Federico Tulli – Il Vaticano dovrà spiegare all’Onu perché ha adottato un silenzio sistematico nei casi di abuso sui minori da parte del clero cattolico…Visualizza altro
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Il nuovo Papa è laureato in filosofia. Be’ dai, almeno uno ha trovato lavoro.
L’Italia si è fermata per ascoltare le prime parole del successore di Pietro. Poi ha ripreso a precipitare.
Papa Francesco: “Domani pregherò la Madonna”. Ehi, ha lo stesso programma di Bersani.
Continua ad arrivare gente a piazza San Pietro. “Vado bene per il Senato?”
Il pontificato di papa Francesco segna un cambio di marcia. E non solo per la sua vicinanza ai poveri, lo stile sobrio, la volontà di stare in mezzo alla gente. A due giorni dalla sua elezione al Soglio di Pietro, Bergoglio ha già preso una netta posizione sugli scandali della pedofilia che hanno macchiato la Chiesa.
L’ATTACCO AL CARDINALE LAW. Durante la sua visita a Santa Maria Maggiore, il 14 marzo, il nuovo pontefice ha incrociato il cardinale in messicano Bernard Law, ormai in pensione e accusato di aver coperto i preti pedofili nella diocesi di Boston. Nel 2002, come ha riportato Il Fatto Quotidiano, Law fu costretto addirittura a dimettersi annunciando un ritiro spirituale che, però, non è mai avvenuto. Divenne invece arciprete della basilica romana.
LA GIUSTIFICAZIONE DI LOMBARDI. Bergoglio dopo averlo incontrato ha chiesto immediatamente che fosse allontanato. «Non voglio che frequenti ancora questa basilica», ha detto secco. Imbarazzato il portavoce della sala stampa vaticana Padre Lombardi che ha sottiolineato come la presenza di Law in basilica fosse una iniziativa personale del prelato 82enne. «Il cardinale Law», ha detto Lombardi, «era stato onformato dell’arrivo del papae ha voluto essere presente in questo momento».
L’IPOTESI DI ALLONTANAMENTO DEL CARDINALE. Sempre secondo il quotidiano diretto da Antonio Padellaro, tra le priorità di papa Francesco ci sarebbe proprio l’allontanamento definitivo del prelato per destinarlo alla clausura.
Dal pantano della politica italiana incapace di rinnovarsi, di cambiare uomini e cose, attenta solo a sopravvivere, all’aria fresca di piazza San Pietro. La Chiesa Cattolica sorprende tutti ed elegge un pontefice fuori dagli schemi tradizionali ed in forte discontinuità con il passato recente. Francesco I° dovrà rinnovare la Chiesa, ma non aspettiamoci cambiamenti radicali. La chiesa di Roma ha venti secoli ed il dogma riveste un ruolo fondamentale. Certamente inciderà il bubbone purulento della Curia Romana e prenderà provvedimenti che non ha osato o non ha avuto la forza di fare Benedetto XVI°. Ricordiamo che il motto dei Gesuiti è ‘Ad maoirem gloriam Dei e questo rende abbastanza imprevedibile il modo in cui Francesco I° affronterà la sua missione. Con piacere constatiamo che il nuovo Papa ha salutato Benedetto XVI° chiamandolo “Vescovo Emerito di Roma” e non “Papa Emerito” come aveva decisio di chiamarsi Benedetto XVI° e questo è significativo in un ambiente in cui le parole hanno un peso. In ogni caso un gesuita e l’Argentina sul trono di Pietro è una grande novità.
Il fondatore della comunità di San Benedetto: “Sarebbe grande che uno si affacciasse a piazza San Pietro e dicesse di essere gay. Chi non esprime la propria sessualità si reprime e arriva alla pedofilia. Anch’io, da giovane prete, ricevetti avance da un vescovo”
“Un papa omosessuale sarebbe una cosa magnifica. Pensare che uno si affacci a Piazza San Pietro e lo dica sarebbe grande. C’è la parità dei figli di Dio, è l’essenza del Vangelo, siamo tutti figli e figlie di Dio”. Lo ha detto don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, in un’intervista a La Zanzara su Radio24.
“Il prete omosessuale – ha proseguito – deve poter essere libero di esprimere la sua identità e la sua sessualità, altrimenti si reprime e arriva alla pedofilia”. Don Gallo ha anche rivelato di aver subito “dei tentativi di violenze omosessuali, diciamo delle insidie, che ho respinto, sono sempre stato un ribelle”. “Ero un giovane prete – ha raccontato – e fu un vescovo a farmi delle avances”.
Il nuovo Papa sarà sicuramente un conservatore. Benedetto XVI° durante il suo pontificato ha nominato Cardinali, che oggi sono elettori di sicura fede conservatrice. Inoltre il cardinal Sodano, che non partecipa al Conclave ha molti seguaci presenti e pronti a seguire le sue direttive. E’ difficile che sia un italiano perchè la pattuglia italiana conta pochi sostenitori: Abbiamo però Bertone, Nosiglia, Scola l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, il cardinale Giuseppe Betori da Firenze, Agostino Vallini, Crescenzio Sepe,Paolo Romeo.Fra questi il più forte ed il più accreditato fra le gerarchie vaticane sembra essere proprio Scola, uomo di cultura, già Rettore della pontificia Università lateranense, giàPatriarca di venezia come Giovanni XXIII° ed ora vescovo di Milano.Diciamo però che al di là della pattuglia italiana il nome può ridursi ad una decina di nomi che già circolano nelle segrete del Vaticano. Vediamoli: Angelo Scola, arcivescovo di Milano, Teologo di spessore e uomo del dialogo interreligioso ed abbiamo chiuso con gli Italiani. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila è uno dei beniamini del collegio dei Cardinali. Apprezzato da BendettoXVI° è apprezzato per le sue qualità di pastore. Marc Ouellet, cardianle dal 2003, arcivescovo del Quebec, teologo e prefetto della congregazione dei Vescovi, presiede la Commissione per l’america latina ed è quindi ben visto dai paesi del Sud America. Timothy Dolan, cardinale arcivescovo di New York, conservatore modernista, ottimo comunicastore, dirige una diocesi che è stata all’avanguradi nella lotta contro i preti pedofili. Laurent Monsengwo arcivescovo di Kinshasa (Congo), consocitore profondo della bibbia è stato chiamato a dirigere da Benedetto XVI° gli esercizi spirituali in vaticano ed ha ha giocato un ruolo di mediazione per risolvere il conflitto nel suo paese.Peter Turkson, cardinale in Ghana, presidente del Consiglio Pontifico della giustizia e della pace parla sei lingue ed è stato nominato cardinale nel 2003, le sue chqncez sono diminuite dopo una sua gaffe sul pericolo islamico in Francia. André Vingt-trois, arcivescovo di Parigi, presidente della conferenza episcopale francese, è membro direttore del comitato della Conferenza episcopale della famiglia.Christoph Schöborn, Cardinale arcivescovo di Vienna, è uno dei più forti nella competizione, Amico di Bendetto XVI°, nel 2010 in pieno scandalo sulla pedofilia dei preti sollevò la questione del celibato dei preti. Molto critico nei confronti della curia Romana. Oscar Andres Maradiaga, Cardinale e arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), considerato un ortodosso ma moderno per i suoi interventi, si è mostrato favorevole nel 2009 qal colpo di Stato contro il Presidente Manuel Zelaya.Francis Arinze, cardinale della Nigeria è il favorito fra i bookmakers, perchè il numero dei cattolici aumentano rapidamente nel continente africano.
Finisce oggi il pontificato di Benedetto XVI. Il Papa ha detto di non avere la “forza” di guidare la Chiesa cattolica a causa della sua età. Il Pontefice l’11 febbraio ha detto”Dopo aver esaminato la mia coscienza davanti a Dio, in diverse occasioni, sono venuto a credere che le mie forze, a causa della mia età avanzata, non sono più in grado di svolgere in modo adeguato il ministero petrino”. Ratzinger ha anche sottolineato che “nel mondo di oggi, soggetto a cambiamenti rapidi e agitato da questioni di grande importanza per la vita della fede, è necessaria la forza del corpo e della mente per governare la barca di San Pietro e per annunciare il Vangelo “. Benedetto XVI, 85 anni, sarà ricordato come un papa conservatore, fedele ai dogmi della Chiesa cattolica. Rispetto a Giovanni Paolo II non ha avuto paura di denunciare davanti al mondo i mali della Chiesa affrontando una delle più gravi crisi della storia della Chiesa condannando senza riserva i “peccati” e chiedendo “perdono” per le vittime. Molti gli scandali che ha dovuto affrontare: dai”Vatileaks”, nel maggio 2012, allo scandalo dello IOR ( la Banca Vaticana). Intransigente sulle questioni morali e sociali si è rifiutato modificare la linea tradizionalista e conservatrice della Chiesa in materia di aborto, eutanasia, omosessualità, famiglia. Non è più tornato sul delicato tema del celibato sacerdotale o del ruolo delle donne nella Chiesa, argomento da più parti evocato e che è costata nel 1979 ad Hans Kung la cattedra di teologia all’Università di Tubinga.
La sua simpatia verso i fondamentalisti è stata spesso criticata, come pure è stata grave la revoca della scomunica ai quattro vescovi scismatici tra cui il britannico Richard Williamson, noto negazionista dell’Olocausto.
Benedetto XVI è stato spesso criticato per la sua posizione sull’uso del preservativo. Nel 2009, ha anche detto che la distribuzione di preservativi ha “aggravato” il problema AIDS! Più tardi ha ammesso che l’uso del preservativo in casi limitati potesse essere permesso per prevenire la diffusione dell’AIDS, in particolare in Africa.
Mons. Jacques Gaillot, l’ex vescovo di Evreux e vescovo titolare di Partenia, ha detto nell’aprile del 2005: “Ratzinger è una delusione.”
L’elezione di un nuovo papa non segnerà un cambiamento significativo nella linea della Chiesa cattolica troppo interessata a svolgere una battaglia di retroguardia. Benedetto XVI, che come molti affermano, ha riflettuto a lungo prima di dare le dimissioni e le ha preparate con cura, ha nominato cardinali fedeli alla sua linea ed il nuovo Papa sarà espressione di questi uomini. Sarà difficile che il nuovo Papa, condizionato come sarà da una Curia Romana sempre più arrogante ed invasiva e per sua estrazione culturale poco incline a leggere in chiave progressista la crisi che stiamo vivendo potrà interrogarsi sui grandi problemi che affliggono il mondo cattolico ed i cattolici.
Benedetto XVI si è illuso che il primato di cui era stato investito potesse essere un primato di servizio come lo è stato per Pietro, per Gregorio Magno e nell’età moderna per Giovanni XXIII, ma durante il suo pontificato ha dovuto rendersi conto che il primato del Pontefice deve rimanere un primato di potere. Per la sua profonda onestà ha preferito lasciare ad altri il compito perchè lui, mite teologo, non è riuscito a risolvere la contraddizione né a trovare un compromesso con la propria coscienza. A meno che…………
Il defunto cardinale Carlo Maria Martini, aveva dichiarato che “la Chiesa è di 200 anni di ritardo. Dobbiamo avere paura? “…….
Padre Camillo Torres prete guerrigliero ucciso il 15 febbraio 1966 in una fattoria di Santander, dalle milizie Colombiane che per offenderlo ancora di più presero a calci il suo corpo, parlando del cristianesimo e della chiesa cattolica ha scritto nel suo “messaggio a i cristiani” : “I difetti temporali della Chiesa non devono scandalizzarci. La Chiesa è umana. L’importante è credere che al contempo che è divina e che, se noi cristiani mettiamo in atto il nostro obbligo di amare il prossimo, con tale azione rinvigoriamo la Chiesa. Io ho abbandonato i privilegi e i doveri del clero, ma non ho smesso di essere sacerdote. Credo di essermi dedicato alla rivoluzione per amore del prossimo. Ho cessato di dir messa per rendere realtà tale amore. Quando il mio prossimo non avrà nulla contro di me, quando sia stata realizzata la rivoluzione, tornerò a celebrare messa, se Dio me lo permetterà. Credo così di seguire il comandamento di Cristo.” Quanta similitudine con le parole di un Papa che per cultura vocazione, posizione era tanto diverso da Padre Camillo. Questo Papa era certamente un conservatore ha fatto di tutto per far dimenticare il messaggio rivoluzionario del Concilio Ecumenico Vaticano II, ma non ha avuto paura di togliere il velo alle vergogne della Chiesa fino a giungere all’estremo sacrificio di scendere dalla croce per andarsi a nacondere. Con il suo gesto ha dimostrato come tra tanti equivoci e confusioni può riemergere con forza travolgente il messaggio cristiano autentico, che è essenzialmente un atto di amore. Amore per la verità, la giustizia, e la libertà, ma non in astratto, non a parole, non per mascherarsi dietro le nostre vigliaccherie e i nostri egoismi.Amore che è donazione piena e completa per gli altri a costo di perdersi, di smarririsi. Parlando con un sacerdote mio amico, con molta presunzione all’inizio del pontificato di Benedetto XVI° dissi che Ratzinger non era il mio Papa, perchè mi riconoscevo in Giovanni XXII e nel suo pontificato. Sono contento di ammettere la mia presunzione e di essere stato superbo e cieco, forse per sentirmi diverso dagli altri. San Paolo diceva “chi ama il prossimo ha compiuto la legge.” Ti chiedo scusa Bendetto, mi resterai nel cuore.