Su welfare e pensioni, Matteo Renzi ripropone la vulgata prevalente da alcuni anni che persegue il drastico ridimensionamento del sistema pubblico
di Angelo Marano da Sbilanciamoci.info
Just another WordPress.com weblog
Su welfare e pensioni, Matteo Renzi ripropone la vulgata prevalente da alcuni anni che persegue il drastico ridimensionamento del sistema pubblico
di Angelo Marano da Sbilanciamoci.info
Facciamo un riassunto: Renzi: il mio Pd starebbe nel PSE. OK.
Cuperlo: il Pd sia nei partiti membri del PSE. Ok. Civati: Si, il Pd collocato nel PSE, ma andrei più in là. Pittella: Il Pd deve entrare nel PSE. Al congresso, chiederò di mettere al voto un documento su tale obiettivo. Ok.
Maggioranza bulgara. Quattro candidati, tutti d’accordo. Risultato: quello che vedete sotto.
Il numero di disoccupati a gennaio sfiora i 3 milioni. Lo rileva l’Istat, precisando che con un aumento di 110 mila unità (+3,8%) su dicembre si è arrivati 2 milioni 999 mila. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità)
Nel 2012 il numero dei precari ha toccato i massimi, con 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori: si tratta di 2,8 milioni di lavoratori senza posto fisso. Il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioé dall’inizio delle serie storiche relative.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita a gennaio al 38,7%, il massimo dall’inizio delle serie storiche dell’Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992.
Il “Corriere di Avellino dedica una intera pagina alla storia recente del partito socialista irpino. Ne riportiamo alcuni stralci. |
Se è una storia di laceranti divisioni quella della sinistra italiana, quella del Partito Socialista, se possibile, lo è ancor di più. Senza andare troppo lontano, basta ricordare il congresso del 2006 che vide addirittura proclamazioni parallele di due segretari diversi. Allora i leader erano Luigi Mainolfi e Giacomo Carpenito, che con l’ultime elezioni si sono allontanati dal partito, oggi il segretario provinciale è Marco Riccio della sezione di Ariano. I problemi però sono sempre gli stessi. Riccio viene eletto nell’aprile del 2008 in un congresso a Grottaminarda, in cui il gruppo facente capo ai vecchi leader e la sezione Orsini di Avellino fa cartello a favore dell’arianese. Gli sconfitti, guidati dal sindaco di Volturara Edmondo Marra, candidato alla segreteria, e composto da amministratori del Vallo di Lauro come Franco Addeo, da Beppe Sarno e da Geppino Vetrano (quest’ultimi due oggi promotori, insieme ai vendoliani di Gennaro Imbriano, della “Sinistra che unisce”) guadagnano il 30% dei consensi e devono accettare seppur con amarezza l’esito della votazione. A questo episodio risalgono le ultime e insanabili spaccature all’interno del partito. Alle Amministrative del 2009, le fratture sono diventate talmente forti da portarsi dietro anche tristi risvolti in termini di risultati elettorali. Le provinciali rappresentano una sorta di Big Ben: la diaspora socialista fa sì che il partito non riesca neanche a presentare una lista con proprio Simbolo. Al Comune di Avellino le cose vano diversamente. I socialisti riescono a presentare una lista appoggiando il candidato sindaco Giuseppe Galasso ma si dividono ugualmente visto che il gruppo dell’ex presidente del Consiglio comunale Geppino Vetrano aderisce alla “Sinistra che unisce”. Le tensioni nel partito continuano esplodendo nuovamente con la nomina di Antonio De Fazio a presidente provinciale, disposta da Riccio aspramente osteggiata dalla minoranza di Marra. E’ in questo quadro che il Partito Socialista si prepara alle elezioni regionali di marzo. Sullo sfondo c’è il progetto di Sinistra è Libertà accolto con entusiasmo prima delle europee dal coordinatore nazionale Marco Di Lello, ma osteggiato dopo il voto dal segretario nazionale Nencini. Della stessa linea è il responsabile del circolo avellinese Costantino Severino: «Il progetto di Sinistra e Libertà ha esaurito la sua corsaSul tema la minoranza di Addeo e Marra la pensa in modo leggermente diverso non sottovalutando l’importanza di stringere in Campania l’accordo con “Sinistra e Libertà”. «Fermo restando che il Partito Socialista per adesso non si scioglie, guardiamo con interesse al progetto anche perché gli attuali sistemi elettorali impongono unità. Ci riconosciamo comunque nella linea nazionale espressa nelle parole del segretario Nencini». |
Dopo l’uscita del Ps socialista dall’accordo politico intorno a Sinistra e Libertà è lecito domandarsi se il progetto per la costruzione a Sinistra di un nuovo soggetto politico abbia ancora senso oppure no.
Va subito osservato che l’incompatibilità della parte socialista nei confronti della esigenza delle altre componenti di costruire un Partito della sinistra da fare subito, riconducibile all’esperienza di Sinistra e Libertà è deflagrata di fronte agli interessi elettorali di alcuni.
Sarebbe riduttivo però pensare che il venir meno della componente socialista sia stata determinata solo dal problema ”Toscana”. Il problema reale invece è che sia la componente socialista che quella verde non sono mai stati disponibili a costruire un partito di cui non fossero egemoni. Non a caso appena si è verificata la rottura hanno oscurato il sito di S e L ed hanno minacciato azioni legali nel caso di uso indebito del logo di cui sono comproprietari.
Per rispondere quindi alla domanda se c’è ancora un senso nel portare avanti il progetto di sinistra e libertà la risposta può essere affermativa a condizione che si abbandonino da subito quelle logiche di appartenenze politiche. Non c’è altra scelta. Chi intende perseguire la pratica politica della rappresentanza delle varie componenti non vuole realmente costruire un nuovo Partito, ma al massimo aspira semplicemente a sopravvivere, ma non è di questo che abbiamo bisogno. Purtroppo però stiamo vedendo in questi giorni i perpetuarsi di comportamenti che vanno nella direzione opposta. In primo luogo stiamo assistendo ad un accaparramento delle tessere per far sì che ogni componente prevalga sull’altra in base al numero di tesserati. Inoltre dove le situazioni non lo consentono non si è ancora proceduto a nominare i coordinamenti provinciali. In una realtà di marcamento reciproco ognuno fa riferimento al proprio movimento di provenienza, cercando si oscurare le altre realtà. Lo abbiamo visto in occasione del problema dell’acqua ad Avellino, dove sull’argomento ci sono state molteplici iniziative tutte riferentesi di fatto a Sinistra e Libertà, ma pubblicizzate a vario titolo.
Allora per poter veramente avviare un progetto a lungo respiro, bisogna cambiare passo ed abitudini e questo per il momento mi pare difficile.
Infine, cosa di non poco conto, se bisogna cambiare il simbolo lo sifaccia subito senza perdere ulteriormente tempo.
Come sapete Nencini per essere eletto alle elezioni regionali in Toscana ha fatto un patto col PD. Adesso si sta alleando anche con l’UDC di Casini. Tutto questo, non si capisce bene perché, in nome di Nenni. L’errore di Niki Vendola, oltre che nostro è stato quello di prendere sul serio questo signore, molto per bene, che si è impegnato nel processo fondativo di Sinistra e Libertà solo perché sperava di costruire un cartello elettorale buono a far eleggere una manciata di deputati regionali. Nencini, però, visti come sono andati i fatti, aveva la consapevolezza di non mantenere il patto non appena avesse raggiunto i suoi scopi. Promettere è una cosa seria, è come un giuramento laico ed io come socialista mi sono sentito, fin dall’inizio, moralmente impegnato oltre che autenticamente convinto a portare avanti il progetto di Sinistra e Libertà. Io non ammetto le false promesse.
A questo proposito mi viene in mente la barzelletta di Cappuccetto rosso e il lupo:
Cappuccetto Rosso: Nonna, ma che occhi grandi che hai.
Lupo: sono per guardarti meglio.
Cappuccetto Rosso: Nonna, ma che orecchie grandi che hai.
Lupo: sono per sentirti meglio.
Cappuccetto Rosso: Nonna, ma che denti grandi che hai!!!
Lupo: Beh, grazie al cazzo sono un LUPO!