IL SUCCO DI UNA GIORNATA ROMANA IN AREA PD E SEL. (4 luglio 2013)
Il gruppo dirigente del pd che si raccoglie attorno a Bersani, Letta, Franceschini e in posizione separata D’alema, è preoccupatissimo dell’Opa ostile di Renzi che continua a sottrarsi al confronto politico di merito, sollecitato anche nella riunione di Fare l’italia di oggi, utilizzando la tecnica del chiagni e futti e mentre continua a godere di un rigonfiamento della sua bolla mediatica abilmente alimentata dai poteri forti. La sensazione diffusa è che se Renzi, anche senza il ripristino nello statuto dell’automatismo segretario-candidato leader, decidesse alla fine di candidarsi a segretario, visto che si deciderebbe cmq con primarie aperte, vincerebbe a man bassa anche se i vari candidati della ” sinistra PD , come è auspicabile, convergessero su un unico nome. Da qui le manovre di alcuni per convincerlo a rinunciare in cambio di una garanzia della candidatura a prem…Continua a leggere
Una dura presa di posizione di Cacciari.
Cacciari durissimo sul Fatto Quotidiano a proposito del Pd, la sua classe dirigente e le prospettive del partito
Il Pd? Col cazzo che è nato. E allora, il dibattito che è in corso è assurdo? Certo, ma non può che essere così. Non ne escono, non ne possono uscire
Il Pd è un dramma politico: non è in grado di esprimere un gruppo dirigente. La leadership è necessaria. E dunque, il Pd invece di parlare di qualcosa, parla di come dev’essere formato tale gruppo. È un partito senza basi, fondato sul nulla. L’unica cosa che ancora resiste sono dei rimasugli del Pci.
Ha dimostrato ampiamente di non essere in grado di formare un governo. Tant’è vero che alla fine sono stati costretti a farlo a calci in culo da Napolitano. É lui che governa per interposta persona.
Enzo Tortora: innocente.
Prima arrestato, ammanettato e così proposto all’opinione pubblica sui giornali ed in tv; condannato in primo grado; infine assolto con formula piena: sono passati 25 anni da quel 18 maggio 1988 quando morì Enzo Tortora, il popolare presentatore televisivo, la cui vicenda è divenuta simbolo, spesso tuttora evocato, dell’errore giudiziario. L’incubo, per Tortora, era finito meno di un anno prima: accusato di aver fatto parte della “Nuova Camorra Organizzata” di Raffaele Cutolo, il 15 settembre 1986 la Corte d’appello di Napoli, in un’Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti, lo aveva assolto dall’accusa di associazione camorristica, giudicando inattendibili i pentiti che lo accusavano. La sua innocenza fu confermata definitivamente dalla Cassazione il 13 giugno 1987.
I dubbi di Civati.
“Si parla molto di ‘traditori’, ma state attenti: perché i soliti protagonisti della politica italiana che ora chiamate così poi potreste ritrovarvi, tra qualche ora, a chiamarli ‘ministri’. Tutti insieme. Appassionatamente. Con un argomento formidabile: dopo che abbiamo ridotto il centrosinistra così, non vorrete mica andare a votare? Affidate le cose a noi, sappiamo come si fa”. E’ l’attacco del deputato Pd Giuseppe Civati, sul suo blog. “Faccio notare che – sostiene Civati – se avessimo votato Prodi o Rodotà, non saremmo andati a votare, come le vecchie volpi della politica hanno ripetuto (altro che Twitter) a tutti i giovani deputati. No, semplicemente avremmo fatto un governo del Presidente. Con un Presidente, un governo e una maggioranza molto diversi da quella che vedremo tra qualche ora. Spero sia chiaro a tutti. Anche a quelli che, come me, in questi giorni hanno perduto”. Ieri, conclude, “Napolitano ha annunciato che oggi dirà quali sono le condizioni che gli hanno fatto accettare il secondo mandato. Condizioni di cui nessuno ha parlato ufficialmente e che certo il Pd non ha valutato. Anzi, Bersani ha spiegato ripetutamente che non c’erano, quelle condizioni. Personalmente, voglio fidarmi: mi chiedo però perché tutti parlino di Amato, Berlusconi sia in un brodo di giuggiole e i nostri filo-governissimo così scatenati.
Questa infamia ha molti nomi caro Civati, ma sopra tutti nell’elenco metterei D’Alema, figlio del Togliattismo più deteriore, che riesce sempre a sopravvivere.
M5S A PD: VOTATE RODOTA’, PRATERIE PER IL GOVERNO: un giusto compromesso.
Se il Pd voterà Rodotà per il Colle «si apriranno praterie» per il Governo. Questa la linea di M5s portata da Crimi e Lombardi all’assemblea dei parlamentari. «È il presidente dei cittadini e non dei partiti». Per cui qualunque nome indicherà Rodotà per formare un nuovo esecutivo, una volta presidente, «a noi andrà bene».
«Chi chiede il cambiamento non può non votare Rodotà, questo è chiaro. E per questo motivo il voto a Rodotà è fecondo e potrebbe essere il momento di svolta per il Governo di cambiamento», sottolineano i rappresentanti dei parlamentari grillini.
Rispetto alla possibilità di un sostegno anche ad un Governo guidato da Pier Luigi Bersani i rappresentanti di M5S si schermiscono: «non è una questione di nomi, ma è chiaro che un nome espresso dal presidente Stefano Rodotà ci andrebbe sicuramente bene». Attenti però, D’Alema è ancora in agguato.
Cicciolina Presidente. Che idea!