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febbraio 7, 2021

.. ed ho trovato l’invasore!

Di Beppe Sarno

Con l’avvento del Governo Draghi quale che sia quello che succederà e quali saranno le soluzioni che verranno date ai problemi, che invece esistono, nessuno può negare che la caduta del governo Conte-due è stato  l’epilogo, di un lungo periodo nel quale la gestione della cosa pubblica è rimasta affidata ad una maggioranza che non ha portato quel contributo che tutti ritenevano necessario ed impellente alla soluzione dei problemi sociali economici e di salvaguardia dell’ambiente della società nazionale quali contrasto della disoccupazione, rilancio del sistema produttivo, livellamento delle differenze regionali esistenti, miglioramento del tenore di vita e soprattutto soluzione dell’emergenza sanitaria.

E’ certo che i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni, inchinati pedissequamente al dettato dell’Europa e della BCE di cui Draghi era il dominus indiscusso nulla hanno fatto per una ricostruzione economica e sociale dell’Italia, con la conseguenza del permanere degli enormi squilibri economici e sociali nell’organismo nazionale.

Perdita di sovranità, concessione di enormi spazi ad organismi internazionali, rinuncia di funzioni strutturali dello Stato, questo il bilancio di un governo nazionale sempre teso alla conservazione del potere senza alcun supporto programmatico che ha prodotto il risultato di un indebolimento del sentimento democratico.

Il quadro che se ne ritrae è impressionante ed angoscioso per chi ha ancora a cuore la democrazia, la difesa dei diritti sociali ed economici conquistati con anni di lotta dei lavoratori.

Tutti osannano l’avvento di Draghi come il salvatore della patria, come se Draghi avesse in tasca la soluzione di problemi che esistono da sempre e che le scelte politiche passate hanno solo aggravato. Bisogna però riflettere sulla circostanza che quei partiti che oggi si preparano a sostenere Draghi sono gli stessi partiti che oggi occupano tutte le cariche più alte dello Stato.

Abbiamo potuto constatare che i più alti posti di responsabilità delle magistrature sono affidati a uomini compromessi con il potere come il caso Palamara ha disvelato.  I partiti al governo che si apprestano ad appoggiare Draghi controllano l’attività di tutti i ministeri, e tutta la vita della Pubblica Amministrazione attraverso i legami con l’apparato burocratico dello stato. Hanno a propria disposizione il potere dei Prefetti e della Polizia.

Tutto questo osannare Draghi da parte dei mass media dimostra come la stampa, i social, la televisione non sono altro che strumenti di penetrazione culturale ed ideologica e di propaganda politica. Alcune sere fa bruno Vespa ha dedicato un’intera trasmissione a Giorgia Meloni. Giorgia Meloni!

In questo pantano la classe politica legittima se stessa legandosi sempre più con i rappresentanti di un sistema finanziario internazionale: banche, fondi di investimento, settori confindustriali  e si alimentano della peggiore tradizione di corruzione e malversazione della nostra Repubblica. Ogni giorno dirigenti di partito vengono arrestati per fatti corruttivi legati al sistema degli appalti, dei favori, degli affari, del sottogoverno.

Così la cosa pubblica che dovrebbe essere votata al “bene comune” di fatto diventa mero strumento degli interessi privilegiati del capitale privato.  Ne è prova la privatizzazione della sanità realizzata dai Presidenti delle regioni in dispregio del dettato costituzionale.

Il Presidente della Repubblica ha chiamato Mario Draghi ad assumere la carica di presidente del consiglio dei Ministri. Le consultazioni sono iniziate, ma non si sa al momento quale sia il progetto politico economico del futuro premier.

Sappiamo però  quello che è stato Draghi e quello che ha fatto. IL Supermario non è un servo sciocco del potere, egli  è invece un ideologo del liberismo; egli è il potere e lo è sempre stato coerentemente fin da quando ha difeso le sue scelte quando era nel 1994 al ministero del Tesoro.

Draghi è stato uno dei teorici delle privatizzazioni iniziati da Prodi e D’Alema e perseguiti accanitamente dal Berlusconi quando divenne Presidente del Consiglio.

La longa manus di Draghi intervenne nell’operazione di acquisto della Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Monti con i soldi degli italiani pagò il conto. Infine Draghi è uno dei responsabili del massacro finanziario della Grecia.

Draghi farà quello che ha fatto sempre e traferirà la sua concezione dello Stato in materia di giustizia, legalità, sicurezza, ambiente, pensioni, precarietà del lavoro, spesa militare, istruzione, sanità, immigrazione, natalità, diritti civili, diplomazia estera, rapporti con la UE, spesa pubblica, stato sociale, agricoltura, OGM, ambiente, energia, infrastrutture, grandi opere. Non c’è da stare allegri!

Un sinistra che non esiste avrebbe il dovere di contrastare tutto questo, di combattere questa deriva reazionaria in cui rischiamo di precipitare.

Cosa serve per un programma socialista per contrastare tutto questo?

Bisognerebbe farsi carico di un programma di risanamento e di incivilimento del Paese usando un linguaggio non più omologato a quello corrente. E’ necessario parlare alla gente di  una rivoluzione culturale, qualcosa che si avvicini sempre più ai problemi concreti di ogni giorno e cioè tutti quei problemi che fanno sentire le persone disperate: ambiente, sanità, lavoro, giustizia nei termini indicati dalla Costituzione..

A che serve parlare di “debito buono” quando le fabbriche chiudono, gli operai vengono licenziati e i disoccupati nel mezzogiorno d’Italia raggiungono cifre intorno al 50% e le donne e i giovani non hanno nessuna speranza di vedere un futuro diverso.

Draghi ucciderà la speranza di milioni di lavoratori fra l’indifferenza generale con i media che ne esalteranno le gradi doti di uomo delle istituzioni.

Maggio 18, 2020

Sfiducia a Bonafede: c’è un piano per far cadere il governo? L’allarme del PD

di  Alessandro Cipolla

Sfiducia a Bonafede: c'è un piano per far cadere il governo? L'allarme del PD

Non sono passate di certo inosservate queste parole pronunciate da Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e uno dei big del Partito Democratico solitamente non molto avvezzo a questi toni così diretti.

Nel Paese sarebbe dunque in atto una sorta di trama per mandare a casa il premier Giuseppe Conte, che vedrebbe la partecipazione non solo dei partiti ma anche di gruppi economici che controllano TV, giornali e altri mezzi di informazione.

Per Andrea Orlando il governo a breve potrebbe di conseguenza finire sotto attacco, con la data da segnare col circoletto rosso che è quella di mercoledì 20 maggio, giorno in cui al Senato si voteranno le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro Alfonso Bonafede.

Le mozioni di sfiducia a Bonafede

Lo scorso 7 maggio, con un annuncio fatto da Matteo Salvini, il centrodestra compatto ha reso noto di aver presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia targato Movimento 5 Stelle.

Due i capi di accusa rivolti al Guardasigilli: la scarcerazione dei numerosi boss mafiosi che hanno approfittato dell’emergenza coronavirus per finire ai domiciliari e la polemica, nata in diretta televisiva, con il pm Nino Di Matteo in merito alla sua mancata nomina alla guida del Dap.

A questa mozione di sfiducia del centrodestra adesso se ne è aggiunta anche un’altra di ispirazione garantista, presentata da Emma Bonino a nome di +Europa trovando poi l’appoggio di Matteo Richetti, passato dal PD ad Azione di Carlo Calenda, oltre ad altri senatori centristi.

La resa dei conti ci sarà mercoledì 20 maggio al Senato, quando si voteranno le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti di Alfonso Bonafede: numeri alla mano, saranno decisivi i 17 senatori di Italia Viva.

Il governo rischia?

Alcuni giorni fa Matteo Renzi nella sua consueta Enews aveva mandato un chiaro messaggio a Giuseppe Conte: “Italia Viva ha incontrato il premier e gli ha consegnato il nostro messaggio per il futuro. Nelle prossime ore, capiremo dal Presidente del Consiglio se, sui punti che abbiamo posto, possiamo camminare insieme”.

Serve un chiarimento politico in generale sui nostri temi, a partire da quelli economici, e specifico sui temi della giustizia” ha rincarato poi il renziano Ettore Rosato. In sostanza, Italia Viva ancora è indecisa se votare o meno la sfiducia ad Alfonso Bonafede.

Se Renzi ha intenzione di mandare a casa Conte l’occasione è senza dubbio ghiotta: al Senato i 17 senatori di Italia Viva possono essere decisivi, soprattutto se appoggeranno la mozione garantista di +Europa.

Una scelta che però potrebbe essere molto pericolosa per l’ex premier. Se cade il governo, il Partito Democratico ha fatto intendere che l’unica soluzione sarebbe quella del voto, una ipotesi da incubo per Renzi che nei sondaggi viene dato sotto la soglia di sbarramento.

Di conseguenza o Italia Viva ha già in tasca un piano per formare una maggioranza alternativa, magari per una sorta di governo di unità nazionale al quale ha aperto anche Giorgetti della Lega, oppure queste dichiarazioni ambigue sulla sorte dei giallorossi sono soltanto una bluff.

In questo scenario le parole di Andrea Orlando assumono dei contorni inquietanti: veramente ci sarebbe una sorta di cospirazione che vedrebbe coinvolti settori della politica, dell’informazione e dell’economia, tesa a rovesciare l’attuale maggioranza e formare un nuovo governo?

 

Maggio 17, 2020

L’ODIO E IL SILENZIO

di Alberto Benzoni

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Fioriscono, anche a sinistra, gli interrogativi sulla vicenda Romano. C’è chi si interroga sul riscatto (ma lo pagano tutti)) o sulla Onlus ( com’era la zona: sicura, non sicura; così così ?). C’è chi contesta, magari giustamente,la sceneggiata del governo al suo ritorno in Italia. Ma i più si concentrano sul bersaglio più facile: la ragazza. Sulle ragioni del suo viaggio in Africa; sui perchè e i percome della sua conversione; sui suoi rapporti con i suo

Altro…

Maggio 9, 2020

Nuovo tracollo Lega, nella crisi Coronavirus sale la fiducia nel governo Conte.

Sondaggio Tecnè: nuovo tracollo Lega, nella crisi Coronavirus sale la fiducia nel governo Conte

Non accenna a fermarsi l’emorragia di consenso per Matteo Salvini. L’ex ministro vede la sua Lega calare ulteriormente nel sondaggio realizzato da Tecnè per l’Agenzia Dire, con i rivali del Partito Democratico che pur perdendo leggermente terreno si avvicinano sempre di più al Carroccio. Dalle rilevazione di Tecnè emerge inoltre come la fiducia nell’esecutivo Conte 2 sia salita notevolmente rispetto ai dati di metà febbraio.

LE INTENZIONI DI VOTO – In soli sette giorni la Lega crolla dello 0,6%, scendendo a quota 26,6%. Dietro si  riavvicina il PD, che pur perdendo 0,1% ha ora il 20,9% dei consensi. Momento d’oro invece per il Movimento 5 Stelle che, trainato anche dal consenso personale del premier Giuseppe Conte, supera Fratelli d’Italia e torna ad essere terzo partito con il 14,9% dei consensi (+0,6%).

A seguire ci sono proprio i sovranità di Giorgia Meloni, che avanza dello 0,2% nelle intenzioni di voto attestandosi al 14,6%. Tra i partiti sotto la doppia cifra è stabile Forza Italia all’8%, mentre non ci sono sostanziali cambiamenti tra gli altri partiti. Italia Viva (-0,1%) è stimata al 3,5%, La Sinistra (+0,1%) al 2,8%, Azione e Verdi (entrambi -0,1%) all’1,8%, +Europa stabile all’1,7%.

LA FIDUCIA NEL GOVERNO – Gli effetti dell’emergenza Coronavirus si fanno sentire sull’indice di fiducia dell’esecutivo giallo-rosso. Se a metà febbraio erano solo il 26,4% degli italiani ad aver fiducia nel secondo governo Conte, oggi il dato si è spinto fino al 31,1%, con un picco del 31,8% registrato lo scorso 10 aprile. Da ormai oltre un mese la fiducia nel governo Pd-M5S-IV non scende sotto quota 30%.

(fonte: il Riformista)

aprile 27, 2020

Conte in conferenza stampa oggi, 26 aprile: ecco come sarà la Fase 2

Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa oggi, domenica 26 aprile, ha annunciato le novità nell’ultimo DPCM dedicate alla Fase 2 a partire dal 4 maggio.

Conte in conferenza stampa oggi, 26 aprile: ecco come sarà la Fase 2

Si è conclusa la conferenza stampa del premier Conte di oggi, domenica 26 aprile, a presentazione del nuovo decreto (DPCM) che delinea le regole da seguire nella Fase 2.
Il Presidente descrive, così, come sarà l’Italia e cosa cambia a partire dal 4 maggio. Tante le novità pensate dal Governo all’interno della sua strategia per il funzionamento della Fase 2, quella di convivenza dell’Italia con il coronavirus.

Le novità nel decreto a partire dal 4 maggio

Oltre all’annuncio di aver fissato i prezzi di mercato delle mascherine, un prezzo giusto e equo a 0,50 euro per mascherine chirurgiche, e aver specificato che il recovery fund offrirebbe ai Paesi più colpiti una strada più rapida per la ripresa, Conte ha rivelato che il Governo sta attualmente studiando la possibilità di rinnovare in via automatica il bonus 600 euro per i liberi professionisti e di stare lavorando a quello che il premier ha definito il decreto sblocca Paese.

Nuovo DPCM 26 aprile: testo del decreto, novità, cosa prevede

In seguito, Conte ha spiegato i dettagli del piano del Governo valido dal 4 al 18 maggio e descritto nel nuovo DPCM presentato questa sera:

  • confermate le motivazioni attuali per gli spostamenti all’interno della stessa Regione;
  • aggiunta la possibilità di spostamenti mirati a far visita a congiunti, con mascherine e distanze di sicurezza;
  • non è possibile spostarsi in una Regione diversa se non per lavoro o assoluta urgenza o motivazioni di salute;
  • consentito il rientro presso proprio domicilio o residenza in ogni caso;
  • chi ha febbre oltre 37,5° e sintomi respiratori ha l’obbligo di rimanere presso il proprio domicilio;
  • confermato il divieto di assembramento;
  • sì all’accesso parchi e giardini pubblici con contingentamento degli ingressi, lasciando la facoltà ai sindaci di richiuderli se il divieto di assembramento non riuscirà ad essere garantito;
  • per l’attività sportiva, rispettando una distanza di 2 metri, 1 metro per l’attività motoria, anche oltre i 200 metri dalla propria abitazione;
  • consentiti allenamento atleti professionisti nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, singoli dal 4 maggio, di squadra dal 18 maggio;
  • ok alle celebrazioni funebri con esclusiva partecipazione fino a un massimo di 15 persone, possibilmente all’aperto e indossando le mascherine;
  • al via l’attività di ristorazione con asporto per bar e ristoranti senza assembramenti;
  • riapre il settore manifatturiero, edile e attività all’ingrosso ad essi correlati sul presupposto che le aziende interessate rispetteranno le disposizioni di sicurezza sul luogo di lavoro.

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Si è poi predisposto un processo di controllo e coordinamento tra Stato e Regioni al fine di monitorare l’impatto dell’allentamento delle misure restrittive, il quale prevede che:

  • le Regioni devono informare ogni giorno il Governo sulla situazione del sistema sanitario e della curva dell’epidemia;
  • a tre giorni dall’attivazione di questo decreto il Ministero della Salute valuterà se intervenire e chiudere il rubinetto. «Ci assumiamo il rischio della riapertura, ma con tutte le precauzioni del caso», specifica il premier.

Conte anticipa, ancora, alcuni dettagli del futuro piano, ancora allo studio del Governo:

  • il 18 maggio abbiamo in programma la riapertura del commercio al dettaglio;
  • musei, mostre, biblioteche riaperte ancora al 18 maggio;
  • 1° giugno è la data in cui vorremmo riaprire bar, ristoranti, estetici, parrucchieri, barbieri;
  • il Governo sta pensando anche a un piano di apertura degli stabilimenti balneari.

La conferenza stampa fa seguito ad una lunga riunione in videoconferenza tra il Presidente del Consiglio Conte e i delegati delle Regioni, di Upi e Anci e l’incontro di questa mattina con i capi delegazione della maggioranza sul tema della Fase 2.

Conte in conferenza stampa 26 aprile, le nuove misure per la Fase 2

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Cibo da asporto per bar e ristoranti
Riapertura di bar e ristoranti, non solo per la consegna a domicilio ma anche per cibo da asporto, a partire dal 4 maggio.

Negozi aperti dal 18 maggio
Il premier ha anticipato che gli esercizi commerciali potranno riaprire da lunedì 18 maggio.

Estetisti e parrucchieri chiusi fino a giugno
Tuttavia, per la riapertura di centri estetici, barbieri e parrucchieri si dovrà aspettare il 1° giugno.

Allenamenti e sport
Dal 4 maggio via libera agli allenamenti sportivi professionali (2 settimane dopo anche in squadra) e libertà per l’attività motoria se praticata individualmente, eccezion fatta per minori e disabili.

Manifatturiero e edile tornano a lavoro
Sul fronte delle industrie confermata la riapertura per le realtà del settore manifatturiero e quello edile, sia pubblico che privato, e del commercio all’ingresso ad essi correlato.

Calcolo dell’indice di contagio R0
Da Palazzo Chigi si rende noto che nuove misure restrittive saranno possibili qualora la curva epidemica tornerà a salire. Quotidianamente ogni Regione dovrà riferire la disponibilità interna delle strutture ospedaliere per comprendere la loro capacità di accogliere nuovi pazienti e l’andamento della curva epidemiologica.

Servirà ancora l’autocertificazione
Rimane in vigore l’obbligo di usare l’autocertificazione per gli spostamenti durante la Fase 2, anche se questa cambierà, andando ad includere un nuovo motivo a spiegazione dell’allontanamento dalla propria abitazione, quello di visita ai propri parenti.

No agli spostamenti da Regione a Regione
All’interno della Fase 2 sarà ancora attivo divieto di spostamento da Regione a Regione. Questo è stato un tema altamente dibattuto ma ha prevalso la linea maggiormente cautelativa, mantenendo la validità delle regole attualmente in uso.

Via libera alle visite con i parenti
Via libera alle visite ai propri parenti, evitando però assembramenti e utilizzando le mascherine.

Ok ai funerali
A partire dal 4 maggio, sarà possibile lo svolgimento di funerali in chiesa, ai quali potranno però partecipare solo i parenti più stretti fino a un massimo di 15 individui.

Musei aperti dal 18 maggio
A partire dal 18 maggio potrebbero riaprire musei, mostre e luoghi culturali.

aprile 25, 2020

LA BANDA DEI 17 DI VITTORIO COLAO

Ora che lo stellone di “Giuseppi” Conte si sta inesorabilmente appannando, è giusto noi tutti si porga più d’una domanda all’avvocato degli italiani. Soprattutto la gente vorrebbe sapere cosa ne ricaverà in futuro dall’essersi reso accondiscendente verso l’instaurazione del comitato abusivo e d’affari dei 17.

Che sembra proprio la ricetta Colao per liquidare gli ultimi scampoli d’Italia, per terminare quelle svendite e chiusure iniziate con la caduta di Bettino Craxi (ultimo presidente del Consiglio davvero italiano). Ma serve proprio una “task force” internazionale per questa Fase due del coronavirus? E Giuseppe Conte ha influito sulle nomine o le ha dovute in parte subire? Poi ci sono quei rumors, vari pettegolezzi, che accreditano il professor Guido Alpa (dove l’avvocato Conte s’è formato) in buoni rapporti con Vittorio Colao, pare consolidati dalla compravendita della Vodafone di De Benedetti a certi inglesi. Ma non scendiamo nel particolare, certi altarini prima o poi ci verranno narrati.

continua:

http://opinione.it/economia/2020/04/17/ruggiero-capone_colao-coronavirus-conte-economia-comitato-17-fase-due-vodafone-goldman-sachs/

aprile 24, 2020

Salvini, sondaggi horror: PD vicino alla Lega e sotto la Meloni nella fiducia nei leader

Salvini, sondaggi horror: PD vicino alla Lega e sotto la Meloni nella fiducia nei leader

Iniziano a essere diversi i campanelli d’allarme in casa Lega, con gli ultimi sondaggi realizzati dall’istituto Ixè in data 21 aprile per conto della trasmissione Cartabianca che certificano una sostanziale crisi sia per il Carroccio che per il proprio leader Matteo Salvini.

Stando all’ultima rilevazione dell’istituto, anche se ancora saldamente primo partito del Paese la Lega non sembrerebbe essere capace al momento di arrestare la propria emorragia di voti.

Un calo che porterebbe il Partito Democratico a essere attestato a soltanto quattro punti percentuale di distacco, dopo che alle ultime europee del maggio 2019 il divario tra i due partiti era quasi il triplo.

Per Matteo Salvini questa sorta di crisi sarebbe iniziata in estate al Papeete, ma da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus le difficoltà sarebbero aumentate anche perché, senza il poter girare tra la gente, l’azione dell’ex ministro appare depotenziata.

Anche la gestione poco convincente della crisi sanitaria in Lombardia, da sempre fortino della Lega e guidata dal fedelissimo Attilio Fontana, potrebbe aver contribuito ad appannare l’aurea del Carroccio.

Guardando i dati snocciolati dal sondaggio, appare evidente come non vada di certo meglio anche all’altro Matteo, visto che Italia Viva fresca creatura politica di Renzi sarebbe addirittura sotto la soglia del 2%.

Salvini male anche nei sondaggi sulla fiducia nei leader

Le brutte notizie dai sondaggi per Matteo Salvini arrivano però anche da quelli sulla fiducia verso i leader politici nostrani. Sempre in una indagine di Ixè del 21 aprile, primo per ampio distacco sarebbe infatti il grande “nemico” Giuseppe Conte.

Il segretario della Lega in questa speciale classifica sarebbe però dietro anche a Giorgia Meloni. Se consideriamo che la maggior parte dei voti che il Carroccio avrebbe perso sarebbero stati intercettati da Fratelli d’Italia, nel centrodestra adesso potrebbe esserci un nuovo dualismo.

L’ex ministro però deve guardarsi anche dalla sempre maggiore popolarità di Luca Zaia, governatore leghista del Veneto che durante questa emergenza dovuta dal coronavirus ha ricevuto attestati di elogio anche dal centrosinistra.

Come se non bastasse, sono diverse le voci che parlano di un rapporto con Giancarlo Giorgetti che ultimamente si sarebbe fatto più complicato: se il numero due della Lega guida la frangia moderata del partito auspicando toni meno forti e più collaborativi, Matteo Salvini sembrerebbe continuare invece nella sua strategia da campagna elettorale permanente.

Il Carroccio comunque sarebbe sempre il primo partito del Paese e Salvini un leader capace di scaldare le piazze come nessun altro al momento, ma in Italia negli ultimi anni non sono stati pochi i leader passati da percentuali plebiscitarie a un forte ridimensionamento. Per informazioni citofonare a casa Renzi.

aprile 23, 2020

Conte: “Recovery Fund tappa importante nella storia UE”

 Violetta Silvestri

Conte: “Recovery Fund tappa importante nella storia UE”

La giornata di oggi era sotto i riflettori dei mercati e della politica europea e non solo, vista l’urgenza di trovare gli strumenti più adatti per fronteggiare le conseguenze economiche del coronavirus, impattante per tutti i Paesi UE, soprattutto l’Italia.

Dopo essersi battuto a favore degli Eurobond come risposta alla crisi ora il Governo italiano ha portato avanti il sostegno deciso per il Recovery Fund, con finanziamenti a fondo perduto.

Conte, parlando in conferenza stampa pochi minuti fa, ha espresso soddisfazione per quanto deciso dai 27 Capi di Stato e di Governo. Queste le motivazioni di tanto entusiasmo da parte del presidente del Consiglio.

Conte soddisfatto sul Recovery Fund: ecco perché

La decisione di ragionare, tutti e 27 i Paesi dell’UE, sullo strumento del Recovery Fund ha segnato addirittura una tappa importante nella storia europea secondo Conte.

Il presidente del Consiglio si è detto molto soddisfatto dell’esito della riunione odierna, perché:

“A questa emergenza sanitaria, economica e sociale [si è risposto con] uno strumento innovativo, un fondo della ripresa con titoli comuni europei che andrà finanziarie i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia. È passato anche il principio che è urgente e necessario, l’Italia in prima fila a chiederlo.”

Conte ha ribadito, inoltre, quanto sia stato fondamentale inviare, insieme ad altri 7 Paesi UE, una lettera specifica nella quale sono state date indicazioni sulle misure da intraprendere.

Un passo cruciale secondo il presidente del Consiglio, visto che fino a questo momento un accordo su uno strumento simile – il Recovery Fund – era impensabile.

La risposta europea, in questo modo, sarà molto più “solida, coordinata, efficace”. Al fondo si aggiungono gli strumenti già indicati dall’Eurogruppo.

I nodi da sciogliere sul fondo della ripresa

Nonostante l’entusiasmo del nostro primo ministro, che ha parlato di grandi progressi, la questione del Recovery Fund non è priva di intoppi. E di disaccordi.

Anche se la stessa Germania, infatti, ha dichiarato che lo strumento è nell’interesse nazionale tedesco, i Paesi si sono nuovamente divisi sulle modalità di erogazione dei finanziamenti.

Gli Stati del Sud, Italia compresa, vogliono la modalità fondo perduto, non accettata dal fronte dei Paesi del Nord. Ora toccherà alla Commissione trovare la quadra sul Recovery Fund.

Conte, naturalmente, spera di poter di nuovo esultare.

aprile 21, 2020

Conte propone il recovery fund per l’Italia!

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Nell’ intervento al senato di oggi 21 aprile il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla del recovery fund con a garanzia direttamente il bilancio UE. In buona sostanza la condivisione del rischio diventa comune a tutti i paesi della EU che non tiene conto del debito passato che rimane inalterato.

Conte ha definito i recovery fund: “una parte essenziale” per aprire una trattativa con  i paese intransigenti aggiungendo “l’Italia intende realizzarlo il prima possibile e questo sarà il tema della riunione di giovedì”, giorno in cui si svolgerà il prossimo incontro del Consiglio europeo.

Ma c’è una differenza sostanziale fra eurobond o corona bond e recovery fund.

La prima è che gli eurobond sono titoli emessi dai singoli stati sotto la garanzia totale e reciproca di tutti. In buona sostanza ogni governo deciderebbe secondo i suoi processi costituzionali (fra cui le regole di bilancio, eventuali impegni con paesi terzi) e con la sua maggioranza parlamentare.

Inoltre gli eurobond non costringono gli stati a sottostare alle regole di bilancio EU.

I recovery fund viceversa vengono emessi da un ente collettivo  sotto il diretto controllo dell’EU. In buona sostanza è un mes travestito: viene alimentato da a contributi (calcolati in un certo modo) degli stati membri, entro limiti complessivi e per materie decisi periodicamente all’unanimità, e speso secondo il metodo comunitario. Inoltre l’utilizzo non è libero ma viene stabilita una procedura comune per decidere l’utilizzo.  Stiamo parlando di un MES mascherato.

Parlando ancora del recovery fund, secondo Conte “questo nuovo strumento finanziamento dovrà essere conforme ai trattati perché non abbiamo tempo per modificarli. Va gestito a livello europeo senza carattere bilaterale, deve essere ben più consistente degli strumenti attuali, mirato a far fronte a tutte le conseguenze economiche e sociali, dovrà essere immediatamente disponibile e se dovrà ricadere nel quadro finanziario pluriennale dovrà essere messo a disposizione subito, attraverso garanzie che ne anticipino l’applicazione”.

Conte ignora o finge di ignorare le differenze costituzionali macroscopiche fra i due strumenti  che di fatto  implica la rinuncia ad una quota di sovranità fiscale  e in senso molto ampio, di politica economica e finanziaria.

L’avvocato del popolo si è dimostrato per quello che veramente è.

Beppe Sarno

aprile 10, 2020

Conte: ecco tutta la verità sul MES

Conte: ecco tutta la verità sul MES

Giuseppe Conte si è a lungo soffermato, come promesso, per fare chiarezza su quanto avvenuto in occasione dell’Eurogruppo di ieri, in cui si è di fatto aperto alla possibilità di ricorrere al Meccanismo Europeo di Stabilità da parte dei Paesi che ne faranno richiesta, a condizioni agevolate, per far fronte alla crisi dettata dal coronavirus.

Qual è la verità di Conte? Il MES può davvero arrivare in Italia?

Conte: vi racconto la verità sul MES

Il presidente del Consiglio parte dal principio, spiegando ai cittadini che l’ultimo Eurogruppo ha proposto, tra vari altri strumenti, l’attivazione di una nuova linea di credito, senza condizionalità, tranne l’obbligo di impiegare tali risorse per la spesa sanitaria. Tale strumento, come ormai sappiamo, è il MES.

Conte sottolinea che su questo punto, già dalle prime ore di ieri sera, si è creato un dibattito, legittimo ma impreciso.
Per questo motivo si è soffermato nel compiere alcune precisazioni, rivelando la sua verità su quanto recentemente accaduto:

  • il MES esiste dal 2012, “non è stato istituito ieri dall’Eurogruppo, come falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni”. “Questo governo non lavora con il favore delle tenebre, guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”, ha aggiunto;
  • l’Eurogruppo non ha firmato nulla né istituito alcun obbligo. Il ricorso al MES rimane volontario e nulla è stato ancora ufficializzato;
  •  su richiesta di alcuni stati membri , non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato alla proposta – non ancora completata – di una linea di credito collegata al MES totalmente nuova rispetto alle linee di credito esistenti e diversamente regolate”;
  • l’Italia non ha firmato alcuna attivazione del MES perché non ha bisogno del MES. Il Governo Conte ritiene il Fondo Salva-Stati uno strumento totalmente inadeguato.

L’Italia non accetterà il MES. “Combatteremo per gli eurobond”

In occasione dell’ultimo Consiglio europeo Conte lo ha chiarito ai suoi omologhi: l’Italia non accetterà mai l’arrivo del MES.
Alcuni Stati membri, che stanno combattendo in Europa insieme all’Italia per l’attivazione degli eurobond, sono anche interessati all’attivazione del MES senza le vecchie condizioni. Ed è questo il motivo per cui l’Italia partecipa a questa discussione sul tavolo.

Conte ha poi aggiunto:

Stiamo combattendo per avere ventaglio di nuovi strumenti innovativi (che includano gli eurobond, ndr). Lavoreremo fino alla fine con coraggio in questa battaglia difficile.