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Le lacrime potrebbero avere un ruolo nella diagnosi precoce del cancro al seno e alla prostata, e addirittura nel valutare se una persona ha una predisposizione verso lo sviluppo di queste malattie. E’ quanto emerge da una ricerca della University of South Wales, in collaborazione con il Brien Holden Vision Institute, il St George Hospital e la Minomic International. Allo studio ci sono attualmente oltre 100 proteine del liquido lacrimale e le loro combinazioni. Gli studiosi sono al lavoro per sviluppare un test rapido e non invasivo di diagnosi e monitoraggio per i tumori della prostata e della mammella. Secondo l’autore principale della ricerca, Mark Willcox della School of Optometry and Vision Science, sono stati scelti questi due tipi di cancro dal momento che sono entrambi associati ai cambiamenti ormonali coinvolti nella produzione di liquidi da parte della ghiandola lacrimale. Tramite la spettrometria di massa e il controllo di reazioni multiple, i ricercatori hanno individuato il livello di un biomarker proteico nel fluido lacrimale e lo stanno esaminando per rilevare le differenze in combinazioni di oltre 100 proteine presenti nel liquido.
Il trapianto di midollo osseo potrebbe curare l’emofilia di tipo A. La notizia arriva dal Dipartimento di Scienze della Salute di Novara. Un team di ricercatori ha recentemente scoperto come il trapianto di midollo osseo abbia un potente effetto terapeutico su questa patologia, grazie alla produzione della proteina FVIII. L’emofilia A, infatti, e’ una malattia caratterizzata da una grave insufficienza della coagulazione del sangue, dovuta alla carenza o alla ridotta funzionalità di una delle proteine della coagulazione: il fattore VIII o FVIII.
Il decreto sviluppo licenziato da qualche giorno dal governo a una più attenta lettura sta generando molta preoccupazione tra chi, tra qualche tempo, potrebbe vedere il fiorire di trivelle sul suo territorio, incluso marino.
Sul sito della Regione Basilicata, infatti è apparsa una riflessione di Nicola Benedetto capogruppo Idv in Consiglio Regionale che nota che accanto alla norma che prevede il limite di 12 miglia per le trivellazioni in mare, vi siano anche norme più gentili verso chi effettuerà trivellazioni su terraferma.
Il limite delle 12 miglia per le trivellazioni off shore in parte accontenta chi si scagliò contro la precedente possibilità studiata dalla Prestigiacomo di accorciare le miglia a 5. Ma di fatto questo limite di 12 miglia contente di andare a trivellare nel golfo di Taranto proprio nei pressi della costa metapontina, peraltro il limite non vale per le autorizzazioni pregresse per cui chi ha ricevuto il via libera dal ministero dell’Ambiente (si proprio lui) a trivellare a 5 miglia dalla costa può tranquillamente procedere.
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