Posts tagged ‘parchi marini’

febbraio 21, 2012

La frittata è fatta. Alcuni dei bidoni tossici persi nel mare della Gorgona si sono aperti


La frittata sottomarina è fatta. E’ stata individuata la maggior parte dei bidoni contenenti 30-35 quintali di veleni persi in mare vicino all’isola Gorgona dalla motonave da carico Eurocargo Venezia in dicembre.

Sono davanti alle coste della Toscana, circa 23 miglia al largo di Livorno e del Parco di San Rossore (un luogo che è il paradiso in terra), ad una profondità di oltre 400 metri, in un tratto di mare all’interno del Santuario dei Cetacei che è, almeno in teoria, un’area protetta.

I rilievi effettuati dalla nave oceanografica Minerva Uno della Castalia mostrano che alcuni bidoni (quanti, non si sa) sono aperti e stanno spandendo il contenuto. Subito dopo l’incidente, l’Arpa (Agenzia protezione ambientale) della Toscana aveva avvertito che il contenuto dei bidoni, se disperso in acqua, è in grado di contaminare la catena alimentare.

Adesso si tratta di mandare un robot a recuperare rapidamente i fusti – mica uno scherzo, a 400 e più metri di profondità – e si tratta di evitare che si aprano ulteriormente mentre vengono tirati su. Continua a leggere→

marzo 6, 2010

Aree protette, in Senato la nuova legge: privati nei parchi e yacht nelle riserve marine.

 Il senatore D’Alì, attualmente Presidente della Commissione Ambiente del Senato, dopo aver guidato la cordata dei senatori anti Kyoto ne prepara un’altra. E’ in fase di discussione in Commissione Ambiente il Disegno di Legge S.1820 “Nuove disposizioni in materia di aree protette” che si prefigge di riorganizzare parchi e riserve, in terra e in mare.

Accanto a proposte ragionevoli come l’accorpamento sotto un unico ente gestore delle aree protette marine prospicienti quelle terrestri, che dovrebbe razionalizzare di molto la gestione di parchi e riserve, ce ne sono alcune quanto meno preoccupanti. Due, in particolare, riguardano la gestione stessa delle aree protette.

D’Alì propone un consorzio al 70% pubblico (Regioni e altri enti locali) affiancato da “soci” privati. Statuto, obbiettivi e, soprattutto, confini dei parchi dovrebbero essere rivisti ogni tre anni, con la possibilità di creare zone protette a geometria variabile che crescono e si riducono in base alle “esigenze socioeconomiche del territorio”.