Posts tagged ‘legge Mammì’

gennaio 4, 2010

Lettera al Segretario del PSI

Anche io vorrei inviare una lettera al segretario  del Partito Socialista Riccardo Nencini. A quella stessa persona che ha fatto fallire il Progetto di Sinistra e Libertà per poter fare i suoi accordi elettorali col PD in Toscana; a quella stessa persona che ha oscurato il sito  di Sinistra e Libertà e che ha diffidato Nichi Vendola dall’usarlo per le elezioni regionali di marzo, pena il ricorso al Tribunale. Come potete ben vedere un campione di democrazia e tolleranza, tanto da affermare “ una leggina ad personam’, come suggeriva ieri D’Alema può essere il male minore se ci consente di voltare pagina.” Ad essere tollerante e disponibile con Berlusconi ci si guadagna sempre. Vero Segretario? Nella mia personale lettera che invierei a Necini chiederei perché invece di invitare Di Pietro ad un dibattito pubblico su Berlusconi , non invita noi socialisti di base  a discutere sul valore politico di Bettino Craxi e se effettivamente i socialisti si sentano eredi del suo pensiero e dei suoi  atti. Io sono un avvocato che ogni mattina va a lavorare, come Angelo che fa l’ottico, Gianluca che vende pavimenti, Mimmo che si è trasferito a Roma per lavorare, Saponetta che fa il barista, Franco che percorre duecento chilometri al giorno per guadagnarsi la pagnotta. Ebbene sig. Segretario, lo so per lei noi contiamo meno di niente, siamo solo numeri, che in nome di una coerenza che ci costa cara, quando veniamo chiamati  dobbiamo obbedire in nome di un fantomatico orgoglio socialista.

Se lei invece di misurarsi con Di Pietro si misurasse con noi e con tanta gente come noi, scoprirebbe che non tutti la pensano alla stessa maniera sul compagno Craxi.

Lei dice che sarebbe il caso di separare il piano giudiziario da quello politico. Sono d’accordo, resta però il fatto che un Tribunale della Repubblica ha condannato Craxi  con sentenza passata in giudicato: a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese. e che lo stesso Tribunale ha detto in una sentenza definitiva che lo ha fatto anche per arricchimento personale. Ma giustamente lei dice che Craxi va giudicato per la sua visione politica. Anche qui però, signor Segretario, lei non ci troverebbe molto d’accordo.  Parlare di Craxi sarebbe molto lungo. La prima cosa che non ci trova d’accordo è che Craxi si riteneva la “Politica”. Per Craxi come per lei sig. Segretario la base non contava nulla. Il Partito socialista dal 1976, quando Craxi divenne segretario in danno di Francesco De Martino, uomo di ben altro spessore politico, culturale e morale, divenne un comitato d’affari in cui alle lotte politiche si sostituì la ricerca ossessiva delle risorse economiche che divenne l’unica ragione di vita del Partito, fino al suo devastante epilogo. L’Italia sotto il governo di Bettino Craxi fu il primo paese europeo ad istallare missili americani. Bettino Craxi con il decreto del 14 febbraio 1984 decise il taglio della scala mobile, che non può dirsi un provvedimento a favore delle classi meno agiate. Craxi fu il padre morale della legge Mammì che aprì la strada dello strapotere di un avventuriero quale era Silvio Berlusconi.Senza dimenticare che precedentemente fu Craxi a firmare  il decreto che sbloccava i sequestri disposti dalla magistratura in danno di Canale 5, che violava una legge dello Stato. e che dire del nuovo Concordato, con l’istituzione dell’8 per milla a favore della Chiesa?

Che dire della sua politica economica che ignorando gli avvertimenti di gente come La Malfa considerò  il rigore economico più o meno come una fastidiosa ubbìa antipopolare. E fece a gara nel condividere ed invocare con i leaders della DC  ogni provvedimento demagogico, dalle irizzazioni, alle pensioni baby, ai reiterati ripianamenti delle più vergognose gestioni allegre di enti clientelari e spesso inutili.

Che dire della politica sulla  giustizia di Craxi?  Nessuno di noi ha dimenticato la campagna, dai toni sempre più striduli, contro i magistrati che sfocerà nel referendum sulla responsabilità dei giudici e nella istituzione delle Superprocure e che aveva come suo obiettivo finale, guarda caso, proprio la sottomissione del pubblico ministero al controllo dell’esecutivo, secondo i dettami del “Piano di rinascita democratica” di Gelli. La stessa idea del PDL e del suo capo Berlusconi.

 Con la caduta del Comunismo Craxi  avrebbe potuto lanciare un’autentica strategia unitaria e legare l’ex PCI, accettando la terza via proposta da Berlinguer, con il cambio del nome e l’affiliazione all’Internazionale Socialista, ad un’alleanza riformista della quale egli sarebbe stato il leader naturale. come aveva fatto Mitterand in Francia.Invece  si affannò a cercare di annettere i Comunisti critici , che però non gli portò alcun risultato.

Anche il famoso discorso al Parlamento sul finanziamento illecito fu una pagina di vergogna e non un atto di eroismo perché se avesse dato le dimissioni da segretario del Partito e da parlamentare lasciandosi processare avrebbe dato un esempio alla classe politica che avrebbe cambiato la storia del PSI, lo avrebbe riabilitato ai nostri occhi, e forse la storia d’Italia sarebbe stata diversa.

Da ultimo noi socialisti non dimentichiamo che Craxi lottò per impedire a Martelli di diventare segretario del Psi, preferendogli un anonimo Giorgio Benvenuto.

A proposito della scalata di Berlusconi alla casa editrice Mondadori, che trovò ispiratore e sodale Craxi Eugenio Scalfari ebbe a scrivere “A questo si è arrivati per assenza di leggi, latitanza dell’autorità, intimidazione della giustizia, padrinaggi politici e arroganza del potere e del denaro. Gli obiettivi, chiarissimi ormai, sono due: impadronirsi di una grande impresa editoriale e mettere il bavaglio alla libera stampa. Questo non è capitalismo e libero mercato, ma guerra di bande per ridurre al silenzio chi non si piega ai loro voleri“.( la Repubblica”  12 gennaio 1990 )

Concludendo Io,  da socialista, che non rinnega la propria fede dal 1971,  credo seriamente che la storia del Partito Socialista sarebbe stata migliore senza Bettino Craxi e che quest’uomo a cui il Sindaco Moratti vuole intestare una via è stato “un avventuriero, anzi un avventurista, uno spregiudicato calcolatore del proprio esclusivo tornaconto, un abile maneggione e ricattatore, un figuro moralmente miserevole e squallido, del tutto estraneo alla classe operaia, ai lavoratori, ai loro profondi e reali interessi, ideali e aspirazioni.” Con Craxi iniziò una stagione politica in cui furono cambiate le regole dei comportamenti degli uomini politici.  “Il suo fu un comportamento sfrontato, provocatorio, temerario, fazioso, violento, ma che proprio per questo può sembrare «forte», e quindi può intimidire partners e avversari, può persino suscitare ammirazione se non approvazione: dileggio della correttezza verso le regole del gioco, prontezza nel violare ogni impegno di onore, camaleontismo, disinvoltura nel passare dall’insulto volgare all’adulazione più untuosa verso lo stesso partito o la stessa persona nel giro di ventiquattro ore, o nel passare dalla protervia dell’aggressore al lamento di chi si fa vittima.” Di quest’uomo l’unico vero erede oggi è l’attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

ottobre 31, 2009

Nessuna solidarietà nei confronti dei mascalzoni!

bettino craxi 

Non sono un moralista e non mi sento di dare giudizi su nessuno. Quando cominciò la discesa di Bettino Craxi e dopo il lancio delle monetine all’hotel Rafhael, come socialista non potei che indignarmi, ma con tutta onestà riconobbi che un periodo nero della nostra vita politica era finito e che  le nostre responsabilità erano grandi. All’epoca, peraltro ero stato espulso dal partito, per non essermi allineato al Craxismo imperante.

Come non sono stato fra i suoi mentori ad ogni costo, non mi sono sentito all’epoca e non mi sento oggi di essere solidale né con Craxi né con in suoi eredi, perché non si possono negare in gravi errori commessi da Craxi soprattutto nei confronti di noi  socialisti.

Certo Craxi portò il PSI al governo, ma il prezzo pagato fu altissimo. Il PSI divenne un comitato di affari, la corruzione divenne la regola costante dell’azione politica, non si preoccupò di riformare le strutture del Partito, lasciandone la gestione  ai soliti gerarchi di sempre.

Fu Craxi il protagonista di una lunga serie di scandali che coinvolsero il PSI, e lo affiancarono alla Democrazia cristiana nella pratica quotidiana della tangente e dei rapporti con la criminalità organizzata; fu Craxi ad iniziare una  campagna, purtroppo mai sopita, contro i magistrati colpevoli di fare il loro dovere e di non chiudere gli occhi davanti alle ruberie dei politici; una campagna che sfocerà nel referendum sulla responsabilità dei giudici e nella istituzione delle Superprocure e che aveva come suo obiettivo finale, guarda caso, proprio la sottomissione del pubblico ministero al controllo dell’esecutivo, la stessa idea tante volte espressa da Cossiga, e ancora oggi da Berlusconi e dai suoi sodali.

Fu Craxi  a creare  un vero e proprio “braccio finanziario” del PSI, gestito in una prima fase dagli stessi politici e, successivamente, da uomini di fiducia. Infine Fu Craxi ad aiutare in tutti i modi Berlusconi nella sua ascesa a magnate edilizio, e più tardi dei media, consapevole che chi possiede i mezzi di informazione, e soprattutto la televisione, costruisce il proprio consenso, influenzando l’opinione pubblica e creando un “senso comune” favorevole alla propria ideologia e ai propri interessi. Alla fine di questo percorso Berlusconi fu omaggiato da Craxi con la famigerata legge “Mammi’”

Così come non sono mai stato solidale con Craxi non riesco ad essere solidale con l’ex Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Quello che mi viene da dire in questo momento è nessuna solidarietà. Non è accettabile che un vertice istituzionale sia così leggero da trascorrere molte delle sue serate andando a prostitute. Non c’è alcuna libertà privata, quando si è investiti da un incarico democratico.Non esiste vita pubblica e privata esiste la vita di un uomo.   Marrazzo è stato indegno. Ha tradito se stesso,  la famiglia, il suo partito, gli elettori, ha tradito la sinistra. Non è tollerabile lo schema dei vizi privati coperti dalle pubbliche virtù. Il problema è che se Marrazzo si è comportato così e perché è così. Cioè Marrazzo è un traditore, un opportunista e perché no? un vizioso che usa gli esseri umani per il proprio tornaconto o per alimentare i propri vizi.
Non bisogna accettare  alcuna forma di relativismo etico da questo punto di vista.  Solo gli irreprensibili possono rappresentare un popolo. L’idea di una classe dirigente composta da miserabili di destra e di sinistra, così che la miseria sia annullabile in un unico calderone e ognuno esca ripulito da una chiamata di correità, è inaccettabile.
Meritiamo di più. La sinistra  merita di più. Senza dimenticare la impareggiabile lezione del grande Enrico Berlinguer.