Il governo di Tel Aviv nega l’accesso alla Striscia a una delegazione ufficiale dell’Ue. “Punizione contro le direttive sugli insediamenti” afferma un’europarlamentare
Roma, 26 ottobre 2013, Nena News – Le autorità israeliane hanno negato l’accesso a Gaza a una delegazione ufficiale del Parlamento europeo in missione per ragioni umanitarie. E’ quanto riporta l’agenzi…Visualizza altro
Una storia oscura di cui sentiremo ancora parlare. La Turchia svela l’identità delle spie del Mossad operative in Iran. Rottura ormai insanabile tra Ankara e Tel Aviv.
La notizia arriva dal Washington Post ed è destinata a lasciare il segno sui prossimi equilibri in Medio Oriente. David Ignatius, Associate editor del giornale, una firma quindi, sc…Visualizza altro
La bellissima modella Bar Rafaeli ha deciso di sfruttare la sua immagine per una buona causa, partecipando alla settimana dedicata al gay pride a Tel Aviv.
Per dimostrare il suo sostegno nei confronti della comunità LGBT del suo paese lancia una provocazione e pubblica su Instagram uno scatto da “irriverente intrusa” nel bagno degli uomini. In piedi davanti all’orinatoio, alla maniera dei maschi Bar scrive: “Gay, lesbiche, bisessuali, transgender tutti uguali.” La foto riceve subito consensi, mentre tra le strade di Tel Aviv hanno manifestato decine di migliaia di persone per il proprio orgoglio sessuale.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto oggi appello a mostrare solidarietà con Israele contro Hamas, aggiungendo che Tel Aviv ha il diritto e il dovere di difendere i propri cittadini dai lanci di razzi: “Non credo sia possibile immaginare, se non sei là, cosa significhi vivere nella paura che la tua famiglia sia colpita”.
Gli indignati israeliani, che da due settimane protestano in tutto il Paese contro il caro vita e l’inflazione, domani usciranno dalle loro tende di fortuna per marciare uniti verso l’ufficio del primo ministro Netanyahu. Ai giovani e ai tanti indigenti che non riescono più a sopravvivere nella “terra promessa”, si uniranno anche i medici che da giorni sono entrati in sciopero. La loro indignazione del resto è molto simile: chiedono l’aumento dei salari, sempre più inadeguati a far fronte all’incremento del lavoro e alla simultanea perdita del potere d’acquisto dei loro salari.
Disponibili, a parole, a interrompere l’escalation, ma intantola Lega araba ha chiesto una no fly zone per fermare i raid aerei israeliani. Dopo una breve calma notturna, è tornata alta la tensione tra Israele e Hamas, che nella mattina del 10 aprile ha lanciato razzi verso un’azienda agricola al confine e nella città israeliana di Ashkelon. Poi, nel primo pomeriggio, è arrivato l’annuncio della riuscita mediazione di Onu, alcuni Paesi europei e della diplomazia egiziana.
Di fronte all’Onu, sia il movimento integralista, sia il ministro alla Difesa Ehud Barak, entrambi riuniti in consiglio straordinario, si sono dichiarati disponibili a interrompere la scia di sangue, annunciando l’intesa. L’AVVERTIMENTO DI TEL AVIV. Gli ultimi attacchi di Hamas, che non hanno provocato feriti, hanno preceduto l’avvertimento, da Tel Aviv, del premier Benyamin Netanyahu: «Le nostre forze armate vi hanno già colpito pesantemente. Se gli attacchi contro i cittadini di Israele e contro Zahal continueranno, i nostri colpi saranno molto più duri».
La risposta di Hamas era stata la rappresaglia ai raid isreliani che, l’8 aprile, hanno provocato 19 i morti tra i militari e i civili palestinesi. A loro volta una ritorsione per l’attacco di Hamas a uno scuolabus, che, il giorno precedente, ferì gravemente un ragazzo.