Il polo petrolchimico di Porto Marghera, in provincia di Venezia, ha riversato nella Laguna di Venezia e nell’Adriatico milioni di tonnellate di rifiuti tossici dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Tra i veleni riscontrati nei terreni e fondali della Laguna si va dalle diossine ai policlorobifenili, dal cloruro di vinile monomero, usato nella produzione di plastiche – all’arsenico, dai metalli pesanti ai fosfogessi radioattivi e decine di altre sostanze tossiche e cancerogene.
L’ex deputato del Partito Democratico Mario Adinolfi ha toccato il fondo del razzismo territoriale come neanche il più squallido dei leghisti su Twitter: «si sono fatti devastare dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici, ora fanno le manifestazioni. Che popolo di merda». No comment, non merita, ma condividete, che si sappia che è.
Io, che ero a Caivano ieri mattina, vi maledico.

Politici ciechi e industriali del Nord complici della camorra. Sono stata male a respirare quei veleni
di Ilaria Puglia – La nostra cronista Ilaria Puglia era a Caivano ieri mattina, quando la Forestale ha sequestrato quel campo pieno di bidoni tossici. Questo articolo non è solo il resoconto di quello che è stato trovato ma è anche un atto di accus…Visualizza altro
— con Giorgio Varlese
Ambiente: un corteo funebre a Aversa contro l’inquinamento del clan dei Casalesi
Un corteo funebre silenzioso contro la terra avvelenata dagli sversamenti illegali di rifiuti tossici del business delle ecomafie del clan dei Casalesi Continua…
Rifiuti, brucia l’inceneritore di Anagni: l’aria è irrespirabile.

Dalle 5 di questa mattina un devastante incendio all’impianto di incenerimento rifiuti Snia di Anagni, località Castellaccio, in provincia di Frosinone, sta mettendo a dura prova tre squadre, e dieci mezzi, dei Vigili del Fuoco intervenuti prontamente per sedare le fiamme.
L’aria tutt’attorno è irrespirabile, agli abitanti è stato raccomandato di non aprire assolutamente porte e finestre per evitare che il fumo (la cui composizione è stata omessa) entri nelle abitazioni.
Un secondo elemento di fortissima criticità dipende dalla presenza di materiale di stoccaggio altamente infiammabile: non è chiaro se questi sia stato già dato alle fiamme o meno, ma la presenza di tali materiali rende certamente il lavoro dei Vigili del Fuoco più delicato e complesso.
Allarme dei medici per l’ambiente: “Senza bonifiche, stiamo perdendo la battaglia contro il cancro”
Per contrastare l’incidenza del cancro, sempre più alta, sulla popolazione italiana, bisogna agire su più fronti: dal contrasto del tabagismo, dell’alcolismo e delle altre dipendenze alla lotta contro l’obesità e lo stile di vita errato, caratterizzato da scarsa attività fisica, alimentazione scorretta e stress. Un fronte troppo spesso sottovalutato nella battaglia contro i tumori è quello ambientale. Il degrado urbano, la pessima qualità dell’aria, l’inquinamento industriale, i rifiuti tossici, la contaminazione di aria, acqua, suolo portano gli oncologi a pronunciare parole che mai vorremmo sentire:
Stiamo perdendo la nostra battaglia contro il cancro. Questa malattia si diffonde con un’incidenza del 4 per cento l’anno e il costo delle cure dal 2002 è aumentato del 400 per cento. Entro il 2016 è prevista l’introduzione di 85 nuovi farmaci, costosissimi, per la cura dei pazienti. Di questo passo il servizio sanitario non potrà reggere.
Ecomafie, così i rifiuti tossici viaggiano indisturbati lungo l’Italia.
Un’interessante inchiesta pubblicata dal quotidiano l’Avvenire questa mattina ci ha regalato un interessante spaccato di come i rifiuti tossici rappresentino per le ecomafie una fonte di reddito assolutamente primaria, anche grazie alla facilità con cui essi possono viaggiare indisturbati lungo l’italico stivale.
Negli ultimi dieci anni si stima che il Noe (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri) abbia sequestrato 13 milioni e 100 mila tonnellate di rifiuti illegali, letteralmente un fiume di scorie, un serpente di tir che, se incolonnati, bloccherebbero oltre 7mila km di autostrade.
È chiaramente impossibile per le forze dell’ordine controllare il flusso dei camion carichi di morte che dal nord si incamminano verso le discariche abusive del sud Italia; o meglio, è impossibile con gli strumenti attualmente messi loro a disposizione:
Una volta c’erano le bolle di accompagnamento, che dovevano essere tenute in triplice copia da mittente, trasportatore e destinatario. Oggi basta un pezzo di carta che dica, senza formalità, cosa c’è sul rimorchio. Di solito scriviamo “collettame”. Tanto, chi va a controllare?
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Casal di Principe (CE) – Rifiuti tossici, scoperta discarica della camorra.
Un terreno di circa 8000 metri quadri e di proprietà della Curia di Aversa, appartenente all’Opera di san Michele, nel comune di Casal di Principe è stato usato per almeno 30 anni come discarica dei veleni dalla camorra. Veleni provenienti anche da industrie del Nord.
La scoperta l’annuncia Il Mattino (2 sett. 2011 pag. 37 ed. Caserta). Dopo le rivelazioni nel 2008 del pentito Luigi Diana fedelissimo del clan Bidognetti, confermate agli inizi di agosto dall’altro pentito Roberto Vargas (killer dei Casalesi) la Dda di Napoli ha disposto il controllo del terreno. Sotto otto metri i fanghi industriali che probabilmente hanno intaccato la falda acquifera.
Scrive Marilù Musto su Il Mattino:
In una notte di agosto, pochi giorni fa, Roberto Vargas è stato accompagnato a Casal di Principe, tra via Circumvallazione esterna e Via Marotta, dove ha indicato il luogo esatto in cui negli anni Novanta, quando lui aveva solo 19 anni, erano stati intombati bidoni di fanghi provenienti dai canali dei Regi Lagni ma anche dal Nord Italia.
Sequestrata a Milano la cava dei veleni
Due milioni di metri cubi di rifiuti tossici, 300 mila metri quadri messi sotto sequestro, indagati funzionari pubblici e alcuni responsabili di cantiere. La più grande riqualificazione urbana degli ultimi anni blindata dalla magistratura. Eppure il Comune di Milano la considerava un’operazione brillante. L’esempio sbandierato di una nuovo modo di costruire e di mettere in sicurezza i territori contaminati. In città la politica sapeva dei veleni della ex Cava Cabassi, ma hanno taciuto. Sulla pelle di chi per acquistare gli appartamenti ha contratto i debiti.