Riprendendo la lezione della Grande Depressione, Obama e Shinzo Abe cercano di innalzare la domanda aggregata e l’inflazione attraverso l’incremento dei salari. Ecco perché può funzionare.
Ora a Draghi farebbe piacere un po’ di inflazione.
A preoccupare Draghi non sono solamente la recessione dei paesi mediterranei e la deflazione greca: le politiche monetarie espansive non hanno dato risultati sulla ripresa dell’occupazione
di Nicolò Cavalli da Thinging pagina99
Una crisi di lunga durata.
di Nicola Melloni*
La crisi non è finita, lo sappiamo bene in Italia con l’economia in recessione e la disoccupazione in aumento. Il resto dell’Europa meridionale non è messa molto meglio mentre Germania e Stati Uniti sembrano essere usciti dal momento peggiore, almeno se si guardano gli indicatori macroeconomici più classici, come crescita e disoccupazione.
Senza il Mezzogiorno anche il Nord declina.
di Daniela Palma e Guido Iodice da Left del 26 ottobre 2013
Che la caccia alle streghe sia la grande interprete dei periodi più bui, non è una novità. Non meraviglia, quindi, che nello svolgersi di una recessione economica che vede l’Italia tra i paesi più colpiti in Europa – con gli sprechi additati quale causa della crisi stessa – il Meridione torni ad essere impietosamente processato. Continua a leggere »
Messaggi di stile magioso alla magistratura.

E’ iniziata come una conferenza stampa dedicata ai temi europei dal ruolo della Germania alle politiche di austerità della Ue, è finita con un attacco frontale alla magistratura italiana: “Una patologia – l’ha definita il Cavaliere – di cui ci occuperemo una volta al governo”. Un attacco durissimo diretto contro i magistrati dopo che in mattinata durante il dibattimento del processo Mediaset, in cui lui è imputato, i giudici della corte d’appello di Milano avevano rigettato la richiesta di legittimo impedimento.
Il capoclasse ci toglie anche le feste comandate.

Nearly half of Americans say economy in recession or depression.
Nearly half of Americans, 46%, say the economy is in either a recession or a depression while an additional 13% say it is slowing down. Forty percent of Americans believe the U.S. economy is growing.
Negative perceptions of the economy were already the dominant view in January 2008. These become significantly worse in September 2008 — after the start of the global financial crisis — when many more America…Visualizza altro

GRECIA ALLA FAME: BAMBINI DENUTRITI SVENGONO IN CLASSE.
Una persona su quattro vive sotto la soglia di povertà
di Nadine Federici
La Grecia è in piena recessione: povertà, lotta quotidiana per la sopravvivenza e disperazione. Secondo i dati della Confederazione nazionale del commercio ellenico le famiglie greche stanno vivendo una situazione che appena qualche mese fa sembrava impensabile: ben nove greci su dieci hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su dieci le spese per i divertimenti e addirittura un cittadino su quattro dichiara che gli non bastano i soldi per l’acquisto di generi di prima necessità. Soltanto un greco su quattro cerca di risparmiare per paura della situazione economica incerta. Mentre sempre un cittadino su quattro vive al di sotto della soglia di povertà, uno al limite della stessa soglia e due su quattro fanno ricorso ai loro risparmi per vivere. In ogni caso, secondo la Confederazione, ciò significa che sul mercato manca la liquidità che può condure alla sparizione della piccola e media imprenditoria.
Consumi, redditi e investimenti ecco gli effetti della recessione.
È RECESSIONE: lo ha detto la Confindustria, lo ha predetto l’Abi. Manca solo il “sì” definito dell’Istat che, pur parlando di un Pil in declino, non ha ancora pronunciato “l’orrido” vocabolo per il semplice motivo che – ad essere precisi – per definire una recessione bisogna certificare un arretramento economico per sei mesi di fila.
I primi tre sono già ufficiali: nel periodo luglio-agosto-settembre – segnala l’istituto di statistica – il Pil è diminuito dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente: non accadeva dalla fine del 2009. Ma tutto lascia pensare che non sia finita qui. Ne è sicura la Confindustria, che stima per il 2012 un prodotto interno lordo in calo dell’1,6 per cento (“ma la caduta potrebbe essere peggiore” ha detto la Marcegaglia).