Un nuovo test genetico sviluppato dall’Universita’ di San Francisco permette di predire quali uomini hanno una maggiore probabilita’ di sviluppare la forma piu’ aggressiva di tumore alla prostata. Il metodo, descritto al meeting della American Urological Association, permette anche di capire per quali soggetti e’ meglio adottare una “sorveglianza attiva!. Il test, basato sull’analisi della biopsia, e’ stato validato su 395 pazienti, e si e’ mostrato in grado di trovare quel 75 per cento di persone che sviluppano il tumore nella forma che cresce piu’ lentamente, e che con tutta probabilita’ non avranno mai bisogno di trattamenti: “Queste persone – specificano gli autori – possono scegliere tranquillamente la ‘sorveglianza attiva’, con controlli periodici”.
Cancro alla prostata: un test genetico per scovare le forme più aggressive.
Cancro: nuove varianti genetiche aumentano rischio per seno, prostata e ovaie.
Una maxi ricerca internazionale ha analizzato i campioni di dna di più di 100mila persone malate e di altrettante sane. Ci saranno maggiori possibilità di individuare i soggetti più esposti e anche quelle di sviluppare cure mirate.
ROMA – Oltre 70 nuove varianti genetiche che aumentano il rischio di cancro al seno, alla prostata e alle ovaie sono state individuate grazie a una maxi ricerca internazionale articolata in cinque studi i cui risultati sono stati pubblicati sulle riviste Nature genetics, American Journal of Human Genetics e Plos Genetics. La scoperta si deve al consorzio Collaborative Oncological Gene-environment Study (Cogs), che riunisce oltre 100 istituzioni, tra le quali l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, impegnate nello studio dei fattori genetici che predispongono allo sviluppo di alcuni tumori.
Per arrivare a questi risultati sono stati analizzati i campioni di dna di oltre 100mila persone colpite dal cancro e poi li si è confrontati con altrettanti campioni di dna di persone sane. Sono state individuate 74 nuove varianti genetiche che aumentano il rischio di cancro al seno, alla prostata e alle ovaie, diagnosticati ogni anno a più di due milioni e mezzo di persone nel mondo.
“Il nostro istituto – spiega Paolo Radice, direttore della struttura di Medicina Predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori – ha partecipato agli studi sul tumore al seno. Negli ultimi 10-15 anni si è iniziato a usare dei test clinici che rilevano alcuni geni che identificano i pazienti a rischio, perché con mutazioni di origine familiare. Ma il problema è che nel 75-80% dei casi il test non porta a identificare una mutazione, questo perché evidentemente la predisposizione è legata ad altre varianti genetiche“. Ora, con questa scoperta, le possibilità di identificare i soggetti a rischio aumentano.
Tumore alla prostata: cinque sedute contro quaranta per sconfiggerlo.
Cinque sedute di radioterapia al posto delle 40 solitamente necessarie. E poi raggi più sicuri, precisi e con minori effetti collaterali. Tutto questo grazie ad una radioterapia che sfrutta l’accelerazione di particelle atomiche come se fossero un bisturi invisibile, che agisce solo lì dove serve. La terapia non è nuova, si chiama adroterapia, ma è innovativa l’applicazione della radioterapia. L’ha presentata Roberto Orecchia, direttore della divisione di radioterapia dello Ieo e direttore scientifico della Fondazione Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica). “Utilizziamo questa tecnologia per trattare la malattia nella sua fase iniziale, quando il Psa (l’antigene prostatico specifico) non supera i 10/15 nanogrammi per millilitro”. Essenziale quindi è la diagnosi precoce. Dopo può intervenire la cura. Rapida e di durata inferiore a quella tradizionale.
La prostata guarisce a Reggio Emilia: Un nuovo laser guarisce definitivamente l’ipertrofia in totale sicurezza.
L’urologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia diretta dal dottor Franco Bergamaschi è all’avanguardia in Emilia Romagna con Greenlight laser che risolve definitivamente, in un solo giorno e in anestesia locale (spinale) l’ipertrofia prostatica benigna – ingrossamento della prostata (IPB ) – , un disturbo che colpisce circa l’ 80 % degli italiani over 50. L’unità urologica reggiana, già nota per l’uso di innovative tecniche chirurgiche mininvasive, si pone così tra i centri di eccellenza e di riferimento in Italia per la cura di questa patologia. Greeenlight si avvale di un nuovo laser “a raggio verde” che elimina il tessuto prostatico in eccesso, causa del problema. E’ in uso da alcuni mesi al Santa Maria di Reggio Emilia a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale
Ginecomastia in aumento tra gli uomini: oltre il 20% in più in due anni.
09:13 pm | Sempre più uomini vanno dal chirurgo per eliminare mammelle troppo abbondanti, fonte di disagio a livello sociale. Il problema si chiama “ginecomastia” e interessa un numero crescente di…
1 dicembre 2012 / Leggi tutto »
Urologia: arriva in Italia il QPT (Quick prostate Test).
07:09 pm | Si chiama ”Quick Prostate Test” (QPT) ed e’ il primo vero strumento, sviluppato dalla SIU (Societa’ Italiana di Urologia), a disposizione dei Medici di Medicina Generale per prevenire…
26 novembre 2012 / Leggi tutto »
Tumori: allo studio un test, per diagnosticarli dalle lacrime.
Le lacrime potrebbero avere un ruolo nella diagnosi precoce del cancro al seno e alla prostata, e addirittura nel valutare se una persona ha una predisposizione verso lo sviluppo di queste malattie. E’ quanto emerge da una ricerca della University of South Wales, in collaborazione con il Brien Holden Vision Institute, il St George Hospital e la Minomic International. Allo studio ci sono attualmente oltre 100 proteine del liquido lacrimale e le loro combinazioni. Gli studiosi sono al lavoro per sviluppare un test rapido e non invasivo di diagnosi e monitoraggio per i tumori della prostata e della mammella. Secondo l’autore principale della ricerca, Mark Willcox della School of Optometry and Vision Science, sono stati scelti questi due tipi di cancro dal momento che sono entrambi associati ai cambiamenti ormonali coinvolti nella produzione di liquidi da parte della ghiandola lacrimale. Tramite la spettrometria di massa e il controllo di reazioni multiple, i ricercatori hanno individuato il livello di un biomarker proteico nel fluido lacrimale e lo stanno esaminando per rilevare le differenze in combinazioni di oltre 100 proteine presenti nel liquido.
Prostatectomia: non prolunga la vita del paziente rispetto al non farla.
La prostatectomia, la rimozione chirurgica della prostata, l’intervento piu’ comune nel caso di tumore della ghiandola, e’ sostanzialmente inutile in quando non prolunga la vita del paziente rispetto al non fare nulla.
E’ quanto emerge da uno studio (Prostate Intervention Versus Observation Trial) guidato da Timothy Wilt.
La ricerca e’ iniziato nel 1994 e ha preso in considerazione 731 uomini affetti da tumore alla prostata ed ha dimostrato che quanti si erano sottoposti all’intervento di prostatectomia hanno avuto meno del 3% di benefici in termini di tempo di sopravvivenza rispetto a quanti non avevano subito l’operazione. I ricercatori hanno seguito i pazienti per un totale di 12 anni. La ricerca e’ stata presentata ad un congresso di urologi a Parigi a febbraio ed e’ stato accolto, riferisce il britannico ‘The Independent’, da un attonito silenzio perche’ mette in dubbio l’efficacia della soluzione tipo al cancro alla prostata, la forma tumorale piu’ comune tra gli uomini.
Cancro alla prostata: il vaccino passa alla fase III.
Un trattamento che utilizza virus in grado di veicolare Dna umano per ‘dirigere’ le difese naturali del corpo solo contro le cellule tumorali, il Prostvac, sviluppato dalla Bavarian-Nordic Immunotherapeutics, e’ il primo vaccino contro il cancro alla prostata ad aver raggiunto in Europa la fase 3 della sperimentazione.
La notizia e’ stata pubblicata sul ‘Guardian’. Finora in Gran Bretagna non e’ stato ancora approvato alcun vaccino contro i tumori, ma gli scienziati ritengono che possa non solo raddoppiare l’indice di sopravvivenza, ma anche offrire la base per curare altri tipi di cancro.
Tumore alla prostata: l’effetto del cadmio sull’incidenza riscontrata.
E’ stato pubblicato sulla rivista internazionale PlosONE il risultato di una nuova ricerca in collaborazione fra l’Italia e gli Usa sugli effetti del cadmio – elemento tossico che deriva da smaltimento inappropriato di batterie, vernici e altro – sulla prostata.
Che il cadmio determinasse il cancro della prostata e del polmone era gia’ noto: ”Abbiamo scoperto non soltanto alcuni dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione neoplastica della prostata, ma anche alcuni dei meccanismi secondo i quali alcuni tumori della prostata possono diventare particolarmente aggressivi”, spiega Pier Paolo Claudio – professore associato al Dipartimento di Biochimica e Microbiologia del Joan C. Edwards School of Medicine, Marshall University, Huntington, West Virginia, Usa – che ha effettuato la ricerca in collaborazione con un team di colleghi (Pierpaolo Aimola, Marco Carmignani, Anna Rita Volpe, Altomare Di Benedetto, Luigi Claudio, Michael P. Waalkes, Adrie van Bokhoven, Erik J. Tokar) dell’Universita’ dell’Aquila, dell’Istituto dei Tumori di Napoli ”Fondazione Senatore Pascale”, dell’Universita’ del Colorado, e dell’NIH, il National Institutes of Health degli Usa.
”Questo – aggiunge – puo’ portare alla formulazione di nuove terapie per combattere il cancro alla prostata”.