di Beppe Sarno

Alessandro Sallusti direttore del “Giornale”, pochi giorni fa ha dichiarato che “il ‘Virus ci ha liberato dalla retorica del 25 aprile’gli fa eco oggi Ignazio La Russa che vuole trasformare il 25 aprile in una festa dei morti di tutte le guerre e dei morti del coronavirus.
Condivido l’indignazione di molti ma non mi meraviglio.
Si è forse fatto qualcosa negli ultimi venti anni perchè questo non accadesse? la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione è rimasta sulla carta; la legge Mancino risulta inapplicata e Casapoud agisce indisturbata sotto gli occhi di tutti. Per non parlare di Matteo Salvini.
il “Giornale” tramite il suo direttore figlio di un gerarca fascista aderente alla Repubblica di Salò fa apologia, tutto sotto la compiacente e silenziosa acquiescenza dei nostri governanti.
Per me è strano che Salludsti, La Russa e personaggi della loro risma non abbiano fatto di più e peggio.
la verità è che del 25 aprile ormai interessa a pochi; l’antifascismo è diventata una bandiera logora e i cosiddetti democratici hanno perso il senso e la nozione di antifascismo. Siamo tutti antifascisti. A me sorge il sospetto che questi sedicenti paladini della democrazia antifascisti non lo siano mai stati. I decreti sicurezza di Salvini sono ancora lì pronti ad essere usati in caso di necessità.
Però il 25 aprile è vivo e va difeso perchè questa data ricorda che la guerra partigiana liberò l’Italia dal nazifascismo e per questa liberazione morirono migliaia di partigiani combattenti, nei boschi, sulle montagne fucilati, impiccati, bruciati vivi, finiti di stenti.
E’ giusto indignarsi e difendere il 25 aprile da ogni contaminazione perchè i combattenti partigiani sacrificarono la loro vita per il trionfo di quegli ideali di libertà e di democrazia che la nuova repubblica scolpi nella nostra Carta Costituzionale.
“Brigata Garibaldi”, Corpo Volontari perla Libertà, Giustizia e Libertà, Brigate Matteotti composta da cittadini che spesso non avevano un’idea politica già formata, nè forse sapevano quale indirizzo politico avessero le formazioni a cui si aggregavano. tutti con l’unico scopo di combattere per la libertà e per opporsi alla opposizione armata ai tedesco-fascisti.
Onorare la liberazione significa onorare e ricordare alle giovani generazioni tutti quei morti e tutti quelli che, sopravvissuti tornarono dai boschi.
Grazie a questi per lo più sconosciuti eroi oggi possiamo sentirci un paese libero. Mai potrò condividere il 25 aprile con chi irridendo l’antifascismo vuole calpestare la democrazia e incoraggiare atteggiamenti falsamente unitari provando nostalgia per un regime che ha governato l’Italia con il terrore e l’odio.
Per questo falso atteggiamento unitario ci ha già pensato all’epoca Togliatti e per me basta.