Il rapporto tra mondo tecnologico e mondo dell’istruzione.

   Visualizza agenda_digitale__la_priorit______la_scuola_9329-1.jpg in una presentazione  Se uno guarda alle doti che dovrebbe avere qualsiasi “attore” che opera nel campo dell’istruzione, che si tratti di una vera e propria scuola, quanto piuttosto del singolo docente, è chiaro che nella lista delle “top ten” delle caratteristiche richieste ci dovrebbero essere doti come la preparazione (ovviamente), la capacità di comunicare e diffondere ad altri il proprio sapere e mettiamoci anche la pazienza.

Tutto qui? Decisamente no. Conosciamo bene la piega “hi-tech” che tutto il mondo, non solo la nostra città, o l’Italia o l’Europa hanno preso da anni. Una china (una volta tanto positiva) da cui non è possibile estraniarsi, e che va ad intaccare anche il lavoro di chi non opera in ambiti prettamente tecnologici.

Oggi anche un professore di lettere o di latino e greco, pur essendo specializzato in materie che “antiche e consolidate”, non è esonerato dall’avere quel minimo di “alfabetizzazione informatica”, indispensabile a rendere più veloce, ma anche più efficace, il proprio lavoro visto che gli studenti moderni imparano a “smanettare” con pc e tablet già in tenera età.

Lo stesso impatto tecnologico nel mondo dell’istruzione è stato applicato e vissuto a 360 gradi nel mondo della scuola italiana.

Sicuramente le prime esperienze pionieristiche sono arrivate nell’ambito universitario, per sua natura volto alla ricerca ed all’avanzamento tecnologico, nel privato prima che nel pubblico.

Sì perché le prime a sperimentare a piene mani la tecnologia come “strumento (e non come “argomento”) di insegnamento sono state le Università Telematiche, con la nascita delle prime proposte online, come il corso di laurea in scienze politiche.

Oggi lo stesso approccio “hi-tech” all’insegnamento viene ripreso anche dai principali poli universitari mondiali come Harvard ed Stanford negli Stati Uniti, o Oxford nel Regno Unito, dove molte facoltà stanno migrando le loro lezioni dalle aule tradizionali a quelle online.

Lascia un commento