Posts tagged ‘sistema nervoso’

ottobre 5, 2012

Ossido nitrico: non è solo l’agente chimico che innesca l’erezione, ma è implicato anche nella durata dell’erezione.

ossido-nitrico

02:55 am | Svelata completamente la catena biochimica di eventi che aiuta a mantenere l’erezione. L’agente chimico del sistema nervoso che innesca l’erezione maschile, infatti, aiuta anche a farla durare. La…

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Maggio 2, 2012

Bilinguismo: migliora la concentrazione e affina l’udito.

Uno studio della Northwestern University (Usa) che sarà pubblicato su Pnas fornisce la prima prova biologica che il giova al uditivo e porta a destreggiarsi fra i vari suoni in un modo che migliora l’attenzione e la memoria.

 
L’esperta in Viorica Marian e la neuroscienziata Nina Kraus hanno collaborato per studiare come il influenzi il cervello. In particolare, hanno osservato le uditive. Nello studio, i ricercatori hanno registrato le risposte del a suoni complessi in 23 adolescenti bilingue e 25 che parlavano solo inglese in due diverse condizioni.
In una situazione tranquilla, i gruppi hanno risposto in modo simile. Ma in presenza di rumore di fondo, la performance del cervello dei bilingue è risultata significativamente migliore nel codificare i suoni, cosa che è stata collegata con un vantaggio a livello di attenzione uditiva. “La gente fa le parole crociate e altre attività per mantenere la mente brillante – commenta Marian – ma i vantaggi che abbiamo scoperto in questo studio derivano semplicemente dal conoscere e usare due lingue”.(ADNKRONOS)

gennaio 14, 2012

Scoperto il meccanismo-legame tra sale ed ipertensione.

Un team di ricercatori della Boston University School of Medicine (BUSM), sfata il luogo comune secondo cui l’ e’ semplicemente dovuta all’ di nelle .

 

Pubblicato online sul Journal of Hypertension, lo studio dimostra che l’ di stimola il per la produzione di , che a sua volta e’ causa di costrizione delle e di . La ricerca e’ stata condotta da Irene Gavras e Haralambos Gavras, entrambi professori di Medicina presso la BUSM. “Lo scopo di questo lavoro – ha dichiarato la Gavras – e’ quello di correggere un concetto erroneo prevalso per molti anni, nonostante evidenze scientifiche abbiano da tempo mostrato il contrario”.

agosto 25, 2011

IBM presenta il progetto Synapse: il futuro dei computer che ragioneranno come il cervello umano.

Un circuito che imita le funzioni del : è il progetto , appena presentato da . I futuri sistemi cognitivi rivoluzioneranno la scienza grazie a una capacità di calcolo e memoria sovrumane.

È IL PRIMO PASSO concreto verso un futuro in cui i ragioneranno come il , grazie a reti neurali di sinapsi, che apprenderanno dall’esperienza e dall’ambiente. La promessa è risolvere problemi trovando un ordine, adesso invisibile, nella complessità del reale. È il risultato del progetto , della storica azienda informatica , con la collaborazione di quattro università americane e finanziato dallo stesso governo americano. Che ha appena presentato i primi due prototipi di che funzionano come un . Imitano infatti il : sono fatti di che elaborano le informazioni, alla stregua di neuroni digitali, collegati a memorie integrate che simulano le sinapsi. È una grossa differenza rispetto al modo con cui funzionano ora i , i quali elaborano le informazioni in modo meccanico e sequenziale. Un bit dopo l’altro, in base a un programma predefinito. È un limite strutturale e storico dell’informatica: risale agli anni ’40, quando sono state poste le basi dei primi . Il va oltre perché è in grado di elaborare le informazioni in parallelo e di adattarsi all’ambiente, un po’ come fa il di uomini e animali. L’apprendimento equivale in fondo a creare e rafforzare collegamenti sinaptici tra le cellule del (i neuroni). simula questo meccanismo: i neurali sono fatti in modo da prestare maggiore o minore attenzione a certi segnali di input, in base alla loro importanza, che cambia in misura di nuovi eventi ed esperienze.

giugno 8, 2011

Virus HIV: il ruolo ‘dannoso’ del virus sul sistema nervoso centrale.

L’ provoca disturbi di tipo in almeno il 40% dei soggetti in cura con la (), e nel 2-3% dei casi porta anche a forme di demenza.

A spiegarlo e’ Andrea Antinori, dell’Istituto Spallanzani di Roma, a un convegno sulla antiretroviale all’Istituto superiore di sanita’. ”Si sa da tempo che il virus dell’ – precisa – ha nel uno dei suoi bersagli, che utilizza come serbatoio per stabilizzarsi e replicarsi. La novita’ e’ che mentre la e’ riuscita a migliorare notevolmente la vita dei malati di , riducendo tutte le principali manifestazioni cliniche della malattia, nel 40% dei soggetti in cura permangono disturbi del settore , di lieve o moderata entita’, che comunque influenzano e compromettono la vita quotidiana e lavorativa.

Maggio 6, 2011

Il meccanismo che decide la fine delle staminali neuronali.

ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele hanno scoperto che l’espressione di un chiamato assicura la potenzialità delle staminali della a diventare neuroni del periferico. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Stem Cell, potrebbero contribuire a migliorare le terapie contro le neurocristopatie, malattie causate da difetti nella .

All’inizio dello sviluppo embrionale, la – un gruppo transitorio di cellule staminali non ancora differenziate – dà luogo a parti del e a diversi altri tessuti. Poco si conosce su cosa determini quali cellule differenziano in neuroni e quali in altri tipi cellulari.
Il team, guidato dal Dr. Alexey Terskikh del Sanford-Burnham Medical Research Institute (Sanford-Burnham) in collaborazione con il Dr Stefano Pluchino dell’INSPE- San Raffaele di Milano, ha recentemente scoperto che l’espressione di un chiamato mantiene il potenziale delle cellule staminali della di differenziare in neuroni nel periferico, dove si interfacciano con muscoli e altri organi. Gli importanti risultati di questo studio, pubblicati online il 5 Maggio dalla rivista Cell Stem Cell, potrebbero contribuire a migliorare le terapie contro le neurocristopatie, malattie causate da difetti nella o neuroni, che includono microftalmia e la sindrome di CHARGE.

giugno 18, 2010

Una variante genica aumenta il rischio di obesità.

   

Un team internazionale di ricercatori ha scoperto l’esistenza di una correlazione tra una variazione in un gene attivo del sistema nervoso centrale e un aumentato rischio di obesità. Lo studio, pubblicato nella rivista Public Library of Science (PLoS) Genetic, avvalora i risultati ottenuti in passato dai quali emergeva che i nostri geni determinano in modo significativo le nostre scelte rispetto agli alimenti e alla quantità di cibo che assumiamo e alla nostra predisposizione all’obesità. La ricerca fa parte del progetto EUROSPAN (“European special populations research network: quantifying and harnessing genetic variation for gene discovery”) che ha ricevuto dall’Unione europea un finanziamento pari a 2,4 milioni di euro nell’ambito del Sesto programma quadro (6° PQ). In questo ultimo studio, 34 istituti di ricerca statunitensi e europei hanno scoperto che le persone che hanno ereditato la variante genica denominata neurexin 3 (NRXN3) hanno dal 10 al 15% di possibilità in più di soffrire di obesità rispetto ai soggetti che non presentano tale variante. “L’obesità, sotto il profilo della salute, è un problema di dimensioni planetarie. Nel corso degli ultimi due anni, gli studi di associazione relativi all’intero genoma svolti sui marker del DNA (acido deossiribonucleico), denominati SNP (polimorfismi a singolo nucleotide) hanno individuato due fattori genetici che potrebbero essere d’ausilio agli scienziati per meglio comprendere perché alcune