Aangirfan 18 agosto 2013
“La primavera araba è stata progettata per destabilizzare tutti i Paesi islamici e distruggerli… i Paesi in cui i militari sono relativamente deboli, come Tunisia e Libia, sono i Paesi in cui la destabilizzazione è riuscita.” Lo storico Webster G. Tarpley: “L’Egitto afferma l’indipendenza nazionale per la prima volta da decenni“. Estratti …Visualizza altro
Cosa succede realmente in Egitto
Una Grande Muraglia verde nel Sahara per fermare la siccità.
La desertificazione avanza e le conseguenze della siccità sopratutto nell’Africa sub sahariana sono devastanti. Un progetto per arginare il fenomeno vede il coinvolgimento di 11 paesi che proveranno a costruire una Grande muraglia verde che si estenderà per 7000 Km di lunghezza e 15 km di larghezza.
Il muro verde dovrebbe attraversare Mauritania, Algeria, Libia, Egitto, Marocco, Niger, Tunisia, Mali, Senegal, Ciad e Sudan. I Paesi coinvolti dovranno combattere con le severe condizioni climatiche e particolari del deserto. Sebbene il Sahara e il Sahel, la zona al confine, siano aree aride si trovano comunque grandi fonti di acqua come il lago Ciad o il bacino senegalese-mauritano.
Tra Maometto e Mao.
“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Kamal Lahbib cita Gramsci per commentare i profondi cambiamenti che attraversano le società arabe contemporanee, frammentate in diverse religioni, etnie, tribù e caratterizzate da una grande complessità politica e ideologica. E spiega: “Da Rabat a Jeddah, nessuna rivolta è uguale all’altra. Sarebbe un grave errore cercare di analizzare il fenomeno dei moti nelle regioni del Maghreb e del Mashrek come se si trattasse di un unico, grande movimento. Alcuni leader, appoggiati dai paesi del Golfo, hanno represso con violenza criminale i manifestanti, la Libia è precipitata in una sanguinosa guerra civile mentre in Tunisia la rivolta è stata più rapida e risolutiva. Il futuro di questi Paesi è ancora incerto, ma nulla sarà più come prima”.
Marcia pace: la Perugia-Assisi partira’ dalla Tunisia.
La Marcia Perugia-Assisi quest’anno parla arabo. Domani una carovana di giovani tunisini percorrera’ la strada che da Sidi Bouzid – la citta’ di Mohamed Bouazizi, il giovane ambulante che si e’ dato fuoco per protestare contro anni di abusi – conduce a Tunisi dove ci sara’ il passaggio di testimone alla Tavola della pace. La cerimonia, che si svolgera’ presso il Centro della Musica di Tunisi – riferisce una nota del movimento – segnera’ anche il momento d’inizio di un grande Forum Euro-Mediterraneo organizzato dalla Fondazione Anna Lindh, dal 23 al 26 giugno, con la partecipazione di oltre duecento giovani provenienti da tutti i Paesi arabi e dall’Europa. I giovani tunisini saranno tra i principali protagonisti della ‘Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli’ in programma il prossimo 25 settembre, 50° anniversario dell’evento ideato dal filosofo nonviolento Aldo Capitini. “La prossima Perugia-Assisi sara’ innanzitutto una marcia per la fratellanza dei popoli” ha dichiarato Flavio Lotti coordinatore nazionale della Tavola della pace. “Per questo abbiamo pensato di iniziare con un gesto simbolico, andando incontro ai protagonisti della primavera araba, cominciando a camminare insieme. Il successo delle loro coraggiose rivolte dipendera’ anche dalla nostra disponibilita’ a costruire con loro una nuova fratellanza euromediterranea, basata sull’uguaglianza, sulla solidarieta’ e sul dialogo.
E ‘ccriature
In nome degli innocenti morti annegati nel mare in una notte di tempesta.
Bersani svegliati. Prima che sia troppo tardi.
Che cosa aspetta il Partito democratico a chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni? Che cosa aspetta il segretario del maggior partito d’opposizione, Pier Luigi Bersani, a rendere atto politico, concreto, visibile le parole di indignazione da lui pronunciate contro il governo, contro il titolare del Viminale, contro il capo della Lega Nord Umberto Bossi? Quasi due mesi fa, agli albori di quella “primavera araba” che – quella sì – ci aveva colto tutti impreparati, il ministro dell’Interno, ancor prima di compiacersi delle ribellioni e delle richieste di libertà e democrazia, aveva pronosticato «un esodo biblico». Era pienamente consapevole, quindi, di quel che sarebbe potuto accadere. È legittimo pensare – di conseguenza – che se non ha agito, se non ha provveduto con la prontezza necessaria, sia stato spinto da un disegno politico a dir poco cinico e interessato.I dirigenti del Pd tutto questo lo sanno bene. E allora che aspettano? Che aspettano a chiedere che Roberto Maroni lasci il Viminale? Non è così che dovrebbe comportarsi un’opposizione seria e responsabile? Che cosa avrebbero fatto dall’opposizione il Pdl e la Lega? Pensate che si sarebbero fatti sfuggire l’occasione per una battaglia senza esclusione di colpi e per chiedere le immediate dimissione del responsabile di una situazione insostenibile? Si può star certi che non si sarebbero limitati alle parole, che possono essere dure e indignate, quali sono state quelle di Bersani, ma che, soprattutto se pronunciate dal segretario del maggior partito di opposizione, per essere credibili devono essere seguite dai fatti.
Così non è avvenuto. E allora che senso ha gridare “Vergogna”, se poi con il nostro silenzio ci rendiamo complici di questi comportamenti?
Le promesse non mantenute di Berlusconi
Ve lo ricordate il buffone che faceva promesse al popolo tunisino.
Menomale che internet è la nostra memoria ed in questo caso la coscienza sporca dello psiconano.