Di Beppe Sarno
Con l’avvento del Governo Draghi quale che sia quello che succederà e quali saranno le soluzioni che verranno date ai problemi, che invece esistono, nessuno può negare che la caduta del governo Conte-due è stato l’epilogo, di un lungo periodo nel quale la gestione della cosa pubblica è rimasta affidata ad una maggioranza che non ha portato quel contributo che tutti ritenevano necessario ed impellente alla soluzione dei problemi sociali economici e di salvaguardia dell’ambiente della società nazionale quali contrasto della disoccupazione, rilancio del sistema produttivo, livellamento delle differenze regionali esistenti, miglioramento del tenore di vita e soprattutto soluzione dell’emergenza sanitaria.
E’ certo che i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni, inchinati pedissequamente al dettato dell’Europa e della BCE di cui Draghi era il dominus indiscusso nulla hanno fatto per una ricostruzione economica e sociale dell’Italia, con la conseguenza del permanere degli enormi squilibri economici e sociali nell’organismo nazionale.
Perdita di sovranità, concessione di enormi spazi ad organismi internazionali, rinuncia di funzioni strutturali dello Stato, questo il bilancio di un governo nazionale sempre teso alla conservazione del potere senza alcun supporto programmatico che ha prodotto il risultato di un indebolimento del sentimento democratico.
Il quadro che se ne ritrae è impressionante ed angoscioso per chi ha ancora a cuore la democrazia, la difesa dei diritti sociali ed economici conquistati con anni di lotta dei lavoratori.
Tutti osannano l’avvento di Draghi come il salvatore della patria, come se Draghi avesse in tasca la soluzione di problemi che esistono da sempre e che le scelte politiche passate hanno solo aggravato. Bisogna però riflettere sulla circostanza che quei partiti che oggi si preparano a sostenere Draghi sono gli stessi partiti che oggi occupano tutte le cariche più alte dello Stato.
Abbiamo potuto constatare che i più alti posti di responsabilità delle magistrature sono affidati a uomini compromessi con il potere come il caso Palamara ha disvelato. I partiti al governo che si apprestano ad appoggiare Draghi controllano l’attività di tutti i ministeri, e tutta la vita della Pubblica Amministrazione attraverso i legami con l’apparato burocratico dello stato. Hanno a propria disposizione il potere dei Prefetti e della Polizia.
Tutto questo osannare Draghi da parte dei mass media dimostra come la stampa, i social, la televisione non sono altro che strumenti di penetrazione culturale ed ideologica e di propaganda politica. Alcune sere fa bruno Vespa ha dedicato un’intera trasmissione a Giorgia Meloni. Giorgia Meloni!
In questo pantano la classe politica legittima se stessa legandosi sempre più con i rappresentanti di un sistema finanziario internazionale: banche, fondi di investimento, settori confindustriali e si alimentano della peggiore tradizione di corruzione e malversazione della nostra Repubblica. Ogni giorno dirigenti di partito vengono arrestati per fatti corruttivi legati al sistema degli appalti, dei favori, degli affari, del sottogoverno.
Così la cosa pubblica che dovrebbe essere votata al “bene comune” di fatto diventa mero strumento degli interessi privilegiati del capitale privato. Ne è prova la privatizzazione della sanità realizzata dai Presidenti delle regioni in dispregio del dettato costituzionale.
Il Presidente della Repubblica ha chiamato Mario Draghi ad assumere la carica di presidente del consiglio dei Ministri. Le consultazioni sono iniziate, ma non si sa al momento quale sia il progetto politico economico del futuro premier.
Sappiamo però quello che è stato Draghi e quello che ha fatto. IL Supermario non è un servo sciocco del potere, egli è invece un ideologo del liberismo; egli è il potere e lo è sempre stato coerentemente fin da quando ha difeso le sue scelte quando era nel 1994 al ministero del Tesoro.
Draghi è stato uno dei teorici delle privatizzazioni iniziati da Prodi e D’Alema e perseguiti accanitamente dal Berlusconi quando divenne Presidente del Consiglio.
La longa manus di Draghi intervenne nell’operazione di acquisto della Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. Monti con i soldi degli italiani pagò il conto. Infine Draghi è uno dei responsabili del massacro finanziario della Grecia.
Draghi farà quello che ha fatto sempre e traferirà la sua concezione dello Stato in materia di giustizia, legalità, sicurezza, ambiente, pensioni, precarietà del lavoro, spesa militare, istruzione, sanità, immigrazione, natalità, diritti civili, diplomazia estera, rapporti con la UE, spesa pubblica, stato sociale, agricoltura, OGM, ambiente, energia, infrastrutture, grandi opere. Non c’è da stare allegri!
Un sinistra che non esiste avrebbe il dovere di contrastare tutto questo, di combattere questa deriva reazionaria in cui rischiamo di precipitare.
Cosa serve per un programma socialista per contrastare tutto questo?
Bisognerebbe farsi carico di un programma di risanamento e di incivilimento del Paese usando un linguaggio non più omologato a quello corrente. E’ necessario parlare alla gente di una rivoluzione culturale, qualcosa che si avvicini sempre più ai problemi concreti di ogni giorno e cioè tutti quei problemi che fanno sentire le persone disperate: ambiente, sanità, lavoro, giustizia nei termini indicati dalla Costituzione..
A che serve parlare di “debito buono” quando le fabbriche chiudono, gli operai vengono licenziati e i disoccupati nel mezzogiorno d’Italia raggiungono cifre intorno al 50% e le donne e i giovani non hanno nessuna speranza di vedere un futuro diverso.
Draghi ucciderà la speranza di milioni di lavoratori fra l’indifferenza generale con i media che ne esalteranno le gradi doti di uomo delle istituzioni.