Posts tagged ‘umberto bossi’

settembre 18, 2013

Da non credere!

 

Come sapete la settimana scorsa, in occasione della giornata nazionale della Catalogna, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato per chiedere l’indipendenza della regione iberica dal governo di Madrid. In Italia solidarietà ed attestati di stima dai vertici della Lega Nord non si sono fatti attendere. Salvini: “Siamo tutti catalani!“. Cota: “In Europa soffia un vento forte di autonomia! Le rivendicazioni della Catalunya sono come le nostre“. Calderoli: “Indipendenza in Catalogna, poi in Scozia, e poi in Padania!“. Bossi: “I 400 chilometri di catena umana della Catalogna sono solo l’inizio, la Padania verrà perché i grandi popoli sono in marcia. E riprenderemo anche il rito dell’ampolla!“. Maroni: “Stiamo con i catalani, ammiriamo questo popolo: tutta la dirigenza politica catalana avrà la Lega al loro fianco!“.

Gli onorevoli legisti, capitanati dal Senatur, non hanno perso occasione per presentarsi a Montecitorio sfoggiando i colori catalani. Purtroppo le immagini di quelle magliette sono arrivate fino in Spagna, e l’Assemblea Nazionale Catalana (gli organizzatori della gigantesca manifestazione iberica) ha immediatamente preso le distanze dai deputati padani, con questo imperdibile comunicato:

“L’ANC è rimasta sorpresa e molto preoccupata nel vedere la foto dei membri della Lega Nord indossando magliette con la estelada (la bandiera catalana indipendentista) il giorno della Diada, come segno di solidarietà con l’indipendenza della Catalogna.

Vogliamo chiarire che noi ci sentiamo al polo opposto di questo partito politico italiano di estrema destra, xenofobo e omofobo e rifiutiamo pubblicamente qualsiasi avvicinamento, per cui vi chiediamo di condividere questo “post” nelle vostre pagine di facebook per aiutarci a dare informazioni corrette e chiare.

ASSEMBLEA NAZIONALE CATALANA”

aprile 9, 2013

Viva Pulcinella.

Lega Nord, domenica 7 aprile 2013, dopo due anni si ritorna a Pontida. Ecco a voi le migliori immagini, sul serio.
aprile 10, 2012

Chi ha incastrato Renzo Bossi?

antonio di pietro umberto bossi lega nord roberto maroni francesco belsito alessandro marmello renzo bossi

Se davvero qualcuno crede che l’utilizzo allegro dei fondi pubblici contestato a Rosy Mauro e al suo amante, a Renzo Bossi e alla sua fidanzata, a Manuela Marrone, a Calderoli e agli altri figli di Bossi rappresenti un caso isolato, può continuare a veleggiare nel fantastico mondo di Amélie. E’ evidente che se, parafrasando Rossini, fino a ieri nelle acque del Consiglio Regionale Lombardo navigava la “Trota Ladra”, per descrivere ciò che si vede allargando lo sguardo oltre il pirellone si potrebbe scomodare Mozart: “Così fan tutti”.

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aprile 4, 2012

U.BOSS

Il padrino.
aprile 4, 2012

I nuovi manifesti elettorali della Lega.

gennaio 1, 2012

e i leghisti che ne pensano?

Un’amicizia “spericolata” rischia di portare nei guai giudiziari Renzo Bossi, figlio del leader della Lega. Il legame è quello con Alessandro Uggeri, fidanzato dell’assessore regionale Monica Rizzi, la cosiddetta “badante del Trota”, una politicante leghista in carriera che ha “accudito” Bossi jr nella campagna elettorale delle regionali 2010. Un’amicizia stretta al punto che il “Trota” trovò ospitalità nella villa di Uggeri nelle settimane in cui combatteva per raccogliere preferenze. In quella villa erano però state segnalati festini con escort e cocaina. Le verifiche investigative hanno trovato conferma ai sospetti. E a quelle serate sexy risultava presente anche Bossi jr. Il consigliere regionale leghista non è formalmente indagato, ma l’inchiesta comunque lo riguarda.
È un altro “scivolone” in un curriculum movimentato. in origine furono dei falsi (non suoi) e una gita spericolata
gennaio 1, 2012

la memoria corta della lega.

«Con un Parlamento delegittimato occorre un governo di tecnici affidato a Mario Monti». Indovinello: chi l’ha detto? Bersani? Nooo! Casini? Nooo! Fini? Nooo! Sono parole di Umberto Bossi. Dette in una situazione non così dissimile da quella di oggi. Ma abissalmente distanti dalle pernacchie e dagli insulti di questi giorni. È il 23 aprile 1993. Il mondo politico è scosso dall’inchiesta Mani pulite, Bettino Craxi è stato costretto a lasciare dopo molti anni la segreteria del Psi, Giorgio La Malfa quella del Pri, Renato Altissimo quella del Pli. Il 18 aprile una schiacciante maggioranza di italiani ha appena spazzato via la quota proporzionale al Senato e il finanziamento pubblico dei partiti. Non passa giorno senza un arresto per tangenti o un allarme sulla gravità del momento economico. La maggioranza parlamentare uscita dalle elezioni del 1992 con 206 seggi democristiani, 92 socialisti, 17 liberali, 16 socialdemocratici, sarebbe teoricamente ancora salda. Per capirci: una svolta potrebbe esser dipinta, esattamente come oggi, come un tradimento della volontà espressa 11 mesi prima dagli elettori che avevano dato al quadripartito una larga maggioranza iniziale con 33 voti in più al Senato e 50 alla Camera. Ma la politica, come è ovvio, non è fatta solo di numeri. E il 22 aprile Giuliano Amato è salito al Quirinale per dare le dimissioni. Mentre da una parte e dall’altra dibattono sulle
dicembre 22, 2011

Niente piu’ immunita’ parlamentare per Umberto Bossi.

Niente piu' immunita' parlamentare per Umberto Bossi

Le notizie sono due: la prima è che la Corte Costituzionale, con una sentenza, in questi giorni ha annullato la delibera con la quale la Camera aveva dichiarato coperte da immunità parlamentare le dichiarazioni di Umberto Bossi colpevole di aver insultato il giudice che nel 2001 lo ha condannato a un anno e quattro mesi per vilipendio alla bandiera. La seconda è che leader del Carroccio non ha mai rinunciato a quella immunità del Parlamento italiano (non padano). La vicenda era iniziata il 26 luglio 1997 a Cabiate in provincia di Como durante un comizio in cui Bossi si era espresso dicendo: “Io col tricolore mi ci pulisco il culo”.Riprenderà quindi il processo a carico di Umberto Bossi. Senza l’annullamento infatti la delibera avrebbe impedito la prosecuzione dell’azione giudiziaria.

agosto 30, 2011

Abbiamo scherzato:cosa resta e cosa cambia della manovra.

Ieri ad Arcore si sono visti Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli, Fabrizio Cicchitto, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri e Silvano Moffa (tutti maschi, tra l’altro) per discutere della manovra finanziaria d’emergenza da 45 miliardi di euro varata dal governo. Quella manovra è stata approvata sotto forma di decreto legge, dando quindi al Parlamento sessanta giorni per approvarla definitivamente. Gli emendamenti proposti potrebbero ulteririormente cambiare la manovra, quindi anche quanto segue è da intendersi come provvisorio.

Il contributo di solidarietà
Dal testo originale della manovra è stato cancellato il cosiddetto “contributo di solidarietà”, il prelievo straordinario sui redditi superiori a 90.000 euro. Lo pagheranno soltanto i parlamentari, e la Lega ha promesso un emendamento per far sì che lo paghino, raddoppiato, anche gli “sportivi professionisti”.

Abolizione delle province sotto i 300.000 abitanti
Cancellata del tutto anche questa (già era stata molto ridimensionata).

Accorpamento dei comuni con meno di 1.000 abitanti
Annullato e, dice il governo, “sostituito con un nuovo testo che preveda l’obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dal 2013, nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri”. Insomma, si accorpano i servizi e non i comuni. Il risparmio previsto è circa 6 milioni di euro, non proprio moltissimo.

Tagli agli enti locali
Ridotti da 9,2 miliardi a 6,2 miliardi. Uno di questi miliardi dovrebbe arrivare dai maggiori introiti della cosiddetta “Robin Hood Tax”, quella sulle società energetiche. Gli altri due dalla lotta all’evasione fiscale.

Le pensioni
È la novità più grossa, nonché l’intervento da cui il governo pensa di recuperare il gettito del contributo di solidarietà. In sostanza, nel caso delle pensioni di anzianità, gli anni degli studi universitari o del servizio militare riscattati non saranno più conteggiabili ai fini del raggiungimento degli anni di contributi necessari ad andare in pensione: i contributi versati non spariscono e verranno conteggiati nello stabilire l’ammontare dell’assegno mensile, ma i lavoratori dovranno raggiungere i 40 anni di anzianità senza contare gli anni degli studi universitari o del servizio militare riscattati. Sono esclusi i lavoratori che hanno svolto attività usuranti.

Le cooperative
L’altra novità sulla manovra è la cancellazione o la riduzione – ancora non è chiaro – delle agevolazioni fiscali per le cooperative.

Evasione fiscale
È saltata la cosiddetta “patrimoniale sugli evasori”, proposta dalla Lega, sostituita da una stretta sulle “società di comodo”, quelle società create ad hoc allo scopo di intestare case e beni di lusso ed eludere il fisco.

Cosa resta, della vecchia manovra
Lo slittamento delle tredicesime per gli uffici pubblici che non raggiungono gli obiettivi di risparmio. Il rinvio di due anni della liquidazione per chi anticipa il pensionamento. I tagli ai ministeri. L’inefficacia delle promozioni sul calcolo del TFR se maturate da meno di tre anni. E tutto quanto non specificato in questa lista, che ricalca quanto comunicato ieri dal Governo, in attesa di leggere concretamente i testi degli emendamenti.

ottobre 15, 2010

Si mette male per Cota.

In Piemonte la Lega è preoccupata:il riconteggio del Tar vede in vantaggio Bresso

“Si mette male”, ha detto Umberto Bossi. Nella regione guidata da Cota del Carroccio potrebbe prospettarsi la necessità di rifare le regionali.Se Umberto Bossi dice che “in Piemonte si mette male” ha le sue buone ragioni, anche perché il bello, dal punto di vista di chi ha perso le elezioni regionali di Marzo, deve ancora venire. C’è il rischio, per il presidente leghista Roberto Cota, di vedersi scavalcare da Mercedes Bresso. Tutto sarebbe da rifare. Di questo Bossi è preoccupato.

A maggio, il presidente uscente della Regione, con una sparuta compagine di ricorrenti (tra cui l’Udc, ma non il Pd), denuncia al Tar del Piemonte irregolarità nella presentazione di alcune liste a sostegno di Roberto Cota, che a marzo aveva vinto le regionali con uno scarto minimo di poco più di novemila voti.

Da allora si sono susseguite numerose udienze tra il Tar a Torino e il Consiglio di Stato a Roma. Il 15 luglio scorso i giudici amministrativi torinesi hanno comunque accolto due ricorsi della Bresso contro altrettante liste a sostegno del centrodestra. Si tratta di “Al Centro con Scanderebech” (già ribelle dell’Udc, espulso dal partito, planato a Montecitorio in sostituzione di Michele Vietti eletto vicepresidente del Csm, passato al Pdl ma rientrato proprio da pochi giorni nei ranghi di Casini) e “Consumatori per Cota”. Queste due liste, secondo la decisione del Tar confermata dal Consiglio di Stato, si sono presentate alle elezioni senza averne titolo, poiché – sfruttando una norma della legge regionale – hanno omesso di raccogliere le firme necessarie dichiarando il collegamento con una lista già esistente in Consiglio regionale. Peccato che Deodato Scanderebech (autentico “ras” torinese delle preferenze) avesse dichiarato il collegamento con L’Udc (che sosteneva Bresso) dopo esserne stato espulso.

Situazione analoga per la microlista “Consumatori”. In totale fanno 14 mila voti (12 mila e passa per Deodato) di cui il Tar ha ordinato il riconteggio. Bisogna verificare se gli elettori hanno dato la loro preferenza solo alla lista annullata o anche al presidente Cota (nel qual caso il voto è valido).