Vi dico come andrà a finire, così possiamo tornare ai nostri impegni e ai nostri affetti senza perdere altro tempo con quei simpatici mentecatti della minoranza del Pd.
Dunque: la riforma elettorale sarà approvata così com’è con i voti determinanti di Berlusconi (al quale interessa soltanto la clausola del 2016); al Quirinale andrà un presidente fidatissimo, scelto personalmente da Renzi ed eletto con i voti determinanti di Berlusconi; Forza Italia non sarà fatta entrare nel governo e più in generale, non appena completata anche la riforma del Senato e del Titolo V, Berlusconi perderà ogni ruolo perché a Renzi non servirà più (dunque né salvacondotto né ‘agibilità politica’); a marzo l’Europa romperà i coglioni sui conti pubblici e Renzi avrà così un nuovo nemico su cui costruire la sua propaganda, così da vincere alla grande le elezioni regionali (non in Veneto né in Campania, però, perché Salvini e Berlusconi devono restare in vita); nel secondo semestre ci sarà prevedibilmente un po’ di ripresa, grazie al QE e alle riforme (se la ripresa non c’è, darà la colpa all’Europa); nella primavera del 2016 Renzi creerà le condizioni per aprire la crisi e il Capo dello Stato scioglierà il Parlamento; nella nuova Camera Renzi avrà 340 deputati renziani (eletti al primo turno). State sereni.
State sereni.
Le bugie di Letta.
La riforma elettorale non è stata approvata alla Camera entro ottobre, diversamente da quanto promesso da Enrico Letta al Meeting di Rimini.
È successo invece che la legge è stata scippata dal Senato, dove l’abile Finocchiaro la sta tirando in lungo con il Pdl.
Il suicidio perfetto.

“Il Pd sta in una maggioranza dove non dovrebbe e non potrebbe stare. Ha atteggiamenti autolesionistici, come il voto di mercoledì sullo stop ai lavori parlamentari”. Intervistato da Repubblica, il leader di Sel Nichi Vendola definisce quello del Pd un “suicidio perfetto”.
“Penso due cose: che Alfano dovrebbe dimettersi per il caso kazako; e che siamo allo stallo, all’inconcludenza del governo”, dice Vendola. “Voltiamo pagina e il Pd torni al programma di ‘Italia bene comune’. Lo porti in Parlamento per chiedere a tutte le forze che sono state elette nel nome del cambiamento se non ci sia la possibilita’ di uscire da questa palude. Altrimenti si va al voto”. Per Vendola una maggioranza alternativa “dal punto di vista dei numeri è possibile. Chi dovesse per calcolo politico impedirla ne risponderebbe al paese. Ma la situazione di incertezza – sottolinea – è tale che bisogna oggi aprire il fronte della riforma elettorale. Il Parlamento sia costretto subito a cancellare il Porcellum, questa specie di ricatto permanente, il frutto più maturo e velenoso del berlusconismo, ripristinando il Mattarellum”
Una volta si chiamava legge truffa!
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Manifesto elettorale del PCI del ’53 contro la Legge Truffa |
I tre golpisti, rubano e non si vergognano.

Più o meno ne eravamo certi. Difficile credere che Alfano Bersani Casini & Co. avrebbero risolto in tempi rapidi una questione che dura ormai da quasi vent’anni. Impossibile credere che i partiti si sarebbero negati da soli l’ultima tranche di rimborsi che devono incassare entro il 31 luglio. Ecco allora pronto un bel disegno di legge, che verosimilmente si impantanerà nelle secche delle commissioni e impiegherà almeno un anno per essere approvato. Completamente stravolto, si immagina, e reso del tutto inefficace. Per ora, dunque, un nulla di fatto. Figurarsi se la Casta si sarebbe data la zappa sui piedi, troncando di netto e nel giro di qualche settimana la sua fonte di finanziamento privilegiata: i soldi di tutti i cittadini.
Ma la cosa insopportabile, oltre a tutto il resto, è che in realtà la quota di rimborsi che i partiti devono ancora incassare non è nemmeno quella vera. Cento milioni di euro, dicono. Ma sono molti di più. Perché non c’è da rimborsare solo la consultazione politica del 2008. Ci sono le elezioni europee del 2009, le regionali del 2010, più altre varie consultazioni elettorali in regioni autonome. Totale: circa 200 milioni di euro. Già la Casta non è disposta a rinunciare alla somma – falsa – che ci viene propinata dai telegiornali. Vuoi vedere che rinuncia al doppio della cifra? Ma neanche per sogno.