Le aziende inquinanti da Nord a Sud d’Italia
Da Marghera a Porto Torres sono migliaia le aree tossiche. Ma raramente le società responsabili pagano per la bonifica.
Marco Mostallino – Oltre alla Sardegna, Syndial è presente anche in Venet…Visualizza altro
Legambiente bandiere blu 2013 ecoturismo e mare pulito al top in Sardegna, Basilicata e Puglia
Il mare è più pulito in Sardegna, Puglia e Campania. Questa la classifica Bandiere blu 2013 di Legambiente e TCI che incorona regina dell’estate la spiaggia di Posada in provincia Nuoro

La classifica di Legambiente Bandiere blu 2013 premia il Mar Tirreno con la Sardegna, Basilicata e Puglia al top mentre la regina dell’estate è Posada in provincia di Nuoro, seguita da seguita da Santa Marina Salina (Me) e Pollica (Sa). Tutte le località premiate sono state scelte per rappresentare modelli di eccellenza nell’ecoturismo e capaci di rilanciare l’economia locali dei territori.
Le 5 vele della Guida Blu 2013 di Legambiente hanno premiato anche Sicilia, Toscana, Basilicata, Liguria, Umbria e Trentino per la sostenibilità ambientale e la qualità del turismo assieme a 6 luoghi lacustri.
Resta anche per quest’anno la Sardegna la regione con la media più alta di vele poiché assieme a Posada hanno conquistato il riconoscimento di Legambiente anche Villasimius (Ca), Baunei (Og) e Bosa (Or); troviamo poi Basilicata e Puglia. Per la Toscana e la Sicilia guadagnano il podio Castiglione della Pescaia (Gr) e Capalbio (Gr), S. Vito lo Capo (Tp) e Santa Maria Salina (Me); la Campania vede le 5 vele con Pollica (Sa) e la Basilicata con Maratea (Pz).
Sostenere gli eroici minatori del Sulcis.
di Maria Ferdinanda Piva Quanta ipocrisia! Quanta sporca ipocrisia può nascondersi dietro le parole “intervento che va a sanare l’ambiente”. Ugo Cappellacci, presidente della Sardegna, ha definito in questo modo il progetto per la miniera di Nuraxi Figus nel Sulcis. La miniera è ora occupata da centinaia di minatori: sono barricati a circa 400 metri di profondità, sollecitano il vialibera nazionale al piano benedetto da Cappellacci che salverebbe i loro posti di lavoro. Il però punto è cosa vogliono farci, nella miniera di Nuraxi Figus. Mica un “intervento che va a sanare l’ambiente” ma cose turche. Turche davvero.
Chiude Mc donald’s in Sardegna, ma nel 2048.
Il McDonald’s chiude in Sardegna, sostituito da una Tavola sarda a km zero che propone i prodotti locali tipici del patrimonio enogastronomico sardo. Magari! Purtroppo quella che sta circolando in queste ore in rete è una bufala estiva, di quelle grosse e nemmeno celata, perché proviene da un blog che pubblica notizie dalla Sardegna del futuro, esattamente dal 2048!
Eppure il finto annuncio ha subito scatenato decine di consensi, sperando che tra gli entusiasta non ci siano anche quelli che poi snobbano i prodotti tipici e km zero per strafogarsi con un lurido panino alla prima fame chimica. L’idea, ad ogni modo, è davvero appetitosa per quanti amano i sapori veri, genuini e sani. Nel fantomatico menu di Tavola Sarda figurano infatti bottarga, miele sardo, pane nuorese, birre artigianali, salumi locali. Tutti prodotti da consorzi sardi.
Continua a leggere: Il McDonald’s chiude in Sardegna? La bufala estiva della Tavola sarda a km zero
Sardegna rivede piano coste: non vincoli ma tutela.
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CAGLIARI – Si riaccende la battaglia, in piena stagione estiva, sul futuro delle coste della Sardegna. E, proprio come nel 2005, quando gia’ con le norme della legge ‘salvacoste’ e poi con il Piano paesaggistico regionale si apri’ la polemica tra chi sosteneva la Giunta di Renato Soru, gli ambientalisti, i costruttori edili e il centrodestra, a distanza di sette anni il copione sembra ripetersi. Anche oggi, infatti, con la revisione di quelle regole, si scatena la bagarre dentro e fuori il consiglio regionale.
Una vergogna tutta italiana.

Sono bastati appena 90mila euro e qualche spesa aggiuntiva ad un imprenditore romano per accaparrarsi una parte di una delle perle del mediterraneo e dell’arcipelago della Maddalena in Sardegna, l’isola di Santo Stefano. L’area pignorata e venduta ieri dal tribunale fallimentare è composta da tre ettari di terreno, si trova in un’insenatura ed è comprensiva di piccola spiaggia e molo costruito negli anni venti. Un acquisto definito “da amatore” visto che sull’isola non è possibile costruire niente poiché sottoposta a stringenti vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, ma anche militare. Un acquisto facile per la società dell’imprenditore visto che era l’unico acquirente interessato ad appropriarsi di un pezzo di una delle perle dell’arcipelago della Maddalena.
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Sardegna 15 fari e torri in concessione.
I fari della Sardegna non sono in vendita e soltanto in alcuni casi specifici verranno dati in concessione per gli usi istituzionali definiti dalla Giunta regionale nel programma di valorizzazione concordato con la Conservatoria della coste. Lo precisa la Regione, sottolineando che “i fari e le stazioni semaforiche in quanto patrimonio regionale di alto valore paesaggistico e ambientale e trasferiti alla gestione della Conservatoria delle Coste non possono in alcun modo essere alienati”.
Sono 15 i siti in cui sono presenti fari, semafori, torri costiere, immobili e infrastrutture di proprietà regionale sui quali la Conservatoria delle Coste sta elaborando un programma dettagliato per la loro valorizzazione e per assicurare la loro gestione, curando anche eventuali procedimenti pubblici per l’affidamento in concessione degli immobili. Non solo fari, ma anche stazioni semaforiche, vedette e torri costiere distribuite non uniformamente in tutto il territorio regionale: fa da padrona la Gallura, con immobili a La Maddalena, Palau, Olbia, Arzachena, Santa Teresa e Golfo Aranci, ma sono interessati anche i comuni di Cagliari, Oristano, San Vero Milis, Sant’Antioco e l’isola dell’Asinara. Per presentare i beni la Conservatoria ha attivato il blog SardegnaFari [http://sardegnafari.wordpress.com] dove gli utenti sono anche invitati, attraverso un sondaggio, a indicare le loro preferenze per il riutilizzo.