In Italia la disuguaglianza nei redditi è alta. Lo è nel confronto con la maggioranza dei paesi occidentali, in particolare europei, e lo è in base a vari indicatori di disuguaglianza. Anche la disuguaglianza nella ricchezza accumulata – ovunque molto più accentuata di quella dei redditi – è alta sebbene in questo caso il confronto internazionale sia per noi me… Altro…
Gli italiani si stanno arricchendo! Forse!
I veri ricchi e i veri poveri.
Le 80 persone che hanno la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone che vivono in povertà La ricchezza di queste 80 persone è raddoppiata mentre quella del 50 % della popolazione mondiale è calata col tempo. Oxfam La definizione di oligarca non riguarda solo il denaro, spiega Michael Krieger sul suo blog.… Altro…
la povertà del Sud.
Nel 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti diminuisce, rispetto all’anno precedente, in tutte le regioni italiane. Nel confonto con la media nazionale (-1,9%), il Mezzogiorno segna la flessione piu’ contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%). Le regioni c…Visualizza altro
http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2014/2/3/39292-dalla-crisi-ancora-colpi-potenti-al-reddito-listat/
Siamo fuori dal tunnel… ‘ste palle.

Senza Soste – A più di cinque anni dall’inizio della grande recessione del XXI secolo, in Europa cambia la mappa della povertà.
Nell’eurozona, la Grecia vive “sull’orlo di una catastrofe umanitaria”, la Spagna ha tre milioni di persone che sopravvivono con redditi mensili inferiori a 307 euro ($ 417), le cifre ufficiali del Portog…Visualizza altro
stabilità.
Tra Prato, Lampedusa, l’Italia povera, passa la stabilità del sistema.
La vignetta oggi su il manifesto.
SAVONA: VENDE CASA, PAGA I SUOI 10 DIPENDENTI E VA A VIVERE IN UN FURGONE
Salvatore dopo aver pagato i suoi 10 dipendenti vive su un furgone a Savona
La crisi raccontata da chi vive ogni giorno in strada
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— con Leonardo Aldo Fimiani, Antonella M. Rustico, Alfonso Riggi e altri 45
La luce in fondo al tunnel….un cazzo!
Poco meno di cinque milioni di italiani vivono in condizione di povertà assoluta. Un numero raddoppiato dal 2007. Prima dello scoppio della crisi finanziaria che ha portato il nostro paese ad una doppia recessione a distanza di due anni l’una dall’altra, i poveri assoluti, ovvero le persone che fanno fatica a soddisfare i bisogni essenziali, erano 2,4 milioni di italiani. Nel 2012 sono raddoppiati a 4,8 milioni, uno degli impatti più evidenti di questi anni di estrema difficoltà economica. Contestualmente è ulteriormente peggiorato l’indicatore di grave deprivazione materiale che aveva mostrato un deterioramento già nel 2011 e che è raddoppiato nell’arco di due anni. Come riporta il sito dell’agenzia Agi, “ quasi la metà dei poveri assoluti (2 milioni 347mila) risiede nel Mezzogiorno, erano 1 milione 828 mila nel 2011. Di questi oltre un milione sono minori con un’incidenza salita in un anno dal 7 al 10,3%. Nel primo semestre del 2013, secondo l’Istat il 17% delle famiglie dichiara di aver diminuito la quantità di generi alimentari acquistati e di aver scelto prodotti di qualità inferiore, 1,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2012 e 4,9% in più dei primi sei mesi del 2011″. I dati sono stati forniti dal presidente facente funzione dell’Istat, Antonio Golini, succeduto all’attuale ministro del Lavoro Enrico Giovannini.
Finalmente il PD dice qualcosa di sinistra.
Due miliardi di euro l’anno. Costerà tanto istituire il reddito minimo di cittadinanza anche nel nostro Paese. I calcoli li ha fatti il Partito democratico, che ha presentato alla Camera una versione “low budget” della proposta del Movimento 5 stelle. Una pattuglia di 13 deputati democratici ha bruciato sul tempo i grillini nel presentare la proposta di legge che punta a introdurre un sussidio di 500 euro al mese (seimila l’anno) in favore di disoccupati, inoccupati e precari che non raggiungono un reddito annuo complessivo di 6.800 euro.
DIFFUSIONE DELLA POVERTÀ IN ITALIA E LA DIFFERENZA TRA NORD E SUD.
La percentuale nazionale del 13,6% si riparte nel seguente modo: Nord – 4.9, Centro – 6,7, Mezzogiorno – 23,8 %. Il dato sociale drammatico è che la povertà relativa nel Mezzogiorno è quasi 5 volte superiore a quella del resto del paese.