Messico, se per l’arcivescovo la pedofilia è meno grave dell’aborto…
Alemanno, mamma per un giorno.
A Roma, marcia contro la legge 194, col patrocinio di Alemanno.
L’Arcivescovo di Granada: ” Se la donna abortisce l’uomo può abusare di questa”
Siamo davvero arrivati alle comiche. La Chiesa perde fedeli giorno dopo giorno, è investita da scandali a livello mondiale come i preti pedofili ma ancora non si dà tregua con le dichiarazioni shock. A quanto riportato dal giornale online spagnolo elCorreoweb.es Javier Martínez, l’Arcivescovo di Granada, parlando a proposito della legge sull’aborto durante la sua omelia, la avrebbe paragonato al “Genocidio compiuto da Hitler” e avrebbe dichiarato:
“Matar a un niño indefenso, y que lo haga su propia madre, da a los varones la licencia absoluta, sin límites, de abusar del cuerpo de la mujer”
(Trad.: Uccidere un bambino indifeso, per mano della sua stessa madre, dà agli uomini il diritto, senza limitazioni, di abusare del corpo della donna.
Quest’uomo non è un cristiano e non è degno di dichiararsi rappresentante di Cristo, di cui non dimostra di ricordare il messaggio.
Spagna: i popolari e l’aborto.
Grandi contrasti intorno alla legge che depenalizza l’aborto entrata in vigore il 5 luglio in Spagna. Alcune regioni autonome già le hanno prese di mira. I governi di Murcia, Navarra e della Comunità Autonoma di Madrid, tutti guidati dal Partito Popolare, hanno deciso di sospendere l’applicazione della norma, che permette alle donne di abortire legalmente fino alla quattordicesima settimana di gravidanza e fino alla ventiduesima in caso di anomalie del feto e di rischio per la salute della madre. La decisione è stata presa dopo che la Corte Costituzionale Spagnola ha accolto il ricorso presentato dal PP.
L’asse Destra Vaticano si sposta nelle regioni.
Siamo messi veramente male. Infatti l’accordo destra Vaticano comincia a funzionare anche nelle regioni. Il neogovernatore del Piemonte Cota ha dichiarato che lascera’ nei magazzini il farmaco e chiedera’ ai direttori generali delle Asl di bloccarne l’impiego. E mentre il cappellano di Montecitorio e presidente della pontificia accademia sulla vita, Mons.Rino Fisichella, un altro fascista dichiarato,plaude al neogovernatore del Piemonte, e il governatore del Veneto, Luca Zaia afferma ”non daremo mai l’autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali”. ,Renata Polverini, ha detto invece che la somministrazione della pillola abortiva ”seguira’ lo stesso percorso dell’aborto chirurgico, quindi sara’ somministrata in ospedale”. ” Dello stesso avviso il presidente eletto della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e il neo presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. E Formigoni sottolinea ”la difesa del diritto alla vita, e della salute della donna nel rispetto della legge 194”. Mentre il Presidente della Giunta lucana, Vito De Filippo fa sapere che le decisioni sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486 sono affidate alla prossima legislatura. Per il presidente della Regione Liguria,Claudio Burlando, questa e’ materia che spetta ai medici attuare. Intanto l’ospedale Sant’Anna di Torino ha gia’ chiesto 50 confezioni della pillola che potrebbero essere consegnate gia’ domani. E il ministro della salute Fazio annuncia un tavolo per il monitoraggio sulla somministrazione della pillola. Berlusconi ha insegnato che le leggi sono carta straccia e questo concetto sta prendendo piede dovunque. Questo è inaccettabile, come è inaccettabile questa ingerenza della Chiesa nella vita politica italiana, lo dico da cattolico che non si rassegna a vedere la propria fede strumentalizzata come mero strumento di potere. Nessuno ha chiesto alle donne cosa ne pensano. Ma si sa le donne sono figlie del Diavolo.
E’ giusto disobbedire ad una legge ingiusta?
Pillola abortiva: da oggi si può.
Il Cda dell’Aifa ha dato l’ok alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio della pillola Ru 486. L’autorizzazione riguarda il farmaco Mifegyne (Mifeprostone), della Exelgyne. Dopo cinque anni di polemiche, la RU486 arriva anche in Italia. La Determina, ovvero la decisione che autorizza l’arrivo della pillola abortiva in Italia che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro il 19 novembre, rimanda a Stato e Regioni le disposizioni per il corretto percorso di utilizzo clinico del farmaco all’interno del servizio ospedaliero pubblico.
E così, da oggi, una donna che decida di abortire nelle prime settimane di gravidanza avrà la possibilità di scegliere tra l’aborto chirurgico e quello farmacologico, come quasi in tutta Europa. Sempre nel rispetto della Legge 194, e pertanto potrà essere somministrata solo in ambito ospedaliero.
Come funziona l’aborto farmacologico
L’aborto farmacologico è un’opzione non chirurgica per le donne che intendono interrompere la gravidanza entro la settima settimana, è tra la settima e la nona settimana, infatti, che si registra il maggior numero di eventi avversi e il maggior ricorso all’integrazione con la metodica chirurgica.
“In pratica la paziente assume due farmaci: il mifepristone prepara il terreno e la prostaglandina, somministrata due giorni dopo, provoca l’espulsione del materiale abortivo entro poche ore. Rispetto ai metodi tradizionali l’aborto con la Ru486 non richiede né anestesia né l’intervento chirurgico e, se usata correttamente, funziona nel 95% dei casi.“Non è un contraccettivo ma un abortivo.
Gli studi condotti – si legge sul dossier Aifa – riportano una serie di effetti collaterali legati principalmente all’utilizzo delle prostaglandine: il dolore di tipo crampiforme che può variare da nulla a forte e aumenta in prossimità dell’espulsione, riducendosi nettamente subito dopo. Poi nausea (34-72%), vomito (12-41%) e diarrea (3-26%). Il sanguinamento, massimo al momento dell’espulsione, è variabile per quantità e durata, con perdite ematiche che persistono per almeno una settimana e, in forma ridotta, anche più a lungo. Le complicanze severe sono rare.In pratica gli effetti collaterali ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico.
Le differenze con l’aborto chirurgico
L’aborto chirurgico, praticato legalmente in Italia da trent’anni, prevede un intervento con anestesia e ricovero. La donna deve formulare una richiesta scritta, controfirmata da un medico non obiettore. L’operazione prevede lo svuotamento dell’utero in anestesia locale o generale. Ma non bisogna dimenticare che possono esserci delle complicazioni (come il sanguinamento) sebbene il dolore immediato sia attutito dall’anestesia”. Anche il coinvolgimento della donna fa la differenza. È lei infatti che assume il farmaco. Nell’aborto chirurgico invece l’azione è delegata al medico e la sofferenza attutita dall’anestesia“.
Stop alla commercializzazione della pillola abortiva Ru486.
Si dovrà attendere un parere tecnico del ministero della Salute sulla compatibilità tra la legge 194 sull’aborto e la nuova pillola abortiva. Pertanto allo stato la pillola Ru 486 non potrà essere commercializzata.Lo ha stabilito la commissione Sanità del Senato.
La commissione ha infatti approvato, a maggioranza, con il voto favorevole di Pdl e Lega e quello contrario del Pd, il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla RU486 presentato dal presidente e relatore Antonio Tomassini. Nel documento si chiedeva appunto di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di una verifica sulla compatibilità.
Che cosa significa questo stop? Per rispondere è necessario fare un passo indietro. Quando nel luglio scorso l’Agenzia del farmaco (Aifa) ha approvato la pillola abortiva le gerarchie ecclesiastiche si sono ribellate parlando di “veleno letale” e di “delitto” che comporta “la scomunica” della chiesa per chi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo “all’iter”. Alle reazioni della Chiesa hanno fatto subito eco i rappresentanti del governo i quali hanno tentato di bloccare l’uso della pillola Ru 486 perché in contrasto con la legge 194. La legge 194 impone il ricovero in una struttura sanitaria dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza, nonché l’attento monitoraggio del percorso abortivo onde ridurre al minimo le reazioni avverse”. Molto probabilmente il governo riuscirà a bloccare definitivamente la commercializzazione della pillola abortiva per rispondere alle aspettative del Vaticano, malgrado i pareri favorevoli espressi dai rappresentanti del mondo scientifico. E’ appena il caso di ricordare quanto dichiarato da Rita Levi Monalcini la quale ha detto “ La pillola abortiva Ru486 ha dato risultati straordinari. Penso molto bene di questo farmaco – spiega il premio Nobel per la medicina, conosco colui che l’ha scoperto, e’ venuto da me e posso dire che i risultati sono straordinari”.
Ru486, una possibilità in più per le donne
Non è la pillolla del giorno dopo. Si chiama Ru486 ed è una tecnica alternativa all’aborto farmacologico. Il cda dell’Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera definitivo alla sua commercializzazione anche in Italia. E così, dal 19 novembre anche nel nostro Paese una donna che decida di abortire nelle prime settimane di gravidanza avrà la possibilità di scegliere tra l’aborto chirurgico e quello farmacologico, come quasi in tutta Europa. Sempre nel rispetto della Legge 194, che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese.
Insomma di fronte a un dramma che è quello dell’aborto, una persona ha una possibilità in più. Cioè quella di evitare l’intervento chirurgico e di assumere due compresse. La paziente assume due farmaci: il mifepristone prepara il terreno e la prostaglandina, somministrata due giorni dopo, provoca l’espulsione del materiale abortivo entro poche ore. In qualche caso l’espulsione può verificarsi già prima dell’assunzione della prostaglandina o nei giorni successivi. Una seconda dose di prostaglandina riduce la percentuale di espulsioni tardive e aumenta l’efficacia. L’espulsione del materiale abortivo avviene mediante sanguinamento e contrazioni. In pratica è come se si avesse il ciclo mestruale, per alcune donne è più intenso per altre meno. Rispetto ai metodi tradizionali l’aborto con la Ru486 non richiede né anestesia né l’intervento chirurgico e, se usata correttamente, funziona nel 95% dei casi. Qualora non funzioni si deve poi ricorrere al raschiamento tradizionale.
Sbaglia però chi pensa che sia una più scelta facile. L’aborto chirurgico, praticato legalmente in Italia da trent’anni, prevede un intervento con anestesia e ricovero. L’operazione prevede lo svuotamento dell’utero in anestesia locale o generale. Ma non bisogna dimenticare che possono esserci delle complicazioni (come il sanguinamento) sebbene il dolore immediato sia attutito dall’anestesia. Anche il coinvolgimento della donna fa la differenza. La paziente che sceglie l’aborto farmacologico è più autonoma nell’atto. È lei infatti che assume il farmaco. Nell’aborto chirurgico invece l’azione è delegata al medico e la sofferenza attutita dall’anestesia. “Gli effetti collaterali – si legge in un dossier dell’Aifa ‘Ru486: efficacia e sicurezza di un farmaco che non c’è – ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico: nausea (34-72%), vomito (12-41%) e diarrea (3-26%)”.
Attenzione però a non confonderla con ‘la pillola del giorno dopo’. Questa è un contraccettivo d’emergenza. Il mifepristone, il vero nome della Ru486, si differenzia dalla pillola del giorno dopo (Levonorgestrel), che è solo un contraccettivo ad alto dosaggio, sia per i tempi di assunzione, sia per il meccanismo di azione. ‘La pillola del giorno dopo’ impedisce che avvenga la gravidanza, la Ru486 la interrompe.
A. Sa.