Costa appena cinque euro mettere in tavola un pasto bilanciato e gustoso a base di frutta e verdura di stagione e ispirato ai cinque colori del benessere, tema dalla campagna ”Nutritevi dei colori della vita” promossa da Unaproa (Unione tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli e agrumari) che oggi ha fatto tappa a Roma, all’Istituto Alberghiero di Trastevere “V. Gioberti”. Qui i ragazzi del quinto anno hanno ideato e proposto un menu low cost e veloce, quindi doppiamente al passo coi tempi, dimostrando che la qualità alimentare conviene alla salute e al portafogli. ”Il progetto ha una valenza sociale oltre che economica – ha detto il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti – per dire che se la crisi economica obbliga a strategie di risparmio anche alla spesa alimentare, questo, però, non può e non deve andare a discapito della salute: una dieta sana ed equilibrata non può prescindere da alcuni componenti, come un consumo quotidiano e variato di frutta e verdura. Proprio da qui – ha sottolineato – nasce la sfida lanciata dalla nostra campagna nazionale ‘Nutritevi dei colori della vita’ che illustra anche lo sforzo di innovazione dell’offerta che, con insalate pronte e confezioni monodose, va incontro alle mutate esigenze”. ”Oggi è stato smentito il pregiudizio che una dieta ricca di questi alimenti sia necessariamente economicamente svantaggiosa” ha osservato il segretario generale Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona che ha chiesto ai futuri professionisti del settore Ristorazione, gli allievi dell’Alberghiero, di farsi ”piccoli divulgatori della salute a tavola”. Frutta e verdura hanno regalato oggi – grazie all’impegno degli studenti che con entusiasmo si sono cimentati alla prova del pasto nei colori rosso, verde, bianco, giallo-arancio e blu-viola previsto dall’iniziativa Unaproa –
Sale: italiani usano quasi il doppio della dose consigliata.
12:45 am | Circa 10 grammi al giorno, quasi il doppio rispetto ai 6 grammi raccomandati dagli esperti. Gli italiani mangiano troppo salato, e nello stesso tempo assumono poco potassio perché…
1 settembre 2012 / Leggi tutto
I flavonoidi sono alleati del cuore, ma anche poco consumati.
La ricerca scientifica suggerisce i benefici per cuore e arterie di una dieta ricca di flavonoidi, composti chimici naturali di cui sono ricchi i vegetali. Ma un’indagine condotta su oltre 7.500 connazionali rileva che nei piatti degli italiani i flavonoidi scarseggiano: nella Penisola si beve tanto caffè ma poco tè, che rispetto alla ‘tazzina’ contiene concentrazioni maggiori di sostanze amiche della salute cardiovascolare. Ma la bocciatura più pesante arriva sul fronte del consumo di frutta e verdura: oggi l’alimentazione-tipo degli italiani è lontana dalle ‘dosi’ ideali raccomandate dagli specialisti.
Da qui l’appello degli esperti: riscoprire l”abc’ della dieta mediterranea.
Ai flavonoidi sono state riconosciute virtù antinfiammatorie e antiossidanti. In particolare, i risultati di uno studio pubblicato a inizio anno sull”American Journal of Clinical Nutrition’ indicano che a un alto apporto di flavonoidi nella dieta corrisponde un minore rischio di gravi malattie cardiovascolari. Partendo da questa nuova conferma, l’Osservatorio nutrizionale Grana Padano ha cercato di ‘misurare’ il consumo pro-capite di flavonoidi in Italia, sondando le abitudini di 7.645 over 18, 4.681 donne e 2.964 uomini.
Gli alimenti mediamente più ricchi di flavonoidi – ricordano gli specialisti in una nota – sono tè, vino rosso, frutta (soprattutto gli agrumi), verdura, olio d’oliva e cioccolato. Ebbene, dall’indagine è emerso che il tè viene consumato dal 30% circa della popolazione, più dalle femmine che dai maschi (32% contro 25,5%). Sicuramente maggiore è il consumo di caffè, bevuto regolarmente dall’80% della popolazione senza differenza tra i sessi, mentre il vino rosso è consumato dal 55% e specialmente dagli uomini (65% contro 48%). Per quanto riguarda la frutta, e in particolare gli agrumi, la mangia il 60% della popolazione.
Cadmio presente in fertilizzanti può aumentare casi di cancro al seno.
Il cadmio, metallo tossico disperso nell’ambiente e contenuto in molti fertilizzanti agricoli, puo’ portare a un aumento del rischio di cancro al seno. E’ quanto emerso da uno studio pubblicato su Cancer Research, rivista dell’American Association for Cancer Research.
A preoccupare gli scienziati e’ la contaminazione dei terreni agricoli dovuta principalmente all’uso di fertilizzanti e al maggiore assorbimento del metallo nelle piante. “A causa dell’elevato accumulo nelle colture agricole, le principali fonti di cadmio alimentare sono i cereali, il pane le patate, e la verdura”, ha commentato Agneta Akesson, docente al Karolinska Institutet in Svezia che ha promosso lo studio. “Parliamo quindi di tutti alimenti considerati sani”, ha aggiunto. Il team ha osservato 55.987 donne per piu’ di 12 anni, valutando l’esposizione alimentare al cadmio attraverso un questionario.
Cancro: contrastarlo a tavola con dieta di frutta, verdura, cereali.
Una dieta ricca di frutta e verdura, latticini a basso contenuto di grassi e pesce può ridurre fino al 65% il rischio di sviluppare il cancro al colon-retto: a sostenerlo, ribadendo una conoscenza già acquisita dalla comunità scientifica ma messa in discussione da alcuni ultimi studi, una ricerca condotta da Paige Miller della Pennsylvania State University e pubblicata sul Journal of Nutrition. ”Abbiamo scoperto – spiega Miller – che una dieta a base vegetale con elevate quantità di frutta, verdura e cereali integrali, e che preveda il consumo di frutta secca, oli vegetali, pesce e prodotti caseari a basso contenuto di grassi è associata, sia negli uomini che nelle donne, a un ridotto rischio di tumore colorettale”.
Il pesce, in particolare, risulta protettivo per gli uomini mentre nelle donne lo stesso effetto è sortito dai latticini a basso contenuto di grassi, “ma il perché di questa differenza ancora non ci è chiaro”, continua Miller.
“Tintarella naturale” con frutta e verdura.
Ciò che mangi ti si legge in faccia, e se metti nel piatto più frutta e verdura il colorito della pelle migliora: l’incarnato diventa più luminoso e sano, il grigiore sparisce e compare una ‘tintarella’ naturale.
Suona così il monito di un gruppo di scienziati dell’università scozzese di St. Andrews, che con uno studio pubblicato sulla rivista ‘Plos One’ provano a incoraggiare il consumo di vegetali – 5 le porzioni quotidiane raccomandate – facendo leva sul vizio più diffuso: la vanità.
I ricercatori hanno reclutato 35 studenti, per la maggior parte bianchi, interrogandoli sul consumo di frutta e verdura in un periodo di 6 settimane durante il quale i volontari non dovevano utilizzare trucco, lettini solari o creme autoabbronzanti. Attraverso uno strumento ad hoc, gli studiosi hanno analizzato il tono della pelle prima, durante e dopo il periodo di studio. Risultato: le variazioni del consumo di frutta e verdura appaiono associate a un cambiamento del tono cutaneo.
Sguardo limpido e occhi bianchi: più frutta e meno carne
Con qualche bistecca in meno e un piatto d’insalata in più si potrebbe evitare a una certa età di doversi fare operare di cataratta. Sembra infatti, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, che chi adotta un regime alimentare prevalentemente vegetariano abbia fino al 40 per cento di probabilità in meno, rispetto ai carnivori più incalliti, di soffrire di questo disturbo visivo.
LO STUDIO – La ricerca viene dall’Università di Oxford, dove sono stati analizzati i dati sul comportamento alimentare e le cartelle cliniche di più di 27.600 pazienti ultraquarantenni già arruolati in Inghilterra per lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), un vasto progetto europeo che mette in relazione dieta e stile di vita con l’insorgenza di tumori e altre malattie croniche. Dalle statistiche fatte dai ricercatori, è emersa una relazione tra il rischio di cataratta e il tipo di dieta seguita dal paziente. In chi mangiava carne in quantità superiore ai 100 grammi al giorno questo rischio era più alto e decresceva man mano che il consumo di questo alimento diminuiva. Scendeva del 15 per cento se il cibo preferito era il pesce e del 30 e 40 per cento se il paziente era vegetariano o vegano, ovvero che non si nutre di nessun alimento di origine animale. «In realtà il nostro studio si limita a mostrare solo una relazione tra un certo tipo di dieta e la cataratta» puntualizza Naomi Allen, ricercatrice all’Università di Oxford e autrice dell’indagine, « non pretende di fornire prove sulla responsabilità del consumo di carne nello sviluppo di questa patologia».
Mangiate colorato.
Mangiare multicolor, è questo il suggerimento da seguire in estate. Non vi sto suggerendo una dieta dimagrante, ma un’alimentazione equilibrata per tenersi in forma e superare il gran caldo. Come si può seguire questo consiglio? In realtà è molto semplice, basta scegliere frutta e verdura di stagione: dall’arancione di carote e melone al rosso intenso dell’anguria, poi ci sono i pomodori e le albicocche. L’idea è di Sara Farnetti, nutrizionista del Policlinico Gemelli di Roma, esperta di alimentazione funzionale.
Questa dieta fa bene alla salute, permette di mantenersi leggeri e soprattutto aiuta la pelle e l’abbronzatura. In questa stagione, infatti, sono diffusi i frutti ricchi di licopene e non è un caso. Attenzione però non è vero che abbuffandosi di carote la nostra tintarella sarà perfetta. Proteggeremo sicuramente la nostra pelle, ma in minima parte, usate comunque una crema solare e in caso di eritema fatevi aiutare da un integratore.
Cancro: contrastarlo a tavola con dieta di frutta, verdura, cereali.
Una dieta ricca di frutta e verdura, latticini a basso contenuto di grassi e pesce può ridurre fino al 65% il rischio di sviluppare il cancro al colon-retto: a sostenerlo, ribadendo una conoscenza già acquisita dalla comunità scientifica ma messa in discussione da alcuni ultimi studi, una ricerca condotta da Paige Miller della Pennsylvania State University e pubblicata sul Journal of Nutrition. ”Abbiamo scoperto – spiega Miller – che una dieta a base vegetale con elevate quantità di frutta, verdura e cereali integrali, e che preveda il consumo di frutta secca, oli vegetali, pesce e prodotti caseari a basso contenuto di grassi è associata, sia negli uomini che nelle donne, a un ridotto rischio di tumore colorettale”.
Il pesce, in particolare, risulta protettivo per gli uomini mentre nelle donne lo stesso effetto è sortito dai latticini a basso contenuto di grassi, “ma il perché di questa differenza ancora non ci è chiaro”, continua Miller.
La vitamina C efficace se si assume dalla frutta.
Le vitamine ‘funzionano meglio’ se prese direttamente dai cibi piuttosto che in pillole perche’ lavorano ‘in sinergia’ con gli altri antiossidanti presenti nella frutta o nella verdura. Lo afferma uno studio pubblicato dal Journal of Food Science, che ha analizzato come lavorano i diversi composti insieme e separatamente. ”C’e’ qualcosa in un’arancia che fa si’ che sia piu’ efficace di una pillola di vitamina C – ha spiegato Tory Parker, uno degli autori – e abbiamo cercato di capire cosa fosse.