Archive for agosto, 2013

agosto 21, 2013

A settanta anni dall’assassinio di Leone Trotsky

https://i0.wp.com/s3.amazonaws.com/findagrave/photos/2001/222/trotskyleonbio.jpg

Il 21 agosto 1940 moriva il grande rivoluzionario, compagno di Lenin nell’ “assalto al cielo”
del 1917 in Russia, fondatore dell’Armata Rossa e della Quarta internazionale; vittima di un sicario del “più grande assassino di comunisti della storia”, Giuseppe Stalin.

Riproduciamo qui di seguito l’intervento che ha svolto il compagno Franco Grisolia all’iniziativa in ricordo di Trotsky svoltasi a Carrara il 6 agosto Settanta anni fa, il 20 agosto del 1940, l’agente stalinista Ramon Mercader, infiltratosi con l’inganno nella casa messicana di Trosky, colpiva a morte il grande rivoluzionario, il compagno di Lenin nella direzione della rivoluzione russa, il fondatore dell’Armata Rossa, il dirigente della Internazionale comunista alle sue origini, il principale teorico e leader della neonata IV Internazionale.

Trotsky sarebbe spirato il giorno dopo.

http://trotskysmo.blogspot.it/2010/12/settanta-anni-dallassassinio-di-leone.html

agosto 21, 2013

Non dormono, sono morti ed erano bambini.

agosto 21, 2013

Togliatti e la sinistra.

 https://i0.wp.com/www.epdlp.com/fotos/mondolfo.jpg   Il togliattismo è stato una grande tragedia per la sinistra italiana. Non tanto per la politica quanto per cultura politica. Un marxismo all’italiana tutto rivolto alla giustificazione della esistenza di una nomenclatura e tutta rivolta al giustificazionismo storico anche delle cose peggiori. Il togliattismo ha oscurato Mondolfo che è stato uno degli interpreti più creativi di Marx (ed ha insegnato molto a Gramsci) , ha oscurato Rosselli e tanti altri. Togliatti vedeva Lombardi come il fumo negli occhi. E’ assurdo che oggi vi sia gente come Prospero che cerchi surrettiziamente di recuperarlo. Certo su queste basi non si costruisce alcuna sinistra credibile, anzi si alimenta l’antipolitica. Lombardi e Foa erano definiti gli anti-togliatti ed io sono fiero di essere seguace di questi due socialisti democratici e libertari. Se c’è un merito della prima fase (e sottolineo prima fase) della segreteria Craxi è la rivalutazione di questo patrimonio immenso della sinistra italiana oscurata da togliattismo e berlinguerismo.

Giuseppe Giudice

agosto 21, 2013

IL DIFETTO STA NEL MANICO.

https://quadernisocialisti.files.wordpress.com/2013/08/0c17e-painting-nemesis.jpg

di FELICE BESOSTRI

Il voto sulla decadenza di Berlusconi sarà un voto politico, non una scelta giuridica tra diverse interpretazioni. Giusto o sbagliato – e a mia avviso è sbagliato- è la scelta della nostra Costituzione e discende direttamente dall’art. 66 Cost.,” Art. 66. Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”.

Una scelta che in origine aveva una forte motivazione di tutela dei parlamentari, per proteggerli dall’assolutismo regio e da una magistratura asservita al potere esecutivi, ma allora i parlamentari erano individui non espressione di partiti o di gruppi parlamentari: non che fossero migliori, quando alla Camera dei Comuni c’era un ufficio dal quale passavano i deputati per riscuotere il compenso per il loro voto conforme ai desideri del Governo. Semplicemente non c’era una logica politica nel loro comportamento.

I membri del PdL  hanno fatto un uso arbitrario dell’art. 66 Cost. In occasione della 14° legislatura non convalidando 14 deputati delle opposizioni in spregio al diritto, come anche vi fu un uso illegale da parte di tutti per lasciar fuori i radicali dal Senato nel 2006.

Non solo  il potere del Parlamento con accordo trasversale di decidere sui suoi membri è stato esteso complice la magistratura ordinaria e amministrativa persino alle operazioni elettorali preparatorie, comprese l’ammissione o esclusione di liste e candidati. Un governo Berlusconi non diede attuazione ad un precisa delega del Parlamento di affidare alla giustizia amministrativa i ricorsi contro le operazioni elettorali preparatorie decisa con l’art. 44 della L. 69/2009. Una grave decisione passata sotto silenzio, anche dei giuristi democratici, che vedono attentati alla Costituzione un giorno sì ed uno no.  Siamo un paese che ha legalizzato un colpo di Stato, complici le leggi elettorali maggioritarie Una maggioranza artificiale come quella del porcellum consente ad una minoranza politica, trasformata in maggioranza parlamentare di modificare la legge elettorale: nulla teoricamente impedisce di dare un  premio di maggioranza del 70%, cioè tale da poter cambiare la Costituzione senza neppure un referendum confermativo. Pochi sano o fanno finta di non sapere che una legge elettorale incostituzionale non è impugnabile prima delle elezioni e dopo competenti ad esaminare i ricorsi sono le Camere elette con la legge incostituzionale Uno scandalo unico in Europa e nel più assoluto silenzio delle forze politiche tutte e dei costituzionalisti.

Si parla spesso di contrasti tra magistratura e politica, ma non della loro alleanza contro i diritti deli elettori e delle elettrici, che rappresentano il popolo, unico detentore della sovranità secondo l’art. 1 della Costituzione. Il meccanismo di protezione giudiziale del potere politico è stato rotto  grazie alla Corte di Cassazione con l’ordinanza 12060 del 21 marzo-17 maggio 2013 e all’acribia di un pugno di cittadini elettori. Per rimediare bisogna rompere alcuni tabù come il  divieto di ricorso diretto alla Corte Costituzionale e come in Germania assegnare l’ultima parola alla Corte Costituzionale sulle decisioni del Parlamento in termini di convalida degli eletti.

Nei  tempi ristretti a disposizione a Berlusconi si applicano le norme vigenti e quindi il voto in Giunta delle Elezioni e in Senato sarà una decisione politica, nel bene e nel male. I suoi supporter stanno blaterando di ricorsi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo ignorando che i rappresentanti del Governo italiano presso la Corte nominati dal Governo Berlusconi hanno sostenuto la tesi dell’inammissibilità dei ricorsi  11583/08 e altri 16, tra cui il 35953/08, presentato dagli stessi cittadini che avevano impugnato le elezioni del 2008: La convenzione Europea di Diritti dell’Uomo tutela i diritti civili e non quelli politici. Forse la Nemesi esiste.

20 agosto 2013.

agosto 20, 2013

canto VII purgatorio.

Il canto settimo del Purgatorio di Dante Alighieri si svolge nell’Antipurgatorio, dove le anime dei negligenti (che trascurarono i loro doveri spirituali) attendono di poter iniziare la loro espiazione; siamo nel pomeriggio del 10 aprile 1300 (Pasqua), o secondo altri commentatori del 27 marzo 1300.

Virgilio e Sordello – versi 1-63

Dopo l’incontro affettuoso con Sordello, Virgilio presenta se stesso, indicando in sintesi l’epoca della propria morte e l’atto di non poter essere salvato per mancanza della fede cristiana. Sordello reagisce con perplesso stupore, quindi, chinandosi per abbracciargli le ginocchia, lo saluta come “gloria di Latin” (degli italiani) e domanda ulteriori spiegazioni. Virgilio risponde di essere stato guidato dal volere divino ad attraversare l’inferno, e di essere eternamente destinato al luogo malinconico (il Limbo) dove stanno i bimbi morti senza battesimo e gli uomini virtuosi dell’antichità che non ebbero i doni della fede. A sua volta chiede a Sordello indicazioni sul cammino da seguire per iniziare la salita del purgatorio.

Sordello replica che sta tramontando il sole, e la regola del purgatorio comporta che ci si fermi durante la notte. Può, nel frattempo, accompagnarlo verso un gruppo di anime che sostano poco lontano. Aggiunge che non c’è alcun ostacolo esterno al salire, e che solo l’ombra notturna toglie la volontà di farlo, mentre consente di vagare intorno alla montagna.

La valletta dei principi – vv. 64-90

A breve distanza, Dante si accorge che il fianco del monte è un po’ incavato e forma una valletta. Là, dice Sordello, attenderanno il nuovo giorno. Dante è colpito dalla ricchezza di colori dei fiori che punteggiano il verde del prato e che emanano un soave profumo. Sull’erba fiorita siedono anime che cantano Salve, Regina. Sordello si appresta ad indicare le anime dal luogo appena sopraelevato dove si trova con Virgilio e Dante, approfittando della luce ormai scarsa del sole.

Rassegna dei principi negligenti – vv. 91-136

Sordello indica vari personaggi di alto rango, identificandoli con gli atteggiamenti o con i tratti fisici più evidenti. Il primo è l’imperatore Rodolfo d’Asburgo, che non canta insieme agli altri e mostra rimorso per aver trascurato il suo maggior dovere (il riferimento all’Italia è evidente); accanto a lui, in atto di confortarlo, Ottacchero re di Boemia, certo migliore del proprio figlio Venceslao, ancora vivente e vizioso.

Seguono altri sovrani: Filippo III di Francia (col naso piccolo), in aria di confidenza con Enrico I di Navarra. I due, entrambi tristi e tormentati, sono padre e suocero di Filippo il Bello, definito “mal di Francia”, dalla vita “viziata e lorda”. Il corpulento Pietro III d’Aragona e Carlo I d’Angiò suo avversario in terra sono qui uniti e concordi nel canto. Alle spalle di Pietro, l’ultimo figlio, di promettente valore ma morto giovanissimo. Gli altri eredi invece non hanno saputo trasmettere il valore paterno: si tratta di Giacomo II d’Aragona e Federico II, re di Sicilia.

Dopo aver commentato quanto di rado la virtù dei padri si trasmetta alla discendenza, Sordello cita come esempio negativo la condizione di Puglia e Provenza sotto il regno di Carlo II d’Angiò. Commenta il valore rispettivo di Pietro d’Aragona, Carlo I e Carlo II d’Angiò facendo riferimento alle loro mogli. In solitudine siede Enrico III d’Inghilterra che ha una discendenza migliore. L’ultimo, seduto più in basso (perché non è un re) è il marchese Guglielmo VII di Monferrato, causa di lutti per le guerre mosse contro Alessandria e il Canavese.

agosto 20, 2013

Una ricetta al giorno: Polipi alla Luciana

https://i0.wp.com/www.locandantretella.it/wp-content/uploads/2013/06/polipetti-luciana.jpg Per prima cosa accertiamoci che i polipetti siano ben puliti, togliamo gli occhi e il becco al centro. Una volta puliti, versiamo in una pentola un filo d’olio di oliva e aggiungiamoci uno spicchio d’aglio. Poniamo i polipetti a testa in giù, in modo che i tentacoli si arriccino e acquisiscano la classica forma. Aggiungiamo le olive nere, possibilmente prive dell’osso, il peperoncino, i capperi precedentemente messi a bagno in acqua e poi scolati (il cappero e’ intriso di sale, quindi metterlo a mollo per un pò faciliterà l’eliminazione del sale al suo interno). Quando il tutto soffriggerà per una decina di minuti, sfumiamo con del vino bianco. Una volta asciugato il sughetto, aggiungiamo i pomodori. Mi raccomando: saliamo solo alla fine della ricetta, poiché essendoci vari ingredienti abbastanza salati, potrebbe rovinarsi il piatto. Facciamo cuocere per circa 40 minuti, poi spolverizziamo con abbondante prezzemolo e pepe.

Ingredienti x sei persone

1 kg di polipetti veraci
700 gr di pomodori pachini
olive nere una 20
capperi un cucchiaio
un bicchiere di vino bianco
aglio
prezzemolo
peperoncino

olive nere e capperi q.b.

agosto 20, 2013

Bill Evans-My Foolish Heart.

Bill Evans : piano,Larry bunker : drum , Chuck Israel : bass.

William John “Bill” Evans (Plainfield, 16 agosto 1929New York, 15 settembre 1980) è stato un pianista, compositore jazz statunitense. Ha suonato molto spesso in trio.

L’uso di un’armonia totalmente diversa, che ha lasciato il segno, la reinterpretazione personale di molti brani jazz standard, dei block chords, quasi “cantando” le linee melodiche, hanno influenzato molti dei pianisti jazz successivi e hanno riformato l’armonia jazz; è stato considerato il maggior esponente del jazz dopo la Seconda Guerra Mondiale.[1]. Diversamente dagli altri musicisti dei suoi tempi, Evans non ha mai sposato le nuove correnti del jazz fusion o del free jazz.

Nato a Plainfield, in New Jersey, dapprima studia la musica classica, e in seguito studia alla Southeastern Louisiana University. Nel 1955, si trasferisce a New York,con il capobanda e teorico George Russell, Nel 1958, entra a far parte del sestetto di Miles Davis, dove riceve forti influenze musicali. Nel 1959, la band, entrata nella corrente del jazz modale, registra il primo album Kind of Blue, che costituirà il primo grande pilastro di questo nuovo genere.

Verso la fine del 1959, lascia la band di Miles Davis e inizia la sua carriera a capo di una nuovo trio, con i musicisti Scott LaFaro e Paul Motian, uno dei più grandi di tutta la storia del jazz. Nel 1961, dieci giorni dopo aver registrato un altro noto album, Sunday at the Village Vanguard e Waltz for Debby, LaFaro muore in un incidente stradale. Questa perdita sarà una delle conseguenze che aggraverà la sua dipendenza dalle droghe; dopo circa sei mesi di isolamento, Evans rientra con un nuovo trio, stavolta con il contrabbassista Chuck Israels.

Nel 1963, Evans registra Conversations with Myself, un album innovativo da solista, usando l’overdubbing. Nel 1966, incontra il bassista Eddie Gomez, con il quale lavorerà per undici anni. Molti degli album registrati ebbero grande successo, tra i quali Bill Evans at the Montreux Jazz Festival, Alone e The Bill Evans Album.

Nonostante il successo riscosso, Evans è stato di carattere molto debole, e negli anni a venire, ha aumentato le sue dosi di droga nell’illusione di riuscire a superare questi momenti.La sua fidanzata Elaine e suo fratello Harry si suicidano; ciò lo porteranno dapprima ad usare eroina, e negli ultimi mesi di vita, anche la cocaina. Le conseguenze si sono ripercosse anche sulla sua stabilità finanziaria, i rapporti e la creatività musicale, fino a portarlo alla morte, nel 1980.

Molte delle sue composizioni, come Waltz for Debby, sono divenuti degli standard e sono stati registrati da molti altri artisti. Evans ricevette ben 31 Grammy Awards e altri sette premi, talmente da essere annoverato nella Jazz Hall of Fame.[2]

agosto 20, 2013

BREMA – GERMANIA – MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO

….e noi?

agosto 20, 2013

Cosa succede realmente in Egitto


Aangirfan 18 agosto 2013
“La primavera araba è stata progettata per destabilizzare tutti i Paesi islamici e distruggerli… i Paesi in cui i militari sono relativamente deboli, come Tunisia e Libia, sono i Paesi in cui la destabilizzazione è riuscita.” Lo storico Webster G. Tarpley: “L’Egitto afferma l’indipendenza nazionale per la prima volta da decenni“. Estratti Visualizza altro

agosto 20, 2013

Il colpo di stato della CIA contro Mosaddeq (agosto 1953)


Ali Reza Jalali – “Sì, il mio peccato – il mio peccato più grande è che ho nazionalizzato l’industria petrolifera iraniana e scartato il sistema di sfruttamento politico ed economico del più grande impero del mondo. Questo a costo di me stesso, della mia famiglia, e con il rischio di perdere la mia vita, il mio onore e la mia proprietà. CVisualizza altro