Nell’estate del 1944, nell’Italia settentrionale, i partigiani passarono all’offensiva.
Il 10 settembre fu liberata la val d’Ossola, in Piemonte, dove fu costituita una repubblica partigiana che resistette per quaranta giorni agli attacchi dei nazifascisti.
Già a partire dal luglio 1944 un’ampia zona a cavallo tra il confine, l’Alto Friuli e il Veneto venne liberata dall’occupazione tedesca.
Si costituirono due Zone Libere: quella del Friuli Orientale e la Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli. Quest’area comprendeva una quarantina di comuni montani e si estendeva per circa 2580 kmq.
Il 26 settembre venne eletta la Giunta di Governo della Zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli, con sede ad Ampezzo. Il suo compito era quello di amministrare e organizzare le varie attività che si svolgevano sul territorio.
La Giunta di Governo si organizzò come un vero e proprio apparato di governo del territorio riorganizzando l’amministrazione della giustizia, la scuola, il sistema fiscale, la gestione del patrimonio boschivo, l’approvvigionamento, il controllo dei prezzi, l’ordine pubblico.
Alla fine del settembre 1944 i nazifascisti sferrarono una grande offensiva contro la zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli, impiegando fino a 40 mila uomini. L’obiettivo era rendere sicure e transitabili le vie stradali e ferroviarie verso la Germania e l’Austria.
A fianco dei nazifascisti vennero schierati migliaia di soldati cosacchi e caucasici che, a partire dall’agosto 1944, erano stati trasferiti in Friuli e in Carnia insieme alle loro famiglie. I cosacchi condussero una lotta feroce contro i partigiani, fatta di saccheggi e violenze di ogni genere contro la popolazione.
I morti, tra i partigiani, furono oltre trecento.
Il 10 ottobre 1944 l’offensiva nazifascista mise fine all’esperienza della Repubblica Partigiana della Carnia. Rimasero libere fino verso la metà di dicembre le valli Tramontina, d’Arzino, del Cosa e la val Colvera.
