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febbraio 11, 2010

Elezioni regionali 2010 chi vince e chi perde.

 

Dopo il si di IDV a De Luca in Campania crescono le chances di recupero del centrosinistra nella regione,  cresce Bonino, Nichi quasi sicuro.

Non è impossibile che almeno una delle due regioni venga assegnata al centrosinistra. Farebbero nove. Con un po’ di fortuna e se gli elettori indecisi riflettessero sugli scandali che ogni giorno vedono protagonisti personaggi del centrodestra e riflettessero sull’arroganza e la protervia del Sultano di Arcore  si potrebbe arrivare a conquistare nove  regioni su tredici.

In ogni caso il trend è cambiato rispetto ad un mese fa quando il caso Puglia veniva sulla ribalta nazionale, si scatenavano lotte fratricide in Umbria, la Campania era saldamente in mano al centrodestra, nel Lazio non si capiva granchè. Se si continua a lavorare così e si scelgono i candidati giusti e non si da tregua alla destra si può ribaltare la situazione.

Il centrodestra è in affanno perché troppo presto ha cantato vittoria e alla compattezza dei primi momenti si è sostituita una gran confusione e un darsela di santa ragione fra finiani e berlusconiani. Queste elezioni dovevano essere una cavalcata trionfale del centrodestra. Inizialmente in fatti appariva un centrosinistra allo sbando ed un centrodestra compatto. Poi qualcosa è cambiato.
Dove si vince
Piemonte, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Basilicata: sono sette le regioni in cui il centrosinistra è sicuro di vincere, con qualche piccolissimo dubbio sul Piemonte, dove però la Bresso recupera ogni giorno qualche decimo. In Umbria Catiuscia Marini ha messo tutti d’accordo e sarà sponsorizzata dalla Presidente uscente.

Puglia, Vendola ottimista.
I più ottimisti sono naturalmente i vendoliani. Secondo la previsione che si fa in quegli ambienti, «vinciamo facile» anche grazie alla divisione nello schieramento avversario. Sarebbe la regione numero otto.

Lazio, effetto Emma
La candidata gira molto, è apparsa convincente a Ballarò, il rapporto fra i partiti funziona, i sondaggi segnalano la possibilità di un testa a testa. E c’è chi fa notare che la Polverini, «partita troppo presto», rischia di imballarsi e soprattutto di moltiplicare errori e scivoloni: una situazione che crea nervosismi nel suo comitato largamente egemonizzato dagli uomini della destra romana.
Per questo lei tenta di divincolarsi da una immagine troppo “di destra”.:Intanto inciampa sulla questione del nucleare.
In ogni caso, la vittoria della Bonino porterebbe il numero delle regioni appannaggio del centrosinistra a nove.

Campania.
La vera novità si chiama Campania. Qui un recupero del centrosinistra avrebbe parecchio del miracoloso, ma vanno registrati due fatti nuovi. Uno è costituito dalla debolezza del campione della destra Stefano Caldoro segnalata dai primi sondaggi (solo quattro punti in più). L’altro è la convergenza che si sta registrando su Vincenzo De Luca: il si di Di Pietro, sulle prime irremovibile sul no, è giunto inatteso. Anche  SEl e il PSI hanno confermato l’adesione alla compagine guidata da De Luca, la vera incognita si chiama Bassolino, nel senso che non si sa se il Governatore uscente farà affluire i suoi consensi sul suo ex rivale. Si spera che alla fine prevalga la disciplina di partito. Tutti con De Luca, quindi nel centrosinistra, le polemiche sullo “sceriffo” vanno in soffitta.

Calabria, primarie il 14
Le primarie per la scelta del candidato presidente in Calabria sono state spostate a domenica 14 febbraio per garantire un’ampia partecipazione di elettori del centrosinistra.
In campo ci sono Agazio Loiero, governatore uscente, Giuseppe Bova, presidente del consiglio regionale e Brunello Censore, consigliere regionale (che aveva annunciato il ritiro e che ora invece torna in lizza). In Calabria c’è una situazione anomala, con radicali e Idv che appoggeranno il re del tonno Callipo. La divisione favorisce il candidato della destra Scopelliti. Ma come dice Loiero, «ancora credete ai sondaggi in Calabria? ».

Insomma un nove a quattro ci può stare e per il resto si può anche sognare.