Creato un modello virtuale del cervello che sogna a occhi aperti esattamente come gli esseri umani. Il modello si basa sulle dinamiche delle cellule cerebrali e le numerose connessioni tra loro. Il progetto e’ di un team di ricercatori della Washington University e ha come obiettivo quello di aiutare la scienza a comprendere meglio quali aree del cervello lavorano insieme quando una persone fantastica o e’ mentalmente inattiva, cioe’ a riposo. I risultati potrebbero un giorno permettere ai medici di effettuare diagnosi migliori e trattamenti piu’ efficaci per le lesioni cerebrali. Lo studio, apparso sul Journal of Neuroscience, permette di testare l’impatto di differenti patologie, come ha spiegato Maurizio Corbetta, tra gli autori, “possiamo imporre al nostro modello lesioni come quelle osservate dopo un ictus o in presenza di cancro al cervello, disabilitando gruppi di cellule virtuali per analizzare in che modo vengono alterate o danneggiate le funzioni cerebrali. Il modello ci permette anche di vagliare strategie alternative per riportare l’attivita’ del cervello alla normalita’”
Modello virtuale di cervello per studiare danni e relative terapie.
Tumori: possibili soluzione tramite vaccinazione genetica.
Terapie innovative contro i tumori mediante la vaccinazione geneticaantitumorale. Sono quelle allo studio del laboratorio di ImmunologiaMolecolare del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste, diretto da Oscar Burrone.
E’ attualmente in corso una sperimentazione clinica divaccinazione a Dna per un tipo di linfoma dovuto alla trasformazione maligna dei linfociti B. Si chiama ”vaccinazione” ma in realta’ si tratta di una terapia dedicata a chi iltumore gia’ ce l’ha, ha spiegato Burrone, ”come quasi tutte le strategie immunoterapie che hanno infatti a che vedere con tumori gia’ stabiliti. L’unico vaccino preventivo e’ quello per il Papilloma Virusperche’ li’ c’e’ un agente infettivo”. In altri casi invece ”quello che si cerca di fare, una volta identificato iltumore, e’ indurre una risposta che sia specifica per le cellule tumorali. Quindi vanno fatti degli studi di analisi genetici su quel tumore in particolare per poter costruire un vaccino che e’ a misura del tumore”.
Mieloma multiplo: suggerimenti di trattamento arrivano dalla completa mappatura del genoma
Perché un tumore risponde a un farmaco soltanto in alcuni pazienti? E perché poi spesso ritorna, ma facendosi resistente al farmaco che in precedenza aveva avuto successo? Questi interrogativi rimangono tuttora irrisolti, ma il completamento del profilo genomico del mieloma multiplo promette di gettare nuova luce su questa forma di tumore del sangue e di contribuire all’elaborazione di nuove terapie.
Nell’ambito della Multiple Myeloma Genomic Initiative, un’équipe internazionale di genetisti ha svolto l’analisi dell’intero genoma dei campioni di 38 pazienti. Secondo l’articolo pubblicato nell’ultimo numero della rivista “Nature”, nel complesso sono stati raccolti oltre 150 campioni e sequenziati ulteriori genomi di mieloma multiplo.
Il mieloma multiplo è un tumore maligno incurabile del sangue, che origina dal mutamento e dalla scissione incontrollata di una plasmacellula, andando a interessare il midollo osseo. Questa forma di cancro spesso non risponde in modo positivo alle terapie iniziali ed è inevitabilmente seguita da recidive, con la comparsa di nuovi tumori estremamente resistenti ai farmaci già utilizzati con successo. Ogni anno, in Europa, si registrano circa 21.000 nuovi casi.
Glioblastoma: raddoppiata in molti casi la sopravvivenza.
La sopravvivenza a una delle forme piu’ aggressive di tumore al cervello e’ raddoppiata negli ultimi 30 anni. Nuovi dati dimostrano che la meta’ dei pazienti e’ ancora viva dopo la diagnosi, fatto impensabile una generazione fa.
Lo ha detto Roy Rampling, docente dell’Universita’ di Glasgow, al quotidiano britannico ‘Daily Telegraph’. Trenta anni fa meno di una persona su dieci affetta da un tumore glioblastoma multiforme e’ sopravvissuta per piu’ di sei mesi. Questo aumento dei tempi di sopravvivenza, secondo i ricercatori, sarebbe dovuto al miglioramento della diagnosi e dei trattamenti: da un lato i ‘marker genetici’ permettono di individuare prima i tumori, dall’altro la ricerca permette di prevedere il funzionamento delle terapie e quindi di crearne alcune su misura. “C’e’ ragione di essere ottimisti”, ha spiegato Rampling, “credo fermamente che la nostra migliore opportunita’ per ulteriori progressi e’ quella di aumentare il finanziamento alla ricerca di laboratorio e piccoli studi innovativi” .