Nessun Governo ha mai osato quanto fatto da Saccomanni: non solo truccare il PIL, ma contemporaneamente sgonfiare le spese per interessi. Dell’1% del PIL, 16 miliardi, una cifra colossale, una bugia incredibile fatta per evitare che impietosamente i conti pubblici raccontassero la vera sconfitta di questo esecutivo: la sua incapacità di saper fare politica economica.
1.Come recentemente denunciato da Giorgio La Malfa su Il Sole, nel governo e nel paese appare emergere una mesta rassegnazione a un futuro in cui ci si dovrà adeguare a standard di vita sempre più modesti e in cui l’emigrazione sarà il premio per i più bravi. Le contorsioni della politica, dalle fumosità di Enrico Letta, alle purghe del M5S, alle sparate di Berlusconi, testimoniano un mix d’impotenza e d’ignoranza, i polli di Renzo che si beccano fra di loro. Gli elettori percepiscono questo senso d’impotenza della politica e di qui l’esteso sentimento di anti-politica. Finché la politica aveva risorse da distribuire gli elettori italiani non si erano sentiti così diffusamente Soloni. Ma errato sarebbe concluderne, come si fa spesso soprattutto in area PD, che troppo si è sperperato nel passato per cui la crescita potrà solo tornare quando avremo tutti imparato a scialare meno.
Non si arrendono. Non ci stanno a perdere il proprio posto di lavoro. Ma anche la propria professionalita’, acquisita nel corso degli anni. E, cosi’, decidono di mettersi in gioco, e di tentare il tutto per tutto, ‘cooperando’ tra loro e mettendo ‘a sistema’ le proprie competenze. Sono sempre di piu’, dall’inizio della crisi, infatti, i lavoratori di imprese in crisi, o a rischio chiusura, che scelgono di rilevare l’azienda, formando una cooperativa tra loro. Dando ‘un calcio’ alla crisi. “Il fenomeno e’ in crescita in questi ultimi anni”, racconta a LABITALIA Aldo Soldi, direttore generale di Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop, che sostiene lo sviluppo delle cooperative nel sistema economico. “Nella nostra attivita’ -spiega- c’e’ stata una forte accelerazione dal 2009 ad oggi, e cosi’ abbiamo contribuito a mettere in piedi una trentina di realta’ aziendali”. Imprese in cui “i lavoratori, o perche’ l’azienda e’ andata in crisi, o perche’ non c’e’ ricambio generazionale alla guida, decidono di rilevare la proprieta’ formando una cooperativa tra loro”. “E’ una scelta -aggiunge Soldi- che i lavoratori fanno per diversi motivi. Innanzitutto, per non perdere il posto di lavoro. Ma in molti casi abbiamo riscontrato che c’e’ anche la volonta’ di difendere la propria professionalita’, il proprio saper fare. I settori in cui operano le aziende che sono rilevate dai lavoratori sono i piu’ vari: si va dalla fabbricazione delle piastrelle fino a quella delle cravatte”.
E’ diventata evidente la situazione drammatica del Paese che testimonia il fallimento del Governo e delle sue politiche di questi anni.
Il Governo italiano ha contribuito a definire una politica europea che sta dimostrando la sua inefficacia; una politica europea inadeguata a difendere i paesi già da tempo minacciati dalla speculazione internazionale; una politica europea che non assume l’obiettivo di garantire una prospettiva di sviluppo, confermandosi una politica depressiva, incentrata sull’austerity e non su misure di tenuta sociale e di politica volte alla crescita.
Sul piano nazionale, il Governo, negli ultimi tre anni ha prima negato e poi trascurato la crisi. Dall’anno scorso, le manovre economiche si sono caratterizzate per tagli lineari e contenimento della spesa pubblica, ignorando il problema della crescita e sacrificando spesa sociale e spesa per investimenti. Noi abbiamo fortemente contestato questa impostazione rilanciano l’idea che un’altra politica economica era possibile per sostenere i redditi, rilanciare i consumi, determinare una ripresa degli investimenti pubblici e privati, una politica che, se perseguita, oggi ci porrebbe dinanzi un’entità di ridimensionamento del debito pubblico molto inferiore.
Oggi, in una situazione aggravata dal marasma politico, il Governo sta consegnando il Paese (in cui è cresciuto il debito pubblico, è esploso il disavanzo commerciale e si è persa più del 4% della ricchezza nazionale) alla speculazione finanziaria.