Il canto quarto del Purgatorio di Dante Alighieri si svolge nell’Antipurgatorio, dove i negligenti (che tardarono a pentirsi per pigrizia) attendono di poter iniziare la loro espiazione; siamo nel mattino del 10 aprile 1300 (Pasqua), o secondo altri commentatori del 27 marzo 1300.
Il primo balzo dell’Antipurgatorio – versi 1-54 [modifica | modifica sorgente]
Parlando con Manfredi, Dante neppure si accorge del trascorrere delle ore; finché, dopo circa tre ore (il sole aveva percorso cinquanta gradi), le anime degli scomunicati indicano a lui ed a Virgilio l’ingresso di un sentiero che porta verso l’alto. La via è stretta e molto erta; Virgilio sprona il suo protetto a non deviare il cammino e a non arrendersi almeno fino al balzo poco più sopra, dove finalmente giunti possono sedersi e guardare con soddisfazione, ad oriente, l’ostacolo superato.
Spiegazioni dottrinali di Virgilio: il corso del sole… – vv. 55-84 [modifica | modifica sorgente]
Dante, ammirando lo spettacolo davanti a sé, nota con stupore che il sole si trova alla sua sinistra, ovvero a nord del punto d’osservazione (mentre a casa sua, nell’emisfero boreale e a nord del tropico del Cancro, esso si è sempre trovato a sud). Virgilio spiega la situazione con una serie di argomentazioni astronomiche e geografiche; tra l’altro, Dante comprende di trovarsi agli esatti antipodi di Gerusalemme, sicché tutti i fenomeni celesti devono essere debitamente ribaltati (ivi compresa, quindi, la posizione del Sole rispetto all’equatore celeste).
… e la natura del monte del Purgatorio – vv. 85-96 [modifica | modifica sorgente]
Rispondendo a un’altra domanda, Virgilio spiega inoltre che la salita andrà via via addolcendosi, mentre quello corrente è invece il momento iniziale ed il più ostico; perciò si sarebbe dovuto perseverare nella salita fino a quando si sarebbe addolcita tanto da permettere un meritato riposo.
Belacqua – vv. 97-139 [modifica | modifica sorgente]
Una voce interviene a chiosare ironicamente la spiegazione della guida di Dante: “Ma, forse, sentirai bisogno di riposarti ben prima di quel momento!” Nascoste da un enorme masso, sulla sinistra, si trovano le anime dei negligenti, che ora aspettano di accedere al Purgatorio scontando il loro pentimento colpevolmente tardivo. Quello che aveva gridato se ne sta con la testa sulle ginocchia, punzecchiando con corte parole il nuovo arrivato e la sua foga di salire; gli chiede con divertita pigrizia se “hai ben veduto come ‘l sole/ da l’omero sinistro il carro mena?”. Il poeta, riconosciutolo come Belacqua, sorridendo nota come l’amico perso sia stato ritrovato nell’aldilà senza che neppure un poco dei suoi vizi si fosse diradato. Il canto si conclude con la spiegazione dell’anima: inutile affannarsi, già è deciso che avrebbe dovuto aspettare lì tanti anni quanti quelli della sua vita (a meno che qualche anima pia non avesse pregato per lui, abbreviandone l’attesa). Spinto da Virgilio, Dante riprende quindi la dura ascesa.