Posts tagged ‘Wikileaks’

ottobre 30, 2013

Colpo di scena nel DATAGATE.

Non è solo Obama ad essere preso con le mani nella marmellata, ma anche il fruitore del più famoso lettone del mondo.
Il nostro furbacchione ha regalato – in occasione del G20 – tanti bei gingilli ai suoi colleghi. Peccato che fossero marchingegni per intercettare le loro conversazioni.
Un particolare riguardo al suo amico di dittatura, a cui ha riservato un dono di particolare pregio.

agosto 21, 2012

Assange libero!

SECURED LEAKS

Pitch SECURED LEAKS

 

Sweden pursues the protection of secure relationships

ottobre 25, 2011

Wikileaks, è a rischio chiusura.

«Se Wikileaks non trova modo di aggirare il blocco che finanziamenti non saremo più in grado di continuare oltre la fine dell’anno». Il sito internet fondato da Julian Assange rischia di chiudere a causa del blocco delle carte di credito effettuato da Visa e Mastercard. Arrivato dopo la pubblicazione dei segreti delle guerre in Iraq e in Afghanistan. Oltre a notizie riservate sul Dipartimento di Stato americano. Assange, nelle scorse settimane, ha cercato ulteriori finanziamenti. Nulla da fare. Così ha messo in vendita una serie di memorabilia, compreso il suo personal computer. Ma non è bastato. E ora il sito «è costretto a sospendere temporaneamente le sue attività di pubblicazione» e a lanciarsi in una «raccolta fondi».

agosto 30, 2011

Wikileaks: La Cina nasconde i dati sull’inquinamento.


Secondo gli ultimi documenti rilasciati da Wikileaks la Cina nasconderebbe i dati sull’inquinamento atmosferico. La rivelazione proviene dall’ultimo aggiornamento del portale dell’organizzazione internazionale no profit che, ormai lontana dal clamore dei media tradizionali, continua a diffondere i “cable” interni della diplomazia americana. L’ambasciata statunitense a Guangzhou riferiva, in una comunicazione interna, che la Cina non misurerebbe l’inquinamento da Pm 2.5 per “timore delle conseguenze politiche“.

Non una semplice contraffazione dei dati, ma la decisione di evitare l’avvio di un programma di monitoraggio e, in caso contrario, l’indicazione di non diffonderne le risultanze. Un esempio? Nel distretto industriale di Guangdong i livelli di Pm 2.5 nel 2006 erano fra 5 e 10 volte superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma questi dati non vennero mai diffusi pubblicamente e rimanere nella cerchia di pochi ricercatori e politici.

In un documento datato 19 settembre 2006 si legge:

Academics and research scientists in Guangdong, who are increasingly concerned about the region’s serious air pollution, but feel pressured to tone down their comments lest they face cuts in research funding … Scientists acknowledge that lack of transparency for existing air pollution data is a major problem both for research and policy making.

Maggio 2, 2011

facebook ci spia tutti.

Russia Today ha un’esclusiva intervista con il fondatore di Wikileaks, il giornalista di origina australiana Julian Assange che è tuttora in attesa del provvedimento di estradizione verso la Svezia dove è imputato per vicende di violenza carnale. Secondo il giornalista che ha messo paura all’America, e come dicevano i manifestanti del maggio francese del 1968, non è che l’inizio.

APPENA L’INIZIO – Nel senso che Wikileaks, o comunque la rete che riesce a rintracciare tracce e documenti segreti che i governi di tutto il mondo vogliono nascondere, ha ancora molto da dire. Secondo Assange, infatti, ciò che è stato divulgato finora non è che “la punta dell’iceberg”.

“Se guardiamo al nostro lavoro negli scorsi 12 mesi, pensateci. Tutte le storie che sono uscite fuori nel mondo, prima del 2010, e nessuno ne sa niente. Così, cosa è che non sappiamo oggi? C’è un mondo lì fuori di cui non sappiamo nulla. Ed esiste, proprio ora.

febbraio 18, 2011

WikiLeaks, l’Italia vista dagli Usa “Con Berlusconi paese ormai in declino”

Quattromila cables riservati filtrati dall’ambasciata Usa a Roma, oltre 30 mila pagine di documenti finora segreti che raccontano l’Italia e i suoi protagonisti dal punto di vista critico e sferzante del suo più importante alleato. E molti di questi con un denominatore comune: il declino del ruolo internazionale dell’Italia è strettamente legato all’immagine di Silvio Berlusconi, l’uomo che la guida e la condiziona dal 1994, l’anno della sua discesa in campo. Dal 2002 al 2010 parlano ambasciatori, segretari di Stato, diplomatici di alto livello, politici di primo piano. Tutte comunicazioni rigorosamente classificate. Tutte rigorosamente destinate a restare riservate. Tutte, adesso, contenute nei cables che WikiLeaks ha ottenuto e che l’Espresso, in collaborazione con Repubblica, comincia da oggi a pubblicare.

Ci voleva Wikileaks!

gennaio 29, 2011

L’EGITTO TRA RIVOLTA E ABBRACCI.

Al Cairo e nelle principali città egiziane, al grido di “via Mubarak”, migliaia di manifestanti sono tornati in piazza. Nella Capitale le forze dell’ordine hanno sparato sulla folla per cercare di fermare l’assalto al ministero dell’Interno e per disperdere i cortei. Per il momento si contano cento morti. Ma nella giornata non si segnalano solo scontri: all’annuncio delle dimissioni del governo, i dimostranti si sono abbracciati con i soldati. Il nuovo vicepresidente è l’attuale capo dei servizi segreti. Sul Paese, in queste ore, si concentra l’attenzione del mondo, ed è intervenuto anche il presidente americano Barack Obama, che ha intimato a Mubarak di “fare seguire le parole ai fatti”. Secondo Wikileaks, gli Usa da almeno tre anni sostengono i dissidenti protagonisti della rivolta di questi giorni. E’ quanto rivela oggi il sito del quotidiano britannico The Telegraph, che cita un documento diplomatico segreto pubblicato dal sito di Julian Assange .

dicembre 24, 2010

Il migliore amico di Berlusconi.

Secondo le rivelazioni di Wikileaks l’ ‘ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema avrebbe  detto lo scorso hanno all’ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano” da uno come lui c’è da aspettarsi di tutto.

dicembre 20, 2010

Nicola Calipari ucciso due volte.

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Il rapporto italiano sulla tragica morte di Nicola Calipari in Iraq, almeno nella parte che definiva l’uccisione non intenzionale, era costruito ”specificatamente” ad evitare ulteriori inchieste della magistratura italiana, e il governo Berlusconi voleva “lasciarsi alle spalle” la vicenda, che comunque non avrebbe “danneggiato” i rapporti bilaterali con Washington. Lo si legge in un cable siglato dall’ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, del maggio 2005.

«Il governo italiano blocchera’ i tentativi delle commissioni parlamentari di aprire indagini sulla tragica morte di Nicola Calipari in Iraq malgrado vi siano gia’ delle precise richieste delle opposizioni in proposito».

E’ quanto scrive in un ‘cable’ datato 3 maggio 2005 l’allora ambasciatore americano a Roma Mel Sembler il giorno dopo aver incontrato a Palazzo Chigi, tra gli altri, Gianfranco Fini (all’epoca ministro degli Esteri), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo del Sismi Niccolo’ Pollari per discutere del rapporto italiano sulla vicenda. Il documento e’ stato diffuso dal Guardian, media partner di Wikileaks

dicembre 10, 2010

La Nigeria governata da una multinazionale.

L’azienda petrolifera avrebbe piazzato i suoi uomini in tutti i ministeri del governo nigeriano. La regione del Delta del Niger è una delle più ricche di petrolio al mondo.

Tra i rapporti diffusi negli ultimi giorni da Wikileaks ce n’è uno datato 20 ottobre 2009 in cui si parla della Shell e dei suoi rapporti con il governo della Nigeria. Nel cable si legge di come l’azienda petrolifera anglo-olandese fosse riuscita a infiltrare persone del suo staff in tutti i principali ministeri del governo nigeriano, ottenendo informazioni su tutte le decisioni prese rispetto alla regione petrolifera del Delta del Niger.

«Il governo si è dimenticato che la Shell ha uomini in tutti i ministeri più importanti e che di conseguenza ha accesso a tutto quello che viene fatto all’interno di questi ministeri», aveva detto il vicepresidente della Shell per l’Africa sub-sahariana, Ann Pickard, all’ambasciatore americano Robin Renee Sanders.

La Nigeria è il maggiore produttore di petrolio in Africa e l’ottavo nel mondo. L’otto percento del petrolio importato dagli Stati Uniti arriva direttamente dal Delta del Niger.