TARANTO 23 giugno 2021: Il Consiglio di Stato annulla sentenza del Tar di Lecce: l’ex Ilva non si ferma. Ancora una volta lo stato non si smentisce: il profitto prima di tutto, prima della salute dei lavoratori e dei cittadini.Accolto il ricorso dell’azienda contro lo spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto. Gli impianti vanno avanti. Il Consiglio di Stato ha deciso l’annullamento della sentenza del Tar di Lecce. Viene accolto il ricorso dell’azienda contro lo spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto. “Vengono dunque a decadere le ipotesi di spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia e di fermata degli impianti connessi, la cui attività produttiva proseguirà con regolarità”, spiega la società in una nota con riferimento alla pronuncia del Consiglio di Stato che, all’esito dell’udienza del 13 maggio 2021, ha pubblicato oggi la decisione con cui è stato disposto l’annullamento della sentenza del Tar di Lecce dello scorso febbraio. I giudici del Tar avevano riconosciuto la legittimità dell’ordinanza del sindaco di Taranto di spegnimento dell’area a caldo. Il Consiglio di Stato si è espresso su ricorso di ArcelorMittal.”Questa sezione ritiene che gli elementi emersi dall’istruttoria processuale abbiano fornito un quadro tutt’altro che univoco sui fatti dai quali è scaturita l’ordinanza contingibile e urgente. Anzi, quanto è emerso è più incline a escludere il rischio concreto di un’eventuale ripetizione degli eventi e la sussistenza di un possibile pericolo per la comunità tarantina”, si legge nelle motivazioni della sentenza.Ora i programmi del governo per avviare la transizione green dell’acciaieria possono andare avanti. “Alla luce del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’ex Ilva, che chiarisce il quadro operativo e giuridico, il governo procederà in modo spedito su un piano industriale ambientalmente compatibile e nel rispetto della salute delle persone”. afferma il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. “L’obiettivo – aggiunge il ministro – è rispondere alle esigenze dello sviluppo della filiera nazionale dell’acciaio accogliendo la filosofia del PNRR recentemente approvato”.I LAVORATORI E I CITTADINI POSSONO CONTINUARE A MORIRE PER I PROFITTI DEI PADRONI
Il fumo fa male, sparare cazzate di più.
Taranto, fumi dalle cockerie dell’Ilva.
Secondo una denuncia che verrà presentata da Peacelink alla Procura della Repubblica di Taranto, la notte del 24 febbraio è stata una notte di attività intensa dentro le acciaierie Ilva del capoluogo pugliese, come documenta questo video: il filmato, definito
impressionante
dallo stesso autore del video, Luciano Manna.
Secondo Peacelink le
emissioni fuggitive
notturne si sono sollevate dal reparto cockeria.
Ilva, la procura impugna il decreto: “incostituzionale”
Continua il braccio di ferro tra corpi dello Stato, governo e magistratura, che sull’Ilva stanno dando degna prova della patologica bipolarità del nostro apparato istituzionale: non è andato giù alla Procura di Taranto quel decreto n.207 convertito in legge e le varie altre norme cosiddette “salva-Ilva”, bocconi talmente indigesti che ad un ricorso alla Corte Costituzionale.
L’ipotesi avanzata dalla Procura di Taranto nel suo ricorso è gravissima: conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, cosa già trapelata negli ambienti giudiziari tarantini subito dopo il voto del Senato che aveva convertito in legge il Ddl.
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Taranto e altre storie.
Paura, disperazione, rabbia. Una blogger spiega perché è scappata dalla sua città. E perché ora spera che il decreto per l’Ilva non nasconda i problemi. Ecco quali sono le misure imposte dall’Aia.
Antoniet…Visualizza altro
Il VIDEO della tromba d’aria sull’Ilva, sono 50 feriti ritrovati due degli operai gruisti dispersi si cerca il terzo crollati capannone, torre faro e camino cokeria.
Il maltempo ferma gli impianti dell’Ilva a Taranto a causa di un fulmine che si è abbattuto alle ore 10,00 sullo stabilimento: da twitter e Fb le prime notizie di gru divelte, capannoni scoperchiati al Porto di Taranto.
Antonietta Demurtas scrive su twitter di numerosi feriti a causa del crollo di un camino e di un capannone.
Oggi Corrado Clini ministro per l’Ambiente ha tenuto l’informativa alla Camera sulla situazione dell’Ilva esprimendo preoccupazione per la sua chiusura e annunciando un decreto per far proseguire i lavoro nell’acciaieria contro il sequestro disposto dalla Procura di Taranto. Dopo il salto la riposta di Felice Zazzera IDV che chiede le dimissioni del ministro Clini poiché corresponsabile del fallimento della politica industriale a Taranto.
Ore 14:45 Il movimento 5 stelle Taranto informa che salgono a 50 i feriti e che il comune di Statte, ossia a ridosso dell’Ilva è in ginocchio. Intanto ci si rende conto che ciò che ha toccato taranto è stato più simile a un tornado che non a una tromba d’aria e che i venti hanno toccato anche i 200 Km/h.
Ore 14:30 Fonti della Prefettura riportate da Astrid D’Eredità annunciano il ritrovamento di due gruisti mentre si cerca ancora il terzo disperso.
Ore 14:06 Il sindaco Stefàno annuncia tre vittime, via twitter ma è da verificare.
Ore 14:00 un tweet da verificare annuncia nube nera e fiamme alte.
Ore: 13:30 La questura informa che la situazione è sotto controllo, ci sono 20 feriti e un disperso.
Continua la tragedia di Taranto.
L’operazione della Guardia di Finanza che si sta svolgendo in queste ore in tutta Italia è stata chiamata Ambiente svenduto e ha portato al momento all’arresto di 7 persone con l’accusa di associazione a delinquere, concussione e disastro ambientale coinvolte con diversi gradi di responsabilità in merito all’inquinamento a Taranto e generato dall’Ilva .
Come riporta sulla sua pagina Fb Angelo Bonelli presidente dei Verdi ecco i nomi:
Tre arresti in carcere, quattro ai domiciliari. Avvisi di garanzia per il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante e per il direttore dell’Ilva di Taranto Adolfo Buffo. Associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica incolumità nonchè delitti contro la pubblica amministrazione. Corruzione in atti giudiziari, concussione. Finiscono in carcere l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, e l’ex responsabile delle relazioni esterne Girolamo Archinà. Fabio Riva, già vicepresidente e amministratore delegato dell’Ilva, è latitante. Nuova misura cautelare agli arresti domiciliari per il patron Emilio Riva, per il consulente Lorenzo Liberti, per l’ex assessore provinciale all’ambiente del Pd, Michele Conserva e per un rappresentante della Promed Engineering di Taranto. Gli uomini della Finanza stanno eseguendo questa mattina il sequestro preventivo dei prodotti finiti e/o semilavorati destinati alla vendita ovvero al trasferimento in altri stabilimenti del gruppo.
La tesi della magistratura di Taranto è che nonostante il sequestro degli impianti del 24 luglio scorso, l’Ilva continua a produrre acciaio inquinando. Dunque, l’acciaio è il prodotto dei reati contestati.
Posta sotto sequestro, come riferisce Pubblico, anche la produzione degli ultimi 4 mesi e che non potrà essere venduta essendo stata prodotta in un impianto non a norma. Lo stop posto alla produzione diventa così definitivo.
Continua a leggere: All’Ilva 7 nuovi arresti e sequestro della produzione degli ultimi 4 mesi
Ilva, lo stato dell’arte in una Taranto dimenticata.
Il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva, imposto dal 25 luglio scorso dalla Procura di Taranto, l’Aia firmata dal Ministero dell’Ambiente e il Piano di risanamento dell’azienda sono i tre elementi chiave attorno i quali ruota la soluzione, complessa e ancora in fase embrionale, del complicato rebus tarantino.
In questo quadro, la Procura continua a premere su Ilva per lo spegnimento dell’altoforno 5, l’impianto della discordia, quello additato come il più a rischio, cosa che l’azienda ha previsto non prima del luglio 2015, una tempistica che l’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) ministeriale vorrebbe anticipata al luglio 2014 e che i magistrati auspicano entro e non oltre dicembre 2012.
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