Ricerca CNR: è lo splicing alternativo a decidere tra metastasi e crescita.
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Tumori, scienziato italiano scopre come cancro al seno diventa maligno.
Due studi pubblicati su Cell coordinati da Per Paolo Pandolfi. Il microRna, materiale genetico considerato fino a poco tempo fa ‘rumore di fondo’ del Dna, può invece scatenare cancro al seno e leucemie

ROMA – E’ stato svelato un nuovo meccanismo, a causa del quale insorgono sia tumori di tipo diverso, che le metastasi, e che coinvolge le staminali tumorali. E’ il microRna, materiale genetico considerato fino a poco tempo fa inutile, un ‘rumore di fondò del Dna, può invece scatenare cancro al seno e leucemie. Lo affermano due studi del Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard diretto dall’italiano Pier Paolo Pandolfi pubblicati da Cell.
Staminali cancerose. Il meccanismo genetico scoperto agisce sulle staminali cancerose, favorendo il loro rinnovo, moltiplicazione e distacco dal tumore con entrata in circolo a avvio di metastasi, che sono quelle che rendono, di fatto, il cancro incurabile. In pratica lo studio ha dimostrato, su topi in cui sono stati impiantati geni tumorali umani, che questo particolare microRna è in grado di provocare il cancro. “Quello che rende mirR22 impressionante è che causa tumore e pure metastasi – spiega Pandolfi – Nello specifico, miR22 causa anche la leucemia e potrebbe causare pure altri tipi di tumore. Ci stiamo lavorando ora. Bisogna tenere a mente che abbiamo scoperto da poco come ci siano non meno di 2000 microRNAs, di molti dei quali non sappiamo assolutamente nulla. Abbiamo dunque molto da scoprire e molti altri saranno importanti”.
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Tumori al cervello, una nuova terapia dall’approccio meno aggressivo delle classiche.
08:04 pm | Le metastasi al cervello, o un tumore secondario al cervello, sono un tipo di cancro che è iniziato in un’altra parte del corpo, in particolare nei polmoni, nel…
1 ottobre 2012 / Leggi tutto »
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Tumori: senza ossigeno esasperano la loro aggressività.
02:20 am | Quando un tumore e’ privato in parte dell’ossigeno, invece di morire, diventa piu’ aggressivo e inizia a formare metastasi. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dalla rivista Cancer…
18 settembre 2012 / Leggi tutto
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Le piastrine contribuiscono all’aggregazione delle metastasi.
La stragrande maggioranza dei decessi per cancro, il 90 per cento, e’ dovuta a tumori secondari, le metastasi che, secondo gli scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology), ricevono dalle piastrine un aiuto a svilupparsi.
Gli esperti partono dalla premessa che diversi tipi di cellule nell’ambiente del tumore originale svolgono un ruolo nel coadiuvare la rottura delle cellule del cancro per liberarle e diffonderle alle altre parti del corpo. L’analisi si e’ soffermata sul coinvolgimento delle cellule del sistema immunitario e di quelle che formano il tessuto connettivo.
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Cancro della prostata: promettente farmaco agisce tagliando nutrimento alle metastasi
I ricercatori del Centenary Institute di Sidney, Australia, hanno scoperto un potenziale futuro trattamento per il cancro alla prostata che si basa sul taglio dei nutrimenti alle cellule cancerose.
Gli scienziati hanno scoperto che le cellule del cancro alla prostata riescono ad attirare piu’ leucina, un aminoacido essenziale, delle cellule normali e quindi crescono oltre la norma. I ricercatori, come si legge su Cancer Research, hanno allora tentato due approcci: introducendo un farmaco che ‘competesse’ con la leucina e disturbando il meccanismo molecolare di assunzione di questa sostanza da parte delle cellule. Entrambe le strade hanno avuto successo e hanno rallentato la crescita del cancro facendo letteralmente ‘morire di fame’ le cellule cancerose.
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Metastasi ossee: l’inibizione di una proteina specifica ne rallenta la formazione.
Ricercatori francesi hanno svelato il mistero di come l’insorgenza delle metastasi ossee può essere rinviata. In occasione del recente Congresso multidisciplinare europeo sul cancro 2011, tenutosi a Stoccolma in Svezia, il professor Stéphane Oudard del dipartimento di oncologia presso l’ospedale Georges Pompidou, in Francia, ha sottolineato che l’inibizione di una proteina coinvolta nel metabolismo osseo è la chiave per ritardare le metastasi ossee, che di solito si verificano negli uomini affetti da una particolare forma di cancro alla prostata.
Il professore Oudard ha fatto notare che la ricerca condotta dal suo team sugli effetti dell’anticorpo monoclonale denosumab (XGEVA TM) è il primo grande studio clinico per dimostrare tale effetto.
Fino al 90% degli uomini con cancro alla prostata che non possono essere trattati con gli ormoni avranno le metastasi primarie del tumore alle ossa, secondo l’Organizzazione europea del cancro (ECCO). L’insorgere delle metastasi significa di solito che il cancro sta entrando in una fase cronica, alla quale segue poi una fase terminale. In definitiva, il paziente affronta difficoltà fisiche e psicologiche tra cui fratture e compressione del midollo spinale.
“Riuscire a ritardare questo punto di svolta è quindi molto importante”, ha detto il professor Oudard. “Abbiamo dimostrato che l’uso di denosumab in questo gruppo di pazienti può impedire l’insorgenza di metastasi ossee di poco più di quattro mesi.”
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Carcinoma alla tiroide: nuove terapie in arrivo.
L’agenzia del farmaco statunitense (FDA) ha registrato il primo farmaco per il trattamento del carcinoma midollare della tiroide avanzato, il vandetanib.
Si aspetta che rapidamente si abbia l’approvazione dello stesso farmaco anche in Europa. E’ quanto affermano gli endocrinologi riuniti al Congresso nazionale di Montesilvano. “Il cancro della tiroide rappresenta la piu’ frequente neoplasia del sistema endocrino ed e’ uno di quelli che ha il maggior aumento d’incidenza nel mondo, (probabilmente grazie ad una diagnosi precoce mediante l’esecuzione sempre piu’ diffusa dell’ecografia del collo)” illustra l’endocrinologo Furio Pacini dell’universita’ di Siena. Negli ultimi 10 anni – spiega – alcune novita’ sono state introdotte nella pratica clinica sia a livello diagnostico sia terapeutico. A livello diagnostico – ricorda – va citata la scoperta di un farmaco (Thyrogen), che permette di accertare la presenza o l’assenza di malattia residua senza dover sospendere la terapia ormonale che questi pazienti assumono quotidianamente per sopperire alla mancanza di tiroide.
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Collegamento tra metastasi tumorali e migrazione cellulare: alcuni scienziati pubblicano lo studio.
Un team di ricerca composto da due soggetti presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center negli Stati Uniti ha scoperto come le cellule migrano nel cervello in fase di sviluppo e come altri tipi di cellule potrebbero viaggiare all’interno del corpo.
Una parte di questo studio è stata supportata dall’UE con una borsa Marie Curie. Presentati nella rivista Nature Neuroscience, i risultati potrebbero fornire importanti intuizioni sullo sviluppo neurologico e aiutare a spiegare la metastasitumorale.
Le cellule si dividono e si posizionano secondo schemi corretti durante il normale sviluppo del corpo, e si specializzano per creare tessuti e organi distinti. Il normale sviluppo di un corpo umano dipende da come le cellule gestiscono i propri schemi di migrazione. Secondo i ricercatori, un altro elemento critico è il processo mediante il quale si differenziano o si evolvono da cellule meno specializzate in tipi di cellule più specializzate. Una cattiva coordinazione potrebbe innescare uno sviluppo anormale e quindi portare al cancro.
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Cifoplastica: tecnica veloce e mininvasiva contro fratture ossee da metastasi.
Una ricerca conferma l’efficacia della cifoplastica contro le fratture ossee causate da metastasi, tumori del sangue e osteoporosi. Tecnica veloce e mininvasiva
Quando un malato è colpito da metastasi ossee la sua qualità di vita può essere gravemente compromessa. Le normali attività quotidiane possono diventare difficili a causa del dolore, il sonno si fa disturbato, così come l’appetito, e cresce il bisogno di farmaci antalgici.
Uno studio pubblicato sull’ultimo numero di Lancet oncology richiama l’attenzione su una tecnica veloce e mininvasiva in grado di riparare le e di alleviare il dolore dei malati, migliorandone la mobilità e riducendo la necessità di analgesici. «La cifoplastica – spiega Primo Daolio, dell’Unità di chirurgia oncologica ortopedica al Gaetano Pini di Milano – è una metodica relativamente nuova, in uso da una decina d’anni, che si è rivelata efficace contro le fratture causate da metastasi, mieloma e linfomi, ma anche dall’osteoporosi». Consiste, in pratica, nell’introduzione nel corpo vertebrale di una sonda collegata a un palloncino. Dopo aver verificato la corretta posizione con la Tac, il palloncino viene gonfiato con una apposita apparecchiatura e in questo modo si ripristina parzialmente l’altezza della vertebra schiacciata. Infine attraverso la stessa sonda si inietta del cemento che aumenta la resistenza e mantiene la correzione ottenuta.
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