Archive for giugno 26th, 2012

giugno 26, 2012

Per lo meno si fuma.

La quota di mercato di marijuana aumenta in Europa a scapito di quella di hashish. Ma la vera novita’ e’ che l’Europa non e’ solo un grande consumatore di “erba” ma ormai e’ anche un importante produttore: 29 Paesi su 30 hanno coltivazioni “domestiche”. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio europeo sulle droghe in occasione della Giornata contro la droga. Circa 78 milioni di europei hanno provato almeno una volta la cannabis e 9 milioni di giovani ne hanno consumata nell’ultimo mese.

giugno 26, 2012

Di Pietro e Vendola uniti nella lotta.

Mentre sono in corso le prove di alleanza ‘anomala’ tra Pd e Udc, in parallelo Antonio Di Pietro e Nichi Vendola si preparano a ”Costruire l’alternativa per cambiare l’Italia”. Su questo impegno, il presidente dell’Italia dei Valori e il leader di Sinistra Ecologia e liberta’ terranno una conferenza stampa venerdi’ prossimo 29 giugno alle ore 17 nella Sala Stampa di Montecitorio.

giugno 26, 2012

Sono ancora qui!

”Siamo ancora qui, nella lotta, attivi come sempre”: il popolo No Tav si ritrova in Valsusa per l’anniversario della caduta della ”Libera Repubblica della Maddalena” o dello sgombero (all’alba del 27 giugno 2011) dell’area del cantiere del tunnel geognostico della ferrovia ad alta velocita’ Torino-Lione.

Per celebrare questa data simbolo, il movimento ha organizzato, domani notte, una ”cena al sacco” e una ”passeggiata” in Valle Clarea, proprio a ridosso delle recinzioni.

giugno 26, 2012

Via Almirante.

Alemanno vuole intitolare una strada all’ex capo del MSI Giorgio Almirante. Fra le cose più vergognose di cui si è macchiato Almirante basta ricordare che  fu redattore de La difesa della Razza di Telesio Interlandi; in seguito venne nominato capogabinetto del Ministero della cultura popolare della RSI e fu cofirmatario di quell’editto di condanna a morte per chi avesse collaborato con l’esercito partigiano che produsse tanti lutti, tra i quali il massacro di 83 minatori di Niccioleta (Massa Marittima), prelevati dalle proprie case di primo mattino e fucilati alla schiena come traditori solo perché sospettati di essere antifascisti. Almirante fece un appello  a trasmettere il potere agli alti gradi dell’Esercito durante la crisi Moro.La sua comunanza con la giunta golpista dei colonnelli in Grecia è nota a tutti, ma pare che nessuno voglia ricordare quella tragica stagione di torture e uccisioni di democratici ellenici.Ora ci si viene a dire che il camerata Almirante, razzista, complice e parte attiva nello sterminio dei suoi compatrioti, cattolici, ebrei o miscredenti che fossero, collaborazionista con gli occupanti germanici e sostenitore dell’annientamento fisico dei suoi nemici politici e del popolo ebraico può essere equiparato ad un Bruno Buozzi, a un De Gasperi, a un Togliatti, a un Calamandrei, a un Terracini, ad un Carlo Alberto Della Chiesa o ad un Sandro Pertini, a tutti gli altri antifascisti e combattenti per la liberazione dell’Italia! Sarebbe una offesa gravissima per il popolo di Roma, città medaglia d’oro della Resistenza, che in 9 mesi di occupazione tedesca e repubblichina mise in atto ben 230 attacchi armati contro i nazifascisti, quasi uno al giorno! Ogni sincero democratico deve mobilitarsi per impedirlo.(Anpi Roma)

giugno 26, 2012

da ricovero!

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto durante una riunione di uno dei partiti della sua coalizione che l’Europa non avrà responsabilità condivisa sul debito fino a quando lei vivrà, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti.

Merkel ha aggiunto che non ci sarà responsabilità condivisa del debito nemmeno in Germania – dopo che il governo si è accordato con gli stati federali per l’emissione congiunta di “bond tedeschi” – nelle dichiarazioni riferite dai partecipanti ad una riunione con i Liberi Democratici, partner del suo governo di coalizione.

giugno 26, 2012

Socialismo Tascabile (Prove Tecniche di Trasmissione)

giugno 26, 2012

Poveri onorevoli.

Una pensione di 2500 euro al mese, spicciolo più spicciolo meno.
È la garanzia più solida e concreta che Mario Monti ha per restare in carica fino al termine naturale della legislatura, nel 2013. Soldi che non andranno a lui ma a tutti quei deputati e senatori, circa un terzo dei parlamentari, che matureranno il vitalizio solo a partire da aprile dell’anno prossimo (più una manciata addirittura negli anni successivi). Su di loro, più che su sottili alchimie politiche e appelli alla responsabilità si regge il governo del Professore. Un bel «gruppone» che ha fatto bene i suoi calcoli e che non è disposto a rinunciare a una pensione garantita solo per far cadere l’esecutivo in anticipo e andare a votare in ottobre. Anzi quello sarebbe un caso «sciagurato» come lo definisce qualche deputato chiacchierando sottovoce in Transatlantico, perché con la legge modificata nel 2007 i parlamentari ricevono il vitalizio solo dopo 5 anni di effettivo mandato, mentre prima bastavano due anni e mezzo. Assegno che gli verrà dato a partire da 65 anni di età. Ma il tetto può esser abbassato per ogni anno in più di presenza in Parlamento. Il gruppo è trasversale e riguarda tutti i partiti.

giugno 26, 2012

La storia si ripete due volte. La prima come tragedia e la seconda pure.

La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
Eugenio Montale (La Storia)

Fa venire i brividi il solo ricordare la storia di alcuni dei periodi più drammatici della Grande Depressione, come quella del 1937, quando il Presidente degli Stati Uniti Franco Delano Roosevelt abbandonò la politica di stimoli fiscali, troppo presto perché la ripresa economica non si trasformasse di nuovo in recessione.

Eppure quella storia sembra oggi del tutto dimenticata, scrive Paul Krugman nel suo editoriale di ieri sul New York Times. Meglio sarebbe però ricordare il 1931, l’anno in cui ci fu il grande crollo, del quale sempre più spesso anche gli economisti più tranquilli oggi parlano, prosegue. Ed in effetti ci sarebbe molto da imparare, poiché non poche sono le circostanze simili alla situazione attuale.

Tutto iniziò con una crisi bancaria in un piccolo paese, l’Austria. I costi del salvataggio bancario misero in serio dubbio la solvibilità dello Stato. Benché non fosse verosimile che la dimensione di quel problema avesse effetti sull’economia mondiale, il panico cominciò a diffondersi ovunque. Tutto questo dovrebbe risuonare molto familiare. Ma la vera lezione che dovrebbe essere appresa da tutta quella vicenda è quella delle politiche di intervento che hanno abdicato al loro ruolo. I governi a quel tempo più forti, Francia e Stati Uniti, avrebbero infatti potuto fare molto di più per limitare i danni di quella situazione. Ma le cose andarono molto diversamente, e ci fu un incredibile rimbalzo di responsabilità rispetto a chi dovesse intervenire.

Ecco, quel che sta accadendo ora è del tutto simile, afferma Krugman. Basta considerare come i leader europei stanno gestendo la crisi bancaria della Spagna (la crisi greca, la si può in tal senso non considerare perché è ormai una causa persa e perché in effetti è la crisi della Spagna che deciderà dei destini d’Europa). Così come l’Austria nel 1931, la Spagna ha oggi il suo sistema bancario in difficoltà che necessita di una ricapitalizzazione, ma lo stato iberico, proprio come quello austriaco di allora, si trova di fronte a problemi di insolvenza. Sembrerebbe quasi ovvio, dunque, quel che dovrebbe verificarsi: gli stati Europei creditori dovrebbero assumersi almeno un po’ del rischio che stanno fronteggiando le banche spagnole. Questo la Germania non lo farà, anche se la essendo la posta in gioco la sopravvivenza dell’euro l’assunzione di un po’ di rischio finanziario dovrebbe essere considerata piccola cosa.

E invece no, la “soluzione” europea è stata quella di prestare denaro al governo spagnolo affinché così potesse salvare le sue banche. Non ci è voluto molto perché i mercati finanziari si rendessero conto che tutto questo non risolveva, e quindi la Spagna è entrata in una situazione debitoria più pesante, mentre la crisi europea è ora più seria che mai.
Non è il caso di ridicolizzare gli europei, continua Krugman, poiché un simile grado di irresponsabilità riguarda anche gli Stati Uniti con i suoi politici. La Fed, che ha nel suo mandato i due obiettivi del mantenimento della stabilità dei prezzi e quello della piena occupazione, la scorsa settimana, stando alle proiezioni economiche, ha dimostrato di averli falliti tutti e due (con un tasso di occupazione di molto sotto il target), in una prospettiva di diversi anni a venire. E in tutto ciò la Fed non fa assolutamente nulla. Si potrebbe trattare di una congiura dei Repubblicani ai danni di Obama, certo, o di qualcos’altro. Ma sia come sia, anche in questo caso, come in Europa, nulla si muove con il pretesto che la responsabilità sia sempre quella di qualcun altro.

Così come nel 1931 le nazioni occidentali dispongono di tutte le risorse che servono per evitare la catastrofe e addirittura per riportare le economie alla prosperità, con il vantaggio che oggi conosciamo molto di più del funzionamento delle cose di quanto non sapessero i nostri predecessori. Ma la conoscenza e le risorse non servono a nulla se coloro che le posseggono si rifiutano di usarle. Non sono in se stessi i fondamentali dell’economia a mettere paura, ma l’aver pressoché tutti i governi aver abdicato alle loro responsabilità. Ed è questo che, prima di ogni altra cosa – conclude Krugman – angoscia sempre più la maggior parte degli economisti.

Karl Marx scrisse che la Storia si ripete due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Si sbagliava: anche la seconda è in forma di tragedia.

La grande abdicazione di Paul Krugman, editoriale sul New York Times

giugno 26, 2012

E questo il passaggio che fa tanto incazzare Nencini?

Solo un passaggio dell’intervista che Beppe Grillo ha rilasciato a Yedioth Ahronot, il più diffuso quotidiano israeliano, giusto per:

L’economia in Iran va bene, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati … Ahmadinejad vuole cancellare Israele dalle mappe? Non penso lo voglia davvero, lo dice e basta. Del resto anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m’ha spiegato che le traduzioni non erano esatte.

(…)

giugno 26, 2012

Elementare!

il sito di Ippo di Stefano Frassetto

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