01:51 am | Il fumo è uno dei più importanti fattori di rischio per il tumore al rene. Ed è la causa del 50% delle neoplasie della vescica. Azzerare il vizio…
24 ottobre 2012 / Leggi tutto
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01:51 am | Il fumo è uno dei più importanti fattori di rischio per il tumore al rene. Ed è la causa del 50% delle neoplasie della vescica. Azzerare il vizio…
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Modulare l’intensita’, l’estensione e gli eventuali danni funzionali dei trattamenti terapeutici in base all’aggressivita’ della malattia ed alle condizioni del paziente: ”Il futuro della chirurgia sara’ dunque affidato alla progressiva riduzione dell’uso del bisturi a favore di fonti di energia sino all’estremo uso per via extracorporea”.
Lo ha detto Giario Conti, Presidente di AURO.it e Primario della Divisione di Urologia presso l’Ospedale Sant’Anna di Como ad Uroleague 2012, la tre giorni di lavoro organizzata dall’Associazione Urologi Italiani (AURO.it) nella cornice di Lido di Camaiore.
L’appuntamento vede al centro dell’incontro la chirurgia urologica con interventi trasmessi in collegamento dalle sale operatorie della U.O.C di Urologia dell’Ospedale Versilia, con l’obiettivo di esplorare le diverse possibilita’ terapeutiche che possono essere eseguite in sala operatoria nel trattamento dei principali tumori dell’apparato urinario (rene, surrene, uretere, vescica, prostata, testicoli) fornendo strumenti pratici e applicabili quotidianamente dai medici in sale operatorie, reparti e ambulatori.
I pazienti in terapia con la dialisi peritonale prima del trapianto di rene possono vivere piu’ a lungo. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, secondo il quale i pazienti in terapia con la dialisi peritoneale presentano, rispetto a quelli in emodialisi, un tasso di sopravvivenza maggiore.
Quest’anno la Giornata mondiale del rene, che si celebra oggi, si focalizza su come la positiva riuscita del trapianto possa consentire al paziente di avere nuovamente una vita in buona salute. In una situazione in cui la donazione di organi e’ ancora carente, i pazienti affetti da patologie renali croniche spesso vivono per molti anni in dialisi. E’ per questo che la giusta scelta terapeutica puo’ essere determinate ai fini della buona riuscita del trapianto.
L’inizio della dialisi puo’ rappresentate per il paziente un momento di disorientamento. Poiche’ in molti casi si ha poco tempo e sostegno per capire le diverse opzioni terapeutiche disponibili, la maggior parte dei pazienti inizia con il sottoporsi all’emodialisi in ospedale. Ovviamente, non tutti i pazienti potranno essere candidati al trapianto, ma per coloro che sono in lista d’attesa, la dialisi peritoneale (Dp), messa a punto da Baxter, fornisce numerosi benefici per un successivo trapianto di rene.(ADN KRONOS)
Un bimbo salvato dagli effetti devastanti di una malattia renale genetica che lo avrebbe costretto a un doppio trapianto rene-fegato, mortale nella metà dei casi. E una madre tornata a vivere dopo 40 mesi trascorsi in ospedale, accanto al suo piccolo malato.
La nefrologia italiana festeggia la Giornata mondiale del rene, che si celebra l’8 marzo insieme alla Festa della donna, annunciando il “successo formidabile” di una terapia pionieristica eseguita per la prima volta nel nostro Paese e fra le prime al mondo. A raccontare la storia a lieto fine del baby-paziente, che oggi ha 5 anni ma ha iniziato la sua odissea a 6 mesi, è Rosanna Coppo, presidente della Società italiana di nefrologia (Sin). E’ proprio nel Reparto di nefrologia, dialisi e trapianto da lei diretto, all’ospedale Regina Margherita di Torino, che il bambino è stato curato con un farmaco ‘intelligente’ sperimentale, abbinato a un singolo trapianto di rene. Ad agosto l’operazione, oggi il responso finale: “La funzionalità renale è tornata perfetta”, ed “è stata aperta una nuova via che permetterà di salvare molte vite”. “All’età di 6 mesi il bimbo viene ricoverato con pallore e debolezza – ricorda Coppo oggi a Milano, durante un incontro sulle iniziative in programma per la Giornata del rene promossa da Sin e Fir (Fondazione italiana rene) – Gli esami rilevano anemia grave con emolisi, ossia rottura dei globuli rossi in circolo, e insufficienza renale acuta”. Immediatamente la madre, 30 anni, altri 2 figli più grandi, riconosce con terrore un quadro clinico ‘fotocopia’ di quello della sorella, costretta alladialisi a soli 29 anni per una malattia rara: “Una forma atipica di sindrome emolitico-uremica. Nella forma più tipica – precisa l’esperta – questa patologia non è altro che l’infezione responsabile dell’epidemia scoppiata l’estate scorsa in Europa, dovuta a una contaminazione alimentare da batterio Escherichia Coli”. Nella ‘versione’ meno diffusa, invece, la malattia non è infettiva bensì genetica, “causata dalla mancanza di una proteina prodotta dal fegato – spiega Coppo – che normalmente ha il compito di inibire un fattore chiave del sistema immunitario, il cosiddetto complemento. Lo stato di perenne attivazione del complemento dissemina i vasi dell’organismo, e soprattutto dei reni, di microtrombi” che finiscono per uccidere l’organo-filtro del nostro corpo. Il bimbo, come sua zia, era condannato alla dialisi. Il piccolo viene dunque messo indialisi all’ospedale Regina Margherita di Torino. “Per un anno fa dialisi peritoneale a domicilio – continua la presidente Sin – ma un anno dopo siamo stati costretti a passare all’emodialisi in ospedale: per la madre e il suo bambino significava recarsi 5 giorni a settimana in un centro fuori città, per sedute lunghe 3-4 ore”.
Scoperto il gene che causa la PKD, altrimenti detta sindrome del rene policistico. Gli scienziati della University of California di San Francisco hanno individuato il gene che causa questa rara malattia infantile neurologica chiamata PKD/IC, una delle cause di epilessia nei bambini e dei disturbi del movimento nei bimbi piu’ grandi.
Lo studio ha coinvolto diverse cliniche in citta’ lontane come Tokyo, New York, Londra e Istanbul e aiuta a migliorare la capacita’ dei medici di diagnosticare la PKD/IC, facendo luce anche su altri disturbi del movimento, come il morbo di Parkinson. Il ‘colpevole’ della malattia si rivela essere un gene del cervello chiamato ‘PRRT2′.
Ricercatori scozzesi dell’Università di Edimburgo hanno creato in laboratorio il primo rene artificiale a partire dalle staminali. A darne l’annuncio gli stessi scienziati nel corso dell’Edinburgh International Science Festival.
Gli studiosi hanno utilizzato un mix di staminali prelevate da liquido amniotico umano e con staminali fetali animali. L’organo “coltivato” in laboratorio è largo mezzo centimetro. I ricercatori sperano, che una volta impiantato in un essere umano, l’organo possa crescere e svilupparsi per assolvere alle funzioni del renemalato.
“Abbiamo compiuto notevoli progressi per avere in vitro qualcosa di simile alla struttura complessa di un rene fetale”, ha spiegato Jamie Davies, che guida l’importante ricerca. Davies ha assicurato che la tecnologia potrebbe essere pronta per la sperimentazione umana entro 10 anni.
Tra i vantaggi della metodica c’è quello dell’esclusione del rigetto. Le staminali adoperate appartengono infatti allo stesso paziente e potrebbero essere prelevate dai campioni di sangue cordonale crioconservate dalla nascita. Gli scienziati vorrebbero mettere a punto una specifica tecnica di conservazione anche per il liquido amniotico. Questo mette anche al riparo dall’utilizzo di farmaci immunosoppressori necessari nelle terapie successive al trapianto. (ASCA)
Nel Regno Unito alcuni ricercatori hanno provato che fumare cannabis può avere un effetto nocivo sul DNA. Questo effetto potrebbe potenzialmente incrementare la possibilità di sviluppare il cancro. I risultati, pubblicati nella rivista Chemical Research in Toxicology, sono l’esito della Rete d’eccellenza ECNIS (“Environmental cancer risk, nutrition and individual susceptibility”) che ha ricevuto un finanziamento pari a 11 milioni di euro in riferimento all’area tematica “Qualità e sicurezza alimentare” del Sesto programma quadro (6° PQ) al fine di analizzare in che modo l’alimentazione e i fattori ereditari possano influire sul rischio tumorale legato all’ambiente. Per analizzare la formazione dei composti cancerogeni nel DNA naturale (Calf thymus DNA) esposto al fumo di una sigaretta di cannabis in vitro, lo studio ha utilizzato una nuova tecnica: una cromatografia liquida accoppiata a spettrometria di massa tandem ad elevata sensibilità. I risultati evidenziano che la cannabis, in laboratorio, danneggia il DNA.
Prodigi della chirurgia. Per la prima volta in Italia è stato prelevato un rene senza fare tagli, ma attraverso la vagina: così una donna di 48 anni ha potuto donare il rene al figlio di 2 anni in dialisi. L’intervento è stato eseguito nel Policlinico San Matteo di Pavia utilizzando il robot-chirurgo “Da Vinci”.
Negli interventi tradizionali il rene, staccato dalle sue connessioni, viene estratto praticando un’incisione addominale di circa 7 centimetri. Con questa nuova tecnica, invece, si inserisce il rene all’interno di un sacchetto di plastica protettivo e la sua estrazione avviene attraverso l’apertura naturale rappresentata dalla vagina.
“L’invasività dell’intervento è in questo modo ulteriormente ridotta”, afferma Andrea Pietrabissa, che ha eseguito l’intervento assieme a Massimo Abelli, che ha trapiantato il rene al figlio, e ad Arsenio Spinillo, ginecologo, che ha predisposto la preparazione del campo operatorio in vagina. “In tal modo – ha proseguito Pietrabrissa – l’integrità fisica del donatore viene maggiormente rispettata, con tempi di guarigione prevedibilmente ancora più rapidi”.
Questa tecnica è stata utilizzata per la prima volta al mondo circa un anno fa negli Stati Uniti, nel centro medico dell’università Johns Hopkins di Baltimora, con il quale il San Matteo ha un rapporto di collaborazione.(repubblica.it)