Di Beppe Sarno
Certamente va condannato l’atto scellerato di Putin di invadere l’Ucraina e di arrivare alle porte di Kiev.
Come stiamo vedendo la guerra ha innestato una spirale pericolosa che come primo risultato ha portato il rafforzamento della NATO e la subordinazione dell’Italia e dell’Europa agli interessi politici ed economici americani. Il discorso di Biden alla televisione e il consenso ricevuto nel suo paese ne sono la riprova.
Bettino Craxi fu il primo a denunciare il pericolo che la crisi dell’Unione Sovietica si risolvesse nel passaggio dell’economia di stato ad un’economia di mercato predatoria ed affamatrice dei lavoratori. Il capitalismo finanziario occidentale preferì appoggiare il tentativo di Eltsin a danno della speranza di Gorbaciov che sognava di trasformare la federazione degli stati russi in una socialdemocrazia con lo strumento della perestroika e della glasnost. La scelta dell’occidente di partecipare al banchetto delle immense ricchezze dell’URSS hanno, da un lato inserito la Russia nella competizione internazionale con caratteristiche sue proprie, dall’altro hanno generato quel nazionalismo esasperato di cui Putin si è fatto interprete.
L’Italia e l’Europa invece di spendersi fin da subito per trovare una soluzione pacifica alla tragedia della guerra fra Ucraina e Russia ha deciso di armare l’Ucraina. Questo atto irresponsabile cancella con un colpo di spugna l’art. 11 della Costituzione rinnega i valori della resistenza e mette d’accordo tutta la classe politica italiana da Meloni a Bersani. L’Usa e l’Europa hanno dimostrato chiaramente di voler destabilizzare la parte orientale del nostro continente al fine di isolare la Russia per scopi commerciali e di politica di basso livello. Le televisioni nazionali sostengono che sia giusto partecipare a questa guerra anche a costo di rinnegare la nostra costituzione. Certamente il popolo ucraino va aiutato, ma non inviando armi e aiuti militari. La nostra coscienza civile ci deve imporre di evitare il maggior danno che alla guerra si contrapponga un’altra guerra. La giusta resistenza del popolo ucraino contro la prepotenza dell’invasore non deve spingerci a dire che è giusto inviare armi e soldati in Ucraina.
È sbagliata la convinzione che i buoni siano da una parte e i cattivi dall’altra. Non è così! a chi dice questo va ricordato che non è vero che questa è la prima volta che comincia una guerra in territorio europeo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il governo D’Alema bombardò la ex Jugoslavia per portarvi la democrazia.
Sappiamo com’è andata a finire!
La guerra in l’Ucraina è scoppiata nel 2014. La brigata d’Azov tristemente famosa ha fatto migliaia di vittime senza che nessuno si si commuovesse. A Biden non interessa l’economia europea; al presidente americano interessa sottomettere l’Europa ai propri disegni imperiali.
Il Governo Draghi cammina nella scia di questo disegno incapace di esprimere un’autonomia che il governo Conte con tutti i suoi limiti aveva cercato di imporre. Conte è caduto non per la cattiva gestione della pandemia ma perché non asservito al capitalismo politico militare finanziario internazionale.
Nel dibattito politico interno americano Biden cerca di conquistare consensi umiliando la Russia e isolandola dal resto dell’Europa.
La guerra più che un delitto è una follia. E’ una follia per l’Europa perché essa al di la delle vite umane che si stanno perdendo, seguirà n disastro economico di cui gli imprenditori più chiaroveggenti dall’una e dall’altra parte non ignorano e di cui già stanno calcolando le conseguenze. Chi alla fine pagherà il conto saranno come sempre i lavoratori e le classi subalterne.
Per questi motivi la guerra sarà una catastrofe cruenta che aggiungerà nuove rovine a quelle già esistenti e non risolverà i problemi dell’Ucraina, della Russia e di nessuno. Come abbiamo visto dopo aver violato la nostra Costituzione invocando lo stato di necessità, verrà violato, in nome della guerra, ogni diritto, ogni istituzione di libertà di ragione di democrazia. La guerra senza risolvere alcun problema, accanto alle ferite della pandemia ne aggiungerà, per tutti, nessun escluso, altre ancora più terribili ancora più sanguinanti.
Gli unici attori al di fuori di queste logiche sono, non a caso, Pap Francesco e il presidente cinese Xi Jinping. Ed è nella loro mediazione che guardiamo con ansia.
Nel frattempo Israele bombarda regolarmente la Siria ma nessuno si commuove come se quella guerra non essitesse.