Posts tagged ‘pillola abortiva’

ottobre 22, 2010

Pillola abortiva, Liguria in vetta una su tre sceglie la Ru486.

Una donna ligure su tre, fra quelle che decidono di interrompere la gravidanza entro la settima settimana, sceglie la pillola abortiva. Infatti, sono state 90 quelle che tra il 15 di aprile (data in cui la commercializzazione è diventata operativa), e il 15 di luglio scorsi hanno optato per la Ru486. Tanto che nella classifica nazionale sulla base delle ordinazioni (329) la Liguria si piazza al quarto posto, dietro soltanto a Piemonte, Lombardia ed Emilia.

“Nella nostra regione si è fatto il possibile perché non fosse negato l’uso della pillola abortiva”, ripete Claudio Montaldo, assessore regionale alla Sanità. Con ogni probabilità, percentualmente, la Liguria è la prima regione italiana ad utilizzare la Ru486 rispetto al numero dei suoi abitanti. “Sia per motivi di ordine informativo ed organizzativo – spiega Enrica Orsi, funzionario regionale del coordinamento delle reti ginecologiche liguri – ma anche per ragioni socio-culturali e politiche della popolazione di riferimento”.

Bagnasco, ligure, ci sarà rimasto un pò male.

Non si può avere tutto dalla vita.

 

settembre 24, 2010

Ru486 in day hospital in Umbria, centrodestra attacca la giunta: ricovero obbligatorio per le donne.

E’ aperta polemica tra le opposizioni di centrodestra e la giunta regionale dell’Umbria sulla questione relativa ai protocolli di applicazione della pillola RU486 nelle aziende sanitarie. La capogruppo Udc in consiglio regionale Sandra Monacelli rivendica di aver “denunciato per tempo il sospetto che nella ‘repubblica autonoma dell’Umbria’ si fosse coltivata l’intenzione di procedere per l’applicazione dei protocolli relativi alla pillola RU486, con la complicita’ di una ‘galeotta’ estate, alla distribuzione senza ricovero, in difformita’ dalle linee guida del Ministero della Salute e di ben tre pareri del Consiglio superiore di sanita’”. A tal proposito i consiglieri del Pdl Maria Rosi e Alfredo De Sio plaudono alle posizioni assunte dai consiglieri Pd Brega, Barberini e Smacchi, esprimendo “soddisfazione” per la condivisione delle preoccupazioni sull’utilizzo della pillola abortiva. Per la maggioranza replica il capogruppo del Pd Renato Locchi che giudica “del tutto condivisibile ed apprezzabile il metodo adottato dalla Giunta regionale per definire le linee di applicazione, cosi’ come e’ particolarmente importante sottolineare la prudenza con cui sta affrontando un tema di tale delicatezza”. Locchi si dice certo che presto si arrivera’ a una soluzione finale “al riparo da ogni pressione ideologica o di altro tipo, estranee alla rigorosa laicita’ che da sempre e’ patrimonio di questa Regione”. (informazione libera)

aprile 2, 2010

Pillola abortiva: situazione regione per regione

VALLE D’AOSTA – Sono allo studio modalità di somministrazione con tutte le precauzioni per proteggere la donna. Lo dichiara l’assessore regionale alla Sanità Albert Laniece, specificando che l’orientamento è verso il ricovero ospedaliero e che le regioni non possono bloccare la commercializzazione della pillola abortiva Ru486, visto che è validata dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

P.A. TRENTO – Ha emanato una normativa che prevede la somministrazione in day hospital.

PIEMONTE – Ha optato per la somministrazione in day hospital, con monitoraggio della donna anche al di fuori dell’ospedale per l’arco di tempo necessario all’aborto. Ora il neo governatore Roberto Cota ha annunciato che farà «di tutto per contrastane l’impiego».

LOMBARDIA – Ha emanato disposizioni per la somministrazione in regime di ricovero ospedaliero ordinario. In diverse occasioni il presidente Formigoni, appena rieletto, si è espresso per la difesa del diritto alla vita e della donna nel rispetto della legge 194, mentre «la Ru486 va nella direzione opposta perché scarica sulla donna tutto il peso psicologico e fisico di una esperienza traumatica».

VENETO – Ha emanato una disposizione che prevede la somministrazione di ricovero ospedaliero ordinario. Luca Zaia, appena eletto presidente, si è dichiarato contrario a questo farmaco e ha affermato che studierà le modalità per far valere questa posizione.

EMILIA ROMAGNA – La regione ha optato per il day hospital, con un apposito protocollo per monitorare la donna, anche al di fuori dell’ospedale, per l’arco di tempo necessario all’aborto.

TOSCANA – Ha deciso per il ricovero ordinario. Il neo presidente Rossi ha polemizzato con Cota, definendo «stupidaggini» le sue posizioni. La Toscana ha «potenziato i consultori e formato oltre 500 operatori» e coordina il progetto nazionale per la prevenzione delle Ivg, le interruzioni volontarie di gravidanza, fra le donne straniere.

UMBRIA – La Regione non ha ancora una normativa. La neo governatrice, Catiuscia Marini del Pd, poche settimane prima dell’elezione aveva detto: »Sarò molto ferma: sì alla Ru486 con il vaglio medico-scientifico, a cui spetta stabilire se vada somministrata in day hospital o in degenza ospedaliera».

LAZIO – Mancano ancora delle disposizioni. Ma quelle che verranno assunte prevederanno il ricovero in regime ospedaliero, come ha assicurato la nuova governatrice Renata Polverini, spiegando che la Ru486 «seguirà lo stesso percorso dell’aborto chirurgico, quindi sarà somministrata in ospedale».

CAMPANIA – Non c’è una normativa regionale di riferimento. Oggi il neo presidente Caldoro si è detto sulla stessa linea di Cota e ha prospettato che «la Ru486 debba essere prevista in regime di ricovero ospedaliero».

BASILICATA – Non ci sono disposizioni. Se ne occuperà il nuovo Consiglio regionale, che si insedierà nelle prossime settimane, ha fatto sapere il governatore rieletto De Filippo.

PUGLIA – La Regione ha avviato la sperimentazione nel Policlinico di Bari e nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce e ne attenderà l’esito per adottare le linee guida che saranno delineate con un apposito provvedimento di giunta.

CALABRIA – Manca una normativa. Oggi il neo presidente Scopelliti ha affermato che «l’unica ipotesi percorribile per la somministrazione della pillola abortiva è quella dell’ospedale».

SICILIA – Nei mesi scorsi l’assessore alla Sanità Russo aveva assicurato che la Regione si sarebbe attenuta «in modo scrupoloso alle direttive contenute nella determina dell’Aifa», l’Agenzia italiana del farmaco.

Fonte La Repubblica

dicembre 10, 2009

Pillola abortiva: da oggi si può.

Il Cda dell’Aifa ha dato l’ok alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio della pillola Ru 486. L’autorizzazione riguarda il farmaco Mifegyne (Mifeprostone), della Exelgyne. Dopo cinque anni di polemiche, la RU486 arriva anche in Italia. La Determina, ovvero la decisione che autorizza l’arrivo della pillola abortiva in Italia che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro il 19 novembre, rimanda a Stato e Regioni le disposizioni per il corretto percorso di utilizzo clinico del farmaco all’interno del servizio ospedaliero pubblico.

E così, da oggi, una donna che decida di abortire nelle prime settimane di gravidanza avrà la possibilità di scegliere tra l’aborto chirurgico e quello farmacologico, come quasi in tutta Europa. Sempre nel rispetto della Legge 194, e pertanto potrà essere somministrata solo in ambito ospedaliero.

Come funziona l’aborto farmacologico
L’aborto farmacologico è un’opzione non chirurgica per le donne che intendono interrompere la gravidanza entro la settima settimana, è tra la settima e la nona settimana, infatti, che si registra il maggior numero di eventi avversi e il maggior ricorso all’integrazione con la metodica chirurgica.
“In pratica la paziente assume due farmaci: il mifepristone prepara il terreno e la prostaglandina, somministrata due giorni dopo, provoca l’espulsione del materiale abortivo entro poche ore. Rispetto ai metodi tradizionali l’aborto con la Ru486 non richiede né anestesia né l’intervento chirurgico e, se usata correttamente, funziona nel 95% dei casi.“Non è un contraccettivo ma un abortivo.
Gli studi condotti – si legge sul dossier Aifa – riportano una serie di effetti collaterali legati principalmente all’utilizzo delle prostaglandine: il dolore di tipo crampiforme che può variare da nulla a forte e aumenta in prossimità dell’espulsione, riducendosi nettamente subito dopo. Poi nausea (34-72%), vomito (12-41%) e diarrea (3-26%). Il sanguinamento, massimo al momento dell’espulsione, è variabile per quantità e durata, con perdite ematiche che persistono per almeno una settimana e, in forma ridotta, anche più a lungo. Le complicanze severe sono rare.In pratica gli effetti collaterali ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico.
Le differenze con l’aborto chirurgico

L’aborto chirurgico, praticato legalmente in Italia da trent’anni, prevede un intervento con anestesia e ricovero. La donna deve formulare una richiesta scritta, controfirmata da un medico non obiettore. L’operazione  prevede lo svuotamento dell’utero in anestesia locale o generale. Ma non bisogna dimenticare che possono esserci delle complicazioni (come il sanguinamento) sebbene il dolore immediato sia attutito dall’anestesia”. Anche il coinvolgimento della donna fa la differenza. È lei infatti che assume il farmaco. Nell’aborto chirurgico invece l’azione è delegata al medico e la sofferenza attutita dall’anestesia“.

novembre 26, 2009

Stop alla commercializzazione della pillola abortiva Ru486.

Si dovrà attendere un parere tecnico del ministero della Salute sulla compatibilità tra la legge 194 sull’aborto e la nuova pillola abortiva. Pertanto allo stato la pillola Ru 486 non  potrà essere commercializzata.Lo ha stabilito la commissione Sanità del Senato.

La commissione ha infatti approvato, a maggioranza, con il voto favorevole di Pdl e Lega e quello contrario del Pd, il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini. Nel documento si chiedeva appunto di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di una verifica sulla compatibilità.

Che cosa significa questo stop? Per rispondere è necessario fare un passo indietro. Quando nel luglio scorso l’Agenzia del farmaco (Aifa) ha approvato la pillola abortiva le gerarchie ecclesiastiche si sono ribellate parlando di  “veleno letale” e di “delitto” che comporta “la scomunica” della chiesa per chi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo “all’iter”. Alle reazioni della Chiesa hanno fatto subito eco i rappresentanti del governo i quali hanno tentato di bloccare l’uso della pillola Ru 486 perché in contrasto con la legge 194. La legge 194 impone il ricovero in una struttura sanitaria dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza, nonché l’attento monitoraggio del percorso abortivo onde ridurre al minimo le reazioni avverse”. Molto probabilmente il governo riuscirà a bloccare definitivamente la commercializzazione della pillola abortiva per rispondere alle aspettative del Vaticano, malgrado i pareri favorevoli espressi dai rappresentanti del mondo scientifico. E’ appena il caso di ricordare quanto dichiarato da Rita Levi Monalcini la quale ha detto “ La pillola abortiva Ru486 ha dato risultati straordinari. Penso molto bene di questo farmaco – spiega il premio Nobel per la medicina, conosco colui che l’ha scoperto, e’ venuto da me e posso dire che i risultati sono straordinari”.

ottobre 21, 2009

Ru486, una possibilità in più per le donne

ru486_okNon è la pillolla del giorno dopo. Si chiama Ru486 ed è una tecnica alternativa all’aborto farmacologico. Il cda dell’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera definitivo alla sua commercializzazione anche in Italia. E così, dal 19 novembre anche nel nostro Paese una donna che decida di abortire nelle prime settimane di gravidanza avrà la possibilità di scegliere tra l’aborto chirurgico e quello farmacologico, come quasi in tutta Europa. Sempre nel rispetto della Legge 194, che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese.

Insomma di fronte a un dramma che è quello dell’aborto, una persona ha una possibilità in più. Cioè quella di evitare l’intervento chirurgico e di assumere due compresse. La paziente assume due farmaci: il mifepristone prepara il terreno e la prostaglandina, somministrata due giorni dopo, provoca l’espulsione del materiale abortivo entro poche ore. In qualche caso l’espulsione può verificarsi già prima dell’assunzione della prostaglandina o nei giorni successivi. Una seconda dose di prostaglandina riduce la percentuale di espulsioni tardive e aumenta l’efficacia. L’espulsione del materiale abortivo avviene mediante sanguinamento e contrazioni. In pratica è come se si avesse il ciclo mestruale, per alcune donne è più intenso per altre meno. Rispetto ai metodi tradizionali l’aborto con la Ru486 non richiede né anestesia né l’intervento chirurgico e, se usata correttamente, funziona nel 95% dei casi. Qualora non funzioni si deve poi ricorrere al raschiamento tradizionale.

Sbaglia però chi pensa che sia una più scelta facile. L’aborto chirurgico, praticato legalmente in Italia da trent’anni, prevede un intervento con anestesia e ricovero. L’operazione prevede lo svuotamento dell’utero in anestesia locale o generale. Ma non bisogna dimenticare che possono esserci delle complicazioni (come il sanguinamento) sebbene il dolore immediato sia attutito dall’anestesia. Anche il coinvolgimento della donna fa la differenza. La paziente che sceglie l’aborto farmacologico è più autonoma nell’atto. È lei infatti che assume il farmaco. Nell’aborto chirurgico invece l’azione è delegata al medico e la sofferenza attutita dall’anestesia. “Gli effetti collaterali – si legge in un dossier dell’Aifa ‘Ru486: efficacia e sicurezza di un farmaco che non c’è – ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico: nausea (34-72%), vomito (12-41%) e diarrea (3-26%)”.

Attenzione però a non confonderla con ‘la pillola del giorno dopo’. Questa è un contraccettivo d’emergenza. Il mifepristone, il vero nome della Ru486, si differenzia dalla pillola del giorno dopo (Levonorgestrel), che è solo un contraccettivo ad alto dosaggio, sia per i tempi di assunzione, sia per il meccanismo di azione. ‘La pillola del giorno dopo’ impedisce che avvenga la gravidanza, la Ru486 la interrompe.

A. Sa.