03:47 am | Uno studio verifica la sicurezza e la tossicità di basse dosi di radiazioni nei pazienti inoperabili: esiti incoraggianti MILANO – La radiochirurgia stereotassica potrebbe essere un’opzione di cura…
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03:47 am | Uno studio verifica la sicurezza e la tossicità di basse dosi di radiazioni nei pazienti inoperabili: esiti incoraggianti MILANO – La radiochirurgia stereotassica potrebbe essere un’opzione di cura…
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Sei mesi fa, l’11 marzo 2011, il terremoto prima, tsunami poi e incidente nucleare a Fukushima Daiichi. Nella città di Soma nella Prefettura di Fukushima, (la foto in alto di Japan Today) i cittadini, per commemorare le vittime, hanno librato nel cielo centinaia di lanterne. L’immagine è molto poetica e vuole portare un po’ di dolcezza in tutta questa amara vicenda.
A amareggiare ulteriormente, infatti le dimissioni del ministro all’economia, Yoshio Hachiro rassegnate dopo aver pronunciato, durante la conferenza stampa di venerdì, alla fine della visita alla città di Fukushima:
Purtroppo, non c’era un’anima viva per le strade. Questo ricordava una città di morte.
Non solo, ma dopo aver visitato la centrale nucleare di Fukushima Daiichi fa il gesto di strofinare la sua giacca contro quella di un giornalista spiegandogli che così lo avrebbe contaminato con le radiazioni.
Secondo il CRIIRAD, organismo indipendente per il controllo delle radiazioni, in Europa, il rischio derivato dalla contaminazione di latte, verdure a foglia larga e pioggia proveniente dalle fughe di iodio 131 dai reattori nucleari di Fukushima Daiichi non è più trascurabile. Ne scrivevo qualche giorno fa a proposito dell’avviso lanciato sull’effetto accumulo dovuto al fatto che l’isotopo decade in 8 giorni, ma che ogni giorno ne arrivano nuove piccole dosi.
L’istituto sottolinea che non è necessario chiudersi in casa o assumere iodio, ma che bisogna prestare attenzione al consumo di verdure a foglia larga e latte (inclusi latticini e formaggi freschi) sopratutto da parte di bambini, donne incinte o che allattano. L’avviso non riguarda solo la Francia ma può essere ragionevolmente esteso a Svizzera, Italia, Belgio e Germania.
Come ricordavamo precedentemente la contaminazione si sta verificando attraverso la dispersione in atmosfera di particelle radioattive che cadono al suolo con la pioggia. Perciò l’istituto precisa che non vi è rischio, neanche per i bambini, se ci si trova sotto la pioggia anche senza ombrello.
Fukushima come Cernobyl: e’ stato innalzato al livello massimo di 7 la classificazione dell’incidente nucleare alla centrale del nord-est, di fatto ponendolo al livello dell’incidente in Ucraina del 1986. Un funzionario della Tepco, la societa’ che gestisce l’impianto, ha evocato addirittura la possibilita’ che i livelli di radioattivita’ siano superiori: “La perdita radioattiva non si e’ ancora arrestata completamente”, ha spiegato, “e la nostra preoccupazione e’ che possa anche superare Cernobyl”� .
Le radiazioni, nel medio/lungo periodo, apporterebbero danni allo sviluppo cerebrale negli animali. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista il Plos One dai ricercatori dell’Università del Sud Carolina e dell’Università di Parigi Sud: su oltre il 90% dei 550 volatili appartenenti a 48 specie diverse osservati nell’area di Chernobyl è stata riscontrata una massa cerebrale inferiore del 5% rispetto ai loro simili “residenti” in aree non contaminate. L’eco del disastro, dunque e nonostante il tempo già trascorso, non accenna a dirardarsi.
Più in dettaglio, la ricerca mostra che le radiazioni possono avere effetti significativi sul normale sviluppo del cervello riflettendosi non solo sulle sue dimensioni, più ridotte, ma anche – potenzialmente – sulle stesse abilità cognitive creando negli anni problemi alla sopravvivenza delle specie. Pur non riscontrandosi alcuna abberrazione significativa – la massa corporale e le dimensioni dei volatili, infatti, rimarrebbero sostanzialmente invariate – fa riflettere la constatazione che a risentire maggiormente di questo “effetto” sarebbero soprattutto gli uccelli con meno di un anno di età. La conclusione, a detta degli esperti è semplice:
Il fatto che le dimensioni del cervello siano inferiori negli animali dall’età di un anno rispetto agli individui più anziani implica che ci sia stata una selezione direzionale