Molti vaccini contro la malaria falliscono perche’ non riescono a colpire gli antigeni altamente variabili del parassita che causa la patologia.
Basandosi sulla constatazione che infezioni a bassa densita’ possono innescare l’immunita’ a differenti ceppi di malaria, Michael Good della Griffith University in Australia ha creato un nuovo vaccino utilizzando parassiti della malattia geneticamente “attenuati” con un agente chimico che impedisce agli stessi di moltiplicarsi. Dai risultati dello studio e’ emerso che la strategia potrebbe funzionare. I topi inoculati con una singola specie di parassita attenuato hanno, infatti, sviluppato immunita’ a piu’ specie di malaria per un periodo di oltre cento giorni. Dati che suggeriscono che la vaccinazione con parassiti chimicamente attenuati potrebbe fornire una valida immunita’ protettiva e una importante copertura contro la patologia che colpisce circa seicentomila persone ogni anno.
Malaria: vaccino con parassiti “storditi” offre sorprendenti speranze.
Eroina: nuovo vaccino impedisce alla sostanza di raggiungere il cervello.
Il nuovo vaccino che impedisce all’eroina di arrivare al cervello, annullando cosi’ il bisogno compulsivo di ‘farsi un’altra dose‘, si e’ dimostato efficace sui topi. E’ stata pubblicata sulla Early Edition di ‘Pnas’ la ricerca americana che ha permesso di fare un passo avanti nella lotta contro le dipendenze. I ricercatori dello Scripps Research Institute (Tsri) de La Jolla in California, hanno somministrato il vaccino “a topi che erano gia’ stati esposti all’eroina, – spiega il primo autore dello studio, Joel Schlosburg – in pratica siamo riusciti a impedire ai topi di entrare in quel circolo vizioso che porta a desiderare dosi sempre maggiori di droga”. In un test, ratti che erano stati addestrati a premere una leva tre volte per ottenere un infuso di eroina, venivano successivamente sottoposti a una sessione di ‘extinction training’, in cui pressare la leva non induceva piu’ il rilascio dello stupefacente. Tra topi che non avevano ricevuto il vaccino ‘anti-eroina‘, una singola infusione dopo astinenza induceva il roditore a premere nuovamente la leva in maniera compulsiva per avere altra droga, proprio come avviene tra gli eroinomani che si ‘fanno una dose‘ dopo astinenza prolungata. Tale comportamento non si era manifestato invece tra i roditori ai quali era stato somministrato il vaccino. In un secondo test, veniva tolta l’eroina a ratti che erano diventati gravemente dipendenti e, al termine di 30 giorni di astinenza, dopo somministrazione di singola dose di stupefacente, solo quelli non vaccinati cominciavano nuovamente a cercare dosi sempre maggiori di droga. Rispetto ai vaccini esistenti questo e’ il primo in grado di bloccare non solo l’eroina, ma anche tutti i suoi sottoprodotti che si formano molto velocemente una volta che la droga entra nel circolo sanguigno, e che arrivano al cervello in tempi brevissimi. Se il nuovo ‘prodotto anti-ricaduta’ lavorasse bene anche sull’uomo, potrebbe diventare parte integrante delle terapie contro la dipendenza da eroina, soprattutto perche’ dagli studi preclinici sembrerebbe non interferire con gli altri farmaci utilizzati nei trattamenti standard. “Idealmente – conclude infatti Schlosburg – nei pazienti umani il vaccino sarebbe integrato con altri farmaci”.
Un vaccino salvavita da un virus che colpisce solo i cani.
06:30 pm | Utilizzando un virus che colpisce i cani, ricercatori stanno sviluppando un potente vaccino che potrebbe salvare molte vite proteggendo da malattie come l’influenza suina, l’Aids, la tubercolosi, la…
29 novembre 2012 / Leggi tutto »
Per smettere di fumare potrebbe essere risolutivo un vaccino in arrivo dagli USA.
Contro la dipendenza da nicotina arriva un nuovo vaccino: messo a punto dai ricercatori del Weill Cornell Medical College di New York City, una sola dose del nuovo siero promette di proteggere dalla dipendenza dalle sigarette per tutta la vita. Un virus geneticamente modificato contenente le istruzioni per la produzione di anticorpi anti-nicotina viene utilizzato per infettare il fegato, trasformando l’organo in una fabbrica che produce anticorpi contro la nicotina a ciclo continuo. Questi funzionano come tanti piccoli Pacman che eliminano le molecole di nicotina dal sangue, ripulendolo prima che possano arrivare al cervello: «Per quanto possiamo vedere, il modo migliore per trattare la dipendenza cronica da nicotina è l’impiego di questi Pacman come ‘anticorpi di pattuglia’ che puliscono il sangue prima che la nicotina possa avere qualsiasi effetto biologico», spiega Ronald Crystal, genetista del Weill Cornell Medical College e ricercatore principale dello studio. Il farmaco, si legge su Science Translational Medicine, è stato testato per ora solo sui topi.
Vaccino anti-HPV gratis in sei città, alle ragazze disagiate.
Vaccino ‘scudo’ anti-Papillomavirus gratis alle ragazze disagiate in 6 città italiane, grazie a una campagna lanciata dall’Istituto europeo di oncologia di Milano e dalla Croce Rossa Italiana, che proprio dal capoluogo lombardo danno il via a un progetto di prevenzione contro il primo responsabile del cancro al collo dell’utero. L’iniziativa farà tappa anche a Torino, Roma, Napoli, Bari e Palermo.
“Le Regioni italiane – ricordano i promotori del progetto in una nota – hanno già provveduto a lanciare campagne di vaccinazioni di ragazzine 12enni, con una percentuale di risposta influenzata da elementi familiari e sociali. Nei fatti, sono rimaste escluse dalla vaccinazione giovani ragazze che, a causa di una condizione familiare e sociale di disagio, più difficilmente recepiscono le proposte di prevenzione. Ieo e Cri hanno quindi stabilito di portare la vaccinazione, a titolo gratuito, in 6 città italiane. Cooperando con i Servizi sociali dei singoli Comuni, proporranno la vaccinazione a giovani ragazze in stato di disagio”. La prima iniziativa legata al progetto è stata sostenuta dalla Fondazione Rotary Club Milano con una serata al Teatro Nuovo, dove ieri è andata in scena la pièce ‘Caveman’ con la regia di Teo Teocoli, proprio per supportare la campagna di promozione del ‘vaccino delle ragazze’.
Vaccino anti-pneumococco 23 valente, secondo esperto, efficace anche sugli adulti.
Il vaccino antipneumococcico 23-valente (PPV23) “è efficace nel proteggere gli adulti”. Ad affermarlo è David Fedson, esperto di vaccini ed ex professore di Medicina interna all’university of Virginia School of Medicine. A margine del convegno ‘La sanità pubblica tra nuove tecnologie, crisi economica e bisogno d’informazione alla cittadinanza’, in corso a Bologna, Fedson analizza con l’Adnkronos le evidenze attuali della vaccinazione antipneumococco nell’adulto, sottolineando come le patologie da pneumococco siano tuttora diffuse e gravi.
“Le ultime evidenze scientifiche – dice Fedson – dimostrano che le patologie da pneumococco sono molto diffuse anche tra gli adulti, colpendo soprattutto i più anziani”. Questo è grave “perchè si aggiungono di solito a patologie, spesso croniche, già presenti nei pazienti – sottolinea lo specialista – come ad esempio quelle cardiache o respiratorie. Abbiamo rilevato che le infezioni da pneumococco sono molto gravi negli anziani con più di 60 anni, tanto che la mortalità degli infettati è tra il 20 e il 30%”.
Sul trattamento preventivo attraverso la vaccinazione è necessario fare una distinzione tra bambini ed adulti, spiega l’esperto: “Abbiamo visto che negli ultimi anni c’è stato un cambiamento nel modo in cui vacciniamo i bambini contro lo pneumococco.
Meningite di tipo B: passi avanti grazie ad un vaccino.
Pubblicati su Lancet Infectious Diseasesi risultati di uno studio che promette nuovi passi in avanti nella messa a punto di un vaccino contro la meningite sierogruppo B, il sottotipo più diffuso in Europa e Nord America e responsabile di centinaia di decessi all’anno.
La ricerca, guidata dall’University of Western Australia, è stata condotta su un gruppo di teenager australiani, polacchi e spagnoli e ha messo in evidenza che il vaccino è in grado di generare anticorpi attivi contro il 90% delle forme di meningite B, senza sviluppare importanti effetti collaterali. “I nostri dati suggeriscono che questo vaccino promette di essere ampiamente protettivo per il sierogruppo meningococcico B – spiega Peter Richmond, a capo del progetto -.
I risultati mostrano che tre dosi producono una risposta immunitaria fra l’80 e il 100% degli adolescenti”.
Cancro alla prostata: il vaccino passa alla fase III.
Un trattamento che utilizza virus in grado di veicolare Dna umano per ‘dirigere’ le difese naturali del corpo solo contro le cellule tumorali, il Prostvac, sviluppato dalla Bavarian-Nordic Immunotherapeutics, e’ il primo vaccino contro il cancro alla prostata ad aver raggiunto in Europa la fase 3 della sperimentazione.
La notizia e’ stata pubblicata sul ‘Guardian’. Finora in Gran Bretagna non e’ stato ancora approvato alcun vaccino contro i tumori, ma gli scienziati ritengono che possa non solo raddoppiare l’indice di sopravvivenza, ma anche offrire la base per curare altri tipi di cancro.
AIDS. pazienti plurinfettati offrono speranze per un vaccino.
Le donne infettate con due diversi ceppi di HIV da due diversi partner sessuali sviluppano una risposta immunitaria piu’ forte rispetto alle donne infettate da un solo ceppo. Lo dimostra uno studio pubblicato su PLoS e condotto dai ricercatori del Fred Hutchinson Research Cancer Center di Seattle.
Questo tipo di infezione doppia viene chiamato dai medici “superinfezione”. La scoperta che una miscela di diversi ceppi di HIV puo’ essere un modo per innescare una risposta piu’ potente del sistema immunitario puo’ risultare strategica negli sforzi di sviluppare un vaccino contro l’HIV. I ricercatori hanno monitorato per cinque anni l’attivita’ immunitaria di 12 donne superinfettate in Kenya. Rispetto alle donne con una sola infezione, le donne superinfettate hanno presentato circa il 70 per cento in piu’ di anticorpi neutralizzanti. In questi casi la capacita’ degli anticorpi nel neutralizzare l’HIV e’ stata quasi il 50 per cento piu’ forte.
India: dodici mesi consecutivi senza casi di poliomielite.
Poiché il virus della poliomielite non ha più fatto la sua comparsa nel paese per 12 mesi consecutivi, l’India dovrebbe essere depennata dalla lista dei paesi in cui la patologia è endemica. Il timore adesso è che il virus possa essere re-introdotto dalle nazioni vicine, ancora alle prese con la lotta alla devastante malattia, vanificando gli sforzi dell’iniziativa globale per eradicare la poliomielite dal pianeta entro la fine del 2012.
A metà del decennio passato, quando ci si interrogava sulle possibilità di successo della campagna per cancellare la poliomielite dall’intero pianeta, l’ostacolo maggiore veniva sintetizzato con l’acronimo PAIN: vale a dire, Pakistan, Afghanistan, India e Nigeria, i quattro paesi che si frapponevano ostinatamente alla via verso il successo. Quei quattro paesi non erano mai riusciti a fermare la diffusione del virus della poliomielite all’interno dei propri confini e continuavano a trasmettere il virus– come le braci di un incendio che riaccendono focolai – in luoghi dove la trasmissione era già stata interrotta.
A quanto sembra, ora servirà un nuovo acronimo. L’India, che un tempo appariva destinata a essere l’ultimo paese della Terra a liberarsi dalla polio, sembra infatti riuscita a superare Pakistan, Afghanistan e Nigeria nella lotta al virus. L’ultimo bambino indiano paralizzato dalla poliomielite si è ammalato il 13 gennaio 2011, e i controlli sulla presenza del poliovirus nelle acque reflue non hanno rilevato il patogeno per oltre un anno.