misure a sostegno della ripresa economica confluiscono in un nuovo decreto – “decreto liquidità” – ufficializzato questa sera.

Nel Consiglio dei Ministri di oggi, il Premier Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri hanno finalmente messo sul tavolo il piano di aiuti alle imprese. Lo schema del futuro decreto era stato indicato ieri in tarda serata da Stefano Patuanelli, titolare del Mise, con tre temi fondamentali: aumentare le garanzie per i prestiti alle imprese, snellire la burocrazia e stanziare circa 7 miliardi di euro fino alla fine dell’anno. Vediamo nel dettaglio le singole misure ora approvate.

Decreto liquidità: 400 miliardi alle imprese

Argomento centrale del nuovo decreto è l’impulso ai prestiti per gli imprenditori, anche piccoli e medi.

«Mettiamo in campo 200 miliardi di garanzia per prestiti fino al 90% garantiti dallo Stato senza limiti di fatturato, per imprese di tutti i tipi. Potranno arrivare al 25% del fatturato delle imprese o al doppio del costo del personale con un sistema di erogazione molto semplice e diretto al sistema bancario, attraverso Sace, con condizionalità limitate tra cui quella di non poter erogare dividendi», ha spiegato Gualtieri.

«Un intervento senza precedenti» secondo il ministro, «un’imponente mobilitazione di risorse pubbliche» al fine di offrire «una garanzia poderosa per preservare il nostro sistema produttivo a superare questo momento difficile e potersi rilanciare». Sono previsti «30 miliardi a sostegno di queste garanzie».

A livello di garanzie, Stefano Patuanelli, il titolare del Mise, ha sottolineato:

«Rispondiamo a un’esigenza assoluta delle imprese, avere liquidità. È una operazione amplissima, probabilmente la più grande d’Europa. Il Governo ha grande fiducia nei nostri imprenditori sulla loro capacità di uscire dalla crisi».

Aggiungendo che «il nostro sistema è fatto anche di tante piccole imprese artigiane, autonomi, professionisti: per questo mondo abbiamo rafforzato il Fondo centrale di garanzia che portiamo, con la possibilità di un prestito, fino a 5 milioni di euro con la garanzia al 90% dello Stato».

Proroga tasse contributi

Altra grande novità del decreto liquidità imprese è lo slittamento delle scadenza fiscali fissate per il 16 aprile e il 16 maggio 2020. La proroga interessa ritenute, contributi e pagamenti di Iva previste ad aprile e maggio. La misura si estende anche alle partite Iva che hanno beneficiato della proroga del precedente decreto Cura Italia.

Golden Power, nuove misure contro l’acquisto delle imprese italiane

Rafforzato il Golden Power, ovvero lo scudo normativo per evitare che le imprese italiane, soprattutto in settori strategici, siano acquistate da capitali stranieri. Conte ha spiegato:

«Attraverso il potenziamento del golden power potremo controllare operazioni societarie e scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza. È uno strumento che ci consentirà di intervenire nel caso ci siano acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue».

Per approfondire l’argomento si consiglia il nostro articolo dedicato:

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Cos’è il Golden Power? Significato e definizione

aprile 6, 2020

Andiamo avanti con la sfida.

Di Gaetano Colantuono

L’anno 1976 rappresenta – comunque la si veda – uno spartiacque nella storia del PSI, che in quell’anno vedrà la fine della lunga segreteria di De Martino a favore di un allora giovane dirigente milanese, sostenuto da una composita nuova maggioranza interna.
L’intervista laterziana a Nenni, fatta da uno degli intellettuali di partito (G. Tamburrano), è una delle testimonianze di quella fase: pubblicata nel febbraio del ’77, evidentemente era stata elaborata in var

Altro…

L'immagine può contenere: il seguente testo "SAGGI TASCABILI LATERZA NENNI ista sul socialismo italiano a cura di Giuseppe Tamburrano"
aprile 6, 2020

Se il MES arriva in Italia ecco cosa succederà

 Flavia Provenzani

Se il MES arriva in Italia ecco cosa succederà

Il ricorso al MES per trovare i soldi necessari a salvare l’Italia e altri Paesi dell’Eurozona in crisi nera a causa del coronavirus sembra ormai scontato. Fonti europee riferiscono che, in vista dell’Eurogruppo di domani, sarebbe già stata trovata un’intesa – anche con il nostro Paese – per agire attraverso il Meccanismo Europeo di Stabilità.

Cosa succederà all’Italia una volta che saranno arrivati i prestiti dal MES? In che modo potremo ripagare il nostro debito? Un piano di riforme lacrime e sangue (tra aumento tasse, IVA, privatizzazioni e diminuzione di bonus e agevolazioni) si fa sempre più una concreta possibilità. D’altronde, l’Europa trova sempre un modo per far tornare i soldi prestati nelle sue tasche.

E alla fine arriva il MES

Nonostante l’impatto della pandemia da coronavirus stia accennando una diminuzione in Italia – il bilancio delle vittime è in via di rallentamento secondo i dati degli ultimi giorni – è innegabile la portata del collasso della sua economia, come di tanti altri, esacerbato dalla chiusura di numerose attività commerciali e dall’isolamento della popolazione.

Non è ancora confermato in via ufficiale – dovremo aspettare che l’Eurogruppo si pronunci nella giornata di domani, martedì 7 aprile – ma l’arrivo del MES in Italia e negli altri Paesi più in difficoltà a causa della crisi generata dal coronavirus sembra ormai scontato. Tra poche ore, quindi, potrebbe essere annunciato un accordo quadro con l’obiettivo di sostenere a livello finanziario i Paesi più colpiti dalla pandemia.

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La soluzione già pensata sarebbe il MES, strumento che sarà mobilitato per elargire delle linee di credito di importo massimo pari al 2% del PIL dell’Eurozona (a fine 2019 ammontava a 11.905 miliardi di euro).
I ministri hanno già lavorato per ridurre (o forse anche annullare) le condizioni necessarie per accedere ai prestiti. Il ricorso al MES, si ricorda, apre le porte alla BCE affinché proceda con un massiccio acquisto di titoli di Stato dei Paesi membri attraverso le OMT (Outright Monetary Transactions).

Il futuro dell’Italia, in modo o nell’altro, interessa a tutta l’Unione Europea. Le preoccupazioni che la nostra economia genera in quel di Bruxelles sono ormai di vecchia data. C’è poi ampio dibattito su come e “quanto” salvare il Belpaese.
L’Italia, che è la terza economia più grande dell’UE, ha conti pubblici disastrati da ben prima dell’arrivo del coronavirus, ed oggi è quasi totalmente dipendente dalla BCE nel contenimento dei tassi di interesse.

Cosa succederà all’Italia dopo l’arrivo del MES

L’arrivo del MES in Italia, nell’immediato, si tradurrà in 39 miliardi di euro circa per poter sostenere la nostra economia, come sottolineato dal ministro delle finanze tedesco Scholz.

La liquidità derivante dal prestito del MES dovrà essere utilizzata per sostenere il sistema sanitario e le misure implementate in risposta alla crisi legata al coronavirus. L’importo sarà parametrato fino a un massimo del 2% PIL dei Paesi che faranno richiesta del MES.

Il debito dovrà essere estinto entro massimo 10 anni. Le condizioni di accesso saranno uguali per tutti o, possibilmente, addirittura annullate. Ciò non toglie che questi soldi l’Italia dovrà restituirli, prima o poi.

E il problema è proprio questo, il “dopo”: bene l’arrivo di fresca liquidità per far fronte alle stringenti necessità del momento, ma il MES ci tiene ad essere ripagato, un vizietto che hanno tutti i creditori. Ed è proprio per questo che può imporre un programma ai fini di raggiungere tale scopo, contenente riforme, possibili privatizzazioniaumenti delle tasse e molto altro, così da trovare i soldi e farli tornare nelle sue tasche.

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Per non rimanere sul vago e capire cosa effettivamente potrebbe accadere in Italia dopo l’attivazione del MES, è utile guardare una delle tante versioni del piano di salvataggio della Grecia datato 2015. Nel suo caso i creditori erano BCE, FMI e Commissione UE e non il MES in sé, ma l’impronta del Meccanismo in Italia potrebbe, potenzialmente, essere molto simile:

  • aumento delle tasse sulle società di spedizione;
  • tutta l’IVA al 23%, anche su servizi come ristorazione e catering;
  • eliminazione della pensione di solidarietà;
  • taglio di 300 milioni di euro della spesa militare;
  • privatizzazione dei porti e vendita della partecipazione della società di telecomunicazione OTE.

L’Italia sarà costretta ad adottare le stesse misure? La risposta, spero scontata, è che non si sa ancora. Tuttavia è ingenuo pensare che i soldi che arriveranno dal MES siano gratis, da qualche parte il governo la liquidità per ripagare il suo debito dovrà trovarla.

Cosa succede se l’Italia non può ripagare il debito

Come riferito dallo stesso Meccanismo, secondo il Trattato UE, sono la Commissione e i rappresentanti dei governi membri ad essere i responsabili del controllo post-programma dei Paesi che ricevono tali aiuti.

Il MES si giustifica dicendo che “se un Paese dovesse mancare un pagamento programmato, potrebbe mettere in discussione la capacità del MES di agire in una crisi futura influenzando la capacità finanziaria e l’affidabilità creditizia”.

Per individuare eventuali problemi con il rimborso del debito da parte di un Paese – e non è difficile immaginare l’Italia in tale scenario – il MES tiene costantemente traccia delle scadenze di interessi, commissioni e rimborsi principali con almeno 12 mesi di anticipo. Allo stesso tempo, analizza con un anno di anticipo il bilancio dello Stato e alle prospettive di crescita economica in base alle analisi compiute dalla Commissione UE.

Se la Commissione incaricata di valutare i rischi interni al MES dovesse determinare che possano esserci dei dubbi sulla capacità di ripagare il debito da parte dell’Italia o di altro Paese che ne farà richiesta, il Meccanismo consulta la Commissione UE e la BCE per valutare la situazione e le sue potenziali conseguenze in modo più approfondito. Come picco dell’escalation, il MES informerebbe i suoi membri, attraverso il consiglio di amministrazione, del rischio.

In “soldoni”: il MES trova sempre un modo per essere ripagato, sempre. Quanto costerà all’Italia in termini di indipendenza e impatto sui cittadini questo sarà apprezzabile tra pochi mesi.