Posts tagged ‘prostatico’

ottobre 24, 2012

Tumori del rene: stop al fumo per diminuirne l’incidenza fino al 28%.

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01:51 am | Il fumo è uno dei più importanti fattori di rischio per il tumore al rene. Ed è la causa del 50% delle neoplasie della vescica. Azzerare il vizio…

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settembre 24, 2012

Tumore alla prostata: cani-spia riescono a “fiutarlo”.

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03:03 am | L’olfatto dei cani come arma per svelare la presenza di un tumore prostatico. Questo metodo, considerato attendibile nel 91% dei casi, sarà protagonista di uno studio italiano condotto…

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giugno 2, 2011

Abiraterone acetato: aumenta significativamente la sopravvivenza nei casi di carcinoma prostatico.

incrementa significativamente la sopravvivenza complessiva nei pazienti affetti da metastatico

resistente alla castrazione

Pubblicati oggi i risultati sul New England Journal of Medicine

Milano, 1° giugno 2011 – Pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine uno studio condotto su pazienti affetti da cancro alla prostata metastatico sottoposti a chemioterapia e trattati successivamente con associato a , i cui risultati hanno mostrato un aumento della sopravvivenza complessiva rispetto ai pazienti trattati con placebo e .

Lo studio è stato sviluppato da Ortho Biotech Oncology Research & Development, Unit of Cougar Biotechnology, Inc., società affiliata di Janssen Pharmaceutical.

Lo studio di Fase III randomizzato, controllato verso placebo, COU-AA-301, ha dimostrato che la molecola , inibitore della biosintesi degli androgeni, aumenta la sopravvivenza globale nei pazienti affetti da metastatico che non rispondono alla chemioterapia.

Gli androgeni sono ormoni che favoriscono lo sviluppo e il mantenimento dei caratteri sessuali maschili, ma nel cancro alla prostata possono stimolare la crescita tumorale. Se, infatti, la produzione di androgeni avviene generalmente nei testicoli e nelle ghiandole surrenali, nel , il tessuto tumorale si inserisce come ulteriore fonte di rilascio degli stessi. è un inibitore orale della biosintesi degli androgeni, che agisce attraverso l’inibizione selettiva dell’enzima complesso CYP17, necessario a queste tre fonti di produzione di testosterone.

aprile 11, 2011

Tumori: PSA non sempre e’ test attendibile per la diagnosi del cancro alla prostata.

L’esame del ( ) non puo’ essere utilizzato in maniera indiscriminata come strumento di screening del della , la piu’ frequente neoplasia maschile che ogni anno in Italia fa registrare circa 23.500 nuovi casi e 7000 decessi.

La sensibilita’ del test varia dal 70 all’80%, questo significa che il 20-30% delle neoplasie non viene individuato quando il viene utilizzato come unico mezzo diagnostico. Va eseguito solo quando e’ necessario, cioe’ dopo i 50 anni, se vi e’ familiarita’ diretta per questo e quando si soffre di disturbi urinari.

L’importanza di un uso ”mirato” del viene sottolineata dalla XIX Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dedicata ai tumori , in corso fino a domani a Torino. Spiega Carmelo Iacono, presidente nazionale AIOM: ” Non vi sono evidenze scientifiche che stabiliscano l’opportunita’ di utilizzare lo screening in maniera diffusa sulla popolazione generale, tendenza che aumenterebbe il rischio di sovradiagnosi ed uno scarso vantaggio in termini di riduzione di mortalita’. E’ importante, anche per la sostenibilita’ del sistema, che venga operato un bilancio tra costi e benefici”.

luglio 26, 2010

Un nuovo freno alle metastasi ossee.

Un principio attivo intelligente in grado di rallentare gli effetti delle metastasi ossee: si chiama denosumab, ed è l’anticorpo monoclonale che viene dal futuro, quello delle biotecnologie, l’ultima frontiera in tema di sviluppo farmacologico. Presentato oggi in California uno studio che dimostra la sua superiorità rispetto alle terapie attuali nel ridurre e ritardare la comparsa di metastasi ossee nelle pazienti affetti da cancro al seno in 2.049 pazienti affette da carcinoma mammario in stadio avanzato. La superiorità è stata dimostrata nel ritardare una serie di complicazioni ossee gravi, nell’insieme denominate SRE (o eventi scheletrici correlati) e che comprendono anche fratture e compressione del midollo spinale.

“Siamo estremamente lieti dei risultati di questo importante studio, che dimostra come questo anticorpo monoclinale può ridurre o ritardare le gravi complicanze delle metastasi ossee nelle pazienti affette da carcinoma mammario più efficacemente rispetto all’attuale standard terapeutico, e con un profilo beneficio/rischio favorevole – ha dichiarato Roger M. Perlmutter, M.D., Ph.D., Executive Vice President della Ricerca e Sviluppo Amgen – Questi risultati sottolineano l’importanza del RANK Ligand nella progressione delle malattie delle ossa, e promettono di migliorare le cure per le pazienti affette da carcinoma mammario in stadio avanzato”.
Si tratta del primo anticorpo monoclonale totalmente umano in fase finale di sviluppo clinico che bersaglia in maniera specifica il RANK Ligand, il regolatore essenziale degli osteoclasti (le cellule che degradano l’osso).