Sono promettenti i primi risultati di uno studio made in Usa su un nuovo gel contraccettivo per lui. Il team di Christina Wang, del Los Angeles Biomedical Research Institute (LA BioMed) – uno dei principali istituti di ricerca biomedica del Paese – ha recentemente completato una ricerca preliminare su un nuovo gel che potrebbe essere utilizzato dagli uomini per il controllo ‘chimico’ delle nascite.
Il gel, che contiene testosterone e un progestinico sintetico chiamato nestorone, riduce drasticamente il numero degli spermatozoi, con pochi effetti collaterali. Lo studio condotto presso LA BioMed e l’Università di Washington, è finanziato dal National Institutes of Health Child and Human Development. Il team ha arruolato 99 uomini: un terzo ha ricevuto un gel con testosterone e un placebo, applicato per sei mesi. Gli altri due terzi hanno ricevuto un gel con testosterone e una delle due concentrazioni di nestorone utilizzate per la ricerca. Cinquantasei uomini hanno completato le 20 settimane dello studio
Contraccezione “al maschile”: studi USA puntano su un gel.
Disordine bipolare: ketamina dona sollievo in pochi minuti.
Gli effetti del disordine bipolare, che causa severi cambi d’umore tra mania e depressione, possono essere contrastati dalla somministrazione di ketamina. Lo rivela una nuova ricerca pubblicata sulla rivista ‘Biological Psychiatry’. I ricercatori del National Institute of Mental Health anno scoperto che il medicinale agisce nell’arco di pochi minuti e riduce sia lo stato depressivo associato al disturbo bipolare, sia le tendenze suicide che spesso accompagnano le fasi di umore negativo. “Il disturbo bipolare puo’ essere seriamente debilitante: gli episodi possono durare giorni o mesi e il rischio di suicidio e’ alto”, ha spiegato Carlos Zarate, ricercatore a capo dello studio, “spesso si prescrivono antidepressivi, ma la loro efficacia non e’ universale e i pazienti devono provare molti tipi diversi di farmaco prima di trovare quello che funzioni. Abbiamo somministrato a un gruppo di pazienti bipolari una dose di ketamina e un placebo in due fasi separate, e chiesto loro di giudicare gli effetti della somministrazione sulla loro depressione”.
Effetto Placebo: studio italiano ne svela i meccanismi.
L’effetto placebo agisce con le stesse dinamiche chimiche dei farmaci, tanto che “i farmaci e gli stimoli psicosociali (per esempio le suggestioni verbali del medico verso il paziente) agiscono con gli stessi meccanismi”.
Lo ha appurato un ricercatore italiano, Fabrizio Benedetti, professore di Neuroscienze all’Universita’ di Torino e membro dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze (INN), in uno studio pubblicato ‘Nature Medicine’ che fara’ parte della lettura che terra’ al congresso internazionale di psico-neuro-endocrino-immunologia ‘Stress e Vita’, in programma a Orvieto dal 27 ottobre. “I farmaci agiscono tramite il legame a recettori specifici – spiega Benedetti – la cui attivazione produce sia effetti terapeutici che effetti collaterali negativi. Gli stimoli psicosociali, attraverso meccanismi di condizionamento e di anticipazione, sono in grado di attivare specifiche sostanze (ad esempio le endorfine nel caso del dolore, la dopamina nel caso della malattia di Parkinson), che si vanno a legare agli stessi recettori ai quali si vanno a legare i farmaci, producendo effetti simili a quelli prodotti da questi ultimi, sia terapeutici che collaterali.
Lo zenzero, antinfiammatorio, riduce incidenza rischio cancro al colon.
Lo zenzero, antinfiammatorio naturale, aiuta a ridurre il rischio di tumori al colon.
I ricercatori dell’università del Michigan hanno stabilito infatti, un legame tra consumo quotidiano di integratori estratti dalla radice e riduzioni di infiammazioni all’intestino, in uno studio pubblicato su Cancer Prevention Research. Le virtù dello zenzero nella prevenzione tumorale erano state già provate in laboratorio, sui ratti. In questo nuovo studio trenta persone sane sono state invitate a prendere, per 4 settimane, due grammi al giorno di radice in polvere, mentre un gruppo di controllo assumeva un placebo.
Approvato farmaco per il trattamento dell’ Artrite Idiopatica Giovanile Sistemica.
La Commissione Europea ha approvato l’uso del farmaco biologico tocilizumab per il trattamento dell’ Artrite Idiopatica Giovanile Sistemica (AIGs) nei pazienti dai due anni d’eta’ che non hanno risposto adeguatamente a precedenti terapie a base di farmaci anti-infiammatori.
Lo ha reso noto Roche, precisando che il farmaco in questione puo’ essere somministrato da solo o in combinazione con metotrexato. In Italia sono circa 10 mila i bambini e gli adolescenti che convivono con l’artrite giovanile, una malattia reumatica che esordisce prima dei 16 anni e che colpisce un bambino ogni mille.
Di questi, il 10-20% e’ affetto dalla forma sistemica della malattia (AIGs), con un tasso di mortalita’ complessivo del 2-4% e una punta massima di esordio fra i 18 mesi e i due anni d’eta’. Tocilizumab e’ attualmente usato per il trattamento dell’ artrite reumatoide adulta nelle persone che non hanno risposto, o sono risultate intolleranti, a precedenti trattamenti. La richiesta di estensione dell’indicazione si basa su dati positivi ottenuti in uno studio clinico di fase III, noto come Tender, secondo i quali l’85% dei bambini affetti da AIGs che ha ricevuto tocilizumab, ha ottenuto un miglioramento del 30% di segni e sintomi, oltre all’assenza di febbre, dopo 12 settimane di terapia, contro il 24% dei bambini che ha ricevuto placebo.
Interrotto lo sviluppo di un farmaco anti-Alzheimer.
L’azienda farmaceutica americana Eli Lilly interrompe lo sviluppo del farmaco sperimentale anti-Alzheimer semagacestat, un inibitore dell’enzima gamma-secretasi. Il motivo e’ che i risultati preliminari di due studi clinici di fase III attualmente in corso indicano che il medicinale non rallenta la progressione della malattia, ed e’ associato a un peggioramento dei parametri cognitivi dei pazienti e della loro abilita’ di effettuare attivita’ quotidiane, informa una nota ufficiale della societa’ di Indianapolis. I dati relativi ai pazienti in cura col prodotto – prosegue la nota – mostrano inoltre che semagacestat e’ associato a un aumento del rischio di cancro della pelle, a confronto con il gruppo placebo.
Colesterolo ridotto in media del 10% grazie ai latte fermentati con aggiunta di fitosteroli.
I latti fermentati addizionati di fitosteroli sono in grado di abbattere di circa il 10% il livello di colesterolo cattivo in soggetti con moderata ipercolesterolemia. Lo dimostra la prima metanalisi compiuta su circa 400 persone che ha analizzato i risultati di 3 lavori già pubblicati in letteratura sull’effetto di un latte fermentato con aggiunta di 1,6 g di steroli vegetali (Danacol). I dati sono stati presentati oggi, nel corso del XV International Symposium on Atherosclerosis (ISA), che si è tenuto a Boston.
“Il lavoro è il primo che si basa su circa 400 pazienti avendo raccolto i risultati di tre dei più significativi studi disegnati per analizzare l’effetto dei fitosteroli sulla colesterolemia, e specialmente della frazione legata alle lipoproteine LDL (colesterolo LDL, o LDL-C) – ha dichiarato Alberto Notarbartolo, Ordinario di Medicina Interna Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Palermo – I risultati della metanalisi dimostrano ancora una volta come l’alimentazione funzionale giochi un ruolo di grande importanza nelle strategie di prevenzione contro il principale fattore di rischio cardiovascolare : il colesterolo. L’utilizzo di fitosteroli contenuti nei latte fermentati sui quali i 3 lavori si basano è, infatti, in grado di ridurre senza alcun tipo di rischio lo LDL-colesterolo mediamente del 10%”.
La metanalisi si è basata su 3 studi multicentrici condotti con la stessa metodologia utilizzata per i farmaci (randomizzati,controllati con placebo e a doppio cieco), tra Francia, Spagna e Italia che hanno valutato da tre a sei settimane l’effetto di un latte fermentato addizionato di 1,6 g di fitosteroli sul livello di colesterolo in una popolazione di pazienti che presentavano una ipercolesterolemia moderata.
Ma la lotta contro il colesterolo – e quindi contro uno dei principali rischi per il cuore – si deve combattere giorno per giorno, con costanza se si vogliono ridurre i futuri eventi cardiovascolari. “Se un aiuto consistente viene dagli alimenti funzionali è necessario però inserire il suo utilizzo all’interno di un programma basato su alimentazione e stile di vita salutare. Nei casi di colesterolemia non lieve, oltre i 240 mg/dL, o in presenza di un rischio coronarico globale alto, cioè dove siano presenti altri fattori di rischio importanti come la ipertensione arteriosa, il diabete o la storia di un precedente evento cardiovascolare, è necessario rivolgersi al proprio medico ed eventualmente ricorrere a rimedi farmacologici – ha concluso Notarbartolo.(liquidarea)